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Autore: LaMiry    02/11/2011    10 recensioni
hermione. sempre la solita brava ragazza, studiosa e diligente.
e se invece anche lei volesse solo un po' di libertà? se circondata da regole e restrizioni volesse per una volta infrangere le regole?
ma se il suo sbandamento di una notte non volesse lasciarla in pace?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Senza alcun dubbio la sala comune di Serpeverde NON era un posto rispettabile. In essa si poteva trovare alcool, sigarette, droga. E una quantità spropositata di ragazze di altre case giunte in “visita”.  Senza alcun dubbio essere nella sala comune Serpeverde era un grande onore per chiunque odiasse le regole o sperasse di diventare popolare. Senza alcun dubbio stare nella sala comune Serpeverde quando il principe delle serpi era di cattivo umore NON era un’esperienza piacevole. E in quel momento Draco Malfoy, alias il principe delle serpi, era insoddisfatto, cioè  era decisamente di cattivo umore.
Era tornato in sala comune sollevato. Aveva chiarito le cose con… Hermione. Si, finalmente riusciva a pensare quel nome senza problemi.  Era una vera e propria liberazione.  Senza contare che le aveva estorto un appuntamento. Potevano parlare. Poteva spiegarsi. Poteva chiarire. Poteva fare ammenda per i suoi peccati.  Non che fosse mai stato religioso. L’idea che un’entità superiore potesse decidere delle sorti di un’anima dopo la sua morte gli pareva intollerabile. Non dipendeva da altri, ma solamente da sé stessi ciò che ti succedeva in vita. Per ciò che succedeva dopo, quello non era dato saperlo.
E quello era il presente.  Quando era entrato in sala comune aveva  un sorriso rilassato stampato in faccia. Finalmente le cose iniziavano ad andare per il verso giusto. Hermione l’avrebbe aiutato. Avrebbe distillato il suo cuore, purificandolo. Non credeva d’amarla, ma per la prima volta sentiva un moto d’affetto sincero per qualcuno che non fosse se stesso. Quando varcò la soglia del suo dormitorio, però, le cose iniziarono ad andare storte. Per la precisione il suo umore precipitò violentemente alla vista di colei che sola aveva fatto abbassare di molto la stima del QI totale delle donne in Inghilterra. Lavanda Brown. La civetta gli sorrise, ammiccando verso di lui, per poi sorpassarlo ancheggiando vistosamente. Aveva i capelli in disordine, e la camicia abbottonata solo in parte, mentre la cravatta era annodata in maniera frettolosa e inaccurata. Il trucco era sbavato sugli occhi, e mancava totalmente sulle labbra. E MAI dal quarto anno ad Hogwarts si era vista Lav-Lav senza il suo immancabile gloss. Poco dopo vide il suo migliore amico, che con aria furtiva cercava di sgattaiolare nel dormitorio senza essere visto dal nuovo arrivato. Speranza vana.
“Blasie!” il biondo si fermò a metà di un passo, incespicò e poi di girò con stampato sul volto un sorriso a trentaquattro denti. Falsissimo.
“zziiiiiiiiiiiiiiiiiiii?” il sorriso sembrava congelato sul suo volto.
“non ti avevo CORTESEMENTE chiesto di non scoparti la Brown?!” la voce di Draco era fredda come il ghiaccio spezzato.
L’atteggiamento di Zabini cambiò in modo radicale. Smise di sorridere e raddrizzò la schiena, ponendo i propri occhi dritti in quelli del principe delle Serpi. L’aria nella sala si fece immediatamente pesante; un primino intento a leggere un libro in una poltrona vicino al fuoco sentendo brutta aria se la svignò velocemente verso il dormitorio.
“Draco, io non ho detto niente, anche se sei andato a letto con la Mezzosangue. Eppure tu mi fai storie per una storia leggera come questa. Perché?”
Draco strinse i pugni. “primo, ti vieto di chiamarla mezzosangue. Sei stato tu a dire che te l’aspettavi no? E si, quella scopa bene, quindi voglio andare avanti con questa storia. Ma sai la differenza tra lei e la Brown? Che Hermione è single. La tua cara oca è felicemente fidanzata con lenticchia. Ecco la differenza.”
“da quando la chiami per nome?”
“chi?”
“la Granger.”
“io… mi fa strano andarci a letto e non chiamarla per nome.”
“con chi vai a letto?” dal dormitorio era emersa Dafne,  che aveva evidentemente carpito l’ultima parte del discorso.
“con la Granger!” Blasie aveva subito rivelato tutto: l’idea di diffondere un pettegolezzo succulento come quello era irresistibile per lui.
“era ora!”
“si, concordo.”
“voi due la piantate di parlare di me come se non ci fossi?!”
“sai, secondo me è innamorato. La chiama addirittura per nome.”
“tu dici? Beh potrebbe essere. Ho sentito dire da un quadro che le ha fatto una specie di dichiarazione, in ginocchio, in un’aula.”
“VOLETE SMETTERLA?!” Draco aveva appena urlato a pieni polmoni. Possibile che quei due fossero così pettegoli? E che la storia della sua preghiera si fosse diffusa così velocemente?
“piuttosto, quanti sanno quello che è accaduto in quell’aula?”
Dafne si voltò a guardarlo, e gli rispose con un piccolo sorrisino stampato sulla bocca. “solo io. Il quadro che me l’ha detto si è beccato un bell’Oblivion, e anche tutti gli altri che lo sapevano, tranquillo. Ho fatto un buon lavoro. Sono l’unica che monopolizza i pettegolezzi, in questa scuola, non dimenticarlo.”
Blasie sembrava non aver colto il perno del discorso. “si possono fare incantesimi di memoria anche sui quadri?” domandò infatti.
“certo, basta sapere la formula, e ce l’hanno fatto studiare tre settimane fa per Vitius!”
Il moro sembrò stranito, ma poi scrollò le spalle, volgendo lo sguardo alla finestra. Una civetta bianca stava picchiettando col becco sul vetro di una finestra, in maniera sempre più insistente.
“chissà per chi sarà, a quest’ora… forse un messaggio d’amore?? Vediamo a chi porterà il suo messaggio…”
Appena aperta la finestra l’animale volò dritto da Draco, appollaiandosi sul bracciolo della poltrona più vicina e tendendo con grande contegno la zampa.
Draco, stupito, prese il messaggio e lo aprì, mentre l’animale  con un dolce fruscio d’ali spariva nel buio.
 
