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Autore: Eldur    03/11/2011    3 recensioni
James Potter era un bel ragazzo alto, per di più Cercatore di Grifondoro. Ma Lily sapeva anche che era soprattutto un irresponsabile, un prepotente. Se ne andava in giro per il castello tronfio e pieno di sé, avendo la cura di non rispettare le regole di Hogwarts.
Nessuno sarebbe mai riuscita a convincerla. Mai. James Potter non avrebbe conquistato il suo cuore.

STORIA REVISIONATA E CONCLUSA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Nuovo personaggio, Regulus Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 14: Tu sei chi scegli di essere


Sei anni prima
Il treno sbuffava a pochi passi da Regulus Black e la sua famiglia. Sirius, suo fratello del secondo anno, era scappato in uno scompartimento con James Potter, un lontano parente, e altri due schiocchi, senza neanche salutare Walburga, sua madre, e Orion, suo padre. Una vergogna, secondo tutti i Black, anche per il fatto che fosse finito a Grifondoro e non fosse minimamente pentito.
“Tu saprai renderci fieri di te, Regulus”, dichiarò Walburga con una nota acida nella voce, riferendosi chiaramente al suo figlio maggiore.
“Sii un vero Black, figlio mio”, disse invece suo padre, distaccato. “Toujours pur”.
“Toujours pur”, ripeté Regulus. Suo padre gli diede una pacca sulla spalla e poi lo spinse malamente verso la porta del treno più vicina.
Era giusto emarginare alcune persone solo perché provenienti da famiglie diverse? Era giusto che lui fosse considerato superiore perché appartenente ai Black? Questo gli aveva chiesto Sirius, quell’estate.
Per lui Sirius era un modello da seguire e un buon fratello, ma ora che era passato dalla parte sbagliata, come diceva sua madre, il legame di sangue non importava più come prima. A meno che non avesse cambiato ideali, ovvio.
Regulus, però, non sapeva proprio da che parte stare. Qual era la vera parte sbagliata?
Per fortuna riuscì a trovare uno scompartimento vuoto quasi subito, anche se, in realtà, avrebbe voluto stare con suo fratello.
Solo quando il treno cominciò a muoversi non fu più da solo. Una ragazza bionda dagli occhi neri aveva appena fatto scorrere la porta di vetro. Regulus rimase spiazzato. Era la ragazza più bella che avesse mai visto.
“Oh”, fece lei mortificata, arrossendo, “pensavo che fosse libero. Scusami tanto”. Regulus si alzò in piedi e fermò la ragazzina prima che chiudesse del tutto la porta.
“Io sono da solo. Non preoccuparti, se vuoi puoi venire a sederti con me”, la invitò gentilmente. Lei sorrise e poco dopo si lasciò cadere sul sedile, di fronte a Regulus. Lui non riusciva a distogliere lo sguardo dai suoi occhi e dai suoi lineamenti gentili.
“Mi chiamo Carina Knight”, si presentò. Sentendo il cognome della ragazza, il volto sorridente di Regulus si spense.
“Tu sei… la figlia di Lycoris Knight e Arabella Prince?”, chiese prudente. “Cassiopea Black è tua nonna e… Cygnus Black il tuo bis-nonno?”.
Carina annuì. “Tu come ti chiami? Sarai dei Black o un discendente, suppongo. Sai tutto l’albero genealogico a memoria”.
“Sono Regulus Black, figlio di Walburga e Orion Black. Mi riconosci?”, disse Regulus.
Carina sorrise. “Certo”.
“A che Casa vorresti essere assegnata?”, chiese Regulus. “Mio fratello è finito in Grifondoro, ma io spero di andare come tutta la mia famiglia a Serpeverde”.
“E’ inusuale finire a Grifondoro per un Black. Tuo fratello è… diverso?”.
“Già”, rispose Regulus. Calò il silenzio per qualche minuto, mentre i due si guardavano imbarazzati.
“Tu vuoi bene a tuo fratello?”, chiese poi Carina.
“Certo che gli voglio bene”, rispose lui.
Carina rincarò: “Anche se ha ideali diversi dalla tua famiglia?”. Regulus non riusciva a capire dove volesse andare a parare.
“Ma che domande. E’ automatico che risponda di sì”, spiegò Regulus.
“Vedi, allora?”, disse Carina. “Non conta quello che siamo, ma quello che vogliamo fare. Perché sono le nostre azioni che ci rendono diversi. Dico bene?”. Regulus sorrise. Aveva capito le risposte che avrebbe dovuto dare alle domande di Sirius.
“Giuro che diventerò tua amica anche se saremo in Case diverse”, disse poi Carina, convinta. “Grifondoro e Serpeverde non dovrebbero lottare solo perché le nostre famiglie ce l’hanno insegnato”.
Regulus allungò la mano verso quella ragazzina bionda che sembrava tanto ingenua. I due si strinsero la mano energicamente e scoppiarono a ridere.
“Beh, puntiamo verso Serpeverde comunque, no?”, disse Regulus.
“Ma sicuramente! Non riesco a vedermi in nessun’altra Casa di Hogwarts che non sia quella”, esclamò lei.
“Noi dovremo sentirci dei Serpeverde già da adesso. E’ quello che vogliamo”, dichiarò Regulus.
La biondina annuì e Regulus la guardò ammirato.
Quello che voleva era un’amica come lei. Qualcuno che l’accompagnasse nella sua vita e nelle sue scelte.
Ma quella ragazzina era speciale e unica. Era imprevedibile e diversa.
 
