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Autore: Lisey91    04/11/2011    3 recensioni
Tutti conosciamo la storia del famoso Harry Potter e dei suoi migliori amici, Hermione Granger e Ronald Weasley, e di come essi sconfissero il malvagio Lord Voldemort. Ma pochi conoscono quella di tre ragazze speciali, senza le quali forse non avrebbero potuto farcela... Questa storia non l'ho scritta io, ma una dolcissima ragazza con un lieve ritardo mentale ma con una fantasia a dir poco stratosferica che l'ha terminata dopo 5 anni che ci lavorava. Spero che piaccia a voi quanto è piaciuta a me.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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2.8 La scritta sul muro
 

Conosceva Melen da un anno. Non era molto lo sapeva ma a lei era sembrato più lungo e intenso di tutta la sua vita. Aveva temuto il “vampiro Melen”, ma solo all’inizio, solo per quel breve attimo in cui sell’espresso per Hogwarts aveva ringhiato a Malfoy. Poi aveva conosciuto la sua passione per i libri e il thè verde, l’aveva osservata ascoltare ogni singola sciocchezza partorita dalla mente di Emily con attenzione e uno sguardo esasperato ma pieno d’affetto, l’aveva vista sorridersi complice con Hermione mentre studiavano chissà cosa in biblioteca, aveva visto la sua espressione contrariata quando Ron la batteva a scacchi e il vivo interesse per i problemi suoi e di Harry e temerla era diventato assurdo, impossibile. Fino a quella sera. Fino a quando non l’aveva vista affondare i denti nel collo di Hermione. Ora tutto quello che riusciva a vedere era un mostro sporco di sangue immobilizzato di fronte a un muro con una scritta terribile. –Che succede qua? Cosa succede ho detto?!- Gazza si fece largo tra la folla a spallate e si pietrificò nel vedere il corpo di Mrs Purr dondolare tetramente appesa a una torcia nel bagno. I suoi sbarrati sondarono il viso pallido di Harry per poi spostarsi velocemente su Melen, ancora tenuta ferma dall’incantesimo di Fred. –TU!- urlò disperato e furioso –TU, SPORCA VAMPIRA! SEI STATA TU A UCCIDERE LA MIA GATTA!- si avvicinò alla ragazza immobile e le sferrò un calcio –Stia fermo!- strillò Emily spingendolo via e mettendosi davanti alla sua amica, pronta a difenderla –LEVATI RAGAZZINA! QUELLA TROIA HA UCCISO LA MIA GATTA! LA PAGHERA’! IO L’AMMAZZO, IO…- l’uomo si faceva avanti minaccioso circondato dal silenzio innaturale e scioccato dell’intera scuola –GAZZA!- la comparsa di Dumbledore, seguito dalla maggior parte del corpo insegnanti, fermò il proposito di vendetta del custode. Il preside guardò la scena con occhi seri poi fece cenno a madama Chips e a Mirice. La prima si fiondò verso Hermione, sostenuta da Ron e Marion con una leggera ferita sanguinante sul collo, mentre la seconda si avvicinò con circospezione a Melen. Mirice fissò gli occhi lucidi della vampira mentre estraeva dalla tasca una lunga collana che terminava con uno strano ciondolo, la mise alla mora recitando qualche parola in una lingua sconosciuta e subito Melen perse i sensi. Le ragazze furono caricate sulle due lettighe che la Mcgonagall aveva fatto apparire per essere velocemente trasportate in infermeria. Dumbledore intanto si era avvicinato alla torcia dalla quale l’animale pendeva come una macabra bandiera e lentamente l’aveva avvolta nel suo mantello, per poi voltarsi verso il piccolo gruppo ancora immobile al centro del corridoio –Seguimi Gazza. E anche voi: Potter, Weasley, Lupin e Fat. Entrambi i signori Weasley anche, per favore- disse serio il preside subito interrotto da un baldanzoso Allock –Si senta libero di utilizzare il mio studio, signor preside. E’ il più vicino- Dumbledore annuì incamminandosi verso lo studio dell’uomo che, infervorato e dandosi