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Autore: serpensortia_    03/11/2011    8 recensioni
È strano come il mondo a volte sembri cambiato. Come le strade che conosci benissimo all'improvviso ti sembrino più scure... Più fredde. Come il silenzio diventi estremamente inquietante. Come tutti gli occhi sembrino scrutare soltanto te. E ad un certo punto cominci a sospettare che non sia il mondo ad essere cambiato... Forse sei cambiata tu.
La ragazza dai capelli biondo grano camminava per le strade di Londra; le sembrava così strano ritornare lì, ritornare dai suoi amici, ritornare da lui.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I see the lights; see the party, the ball gowns. I see you make your way through the crowd,
You say hello, little did I know.
(taylor swift - love story)

   

La paura ha la capacità di distorcere le cose che vediamo, ma quello che ci può sembrare un ostacolo può rivelarsi invece un'opportunità... il trucco è avere fiducia in se stessi e non mollare.


28 Ottobre - Londra, Inghilterra.

« Harry! Perché non mi hai svegliata? »
« Ti ho messo la sveglia »
« Sì ma la sveglia smette di suonare quando la sbatto al muro e mi da il tempo di riaddormentarmi, tu invece gridi come un pazzo se ti sbatto al muro così sono sicura di svegliarmi »
Il riccio scoppiò a ridere e si recò in cucina per preparare la colazione; l’unica cosa che sapeva fare. Aveva provato a cucinare qualche volta, era partito con una semplice pasta al pomodoro, ma constatò di non essere un grande cuoco, dopo essersi subito le grida di Juliet nel trovare la cucina completamente allagata (non si è mai capito come abbia fatto). 
Fatta la colazione, la ragazza si cambiò in fretta e furia e uscì di casa dirigendosi a scuola; erano passato più di un mese dal suo ritorno a Londra e ormai Novembre era alle porte. Erano cambiate tante, forse troppe cose, l’unica cosa che di certo non era cambiata era il suo rapporto con Louis, che più che amore-odio-odio-amore sembrava rimanere da troppo tempo sulla casella ‘odio’. 
« Buongiorno signorina »
Carter era lì al solito posto che l’aspettava, porgendole un caffè fumante, indossava una giacca nera, che metteva in risalto i suoi capelli biondo grano e con un rapido bacio la salutò. Mentre si dirigevano verso l’edificio, incrociarono un ragazzo dai capelli castani, fiancheggiato da uno con i capelli neri, a lei fin troppo famigliare. 
« Julieet! » 
« Ciao Zayn » salutò il ragazzo con un ampio sorriso, mentre il caffè le riscaldava un po’ le mani, da quanto era caldo. Louis rimase in silenzio fissando semplicemente i due, con un pizzico di invidia e un pizzico di rimorso, cercando però di non far trasparire nulla. 
« Sei di turno stasera? »
« Affermativo »
« Allora io e ragazzi faremo un salto a salutarti, ora scappo, a stasera » e, dopo averle stampato un bacio sulla guancia se ne andò seguito dal moro, lasciando Juliet e Carter da soli. La ragazza lavorava da qualche mese come cameriera in un bar, per pagare l’affitto e le varie bollette, non le piaceva per niente quel lavoro, ma per ora, era l’unica cosa che poteva fare per rimanere a Londra. Suo padre era stato chiaro: sarebbe potuta restare lì dopo il trasloco solo se si fosse arrangiata e così aveva fatto. Aveva cercato un modesto appartamente da dividere con il suo migliore amico e ci era andata a vivere. All’inizio sembrava impossibile riuscire a vivere così, ma poi facendoci l’abitudine era diventato tutto più semplice .
« Ci vediamo più tardi? »
« Certamente! Ora scappo che ho chimica alla prima ora » e così dicendo si diresse verso la scuola correndo, perché ovviamente, era in ritardo. Stranamente la giornata passò abbastanza velocemente e senza neanche accorgersene si fecero le sette, Juliet si alzò dal divano, dopo aver passato metà del pomeriggio a guardare la televisione assieme ad Harry e si recò al locale. Non era uno dei bar più popolati di Londra, ma riscuoteva abbastanza successo, era anche abbastanza tranquillo, tralasciando gli ubriaconi che ogni tanto alzavano le mani o che infastidivano le cameriere, ma di quello se ne occupava Henry, il co-proprietario. 