Regulus pensò a suo fratello e a quello che aveva fatto a sua madre. Perché era scappato rendendo necessario il suo sacrificio nell’aratro della famiglia Black? Perché si era comportato così con lui, dopo che avevano litigato per l’ultima volta? Forse se fossero rimasti più uniti come fratelli, Regulus sarebbe stato diverso da come era adesso.
Il problema era che non aveva ancora capito da che parte doveva stare. Qual era quella buona? E quella cattiva?
Lui stava dalla parte di Voldemort. Era una cosa giusta da fare?
Già, i suoi genitori erano orgogliosi di lui. Il Signore Oscuro era sulla buona strada: voleva difendere i veri maghi. Era lui che aveva ragione quindi.
O no?
 
Un anno prima
“Tu la stai usando per i tuoi scopi!”, gridò Aries. Regulus impallidì.
“Ma come ti viene in mente una cosa del genere?”, chiese a voce alta. “Lei è la mia migliore amica!”.
Aries prese un bel respiro profondo e si lasciò cadere sul divano della sala comune.
“Ti giuro che è così”, disse Regulus. “Non ti mentirei mai su Cara. E’ la persona che amo di più a questo mondo”. Aries alzò un sopracciglio, scettico. Lui non sapeva cosa fosse il vero amore.
“Che significa, questo?”, chiese il biondo, sospettoso. Regulus sospirò: stava per fare la più grande confessione di tutta la sua vita.
“Io la amo. Sono innamorato di lei dalla prima volta che l’ho vista”.
 
Trascinando Carina nella sua missione stava facendo la cosa giusta? Non avrebbe dovuto proteggerla?
Lei era la cosa più cara che aveva. Nel suo mondo tutto era andato in fumo, tranne lei. Lei era l’unica che non l’aveva abbandonato.
Sua madre e suo padre erano sempre stati distaccati con lui. Suo fratello era scappato di casa lasciandolo nel buio delle sue idee. Il Signore Oscuro… Regulus era solo un seguace, per lui.
Avrebbe dovuto proteggere Cara. Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
 