arie di grande importanza, si accodò alla McGonagall e a Piton dietro al preside. Arrivati nello studio Allock accese con la bacchetta le numerose candele profumate che riempivano la stanza avanzando intanto ipotesi sulla morte della povera gatta. Dumbledore aveva nel frattempo posato la bestiola sul tavolo e la esaminava in silenzio, così come la McGonagall. Emily lanciò uno sguardo impietosito a Gazza, seduto su una sedia poco distante il vecchio custode piangeva disperato la perdita della sua unica amica e la rossa non poteva che essergli in un certo senso vicina, se fosse successo a Plummy… rabbrividì al solo pensiero e scosse la testa. Fred, di fianco a lei, le stringeva una mano in silenzio e doveva ammettere che la sua presenza la faceva sentire in un certo senso più sicura. I suoi pensieri non erano rivolti a quello che sarebbe successo a loro, era dannatamente preoccupata per Melen. Era la prima volta che vedeva la bestia che la ragazza nascondeva ma invece di provarne orrore il suo cuore era pieno solo di grande tristezza, non aveva paura di lei ma odiava quella maledizione che la faceva soffrire e cambiare così. Perché Melen ne moriva un po’ ogni volta, lo sapeva… aveva notato subito le sue lacrime. –Non è morta, Gazza- disse finalmente Dumbledore, voltandosi verso il custode –Non è morta?- pigolò quello strabuzzando gli occhi incredulo –M-ma allora perché è…così rigida e congelata? Quella sporca vampira l’ha stregata con la sua magia oscura?- domandò in ansia con voce soffocata –Non è stata Melen!- sbottò Emily incapace di trattenersi. Dumbledore la osservò stupito per qualche secondo prima di sorridere –l’amore disinteressato è un sentimento così raro- mormorò più a se stesso che agli altri –E’ stata pietrificata Gazza, ma non sono in grado di dire come..- Il custode lanciò un occhiataccia a Emily –lo chieda a loro! Chieda a loro cosa ha fatto quella sguald..- non finì la frase che il preside lo interruppe seccamente con un gesto della mano –Se mi permette preside, è anche possibile che Potter e i suoi amici si siano solo trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non ho visto Potter, Weasley Ronald, Lupin né la signorina Black alla festa di halloween, mi viene quindi spontaneo chiedere dove fossero- Si intromise Piton con un sorriso malcelato sul volto –Eravamo alla festa di complemorte di Nick-quasi… volevo dire Ser Nicolas- spiegò Harry abbassando lo sguardo per non incontrare gli occhi scuri del professore –Ma perché dopo non siete andati alla festa? Perché eravate in quel corridoio?- proseguì l’uomo –Volevamo andare a letto- Piton sorrise –Senza cena? Non sapevo che i fantasmi alle loro feste servissero cibarie adatte ai vivi- li schernì –Non avevamo fame- tentò Ron, subito contraddetto dal suo stomaco che si mise a borbottare sonoramente. –Gliel’avevo chiesto io- intervenne Emily senza preavviso, congelando il sorriso sul viso di Piton –Oggi è il mio compleanno e dovevamo incontrarci lì a quell’ora per salire sulla torre di astronomia. Fred si era procurato alcuni fuochi artificiali drago rosso e.. beh, avevamo pensato di andarci prima della fine della festa per non essere beccati- mentì abbassando il viso in una finta smorfia contrita. -Spero vi renderete conto che in ogni caso questa notte avrà delle conseguenze- disse Dumbledore dopo qualche secondo di silenzio teso –So benissimo che non era intenzione della signorina Black ferire la sua compagna ma immagino sappiate che il resto dei vostri compagni potrebbero non essere così tolleranti. E’ tutto potete andare- I ragazzi non se lo fecero ripetere e sgattaiolarono fuori velocemente, lasciando Gazza a lamentarsi su quanto fosse ingiusto che nessuno fosse stato appeso per i pollici dopo questa “bravata”.
