Piangere
Piangere.
È così spontaneo, così insensato.
Perché piangi? Perché sono triste.
Perché piangi? Perché sono felice.
Perché piangi? Perché ho paura.
Perché si piange per così tante cose e si sorride solo se si è felici?
Perché quando si è tristi si piange?
Perché ci bagniamo le guance per la tristezza?
Per la felicità?
Per la paura?
Perché non possiamo sfogarci che in questo modo? Piangendo.
Un pianto sommesso.
Un pianto privato.
Un pianto salato.
Un pianto agrodolce.
Piango per tutto.
Piango per niente.
Piango da solo o in mezzo alla gente.
Lacrime trattenute.
Chi piange si vergogna.
Si vergogna di piangere.
“Piangere è da sciocchi.
Piangere è da deboli.
Piangere è da perdenti.
Piangere non risolve i problemi.”
Questo dicono.
Non è vero.
Piangono tutti per qualcosa o per niente.
Piangere aiuta.
Piangere solleva.
Chi piange si svuota.
Dal dolore a dalla sofferenza.
E perché mai non dovrei piangere?
Per mostrarmi forte?
Io non sono forte.
Io non sono debole.
Io ho solo bisogno di piangere.