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Autore: NonnaPapera    31/10/2011    4 recensioni
Raccolta di cento drabble su una coppia di mia invenzione, due simpatici e quanto mai improbabili persoanggi:Morte e Destino
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alba

Era sempre al mattino, quando il solo iniziava a sorgere, che a Destino veniva una forte malinconia. Non che amare ed essere amato da Morte fosse spiacevole anzi, neppure volendo avrebbe mai potuto immaginare la propria esistenza senza il compagno a fianco, però era in quei momenti che Destino si rendeva conto di quanto alle volte la sua vecchia natura di semplice essere mortale gli mancasse. Tutte quelle mattine in cui si svegliava nel letto e si ritrovava a sorridere ad un cuscino vuoto con il desiderio di stringere forte a sè il compagno che non era nel letto con lui perché non aveva bisogno del sonno per rigenerarsi. Poi però Morte tossicchiava e palesava la sua presenza nella stanza. Destino sorrideva e Morte si avvicinava a lui lentamente.
Destino adorava quei momenti, li trovava estremamente romantici… Purtroppo Morte trovava sempre il modo per rovinarli:
“Sai che sta notte hai russato un sacco?”
Era in quei momenti che Destino era felice che Morte non fosse un essere umano, altrimenti probabilmente, il calcio che immancabilmente gli tirava lo avrebbe ferito  gravemente e lui si sarebbe sentito in colpa.

Pomeriggio 

Il pomeriggio era sempre un’ora particolare della giornata. Destino aveva il suo compito da svolgere, perché l’essenza stessa della vita e l’equilibrio del cosmo  dipendevano solo da lui.
Aperto il grande libro dei sigilli, passava ore ed ore a tracciare disegni, incrociando la vita delle persone, valutandone i rischi i pro e i contro.
Ovviamente era un lavoro non solo faticoso ma anche delicato, necessitava di moltissima concentrazione, pazienza e… silenzio assoluto.

Quel pomeriggio in particolare però per Destino era un incubo
“Morte! Dannazione piantala”
Il compagno lo fissò con il viso imbronciato e poi offeso domandò:
“Ma cosa ho fatto? Sono qui tranquillo che mi faccio i fatti miei”
Destino lo fissò con sguardo pieno di odio e se avesse avuto il potere di incenerirlo di certo non ci avrebbe pensato su due volte.
Sorrise, un sorriso teso ed esasperato, si alzò dalla scrivania e con calma andò verso Morte.
“Capisco che questa sia anche casa tua amore” mormorò faticando a trattenere la rabbia: “Ma ti dispiacerebbe esercitarti con il bassotuba da un’altra parte?”

Tramonto

Destino amava molto i tramonti, era sempre stato un tipo romantico e sentimentale e i tramonti gli avevano sempre provocato dei moti di tenerezza.
La luce rossastra del sole illuminava tutto con leggerezza, conferendo ad ogni cosa un aspetto mistico e senza tempo.
Trovava che la cosa migliore di un tramonto fosse la possibilità di guardarlo assieme alla persona amata.
Era felice del fatto che anche Morte si fosse lasciato prendere dall’atmosfera magica di quel momento. Infatti, da ben dieci minuti non aveva proferito parola, immerso com’era nella contemplazione del sole morente.
“E’ bello non è vero?”

“Si bello, molto divertente” ribatté Morte prontamente.
“Divertente?” chiese Destino sorpreso girandosi verso il partner senza capire a cosa si riferisse.
Ma il dubbio durò poco.

Morte era girato spalle al tramonto e con le mani scheletriche stava proiettando delle ombre cinesi sulla grande facciata del loro castello.
Ombre che rappresentavano scheletri che danzavano.
“Possibile che tu non abbia neppure un minimo di romanticismo?” sbottò esasperato Destino.
“Oh scusa” disse Morte sorpreso “Ecco qui ora va meglio?” chiese sorridente, mentre sul muro riprendeva a proiettare le ombre…Questa volta di due scheletri che si baciavano.

Sera

“No, ho detto che non mi va!” disse Morte stizzito pestando un piede sul pavimento.
“Suvvia piantala, sembri un bambino capriccioso.”
“Non mi interessa non riuscirai a convincermi”
“Ma scusa, la sera è sempre il momento dedicato ai giochi, ed oggi tocca a me scegliere… Non puoi rifiutarti dopo che ieri sera mi hai obbligato a giocare a nascondino per due ore”
“E ti lamenti? Nascondino è un gioco divertente. Quello che hai scelto tu invece è brutto”
“Morte smettila, ora basta, si fa il gioco che ho deciso io!”
Morte sbuffò infastidito e poi per l’ultima volta tentò di dissuadere Destino.
“Ma almeno cambia gioco, scegline uno più interessante, anche le carte vanno bene se non ti viene in mente nulla di meglio”
“No” fu la lapidaria risposta di Destino.
Morte sbuffò e infine rassegnato decise di sedersi al tavolo:
“D’accordo gioco… però solo una partita .Comunque lo so che l’’hai fatto apposta! Hai scelto l’unico gioco in cui perdo sempre!” mormorò mesto e poi mesto si mise a sistemare i pezzi continuando a rimbrottare di tanto in tanto: “Stupidissimi scacchi!”

Notte

Destino quella notte si svegliò senza capirne bene il motivo. Si guardò attorno cercando di capire se il compagno stava nella stanza oppure no.
Di Morte non c’era l’ombra, non che questo fosse strano visto che lui non dormiva mai.
Si alzò dal letto indeciso sul da farsi. Solitamente aveva un sonno molto pesante e si chiedeva perché si fosse svegliato così d’improvviso senza una ragione.
Poi lo udì, pareva che qualcuno stesse singhiozzando nei corridoi del castello. Assurdo, visto che le uniche persone che vivevano nel maniero erano lui e Morte.
Che a Morte fosse successo qualcosa?
Si alzò ansioso dal letto e mentre stava per uscire dalla camera quasi rinunciò, dandosi mentalmente dello stupido, Morte era immortale ed indistruttibile, era impossibile che stesse male!
Comunque decise che era il caso di controllare comunque.
Quando fu giù dalle scale i lamenti che prima sentiva distanti si acuirono e Destino iniziò a preoccuparsi sul serio.
Stava per entrare nella sala da pranzo quando sulla soglia del salone da ballo vide una sagoma bianca muoversi nel buio e piangere.
“ODDIO” urlò Destino terrorizzato “UN FANTASMA”
La figura bianca si voltò e Destino riconobbe il suo fidanzato:
“Morte, accidenti a te! Ti sembrano scherzi da fare? Mi hai spaventato”
Morte si avvicinò singhiozzando e Destino nuovamente preoccupato per il compagno gli si avvicinò per calmarlo:
“Che è successo? Perché piangi?”
Morte sollevò lo sguardo e poi tra un singhiozzo e l’altro disse:
“ Una tragedia! Destino fai qualcosa ti prego… Il mio vestito, il mio bel vestito nero!” mugugnò “Guarda che disastro, ho sbagliato a mettere il detersivo e adesso è bianco BIANCO… che tragedia”
Destino roteò gli occhi e sospirò rassegnato, per colpa di quello stupidissimo vestito avrebbe di certo passato la notte insonne.


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