 
Hermione aprì gli occhi lentamente cercando di mettere a fuoco l’ambiente intorno a lei. L’ultima cosa che ricordava erano gli occhi rossi di Melen che la fissavano famelici e il respiro caldo della giovane sul viso. –Sei sveglia- la bionda sobbalzò notando che la protagonista dei suoi pensieri era proprio di fianco al suo letto, nuovamente con gli occhi scuri e nuovamente padrona di se stessa. Non riuscì a evitare di arrossire ne di allontanarsi da lei, gesti che non sfuggirono allo sguardo attento della Black. –So che non cambierà quello che provi ma… beh credo sia giusto scusarmi. Non volevo aggredirti, ma l’aroma del sangue era… troppo forte. E il tuo odore era assolutamente irresistibile- pronunciò amara abbassando lo sguardo e quindi perdendosi l’ulteriore imporporamento di Hermione –So che non è un motivo valido… mi..mi spiace- mormorò piano. Poi si alzò e tornò silenziosamente al suo letto, qualche posto più in là. Hermione avrebbe voluto alzarsi e rassicurarla, capiva perché l’aveva fatto e non era arrabbiata, ma non lo fece. Prima di poter nuovamente parlare con Melen come un’amica doveva aspettare che la sua mente smettesse di riproporle il brivido delle sue labbra sul collo.
 
  -Marion? Dormi?- domandò Emily al vuoto, incurante di poter svegliare così le sue compagne di stanza –No- rispose piano Marion dopo qualche secondo. La rossa annuì alzandosi lentamente dal letto (facendo ben attenzione a evitare di sfiorare Plummy onde evitare che iniziasse ad abbaiare o, peggio, volesse giocare) e entrando in quello dell’amica –Non riesco a dormire.- ammise a malincuore –sono troppo agitata- la castana annuì partecipe –Anche io. Ma ti rendi conto? Quel… quel mostro dormiva in questa stanza! Siamo state vicino a una pericolosa assassina per mesi e abbiamo fatto finta di niente- rabbrividì stringendosi nelle spalle –Vampiri, lupi mannari e altre diavolerie simili… Non dovrebbe essere permesso a quelle creature di mischiarsi fra la gent- non finì la frase che una schiaffo di Emily la colpì violentemente sulla guancia sinistra –Come..osi?- disse la rossa con gli occhi fiammeggianti e la voce che tremava per la rabbia e l’indignazione –Vampiri, lupi mannari… come puoi pensare che siano mostri? Come puoi chiudere gli occhi e non vedere che sono persone come te e me? Mostri! E’ ridicolo, no peggio, è assolutamente inaccettabile! Come puoi condannare una persona per una maledizione che gli è imposta? Melen non ha scelto di essere una vampira e ne soffre, ma a te non importa vero?- Emily abbassò gli occhi –Mi hai delusa Marion, pensavo tu fossi una brava persona ma non sei poi tanto diversa da Malfoy in fondo. Solo che discrimini un'altra categoria- si alzò e corse via, fuori dal dormitorio, lasciando Marion da sola. La castana si sfiorò la guancia pulsante stupita. Emily l’aveva colpita! Lentamente le parole astiose che le aveva rivolto penetrarono nella sua mente e si lasciò ricadere nel letto con un sospiro. Aveva ragione la rossa… non avrebbe dovuto permettere alla paura di parlare per lei. In fondo Melen non aveva scelto di essere una vampira più di quanto lei non avesse scelto di essere miope… Sbuffò per l’inadeguatezza del paragone e rimase ferma a letto ad aspettare che la sua amica tornasse. Doveva chiederle scusa.