Malfoy, devo vederti.
Ora, nella stanza delle necessità.
 
Il messaggio non era firmato, ma d’altronde non erano molte le persone che potevano ordinargli qualcosa in tono così dispotico. La SUA Hermione. Che gli mancasse di già? Accantonò subito il pensiero, cominciando a dirigersi verso l’uscita della sala comune.
“Draco che succede?” la voce di Dafne, a fianco a lui, era stupita. “di chi era il messaggio? E ora dove vai? Poi quella non era la civetta di Potter?”
Draco ignorò tutte le sue domande, ed uscì senza una parola. Aveva giurato di essere un uomo nuovo, e come tale doveva comportarsi, quindi quando la sua amata chiamava… un momento, amata? Draco scosse violentemente la testa, soffocando il pensiero, mentre saliva velocemente una rampa di scale. Amore era esagerato. Affetto, certo. Affinità, probabilmente. Ma non amore. Durante la sua veloce corsa fino alle Stanza delle Necessità non si curò minimamente delle ronde, o della possibilità di incrociare qualche professore. Quando arrivò trovò davanti a sé una semplice porta, simile a quella di qualsiasi aula.
Entrando, però, la scena cambiò drasticamente. Sia le pareti che i soffitti erano rivestiti di un grigio metallo lucente, e al centro della stanza era posto un tavolo dello stesso metallo, corredato di due sedie ed una lampada. Seduta su una delle due vi era la Granger, che non aveva affatto l’aria di una donna giunta fin lì per un incontro amoroso. Era seduta con la schiena rigida, le gambe accavallate e strette, le labbra una linea tirata.
Quando lo vide entrare si alzò in piedi, fronteggiandolo a gambe larghe e ben piantate al suolo.
“eccoti. Dobbiamo parlare.”
Malfoy annuì, troppo stupito per poter opporre resistenza. Cosa poteva averla sconvolta tanto da farla somigliare ad un generale nazista?
“tu… tu devi dire ai tuoi luridi scagnozzi di piantarla di torturare gli innocenti!”
Malfoy sbatté le palpebre, stupito. Di che diamine stava parlando quella ragazza?
“spiegati… io non capisco… a chi ti riferisci?”
“a Tiger e Goyle! Continuano ad angariare il povero Neville! Devi dirgli di smetterla!”
Draco stava per mettersi a ridere. E lei si scaldava tanto per una cosa così sciocca? Sarebbe bastato chiederglielo, se la cosa le faceva piacere avrebbe fatto subito stare al loro posto quei due idioti.
D’altronde era un Serpeverde. E un Serpeverde non fa mai niente per niente. Soprattutto perché la ragazza non si era resa conto della sua buona disposizione d’animo.
“posso farlo… tu che mi dai in cambio?” la sua voce si era fatta roca, e l’aveva velocemente afferrata e abbracciata, depositando dolci e lievi baci sul suo collo.
“Draco… è un favore… non devo darti nulla in cambio!”
“questo lo dici tu.” La sua mano cominciò ad accarezzarla, gentilmente, dai seni fino all’interno coscia. Lei gemette, piano, e lui prese a mordicchiarle il collo.
Improvvisamente la ragazza si staccò da lui, sorridendo.
“se vuoi qualcosa, Malfoy” mormorò con voce bassa e roca “prima devi fare ciò che ti chiedo. Due giorni di Neville lasciato in pace come prova. Quindi, ci rivedremo fra due giorni, qui, alle nove. E durante questi giorni ci comporteremo come se fra noi non fosse successo nulla.” La ragazza arretrava lievemente ad ogni parola. Poi spense la luce, e tutto fu buio. Quando Draco riuscì a trovare la bacchetta e a produrre un po’ di luce lei era sparita, mentre l’eco di una porta sbattuta aleggiava ancora in quel luogo lugubre.
 
