Giallo
Di
tutte le cose che
Destino amava di Morte probabilmente il colore degli occhi era quello
che
adorava di più. Tutti quelli che avevano avuto a che fare
con il suo fidanzato
erano concordi nel dire che quel colore era inquietante. Gialli,
innaturali, crudeli
e spietati. Ma la verità era che nessuno riusciva a leggerci
dentro. Destino
tra tutti era l’unico che vedeva più in
là di quel colore insolito, più in la
della natura stessa di Morte. Quegli occhi sapevano essere dolci,
buoni, compassionevoli,
ma la maggior parte delle volte erano tristi. Tristi perché
nessuno lo
accettava, tristi perché tutti lo temevano, tristi per tutte
le vite che doveva
portare con sé anche se non voleva…tristi
perché nessuno lo amava.
Invece era quel colore, così innaturale e così
freddo, che aveva colpito
Destino e lo aveva fatto innamorare di Morte. Ed ormai da molto tempo,
oltre
alle solite cose che leggeva nello sguardo di Morte, Destino riusciva a
scorgere un’altra cosa: gratitudine, perché
finalmente qualcuno era riuscito a
vedere più in là dei pregiudizi ed aveva iniziato
ad amarlo
Arancione
Morte vestiva solo di nero.
Nero il suo
mantello, nere le camice, neri i pantaloni, nere le calze e nere pure
le
mutande.
Non che a Destino l’abbigliamento del compagno non piacesse,
in fondo era anche
quello a fare di Morte… Morte. Però non
c’era mai nulla che lo sorprendeva.
Quando lo spogliava per fare l’amore con lui non lo assaliva
la curiosità di
sapere cosa indossasse sotto, tanto sapeva già che quello
che avrebbe visto
sarebbe stato sempre e desolatamente nero.
Quella
volta però una
volta spogliato Morte come al solito Destino rimase a bocca aperta e
senza
parole.
Morte indossava un piccolissimo pezzo di stoffa, che a mala pena
copriva il
necessario, di colore arancio.
“Sorpresa” disse Morte gongolando nel vedere
l’espressione del partner.
Destino non disse nulla, troppo eccitato per proferire parola, ma
quella per
Morte fu una notte davvero faticosa.
Rosso
Morte
detestava il
rosso, non che come colore lo infastidisse particolarmente,
però era quello che
più di tutti gli ricordava il suo compito.
Era rosso il sangue che sgorgava dai corpi senza vita dai quali doveva
prendere
le anime da far ascendere ed erano rosso porpora i rivestimenti delle
bare
nelle quali i cari ponevano con cura i propri morti.
Rosse
infine erano le
evanescenze delle anime che lui accompagnava
nell’aldilà e che spesso lo
pregavano di lasciarle rimanere sulla terra, per stare vicino ai propri
cari
per qualche attimo in più,
No, a Morte quel colore non piaceva per niente, perché nella
sua testa era solo
ed esclusivamente il colore del lutto.
Marrone
Quando l’uomo arrivò di corsa nel grande salone scrutò il compagno con fare interrogativo per capire cosa lo avesse portato a strillare così.
Morte senza proferire parola e con un sorriso enorme sollevò entrambe le braccia mostrando finalmente al fidanzato il motivo di tanta esaltazione.
“E’… un cane?” chiese Destino sconvolta fissando un piccolo ammasso di pelo marrone che scodinzolava tra le mani di Morte.
“Già” rispose quello tutto felice.
“No, non se ne parla! Quel coso deve uscire di qui subito”
Morte non disse nulla ma si limitò a fissarlo con due occhi tristi abbracciando stretto il cagnolino che cominciò a leccarlo.
Inutile dire che da quel giorno nel grande castello furono in tre: Destino, Morte ed il nuovo arrivato, il cagnolino Ghost.
Verde
Quel girono a Destino pareva che in Morte ci fosse qualcosa di strano. Continuò a fissarlo per lunghi istanti senza riuscire a capire cosa ci fosse che non andava nella figura del compagno.
Poi ad un tratto Morte si girò leggermente e così, Destino finalmente capì cosa aveva di strano.
“Orecchini?” domandò basito Destino.
“Oh, te ne sei accorto! Ti piacciono?” domandò entusiasta Morte, mentre con una mano si accarezzava i lunghi pendenti color verde che gli scendevano dalle orecchie.
“Ma… sono da donna!” ribatte sotto shock Destino.
Morte non rispose ma lo fissò con uno sguardo truce che Destino non faticò a riconoscere, perciò svelto si affrettò a dire.
“Comunque a te stanno veramente bene”
Morte tornò di buon umore e piroettando si allontanò per andare chissà dove.
Destino sospirò sollevato per lo scampato pericolo, l’ultima volta che aveva criticato Morte su una delle sue scelte di “stile” l’altro si era talmente inferocito che lo aveva inseguito con la falce per tutto il castello.
Destino scosse il capo rassegnato, era il caso che iniziasse ad abituarsi a quegli orrendi orecchini verde acido… in fondo ne andava della sua stessa incolumità.