 
Hermione rimase in infermeria qualche giorno perché Madama Chips riteneva saggio controllare che non avesse subito uno shock mentre a Melen fu concesso di riprendere le lezioni già il giorno dopo. Non si era aspettata certamente che le cose tornassero come prima, anzi si era già rassegnata all’idea che tutta la scuola l’avrebbe evitata come la peste. O come il mostro che era. Ecco perché si sorprese non poco nel trovare Emily fuori dall’infermeria ad aspettarla insieme a Plummy, che le si avvicinò subito sfiorandole le mani con la lingua umida, partecipe. –Cosa ci fai qui?- domandò la vampira senza riuscire a trattenere la sorpresa –Ti passo a prendere- rispose tranquilla la rossa –ho pensato che dopo ieri notte fossi in entrata in uno dei soliti trip “sono un mostro, faccio schifo” e volevo essere pronta a sostenere la tua precaria autostima- spiegò Emily atteggiandosi un po’ a maestrina –Perché? Perché lo fai? Hai visto cos’ho fatto ad Hermione… hai visto cosa sono…- scosse la testa confusa, perché voleva esserle ancora amica dopo quello che aveva fatto? –Mel ognuno nasce con qualche difetto, il tuo è solo lievemente più mortale di altri. Non smetterò di volerti bene solo perché non sei perfetta come la sottoscritta- disse con un mezzo sorriso offrendole il braccio, che Melen accettò regalandole uno dei suoi rari sorrisi. Se Emily l’aveva presa straordinariamente bene, il resto della scuola iniziò a comportarsi esattamente come si aspettava Melen. Anche se in effetti non aveva previsto le collane d’aglio e i crocefissi che spuntavano un po’ dappertutto. Il fondo si toccò quando il leader del suo fanclub la invitò a –servirsi liberamente del collo di uno qualunque di noi. Saremmo ben lieti di sapere il nostro sangue dentro le tue meravigliose labbra- sussurrò con un tono che avrebbe probabilmente dovuto essere sexy, mostrandole lievemente il collo magro e lanciando un occhiataccia a Hermione per avere avuto questo “onore”. La più affettuosa con la vampira era sicuramente Marion che, sentendosi in colpa per il discorso che aveva fatto la sera dell’attentato, cercava di dimostrare a lei e a Emily tutto il suo disinteressato affetto. –Non c’è rimasta una copia disponibile di Storia di Hogwarts in tutto il castello!- esclamò esasperata Hermione una settimana dopo, entrando quasi di corsa in sala comune –Perché? L’avrai già letta duecento volte!- esclamò Ron guardando con disappunto il suo tema di storia della magia, ancora troppo corto –per lo stesso motivo per cui lo vogliono tutti. Per leggere la storia della camera dei segreti- replicò irritata –Non riesco proprio a ricordarmi cosa dice… Insomma era citata come una leggenda, non pensavo che mi sarebbe mai…- sbuffò –Mel non è che tu…?- la mora scosse la testa alzando un secondo lo sguardo dal tema di Emily, pieno di correzioni e cancellature –Temo di no. Credo me l’abbiano rubato- rispose stizzita. In quel momento suonò la campanella e i ragazzi si avviarono a lezione. Ron, Harry e Emily presero come al solito uno dei banchi da tre sul fondo dell’aula, mentre lei, Hermione e Melen ne occuparono uno centrale e piuttosto vicino alla cattedra in modo da non perdersi nemmeno una parola del professore più noioso del mondo. La lezione cominciò con la solita flemmatica spiegazione infarcita di date e regressioni impossibili da seguire, mentre la maggior parte degli studenti scarabocchiava sul banco, guardava fuori dalla finestra o semplicemente si assopiva. Dopo circa mezz’ora di lezione, tra lo stupore generale, Hermione alzò la mano –Si signorina… signorina…- chiese perplesso il professore cercando di ricordarsi il nome della sua allieva –Granger signore. Volevo chiederle di parlarci della Camera dei segreti per favore- L’intera aula piombò nel silenzio mentre il professore la fissava lievemente infastidito –Io insegno storia signorina, non mi occupo di miti e favole. Dicevamo, la confraternita degli str..- si interruppe nuovamente notando la mano della ragazza ancora alzata –Si?- domandò così titubante che molti si domandarono quanto tempo era passato dall’ultima volta che uno studente l’aveva interrotto –Mi scusi professore. Ma i miti non si basano spesso su fatti realmente accaduti?