« Scusi signorina, potrei avere tre birre e un bicchiere di vodka? » La mora si girò, con un vassoio pieno di bicchieri sporchi e lo appoggiò sul tavolino per prendere l’ordinazione, prese il blocchetto e fece per scrivere, quando notò chi aveva appena notato. Liam, Harry, Niall e Zayn era seduti al tavolo e la fissavano sorridenti. Ma perché erano in quattro e non in cinque? Dov’era lui
« Arrivo subito con le birre ragazzi »
« Ma che brava cameriera, mi stai convincendo a lasciarti una buona mancia »
« Oh che carino, grazie Zayn » e dopo aver fatto un inchino si diresse verso il bancone lasciando il biglietto con le ordinazioni, scuotendo la testa. 
« Juliet sei un vero schianto stasera » disse sempre Zayn mentre passava frai tavoli, con Harry che annuiva come un demente.
« Devo ringraziare la birra  per il complimento? » 
Dopo aver servito altri cinque tavoli nel bar entrò un gruppo di ragazzi capeggiato da un certo biondo. Juliet gli andò in contro e notò con dispiacere che Carter si reggeva a malapena e barcollava. Perfetto. 
« Quanto hai bevuto idiota? »
« Una o due birrette, ma sto bene! Piuttosto perché non vieni qui da me? Un po’ più vicina su! » Il biondo posò le mani sul fondoschiena di lei, Juliet si alterò e lo trascinò fuori dal bar, accanto ad un muretto vicino all’uscita del retro. Carter continuava a ridere prendendola in giro e continuando ad avvicinarsi sempre più a lei, 
« Piantala, sei completamente sbronzo »
« E allora? Sono il tuo ragazzo splendore posso toccarti quanto voglio » e dicendo così la spinse contro il muro e le prese i fianchi, avvicinandosi per darle un bacio. Non appena le sfiorò le labbra, la ragazza alzò il braccio per spingerlo via, ma lui la bloccò, sussurrandole qualcosa all’orecchio. Le diede un bacio sforzato, mentre Juliet continuava a dimenarsi contrariata. Aveva paura, ecco cosa aveva, per la prima volta aveva paura di Carter. Era la prima volta che lo vedeva da ubriaco, come faceva il ragazzo dolce e per bene ad essersi trasformato in un porco impulsivo a causa di una bottiglia di troppo?
« Non toccarla! » Ad un certo punto non sentì più il corpo del ragazzo sul suo, Louis l’aveva appena fatto girare e gli aveva tirato un pugno. Il suo respiro non era regolare, era affannato e sapeva bene cosa significava; stava cercando di trattenersi, perché se avesse fatto un passo falso, l’avrebbe picchiato a sangue. 
« E tu cosa vuoi? » Carter si alzò da terra pulendosi con la maglia il sangue che  incominciava ad uscirgli dall’labbro, « forse non lo sai, ma il suo ragazzo sono io, tu non sei niente è roba mia »
Louis si irrigidì. Carter doveva averlo colpito nel vivo, anche se Juliet non riusciva a capire il perché. Si gettò sul biondo, facendolo cadere a terra, la ragazza cercò di farli smettere mentre i due continuavano a dibattersi a terra, finchè Carter non riuscì a liberarsi. Invece di continuare la lotta, si rialzò e corse verso il vialetto svanendo oltre il cancello. L’unico desiderio di Juliet in quel momento era di allontanarsi il più possibile da lì e rifugiarsi a casa sotto le coperte. Si precipitò da Louis, ancora a terra, e lo aitò ad alzarsi. 
« Tutto bene? »
Le guance di lei era diventate rosacee per l’agitazione, il ragazzo la guardò sembrando più serio che mai.
« Starò bene quando ti avrò portato lontano da qui » e dicendo così, la fece salire in macchina, che aveva parcheggiato poco più in là. La portò a casa sua, all’inizio Juliet era contrariata, ma poi alla fine aveva ceduto e aveva accettato. Il viaggio le sembrò incredibilmente lungo, rimasero entrambi in silenzio per tutto il tragitto, fino a che finalmente non arrivarono all’appartamento.
« Dove prendo le coperte? »
« Non ti farò dormire sul divano Juliet, potrai dormire nella mi stanza, sul divano ci dormirò io »
« No, Louis, davvero ci dormo io » si fermò un istante ad osservare il viso del ragazzo, « stai sanguinando »
Si toccò il viso e notò un graffio sulla sua guancia e il labbro tagliato, « non fa niente ».
Juliet si alzò e si diresse nel bagno, aprì l’armadietto sopra lo specchio e cercò qualcosa per disinfettare la ferita. Eppure era qui. Ormai conosceva il suo appartamento a memoria, dopo tutto ci aveva passato praticamente tutto lo scorso anno, tornare lì, era... strano.
Dopo alcuni minuti ritornò da lui e lo fece sedere sul divano; prese un dischetto e incominciò a tamponare sulla guancia di Louis, mentre lui la guardava. Le sue labbra sottili, i suoi occhi verdi da cerbiatta, fin troppo sottovalutati per lei, le sue guance che riuscivano a far trasparire ogni sorta di emozione. Quando notò che il ragazzo la stava osservando avvampò e si girò di scatto per non farsi vedere. Si era ripromessa di essere rigida e fredda con lui, così da non permettergli di ferirla di nuovo, perché quando perdi una persona, ti rimane dentro... Ti ricorda sempre quanto è facile soffrire. Ma purtroppo il cervello non può fare nulla contro il cuore. Perché il cuore è irrazionale e il suo aveva anche perso ogni dignità. 
« Vado a prendere una coperta, torno subito »
Louis uscì dal salotto ed entrò in stanza, « eccom...» Juliet si era addormentata sul divano. Si avvicinò a lei e la prese in braccio portandola nella stanza e adagiandola sul letto, cercando di non svegliarla. Le rimboccò le coperte e le diede un bacio sulla fronte. Fece per uscire, ma si voltò verso di lei e si fermò sulla porta osservandola per qualche secondo ed ecco, di nuovo, quella stretta al cuore.

 


Spiegazioni varie ed eventuali:

Eccoci qui pr il secondo capitolo! Grazie grazie grazie per le numerose recensioni del capitolo precedente e grazie anche a quelle che mi sono arrivate per messaggio.
Allora, immagino che voi abbiate capito che il biondo con la pettinatura alla Zac Efron, era Carter.
Grazie ancora per chi l'ha messa tra le seguite/preferite/ricordate.
Detto questo, spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile,
un bacio,
cole.
  
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