Era in una classe vuota a esercitarsi, le aveva detto. Invece si era rifugiato lì per pensare a quello che gli aveva detto Knight quella sera. Non si stava illudendo su Cara, di questo ne era certo.
Era seduto con le gambe penzoloni su un banco in prima fila. Se l’avessero scoperto lì, a quell’ora del crepuscolo, sarebbero stati guai.
Una piuma bianca svolazzò nell’aria. Probabilmente era una piuma del cuscino di Wright della lezione di quella mattina. Invece di trasfigurarlo in una colomba l’aveva fatto esplodere.
Regulus alzò la bacchetta e pronunciò “Accio”. La piuma arrivò dritta nella sua mano. Lui la soppesò un po’ e poi la stropicciò nel palmo.
“Che stai facendo, Reg?”, chiese all’improvviso una voce. La sua voce.
Cara era sulla porta e lo guardava tristemente, con la testa inclinata. Regulus deglutì a vuoto.
“Niente”, rispose. Carina mosse alcuni passi verso di lui.
“Non devi mentirmi, Regulus. Aries mi ha detto che avete litigato”. Si avvicinò ancora di più.
“Perché me l’ha detto mio fratello e non il mio migliore amico?”, chiese poi. Regulus sospirò.
“Non mentirò”, disse. Prese coraggio e pronunciò: “Avevo paura di dirtelo”.
Cara arcuò le sopracciglia. “E perché mai?”.
Regulus sorrise malinconicamente. “Perché mi avresti chiesto perché abbiamo litigato”.
“Quindi devo dedurre che non vuoi dirmelo?”, chiese lei. Regulus annuì.
“Ti prego, Reg. Sei il mio migliore amico”, lo supplicò lei, “Non riesco a sopportare di vederti così. E’ un mese, ormai”. Regulus si agitò sul banco, inquieto.
“Voglio aiutarti, ma tu non vuoi dirmi cosa c’è che non va”, continuò lei, sedendosi sul banco accanto a lui.
“Non voglio soffrire e non voglio che anche tu soffra…”, disse Regulus. “L’amicizia sarebbe rovinata e i passi che abbiamo fatt-“.
“Di che diamine stai parlando?”, esclamò Carina. “Noi saremo sempre migliori amici”, sussurrò poggiando dolcemente le sue mani sul volto di lui. Ma Regulus scansava il suo sguardo.
“Regulus, guardami”, disse lei. Una lacrima scese lungo la guancia del ragazzo.
“Cara…”, cominciò con voce roca. Si schiarì la gola.
“Sì?”, lo spronò lei.
“Posso baciarti?”, chiese lui.
L’espressione di Cara, in quel momento, era indecifrabile. “Come?”, sussurrò, avvicinando il suo volto a quello di Regulus.
“E’ per questo che abbiamo litigato”, mormorò lui, prendendo coraggio e spostando una ciocca bionda di Carina dietro l’orecchio. “Perché ti amo”.
Lei si morse un labbro, indecisa. Poi fissò le labbra di Regulus e deglutì.
“Io ti ho sempre amato, Regulus. E tu non l’hai mai visto”.
“Posso baciarti?”, continuò lui, testardo. Carina si avvicinò ancora di più e toccò le sue labbra in un movimento impercettibile.
“Sì”.
 
Severus amava Lily Evans. Non si vedeva? Non era ovvio? Anche lui era innamorato della sua migliore amica.
Ma perché il fatto che lei fosse Babbana avrebbe dovuto cambiare qualcosa? E se Carina fosse stata una mezzosangue, lui non si sarebbe lo stesso innamorato di lei?
Quindi non avrebbe dovuto usare la Evans come cavia. Che effetto avrebbe fatto a Severus?
Se Carina fosse stata usata al posto di Evans, lui non si sarebbe sentito in collera con il mondo per la sua sfortuna? La Evans, quindi, era sfortunata. Tutto il contrario di Cara.
Allora, forse Bellatrix aveva ragione. “I Black amano solo i purosangue”, questo gli aveva detto.
Suo fratello, invece, gliel’aveva spiegato tanto tempo prima.
“Tu sei quello che scegli di essere”. 

   
 
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