- Ruf deglutì (ovviamente a vuoto) e la fisso totalmente basito –Si, direi che la sua tesi si potrebbe considerare effettivamente valida… ma la leggende in questione è talmente assurda e ridicola che…- lo sguardo vagò per l’aula, mai in tutti i suoi anni d’insegnamento gli studenti si erano mostrati così interessati a quello che diceva. –Molto bene. Allora tutti sappiamo che all’incirca mille anni fa (si ignora la data precisa) i due maghi e le due streghe più famose dell’epoca fondarono una scuola di magia, che altri non era che la nostra Hogwarts. A quel tempo maghi e streghe erano molto temuti dai babbani così Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Cosetta Corvonero e Salazar Serpeverde nascosero la scuola con magie e protezioni davvero all’avanguardia per l’epoca. Per qualche anno tutto funzionò per il meglio, i quattro fondatori cercavano chiunque mostrasse segno della magia e lo portavano alla scuola per insegnargli come utilizzare le sue doti. Ma un giorno tra loro iniziarono a esserci delle spaccature e dei dissapori. Serpeverde voleva essere più severo nella scelta degli studenti da ammettere a Hogwarts, riteneva infatti che il sapere magico andasse conservato solo per le famiglie di maghi, considerando i nati babbani inaffidabili e immeritevoli. Qualche tempo dopo tra Serpeverde e Grifondoro questa diatriba portò a un duello, dopo il quale il primo lasciò la scuola per non tornare mai più.- il fantasma si interruppe lanciando uno sguardo opaco alla classe che pendeva dalle sue labbra. Emily sentendosi osservata sbirciò oltre la spalla di Harry sorprendendo Malfoy a fissarla serio. I due si sfidarono con lo sguardo per qualche secondo per poi tornare a concentrarsi sul racconto di Ruf –Fin qui i fatti sono chiari e documentati. Ma è anche qui che si insinua la leggenda della Camera dei segreti. Si dice che Serpeverde creò una stanza segreta da qualche parte nel castello, una stanza nascosta perfino agli altri fondatori. Si dice che la sigillò in modo che lui e lui soltanto potesse accedervi e vi nascose dentro qualcosa.. qualcosa che solo il suo vero erede sarebbe riuscito a liberare e comandare, utilizzando quell’orrore per epurare la scuola da coloro che non ne erano degni.- concluse con una scrollata di spalle, apparentemente insensibile al disagio palpabile che serpeggiava tra i banchi – Naturalmente la scuola è stata perquisita molte volte da i maghi e dalle streghe più colti e potenti senza mai trovare traccia della camera. Ovviamente, dato che è solo una storiella per fare abboccare i creduloni- Hermione alzò nuovamente la mano –Signore non ci ha detto… cosa si dice contenga la camera?- Palesemente seccato il fantasma sbuffò –Si dice che sia la dimora di una creatura veloce e potente, una creatura che può vivere per molti anni e dalla quale solo l’erede di Serpeverde riesce a farsi obbedire. E ora se non vi dispiace gradirei tornare alla mia lezione.- dichiarò l’uomo mettendo fine alla discussione e a tutto l’interesse che era riuscita a far nascere negli studenti. Melen tornò impassibili ai suoi appunti ma non riuscì a ignorare le occhiate nervose che le venivano rivolte, ne i commenti e le supposizioni che sciamavano intorno a lei.
 
-L’ho sempre saputo che Salazar era un vecchio pazzo strampalato! Però non sapevo fosse stato lui a inventare questa cosa del sangue puro… Non vorrei essere nella sua casa per tutto l’oro del mondo! Se il cappello avesse cercato di infilarmici me ne sarei andato di filato a casa- esclamò Ron a fine lezione con Hermione e Marion che annuivano convinte. Melen e Harry si limitarono ad abbassare lo sguardo imbarazzati, non avevano mai raccontato a nessuno che il cappello aveva preso in considerazione di metterli nella casa verde-argento, e ora come ora non si pentivano della loro scelta. Quella sera quando si riunirono in sala di ritrovo occuparono un tavolo solitario dietro la scala di pietra, il posto più lontano dal camino e quindi anche il più riservato. –Ma chi può essere stato?- sussurrò Marion dopo qualche minuto di silenzio in cui ognuno sembrava troppo pensieroso per fare alcunché –Chi può volere che tutti i Maghinò e i nati babbani abbandonino Hogwarts?- domandò sbirciando il viso di Emily seminascosto tra i boccoli vermigli. – Mah, chi può essere?- iniziò Ron fingendo perplessità –Chi conosciamo che pensa che i figli dei babbani siano il rifiuto della società?- domandò alzando un sopracciglio e fissando la castana ironico –Stai pensando a Malfoy?- domandò quella poco convinta Hermione. –Ovvio!- esclamò il rosso –Malfoy l’erede di Serpeverde?