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Autore: Fuffy91    05/11/2011    1 recensioni
“ Gli Stuart?”
Chiesi ad Edward, mentre spegnevo l’autoradio.
Erano ormai da poche ore che avevamo lasciato l’hotel Butterfly. La Mercedes di Carlisle era davanti alla nostra auto , seguita dal sub di Emmett. Alice ci aveva scherzosamente superati, a cavallo della moto argentata di Edward, guidata perfettamente da Jasper.
Era già da cinque giorni che avevamo lasciato Forks per dirigerci a Londra. Nel mese di settembre era una città particolarmente piovosa e le nuvole gonfie di pioggia nascondevano perfettamente i deboli raggi del sole di fine estate. Un clima perfetto per ospitare una piccola famiglia di vampiri.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Capitolo 8

Jenna.

 

Ancora non riuscivo a crederci. Ero lì, accanto a Christopher. Camminavamo fianco a fianco sul bagnasciuga, mentre le onde ci accarezzavano le caviglie, infrangendovisi come il rumore dell’acqua che colpisce gli scogli.

Avevo tolto anch’io i sandali, imitando Christopher, che teneva le sue scarpe strette nella mano sinistra, mentre con la destra sfiorava di tanto in tanto il dorso della mia. Quel contatto fugace, mi causava una scossa leggera sotto la pelle granitica, ma fingevo di non badarci, ostentando disinvoltura.

Mi ritrovai, senza accorgermene, a conversare con lui, quel ragazzo che, nei miei progetti iniziali, avrei dovuto evitare ad ogni costo. Ma non ero riuscita a mantenere il mio disegno iniziale e ora vivevo quegli strani momenti in sua compagnia.

Parlammo del più e del meno, affrontando argomenti neutri. La famiglia, gli amici, i luoghi che più ci piacevano, la musica, l’arte, lo studio… ma non arrivammo mai a parlare di noi, della nostra vita, dei nostri reali interessi, delle nostre aspirazioni, insomma di tutto ciò che ci riguardasse direttamente.  Forse entrambi sapevamo che era ancora troppo presto e troppo rischioso, scavare nell’intimità dell’altro.

Tuttavia, non ricordai di aver mai parlato così tanto di me. Christopher rimaneva molti minuti in silenzio, ascoltandomi con interesse e senza mai interrompermi, cosa che io, invece, non ero portata a fare. Spesso lo interrompevo nel bel mezzo del discorso, attratta da una sua parola in particolare e riportando l’attenzione sulla mia esperienza simile. In quei momenti, invece d’indispettirsi come avrebbe fatto, per esempio, il mio impaziente fratello Kayle, preferiva ascoltarmi, sorridendo, quasi divertito dal mio improvviso entusiasmo.

Anche a lui, come me, piaceva l’arte contemporanea e quella moderna e aveva fatto una gita a Parigi, visitando il museo del Louvre in tre soli giorni, ammirando le meraviglie artistiche che conteneva.

Adorava gli Impressionisti e quando gli chiesi qual’era il suo pittore preferito, rispose in contemporanea con me, Renoir. Forse fu lì, che gli regalai un sorriso davvero spontaneo e sincero, come non mi capitava da giorni di regalare a qualcuno e fu sempre in quel momento, che lo vidi abbassare lo sguardo, quasi imbarazzato, come fin ad ora non era mai stato.

Non gli chiesi il motivo della sua timidezza, né lui fece l’atto di aggiungere altro, quindi proseguimmo il cammino lungo la spiaggia, mentre il sole, dietro di noi, si immergeva nelle acque grigie e dorate.

Arrivammo a casa che erano appena trascorse le sette, e trovammo il salotto deserto e il resto delle camere quiete e silenziose. Non era rientrato ancora nessuno. Eravamo completamente soli. Anche Edward e Bella erano usciti, forse per una breve passeggiata nei boschi o in città, dato il sole calante.

Improvvisamente, la rete dell’imbarazzo imbrigliò anche me. Mi sentivo nervosa ed inquieta, fra le mura domestiche, cosa che non mi era mai successa prima di allora. Ero fin troppo sveglia per non capire che la causa del mio turbamento, non era dovuto alla casa vuota, ma alla presenza di Christopher, che respirava agitato, accanto a me.

