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Autore: NonnaPapera    02/11/2011    3 recensioni
Raccolta di cento drabble su una coppia di mia invenzione, due simpatici e quanto mai improbabili persoanggi:Morte e Destino
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giallo

Di tutte le cose che Destino amava di Morte probabilmente il colore degli occhi era quello che adorava di più. Tutti quelli che avevano avuto a che fare con il suo fidanzato erano concordi nel dire che quel colore era inquietante. Gialli, innaturali, crudeli e spietati. Ma la verità era che nessuno riusciva a leggerci dentro. Destino tra tutti era l’unico che vedeva più in là di quel colore insolito, più in la della natura stessa di Morte. Quegli occhi sapevano essere dolci, buoni, compassionevoli, ma la maggior parte delle volte erano tristi. Tristi perché nessuno lo accettava, tristi perché tutti lo temevano, tristi per tutte le vite che doveva portare con sé anche se non voleva…tristi perché nessuno lo amava.
Invece era quel colore, così innaturale e così freddo, che aveva colpito Destino e lo aveva fatto innamorare di Morte. Ed ormai da molto tempo, oltre alle solite cose che leggeva nello sguardo di Morte, Destino riusciva a scorgere un’altra cosa: gratitudine, perché finalmente qualcuno era riuscito a vedere più in là dei pregiudizi ed aveva iniziato ad amarlo

Arancione

 Morte vestiva solo di nero. Nero il suo mantello, nere le camice, neri i pantaloni, nere le calze e nere pure le mutande.
Non che a Destino l’abbigliamento del compagno non piacesse, in fondo era anche quello a fare di Morte… Morte. Però non c’era mai nulla che lo sorprendeva. Quando lo spogliava per fare l’amore con lui non lo assaliva la curiosità di sapere cosa indossasse sotto, tanto sapeva già che quello che avrebbe visto sarebbe stato sempre e desolatamente nero.

Quella volta però una volta spogliato Morte come al solito Destino rimase a bocca aperta e senza parole.
Morte indossava un piccolissimo pezzo di stoffa, che a mala pena copriva il necessario, di colore arancio.
“Sorpresa” disse Morte gongolando nel vedere l’espressione del partner.
Destino non disse nulla, troppo eccitato per proferire parola, ma quella per Morte fu una notte davvero faticosa.

Rosso

Morte detestava il rosso, non che come colore lo infastidisse particolarmente, però era quello che più di tutti gli ricordava il suo compito.
Era rosso il sangue che sgorgava dai corpi senza vita dai quali doveva prendere le anime da far ascendere ed erano rosso porpora i rivestimenti delle bare nelle quali i cari ponevano con cura i propri morti.

Rosse infine erano le evanescenze delle anime che lui accompagnava nell’aldilà e che spesso lo pregavano di lasciarle rimanere sulla terra, per stare vicino ai propri cari per qualche attimo in più,
No, a Morte quel colore non piaceva per niente, perché nella sua testa era solo ed esclusivamente il colore del lutto.

Marrone

Era una giornata come le altre quando Morte entrò nel castello urlando a gran voce eccitato: “Destino, Destino vieni presto”
Quando l’uomo arrivò di corsa nel grande salone scrutò il compagno con fare interrogativo per capire cosa lo avesse portato a strillare così.
Morte senza proferire parola e con un sorriso enorme sollevò entrambe le braccia mostrando finalmente al fidanzato il motivo di tanta esaltazione.
“E’… un cane?” chiese Destino sconvolta fissando un piccolo ammasso di pelo marrone che scodinzolava tra le mani di Morte.
“Già” rispose quello tutto felice.
“No, non se ne parla! Quel coso deve uscire di qui subito”
Morte non disse nulla ma si limitò a fissarlo con due occhi tristi abbracciando stretto il cagnolino che cominciò a leccarlo.
Inutile dire che da quel giorno nel grande castello furono in tre: Destino, Morte ed il nuovo arrivato, il cagnolino Ghost.

Verde

Quel girono a Destino pareva che in Morte ci fosse qualcosa di strano. Continuò a fissarlo per lunghi istanti senza riuscire a capire cosa ci fosse che non andava nella figura del compagno.
Poi ad un tratto Morte si girò leggermente e così, Destino finalmente capì cosa aveva di strano.
“Orecchini?” domandò basito Destino.
“Oh, te ne sei accorto! Ti piacciono?” domandò entusiasta Morte, mentre con una mano si accarezzava i lunghi pendenti color verde che gli scendevano dalle orecchie.
“Ma… sono da donna!” ribatte sotto shock Destino.
Morte non rispose ma lo fissò con uno sguardo truce che Destino non faticò a riconoscere, perciò svelto si affrettò a dire.
“Comunque a te stanno veramente bene”
Morte tornò di buon umore e piroettando si allontanò per andare chissà dove.
Destino sospirò sollevato per lo scampato pericolo, l’ultima volta che aveva criticato Morte su una delle sue scelte di “stile” l’altro si era talmente inferocito che lo aveva inseguito con la falce per tutto il castello.
Destino scosse il capo rassegnato, era il caso che iniziasse ad abituarsi a quegli orrendi orecchini verde acido… in fondo ne andava della sua stessa incolumità.
   
 
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