- commentò Emily fingendosi scettica, ma senza riuscire a evitare alla sua voce di uscire un po’ più acuta del normale, cosa che non sfuggì a Melen. –Guarda la sua famiglia. Sono sempre finiti tutti in Serpeverde, non fa che ripeterlo! Non è impossibile che discendano direttamente da lui. Il padre di Malfoy sembra abbastanza cattivo per esserlo- disse Harry aggiungendosi alla discussione –Forse possiedono la chiave della Camera dei Segreti e se la tramandano da padre in figlio- propose Ron –Beh, è possibile…- disse cauta Hermione –No che non lo è!- La voce seccata di Melen li fece letteralmente saltare sulle sedie –I Black provengono dal Nord. Sono approdati in Inghilterra nel 1300 con il matrimonio di Cygnus I “l’oscuro”, da qui il cognome Black, con Charity McPhee. Mentre i Malfoy hanno origini catalane. Il primo Malfoy inglese fece la sua comparsa nel 1253 e da lì ogni matrimonio è stato ben registrato, ve lo garantisco. Gli ultimi eredi di Serpeverde conosciuti erano i Peverell ma il ceppo maschile si è estinto da quasi tre secoli ed è impossibile dire con quali famiglie si siano imparentati.- concluse alzandosi stizzita –Prima di fare accuse gravi come queste vi prego di informarvi- quindi si allontanò in direzione dei dormitori sotto lo sguardo stupito dell’intero gruppo –ma che le è preso?- sbottò Ron incredulo –Beh stavate parlando della sua famiglia in fondo…- fece notare Marion scambiandosi uno sguardo preoccupato con Emily. –Appunto, è la sua famiglia- disse Harry lanciando una fugace occhiata ai dormitori femminili dentro i quali la Black era appena sparita –Dobbiamo valutare il fatto che Melen potrebbe non dirci tutto quello che vogliamo sapere in questo particolare caso. Credo che se vogliamo scoprire qualcosa dovremmo farlo senza di lei- Emily strinse i pugni abbassando la sguardo ma non disse nulla, dando così a Hermione il coraggio di proporre quello che le frullava in testa –Beh un modo per sapere con certezza se quello che ci ha detto è vero ci sarebbe.- Marion la guardò perplessa –controllare i registri delle famiglie magiche?- la bionda scosse la testa –Probabilmente le cose più importanti non ci sarebbero scritte… No ci sarebbe un altro modo ma… è pericoloso, molto pericoloso. Senza contare la marea di regole che infrangeremo e…- Emily sbuffò irritata –Insomma dillo e basta!- esclamò –Già, accidente Herm non essere sempre così pesante!- le diede man forte Ron guadagnandosi la solita occhiataccia dalla bionda –Beh dobbiamo introdurci nella sala comune di Serpeverde e interrogare Malfoy al riguardo senza che lui lo sappia- Harry si lasciò andare contro lo schienale con uno sospiro –Il che è impossibile- Hermione sorrise furba - -Difficile, non impossibile. Basterebbe procurarsi un po’ di pozione Polisucco.- Marion fece un mezzo gridolino –M-ma Piton ha detto che è a un livello da M.A.G.O! E poi la ricetta è nel reparto proibito, non possiamo andarci!- Harry, Emily e Ron le guardavano assolutamente perplessi –Credete di spiegare anche a noi di cosa stiamo parlando entro l’anno?- domandò quest’ultimo irritato. La bionda sbuffò –se ogni tanto ascoltaste le lezioni sapreste che si tratta di una pozione che permette di prendere l’aspetto di un'altra persona. Potremo trasformarci in Serpeverde e sono certa che Malfoy ci direbbe tutto, magari se ne sta vantando anche ora!- Emily annuì circondandosi le ginocchia con le braccia –Geniale, ma dove lo troviamo un professore così idiota da firmarci il permesso per il libro?- chiese sarcastica. Aveva appena terminato la frase che sui loro volti si dipinse lo stesso identico, malvagio sorriso.



angolo dell'autrice e della postatrice:

Con questo capitolo, lievemente più decente del precedente, vorrei iniziare a postare (se riusciamo a capire come si fa) le immagini di alcune persone che secondo me sarebbero perfette nelle vesti dei miei personaggi. La prima che vi propongo è Marion.  http://imageshack.us/photo/my-images/696/marionlupin.jpg/
 Grandi occhioni azzurri, capelli castani e lisci e una faccia da "buona". Appena l'ho vista ho pensato "Marion!". A 16-17 anni più o meno. Io me la sono immaginata così; una ragazza carina e timida, affidabile. Molto dolce. Che ne dite? A me piace! E sono curiosa di vedere Melen! ^^ Beh, spero piace anche ai nostri lettori. Sperando sia così, alla prossima. Ciao ciao Vale e Lisa



    
  
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