Ci guardammo per un attimo in modo intenso e vidi le sue iridi chiazzate di nero e di topazio, oscurarsi quasi totalmente. Era chiaro che l’emozione era vissuta da entrambi.

Cercai di ritrovare il controllo con lunghi e quieti respiri, allontanandomi dalla sua persona per un po’, prendendo tempo, accendendo le luci, visto che il cielo si stava rabbuiando velocemente.

Christopher si sedette sul divanetto, i muscoli rigidi delle braccia e delle gambe divaricate, i pugni stretti sulle ginocchia, lo sguardo basso su uno di essi. Sembrava trattenersi dal fare chissà che cosa, ostentando un’aria disinvolta, quando invece era chiaro come il sole, che fosse inquieto e turbato.

Provai l’impulso irresistibile di avvicinarmi a lui, ma mi trattenni, fuggendo di sopra, senza nemmeno accorgermene. Christopher, assorto com’era, notò il mio movimento e mi chiese agitato:

“ Dove vai?”

Mi voltai, osservandolo negli occhi ancora scuri.

“ Di sopra. Vado a prendere l’album da disegno. Ti dispiace se comincio subito a farti qualche schizzo?”

Gli chiesi, con tono fin troppo veloce, come se volessi troncare sul nascere quella conversazione.

Lui annuì, ed aggiunse:

“ Certo.”

Usando un tono di voce sommesso, ma quasi calmo.

“ Bene.”

Dissi, non seppi neanche io il perché.

“ Bene.”

Ripeté lui, accennando un sorriso tranquillo, ma ancora nervoso. Cercai di ricambiarlo, ma con scarso successo.

Corsi di sopra, nel mio studio, a prelevare da un cassetto qualsiasi della scrivania, un album ancora nuovo. Sapevo che a breve, lo avrei riempito con le sue immagini.

Ripensai all’espressione scura che Christopher aveva assunto poco prima, e non vedevo l’ora di rivederla per portarla su carta. Nonostante tutto, però, oltre ad esserne affascinata artisticamente, me ne sentii anche…feci un lungo respiro, per sciogliere quella sensazione inaspettata e nuova, ma non ci riuscii. Si, ne ero…attratta.

“ Maledizione!”

Imprecai a mezza voce, per evitare che lui mi sentisse dal piano di sotto.

Senza accorgermene, sbriciolai, con le dita serrate sul legno levigato, un pezzo del bordo della scrivania. Tolsi immediatamente la mano, incredula. Osservai le mie dita flettersi sotto il mio sguardo smarrito. Che cosa mi stava succedendo? Non mi riconoscevo più. Non mi capitava di perdere il controllo, tanto da rompere qualche oggetto, da quanto? Novant’anni? Mio Dio, da quando ero una neonata incontrollabile! Come avevo fatto a rendermi così instabile, in così poco tempo? La risposta era semplice. Da quando avevo conosciuto Christopher, lo stesso ragazzo che mi attendeva in salotto, teso come una corda di violino. Proprio come me.

Mi passai entrambe le mani tra i capelli, nascondendomi il viso fra di esse.

Non potevo andare avanti così. Non potevo lasciare che quelle strane sensazioni mi stravolgessero.

Dovevo riacquistare il controllo di me stessa. Respirai ancora profondamente, la mano sul petto, a seguirne i movimenti ritmici. Quando mi sentii più serena e controllata, aprii gli occhi e, blocco da disegno sotto braccio, scesi di sotto.

Ritrovai Christopher in piedi, accanto al camino spento, come se si fosse fermato dopo un tranquillo su e giù.

Mi sorrise sincero e meno teso e lo ricambiai. Bene. La tensione sembrava essersi allentata.

Scesi a passo lento gli ultimi gradini e mi sedetti sulla poltrona dove, di solito, Jack leggeva complicati tomi di psicologia.

“ Vieni. Siediti. Mettiti comodo. Non devi rimanere alzato per forza.”

Christopher mi osservò confuso.

“ Ah, no? Non devo mettermi in posa?”

Risi di cuore, facendolo sorridere con me.

