Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: RosenQuartz    04/11/2011    0 recensioni
James Potter gli tastò un braccio con aria sospettosa, poi lanciò un urlo.
«Ma- ma- tu sei vivo!» esclamò nascondendosi dietro Ardesia Lovegood, defunta moglie del più famoso Xenophilius, la quale lo scacciò malamente.
«Certo che sono vivo! Che pensavi, scusa?» ribatté l’uomo un po’ stizzito.
«Sai com’è, non si vedono spesso tipi come te dalle nostre parti» replicò James. Gli si avvicinò con circospezione e gli tastò nuovamente il braccio.
«Hai finito?» chiese Remus con aria scocciata.
James gli pizzicò una guancia e si allontanò per scrutarlo con interesse. «Davvero bizzarro» osservò.

Questa storia ha partecipato al "Dobby, io sono Draco! Contest" indetto da Medusanoir sul forum di EFP classificandosi seconda.
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Matrimoni








 
 

 
Sirius raggiunse Remus sorridendo, lieto che finalmente avrebbe potuto coronare la propria esistenza con le gioiose nozze che aveva sempre desiderato.
Lo sposo vivo, ancora per poco, lo prese sotto braccio e seguì il cadavere di un ometto dai capelli bianchi di fronte a sé. Questi prese per mano Remus e invitò tutti gli altri cadaveri a fare lo stesso, poi si smaterializzò con una graziosa piroetta portando con sé la catena di cadaveri come un enorme prolungamento del proprio braccio.
 
 
 
Rema mantenne un’espressione vuota per tutta la durata della cerimonia. Rimase impassibile anche alla fine, dopo che Dung le ebbe infilato l’anello al dito e i suoi genitori ebbero iniziato a battere discretamente le mani.
Non poteva pensare che tutto fosse finito così e ora lei fosse legata a quell’uomo viscido fino alla morte.
E Remus? Lui la stava ancora cercando, ne era certa.
Si trascinò fino a casa e si sedette al posto d’onore per il banchetto.
Non sentì una parola di quello che stava dicendo il suo nuovo marito, ma non poté fare a meno di accorgersi del fumo che pian piano stava riempiendo tutta la sala. Fece giusto in tempo ad alzarsi prima che dal camino saltasse fuori una catena di cadaveri, tutti mano nella mano e vestiti con quelli che dovevano ritenere i loro abiti migliori.
Nella baraonda generale, Rema riuscì a sfuggire al controllo dei suoi genitori e ad infilarsi nella massa di corpi morti, sperando che questi l’avrebbero portata finalmente dal suo Remus.
 
 
 
Quando in futuro qualcuno avrebbe chiesto a Remus cosa fosse accaduto quella notte, questi avrebbe risposto di non ricordare niente del viaggio. La prima immagine che continuò ad presentarsi alla sua mente rimase sempre quella dell’entrata nella chiesa al fianco del cadavere di un uomo ammiccante nella sua direzione e radioso, come se quello fosse il giorno più bello della sua esistenza.
Si approssimarono all’altare e ognuno di loro pronunciò le proprie promesse. L’ometto dai capelli bianchi porse a Remus un calice colmo di veleno perché con quel gesto suggellasse l’unione eterna con il cadavere di Sirius e lo sposo lo avvicinò alle labbra. Poco prima di bere, un tonfo sordo lo fece voltare.
All’entrata della chiesa si stagliava la figura di Rema Tonks.
A quella vista, per poco il calice non scivolò dalle mani sudate di Remus.
Era in abito da sposa e al suo anulare scintillava una fede d’oro di pregevole fattura, segno inequivocabile che la fanciulla si fosse già sposata.
«Remus» lo chiamò lei con voce strozzata.
L’uomo le diede le spalle e avvicinò nuovamente il calice alle labbra.
«No!» proruppe Sirius allontanandoglielo dal volto.
Remus lo posò sull’altare. «Si può sapere cosa c’è adesso?»
«Tu la ami ancora» replicò Sirius con semplicità.
«Lei è già sposata! Non potremo mai stare insieme!»
«Esatto!» proclamò Mundungus Fletcher dal fondo della chiesa. «Lei adesso è mia moglie!» ribadì prendendola per un braccio.
Gli occhi di Sirius si ridussero a due fessure. «Tu!»
Dung rimase spiazzato. «Sirius?»
Remus alzò una mano. «Qualcuno può spiegarmi qualcosa?»
Un gruppo di scheletri improvvisò una base musicale su cui tutti i cadaveri iniziarono a ballare, mentre Sirius si preparava a cantare.
«Oh, non di nuovo!» sbottò Ardesia seduta in prima fila.
«Sta zitta, non è la stessa» la liquidò Sirius.
Ardesia incrociò le braccia stizzita.
Sirius iniziò a cantare sulla base musicale mentre tutti si tappavano le orecchie per la paura che fosse stonato.
Remus, mostrando coraggio per la prima volta, ascoltò il testo e finalmente arrivò a conoscere la storia dello sposo cadavere.
«Quindi lui è il tuo assassino!» esclamò al termine dello spettacolo puntando il dito contro Dung.
Sirius annuì. «Esattamente. Mi aveva attirato nel magazzino dove mi hai trovato dicendo di avere un’importante proposta da farmi. Io pensavo fosse una proposta di matrimonio, mentre in realtà voleva che gli vendessi il medaglione che porto sempre con me» specificò indicando l’oggetto che avevano usato come passaporta per il mondo dei vivi. «Quando gliel’ho negato, mi ha colpito in testa con una mazza ferrata che ha trovato nel magazzino e mi ha ucciso. Per tutto questo tempo ho aspettato che giungesse qualcuno per sposarmi come avevo sempre desiderato e il caso ha voluto che fossi tu.»
Un gridolino disperato fece voltare i due sposi verso un lato della chiesa dove Dung teneva stretta Rema minacciandola con un coltello.
«Lasciala subito andare!» proruppe Remus.
«Mai senza il suo denaro!» replicò Dung.
Rema lo guardò stranita. «Ma io non ho denaro!» rivelò con sincerità.
«Che cosa?»
«Il piano era che fossimo noi a ricavare denaro dal matrimonio.»
Spazientito, Dung la lasciò andare. «Sono stato fregato ancora una volta, dunque?»
«Sì» risposero i tre sposi, due vivi e uno cadavere, in coro.
«Bene» affermò Dung raggiungendo l’altare e prendendo il calice che vi era posato.
Remus fece per avvisarlo ma Sirius lo zittì.
Mundungus Fletcher bevve tutto in un sorso, fece un profondo inchino di commiato ma, prima che potesse compiere un solo passo, si portò le mani alla gola e cadde per terra emettendo un gemito strozzato.
Quando si rimise in piedi, Mundungus Fletcher non era nient’altro che un cadavere.























Angolo Fata Blu




Il prossimo sarà l'ultimo e conto di postarlo domani.

Ricordate: una recensione può rendere questa storia migliore. Fa' anche tu la tua parte u_u



A prestissimo!!


Fata Blu



   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: RosenQuartz