Draco Malfoy era insoddisfatto. Non era riuscito ad ottenere nemmeno un bacio dalla Granger, e questo non era un  bene, sia per il clima della Sala comune Serpeverde sia per l’incolumità dei suoi abitanti. E che Tiger e Goyle ricomparissero solo quando la sua ira si fosse un poco attenuata!
 
 
   
 
 
 
 
Draco si accese una sigaretta, nervoso.
“Un’altra amico? Non ti pare di esagerare?”
Il biondo guardò il suo amico.  Effettivamente era la quinta, ed erano solo le dieci del mattino. Se poi si contava che era domenica e che si era svegliato alle nove…
“da quando controlli quanto fumo?”
“da quando hai finito le sigarette e le chiedi a me.”
Draco annuì. Era una motivazione legittima.
“sono nervoso.” Sbuffò. Non aveva nessuna voglia di confidarsi con Blasie, ma forse l’avrebbe blandito e l’avrebbe convinto a prestargli un pacchetto.
“fammi indovinare: la Granger ti obbliga a fare il bravo bimbo e tu non sai come sfogarti.”
Draco annuì, seccato. Quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire. Erano passati 5 giorni da quando gli aveva chiesto di lasciare in pace Paciok, e da quel momento le richieste si erano velocemente estese. Due giorni dopo, durante il loro incontro, gli era stato vietato spadroneggiare su tutti i grifondoro. A ruota la protezione si era estesa a corvonero e tasso rosso, e il giorno prima gli aveva chiesto di lasciare stare anche i novellini di serpe verde! Ovviamente si divertiva un po’ con loro in Sala Comune, ma era seccante non poter far valere il proprio potere anche in pubblico. E tutto per un po’ di sesso… a volte si chiedeva se ne valeva la pena. Non poteva certo pretendere che cambiasse solo per poter continuare ad andare a letto con lei!
Ma cosa stava dicendo? Era proprio per poter andare a letto con lei che faceva tutto ciò che lei chiedeva. Se non ne fosse valsa la pena non si sarebbe mai inginocchiato davanti a lei, non si sarebbe mai confidato con lei. Non l’avrebbe mai nemmeno chiamata per nome d'altronde.
“sai draco…” bofonchiò Blasie interrompendo i suoi pensieri che stavano virando in visioni vietate ai minori, “perchè non ti sfoghi in un modo… legale? Insomma non andavi a prenderti a cazzotti in quella specie di palestra? Vai lì e fai nero qualcuno, così almeno ti sfoghi… e non rubi le MIE sigarette. Sai che ti voglio bene, ma non posso tollerare tutto questo solo perché… beh forse perché scopi troppo, amico.” Detto questo il moro scoppiò in una fragorosa risata, dopodiché uscì dalla stanza divertito.
Draco riflettè: in effetti il suo suggerimento non era male. Anche se preferiva la tortura psicologica, più fine e dagli effetti molto più devastanti, a volte poteva essere soddisfacente anche quella fisica. Tiger e Goyle ne avevano fatto la loro ragione di vita. Scosse la testa. Tiger e Goyle non erano esattamente due modelli da seguire, nemmeno per la sua moralità deviata.
Con uno sbuffo si recò nella palestra, e si avvicinò al suo solito ring. In giro c’era ben poca gente: qualche ragazzo tirava pugni al sacco, due erano in uno dei ring più lontani da lui a tirare di boxe, mentre due ragazze guardavano. Accarazzò distrattamente le corde gialle davanti a lui, ripensando al primo bacio che aveva dato ad Hermione. Era successo lì. Lì l’aveva riconosciuta. Non fosse mai successo! Quella stupida lotta aveva portato più mali che beni.
“malfoy. Vuoi combattere?” un forzuto Tassorosso si era messo dietro di lui, i pugni tesi.
“volentieri.” Draco sorrise. Aveva trovato qualcuno con cui sfogarsi.


 
 
 

 
 
 

 
 
 

ok. ok. OK! sono in ritardo! lo ammetto persino io stavolta....
ma ho delle attenuanti! (vode le ho messe?? oh si... trovate!)
punto uno: la scuola mi odia. non potete immaginare quanta roba mi han dato da fare! tutto con la scusa della maturità...
punto due: internet mi odia! è andato a scatti x una vita...
punto tre: ho avuto grandi problemi col mio ormai ex ragazzo. e ciò devo dire nn aiuta la creatività...
beh non ho altre scusanti (sigh), ma vi prego non mangiatemi! ho pubblicato tutto quello che sono riuscita a scirvere, e vi prometto che dopo cena se non collasso inizio di nuovo a scrivere!
cercherò di agigornare presto, ma voi commentate per favore! i vostri commenti, giudizi, critiche, suggerimenti, sono le mie idee! non sapete quanto siate stati voi in realtà a scrivere questa storia ;)
   
 
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