“ No, certo che no. Puoi fare quello che vuoi. A me, piacciono i soggetti naturali, non quelli studiati.”

Christopher trasse un lungo respiro, rilassandosi completamente.

Si sedette di fronte a me, sorridendomi.

Lo ricambiai. Poi, matita alla mano, iniziai a disegnare, lanciandogli occhiate fugaci, ma non insistenti. Cadde il silenzio fra di noi. Un silenzio quieto e non insistente, calmo e pacifico, forse perché entrambi eravamo impegnati in qualcosa.

Ogni tanto, Christopher mi chiedeva dove immaginassi fossero gli altri, ed io gli confidavo i miei sospetti. Heather aveva sicuramente trascinato tutti in qualche grande magazzino, coinvolgendo Alice e Rosalie nei suoi folli acquisti.

Edward e Bella, forse, li avevano raggiunti o magari erano da qualche parte, nel boschetto di mirti, a scambiarsi tenerezze. Christopher rise delle mie supposizioni, abbassando gli occhi, imbarazzato dalla mia allusione amorosa fra il mio migliore amico e sua moglie.

Improvvisamente, Christopher si fece serio.

“ Tu ed Edward siete molto uniti, vero?”

Lo osservai per un attimo, incontrando la sua espressione enigmatica. Ripresi a disegnare in un angolo del foglio quegli occhi indescrivibili e quella bocca inflessibile, soffermandomi sul contorno del labbro inferiore.

“ Si, siamo molto uniti.”

Christopher aggrottò le sopracciglia, quasi pensoso. Riportai su un foglio pulito anche quell’espressione nuova, trovando quella sottile ruga sulla fonte molto sensuale.

“ Come vi siete conosciuti?”

Mi chiese ancora, con quel tono di voce pacifico, che mi invitava a parlare.

Arrestai per un attimo la matita, immersa nei miei ricordi. Sorrisi. Ricordavo perfettamente il giorno in cui conobbi Edward.

“ Era una serata di fine maggio. Carlisle era venuto a trovare Jack su suo invito. All’epoca, era diverso. Eravamo soltanto io e Jack. La famiglia Cullen era più piccola di adesso. C’erano solo Carlisle, Esme e naturalmente Edward. La prima volta che lo vidi, mi parve di essere indietro nel tempo di alcuni anni. Edward mi ricordava mio fratello, Karl. Era colto, brillante, divertente… mi piaceva molto. Finalmente, avevo trovato qualcuno…diciamo della mia età…con cui parlare liberamente, condividendo esperienze, magari simili.

“Ma poi, dopo due mese, Edward se ne andò. Tornò a Forks insieme ai suoi genitori adottivi, ed io rimasi con Jack. Non fraintendermi. Io adoravo Jack e lo adoro tutt’ora. Amavo la sua compagnia, ma Edward…come posso dire?…mi era entrato nel cuore, ecco.”

Risi debolmente.

“ Metaforicamente, certo. Ma il senso, era quello.”

“ Ne eri innamorata?”

Alzai lo sguardo dal blocco da disegno, osservando i suoi occhi bui. L’espressione del suo viso era strana. Sembrava…no, non poteva essere così. Dovevo essermi sbagliata, sicuramente.

“ Lo ammiravo. Ma no, non ne ero innamorata. Non lo sono mai stata. Siamo simili, per certi aspetti affini. Ma no, non c’è mai stato amore fra noi, che non fosse quello fraterno.”

Il suo volto si rischiarò un po’, dopo la mia risposta. Esitò, prima di chiedermi:

“ E di Jack?”

Tuttavia, mi irritai a quell’affermazione.

“ Certo che no!”

Esclamai, riponendo il quaderno sul tavolino, chiuso, per non lasciargli vedere i miei primi lavori su di lui. A malincuore, ne ero già gelosa.

“ Pensi forse che mi innamori di tutti gli uomini che conosco? Credimi: non sono così volubile.”

Dissi dura, alzandomi dal divano, con l’intenzione di andarmene. Per chi mi aveva presa?

“ No, scusami. Non volevo insinuare nulla.”

Si scusò lui, mordendosi le labbra, nervoso. Mi aveva imitato, alzandosi a sua volta, allungando una mano, per istinto, come per afferrarmi.

“ Davvero? Ne sei sicuro? Solo perché sono l’unica della mia famiglia a non avere ancora un compagno, credi che potrei rovinare la felicità di Suzanne o magari di Heather, o di Bella? Be’, ti informo che io non amo né Jack, né Kayle, né Edward. Almeno, non come uomini. Ma come padre, fratello e amico.”

“ Si, certo. Io…”

Si passò una mano fra i capelli, agitato.

“ Non volevo offenderti, Jenna, davvero. Ti chiedo di nuovo scusa. Non so, cosa mi abbia preso…io…”

“ Non importa. Lasciamo perdere.”

Tagliai corto, prendendo il blocco fra le mani, osservandolo assente.

Forse avevo esagerato. In fondo, non voleva insinuare nulla. La sua, era stata solo una semplice curiosità. Certamente fuori luogo, insensata e stupida, a mio avviso, ma, comunque, sapevo che Christopher non era quei classici ragazzi volgari ed introversi.

“ In realtà…”

Iniziò lui, puntando lo sguardo sul pavimento.

“ Il pensiero di te con un altro, mi manda fuori di testa.”

Alzai lo sguardo di scatto, lasciando cadere il blocco, incurante dei fogli che volarono sul pavimento. Nessuno dei due fece l’atto di raccoglierli. Io stessa mi stupii di averli lasciati scivolare fra le dita. Ma non potevo farci nulla, tanto era stato la shock, la sorpresa di sentirgli pronunciare quella frase.

“ Come?”

Gli chiesi, improvvisamente senza voce.

Christopher mi sorrise, stranamente ansante e quel movimento ritmico del suo petto, mi rendeva nervosa ed irrequieta.

“ Davvero non l’hai capito? Mi sembrava di essere stato così bravo, sulla spiaggia, a mandare ai quattro venti i miei sentimenti.”

Disse, ironico ed imbarazzato. Ma la vergogna di quella confessione, non riusciva a mascherare del tutto la sua agitazione.

Cercai di svincolarmi dal suo sguardo ipnotico, mandando giù, lungo la gola ardente, fiotti di veleno, inconsapevolmente.

“ Sentimenti?”

Ripetei, stupidamente. Cosa stava dicendo? Di cosa stava farneticando? Non poteva essere…no, impossibile! Non lui! Maledizione!

Quando alzai lo sguardo dal tappeto persiano ricoperto dei miei disegni, lo ritrovai più vicino di quanto mi aspettassi. Solo due passi ci separavano. Potevo sentire il suo profumo solleticarmi le narici e i miei occhi si erano posate sulle sue labbra rosse ed umide, pronte ad invitare le mie.

Scossi la testa, passandomi una mano fra i capelli. Mio Dio, stavo impazzendo! Come potevo desiderare di…

Trasalii, quando le sue mani si posarono sulle mie spalle. Sibilai a quel contatto, istintivamente. Christopher mi sfregò le braccia in gentili e rapidi carezze, colmando un altro passo che impediva i nostri corpi dallo sfiorarsi.

“ Non fare così…Non voglio farti del male.”

Lo guardai indecisa e terrorizzata, da quella situazione. Cosa dovevo fare? Respingerlo sarebbe stato facile e sbrigativo. Ma mai gesto, in quel momento, mi era sembrato più difficile da compiere.

Allontanarlo avrebbe significato porre fine a quello scambio di sguardi intensi e pericolosi, ma avrebbe innescato la molla dell’agonia. Perché averlo così vicino era tortura e delizia, allo stesso tempo? Perché le sue carezze lasciavano scie di fuoco sulla mia pelle, incendiandola al di sotto dei vestiti?

Perché lo desideravo in una maniera così indescrivibile? Volevo lasciarmi andare, desideravo perdermi nei meandri della sua bocca, attraverso la mia, ma la mia coscienza, i miei sensi di colpa nei suoi confronti, me lo impedivano, freddando ogni mio gesto, ogni mia iniziativa.

Così, le dita rimasero serrate in due pugni, le braccia rigide lungo i fianchi, le labbra serrate in una linea intransigente. Ma tutto questo, non bastò a Christopher per impedirgli di agire.

Inclinò la testa verso la mia, il suo dolce respiro a solleticarmi la bocca, le sue ciglia ricurve, le pupille ardenti sotto di esse, mentre cercavano di studiare la mia espressione illeggibile.

“ Non avere paura di me.”

“ Io non ho paura.”

Gli risposi, con voce inflessibile.

Christopher non rispose, ma sorrise, con l’aria di non crederci affatto.

“ Jenna…”

Mormorò, avvicinando ancora di più il viso al mio. La punta delle sue dita a sfiorarmi il contorno del volto contratto, per non lasciar trapelare le mie vere emozioni.

“ Cosa c’è?”

Gli chiesi, per distoglierlo dal suo intento. Tuttavia, Christopher non sembrava in vena di conversazione.

Riuscì a sfiorare il mio labbro inferiore con il suo superiore. A quel tocco elettrizzante, mi distaccai bruscamente. Christopher mi impedì di allontanarmi, serrandomi le braccia con le sue mani.

“ No, non farlo. Non allontanarti. Non adesso.”

“ Perché? Cosa vuoi farmi?”

Vidi un barlume d’incertezza attraversare il viso di Christopher, provocato dalla mia domanda.

“ Farti? Non voglio fare nulla di male, Jenna.”

Lo guardai scettica, mentre lui mi osservò stupito.

“ Jenna, dimmi la verità. Ti hanno fatto del male, in passato?”

Mi chiese, leggermente imbarazzato.

Sorrisi della sua premura. Divertente. Era lui a preoccuparsi per me. Riflettei per un attimo al suo quesito e mi rabbuiai solo per un secondo. Troppo breve perché lui potesse accorgersene.

“ Non dovresti preoccuparti per me, Christopher.”

Lui si accigliò, a quella mia affermazione. La sua stretta, di riflesso, si fece più salda e il mio petto sfiorò di due dita il suo.

“ Certo che mi preoccupo per te. Tengo molto a te.”

Disse con fervore, raddolcendo il tono di voce e sorridendomi tenero.

“ Sei speciale, per me.”

Mi rivelò, abbassando per un attimo lo sguardo.

Trasalii a quella sua ennesima dichiarazione, guardandolo crucciata. Dannazione! Perché mi diceva quelle cose? Non si rendeva conto dell’effetto che mi provocavano le sue parole? Forse ne era fin troppo cosciente.

Mi svincolai dalla sua presa, arretrando di molti passi, quasi fino a toccare la parete dietro di me.

“ Non dire assurdità, ti prego.”

“ Non sono assurdità. E’ ciò che penso. Ciò che sento…”

Scossi la testa, cercando di lasciarmi scivolare addosso quelle nuove stilettate al cuore, ignorando l’emozione che lo faceva ribattere.

“ Basta, smettila! Non sai quel che dici.”

“ So esattamente quel che dico. Non sono stupido.”

Disse, intestardito. Ma almeno rimaneva lì, dove l’avevo lasciato, e non faceva più alcun tentativo di avvicinarsi a me.

“ Lo so…lo so che non lo sei. E’ solo…”

Mi interruppi, incapace di continuare. Per dire cosa, poi? Non mi avrebbe mai creduto.

“ Solo, cosa?”

Mi incitò Christopher, azzardando un passo verso di me. Troppo lento. Mi ritrassi ancora di qualche centimetro. Lui si fermò, ma non mollò il mio sguardo.

“ Tu, non sai che cosa ho fatto. Sono una persona orribile. Non sono quello che tu credi. Non sono migliori di altri che hai conosciuto.”

Non replicò, intuendo, forse, che non avevo ancora finito.

“ Non dovresti, affezionarti a me. Non merito il tuo rispetto, né la tua fiducia. E’ per questo…è solo per questo, che non volevo esserti amica. Lo capisci, ora?”

Gli chiesi, amareggiata da me stessa.

Christopher mi osservò, per un attimo, impassibile, per poi rispondermi, con occhi dolci e comprensivi:

“ Io non voglio che tu sia perfetta, Jenna. Anch’io non sono perfetto. Nessuno di noi lo è. Cosa credi? Anch’io ho commesso molti sbagli…”

“ Non come i miei. Non riusciresti a perdonarmi.”

Gli dissi con ardore, urlando quasi, scuotendo la testa energicamente, come per cancellare quelle parole così inconcepibili.

“ Non devi chiedermi perdono. Tu non mi hai fatto nulla.”

Abbassai lo sguardo, abbattuta, lasciandomi scivolare lungo la parete, gli occhi serrati dietro le palpebre.

“ Non è vero. Non è così.”

Sussurrai, sofferente.

Christopher mi fu vicino in un battito di ciglia, inginocchiandosi di fronte a me, prendendomi il viso fra le mani a coppa.

“ Apri gli occhi, Jenna.”

No, non volevo. Sapevo cosa avrei letto, e non volevo altra fiducia immeritata da parte sua.

“ Guardami.”

Mi pregò, le labbra a pochi centimetri dal mio orecchio. Si ritirò, proprio nel momento in cui sollevai le palpebre. I suoi occhi bui mi inondarono con la loro dolcezza e il suo sorriso fece fremere la mia anima annichilita.

“ Non c’è nessuno, a questo mondo, che io sento di amare più di te.”

Mi disse, serio e compito, con quel tono di voce che avrebbe incantato anche le Sirene di Ulisse, tanto era amorevole.

Risi tremula, quasi imbarazzata quanto lui.

“ E’ assurdo. Non mi conosci nemmeno.”

“ Invece si…” mi disse lui, sfiorandomi la fronte con un bacio lieve, accarezzandomi la pelle del viso, con movimenti circolari delle dita: “ Io ti conosco. Sento di conoscerti da sempre. E anche tu, non è vero?”

Non mi lasciò il tempo di rispondere. Mi guardò intensamente, più di quanto avesse fatto al centro della stanza, mentre mi serrava a sé. Era così alto, così forte…così bello. Si, bello. Non esisteva aggettivo più adatto per descriverlo.

“ Più di quanto immagini.”

Mi trovai a bisbigliare, con tono affranto. Christopher se ne stupì, alzandomi il mento, catturando il mio sguardo con il suo, accigliato, ma ancora magnetico. Non aveva perso nulla del suo ardore.

“ Perché sei così triste?

Ancora quella domanda. Anche Bella me l’aveva posta, nella foresta. Tanta insistenza, mi faceva credere di essere davvero triste. Ma, in realtà, sapevo di non poter tollerare semplicemente me stessa.

“ Non sono triste.”

Dissi in un sospiro.

Christopher sorrise.

“ Sei così orgogliosa.”

Feci spallucce, incapace di replicare, come se fosse un dato di fatto.

Christopher si fece nuovamente serio e la tensione tornò a mordermi la bocca dello stomaco.

“ Jenna.”

Mi chiamò di nuovo, questa volta senza alcuna incertezza. Aveva già deciso. Deglutii, incapace di muovermi. Sapevo che non era giusto, che era sbagliato lasciare che si avvicinasse di più al mio viso, che le sue labbra dischiuse si tendessero tremule verso le mie, che il suo volto si trasfigurasse in preda all’emozione. Eppure…eppure…lo volevo anch’io…tanto.

Non mi scostai una terza volta, e mi abbandonai al suo tocco gentile, lasciandomi cullare dalle sensazioni che scatenava in me.

Le sue labbra toccarono leggere le mie. Lo sentii gemere piano ed io trattenni il respiro, preparandomi ad emozioni ancora più devastanti.

“ Jenna.”

Mi chiamò ancora, supplicandomi.

Lo accontentai, senza pensare, perché lo desideravo anch’io. Tutto era giusto in quel momento, i miei sensi di colpa tacevano.

Dischiusi le labbra. In un gesto esultante e desideroso, Christopher avvicinò ancora di più il mio volto al suo, gustando lentamente la mia bocca. La punta della sua lingua contornò il mio interno labbra, in una carezza esaltante ed umida. Boccheggiai, sentendomi avvampare, piena di calore e non più insensibile, come non mi ero mai sentita prima di allora.

“ Christopher…”

Cercai di articolare, un barlume di ragione ad incorarmi di fermarmi.

“ Ssssh…va tutto bene. E’ tutto ok. Sono io. Sono solo io…”

Appunto perché era lui, avrei dovuto ignorare la carezza del suo mormorio. Ma non lo feci. Per la prima volta, mi riscoprii debole ed inerme. Dentro di me, cantilenavo: “ Solo una volta, solo un’altra volta…una volta sola, poi mi fermo. Lo giuro.

Nonostante tutto, non credevo neppure io alla verità di quel giuramento, fatto soltanto per far tacere la mia coscienza.

Christopher mi baciò la guancia destra e l’angolo della bocca, sussurrandomi:

“ Come sei bella…Jenna…Bellissima, sei bellissima.”

Ripeté, quasi con meraviglia, mentre mi pressava la bocca con la sua, in un bacio più intenso. La sua lingua toccò gentile la mia, ma prima che potessero intrecciarsi, la porta si spalancò.

“ Siamo tornati!”

Esclamò Heather, entusiasta.

 Sentii distintamente Alice, dietro di lei, bloccarle il polso, intimandole:

“ No, Heather…”

Ma ormai, era troppo tardi. Christopher ed io, ancora sconvolti ed affannati, ci eravamo già separati.

Dietro Heather ed Alice, vidi tutta la mia famiglia e quella dei Cullen, perfino Edward e Bella, che gli chiese a bassa voce:

“ Cosa succede?”

Ignorai la risatina di Emmett e il ghigno malizioso di Kayle, mano nella mano con Heather. Fu quest’ultima, a chiedere confusa a Christopher, mentre io scappavo di sopra, in camera mia:

“ Oh! Stavate litigando, di nuovo?”

Ignorai ancora Christopher richiamarmi, mortificato.

Chiusi perfino la porta a chiave, gesto inutile, lo sapevo, ma marcava il fatto che non volevo essere disturbata.

Dopodiché, esausta, mi gettai sul letto. In bocca, ancora il sapore di Christopher.

 

 

Angolo dell’autrice.

 

Scusate il ritardo! :P Università maledetta! J Comunque…ALLORA??? Vi è piaciuto il capitolo?? Eeeeh, lo so, forse ho corso troppo! Ma, andiamo! Stiamo parlando di vampiri! Con loro, tutto è più veloce ed immediato! E Christopher, be’…impossibile, per lui, non trattenersi dal dichiararsi, no??

Ok, ricapitolando: Christopher si è dichiarato, nell’ultima parte del capitolo, in modo definitivo. Ma la nostra Jenna?? E’ ancora turbata e combattuta. Riuscirà a combattere i fantasmi del suo passato e a lasciarsi cullare dalle sensazioni che il nostro Chris scatena in lei??

Staremo a vedere! Io, non mi sbottono più! Vi ho detto già troppo! :P

Ed ora, passiamo ai…

 

Ringraziamenti a…

 

Edward96: Ciao! XD Grazie del tuo commento! Mi ha fatto piacere ricevere la tua recensione, al capitolo settimo! Come avevi previsto anche tu, i miei “oscuri piani” sono appena all’inizio! J I bacetti ci sono stati, ma da parte di altri due vampiri, che io adoro quanto Edward e Bella! J Ma tranquilla, il prossimo pov sarà di Bella e…non mancherà qualche tenerezza fra lei ed Edward, tranquilla! E’ quasi inevitabile, fra loro, non credi! Che coppia dolce ed esplosiva, ragazzi! Wow!! J

Spero che commenterai anche questo nuovo capitolo! Fammi sapere cosa ti ha colpito e cosa ti è piaciuto di più, SE ti è piaciuto, ovviamente! J Solo se puoi e VUOI, si capisce! :P Baci baci, Fuffy91!! ^__^*

 

Ringrazio anche tutti quelli che leggono silenziosamente, che hanno messo fra i preferiti, le storie seguite e quelle da ricordare la mia storia! Vi adoroooo!! J

 

Baci baci, Fuffy91!! ^__^*

 

Prossimamente a…

 

La prossima settimana, come sempre, sabato o domenica! Baciiii! J

 

^_________________^***

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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