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Autore: Sophie Hatter    05/11/2011    5 recensioni
“Senti, Potter, non so che cosa tu voglia ma non avevo alcuna intenzione di disturbare le vostre confidenze stamattina, mi trovavo già in aula per puro caso e non so cosa aggiungere a mia discolpa, perché non c’è altro che io possa dire, ma ti assicuro che ho cose ben più importanti di cui occuparmi che non siano i vostri affari personali… se invece vuoi chiedermi del prossimo finesettimana a Hogsmeade, con mio rammarico devo annunciarti che ho già preso appuntamento con uno Schiopodo Sparacoda”.
Mentre Lily cerca di recuperare il fiato dopo quel discorso a raffica, James Potter sorride enigmaticamente dietro alle spesse lenti degli occhiali rotondi, facendo salire una mano a spettinarsi i capelli già in disordine.
“A dire la verità, l’argomento era più che altro il primo”, risponde, “ma mi rallegra sapere che ti interessava ricevere un invito da me”, aggiunge, e Lily si sente avvampare di colpo.
Maledetto idiota.
*
La raccolta si è classificata seconda al "Lily e James, Missing Moments contest" di Tittivalechan91 indetto sul forum di Efp, vincendo inoltre il premio caratterizzazione e il premio originalità.
L'ottava shot si è classificata seconda a parimerito al contest "E tu cosa scegli?" di _Aras_ indetto sul forum di Efp.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Horace Lumacorno, I Malandrini, Lily Evans, Minerva McGranitt | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love is... (the only weapon which I got to fight)'
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s6
Non mi arrabbio mai




Prompt: acqua
Ambientazione: sesto anno
Parole: 2223




6 giugno 1977


Lily Evans detesta il caldo, nella maniera più profonda ed assoluta.

Sopporta male qualsiasi cosa vi si associ: il bagliore troppo accecante del sole negli occhi, i capelli che le si incollano alla nuca, i vestiti che si fanno troppo pesanti e costrittivi, l’umidità che si appiccica ad ogni centimetro di pelle dopo soltanto dieci passi all’aria aperta, l’incapacità di trovare un sollievo duraturo all’ombra per via del perenne spostamento del sole. Tuttavia, in quei primi giorni di giugno, le condizioni meteorologiche sembravano essersi decisamente messe contro di lei. Non pioveva da diverso tempo, neppure l’accenno di un fugace temporale estivo che potesse portare un po’ di sollievo; l’afa si era fatta opprimente e non concedeva tregua neppure nei sotterranei della scuola. Restare sui libri per gli ultimi esami da superare le era costato uno sforzo non indifferente, sia per i cali di pressione frequenti che per le pergamene piene di appunti che si incollavano al braccio non appena ve lo poggiava sopra per qualche minuto.
Oggi, dopo l’ultimo e sudato esame, Lily può concedersi finalmente un po’ di tempo perso. È ormai tradizione, per lei e le sue amiche, trascorrere il primo pomeriggio di libertà fuori nel parco, a consumare un’abbondante merenda in riva al lago. Soltanto una tovaglia da stendere sul prato, i mantelli su cui sedersi ed il gioco è fatto. Anche se ci vorrebbe un bel cappello di paglia a tesa larga, o un ombrellino parasole. Vicino all’acqua, però, si sta bene ed è con una spensieratezza quasi dimenticata che Lily avanza in testa al gruppo insieme a Mary verso il loro angolo preferito.
Si sistemano sull’erba fresca con sorrisi distesi sul volto, di quelli che spianano ogni ruga dalla fronte, consapevoli che ormai ogni giorno che manca alla fine della scuola potrà essere trascorso così, nell’ozio più totale. Soltanto per lei ci sarà qualche ultimo, piccolo compito da Prefetto, ma nulla di allarmante: si tratterà semplicemente di aiutare a gestire in maniera ordinata il rientro per le vacanze estive, dalle carrozze trainate dai Thestral fino all’espresso in partenza dalla stazione. Con lei ci sarà Remus, come al solito; l’anno prossimo, tuttavia, le cose cambieranno. Anche questa piccola routine durata un paio d’anni si avvia verso la fine e le abitudini di Lily dovranno nuovamente riadattarsi alle nuove impostazioni a partire da settembre. Nei restanti mesi di vacanza, tuttavia, sarà finalmente libera di non pensare a nulla – o quasi.
Mentre consuma il suo dolce e si gusta un bicchiere di the – rigorosamente freddo – Lily si sente invadere da strane sensazioni. Si accorge che il calore alle mani è improvvisamente diminuito a causa del contatto con il vetro del bicchiere, raffreddato dal ghiaccio. Socchiude gli occhi alla piacevole sensazione di un alito di vento che le solletica il collo. Ascolta il rumore dell’acqua che si infrange sui ciottoli in riva al lago, increspandosi in piccole onde, e si rende conto che non è mai uguale: il vento, soffiando ora di più ora di meno, lo rende ogni volta più debole o più forte, a seconda del momento.
Tuttavia, se c’è una cosa che Lily ha imparato della vita a Hogwarts, è che gli attimi di quiete così placidi e rari non sono destinati a durare a lungo. Il pensiero le sfiora la mente proprio mentre addenta l’ultimo boccone del suo muffin ai mirtilli, osservando Delia e Helen che si contendono la caraffa di succo di zucca, Margaret che si intreccia i capelli con aria distratta e Mary che si immerge con impazienza nel suo nuovo libro.
Purtroppo a Hogwarts non esiste la possibilità di porre dei confini alla presenza delle persone, neppure per lei. Il sogno di recintare quell’angolo di pace in riva al lago e riservarlo solamente a lei e alle sue amiche svanisce in fretta, insieme ad un sospiro di rassegnazione, nel momento in cui Lily si accorge delle figure che si avvicinano da lontano, tutte quante con una sagoma familiare ai suoi occhi. Nonostante la distanza, riconosce ogni dettaglio: le divise con i colori di Grifondoro, le bacchette che si levano in aria, i ciuffi di capelli che vengono scostati da fronti imperlate di sudore, quell’unico paio di occhiali che riflette i raggi del sole schermando così lo sguardo curioso del suo proprietario e impedendole di cogliere la stessa gioia ridente che affiora sui volti degli altri tre.
Non molto tempo fa, avrebbe assunto un’espressione tetramente imbronciata e si sarebbe voltata con ostinazione dall’altra parte, constatando che proprio loro arrivavano ad interrompere il suo divertimento.
Tuttavia le cose cambiano e le persone maturano, e ora Lily sa affrontare con il giusto spirito il gruppetto più indemoniato di Hogwarts. Questo sesto anno ha significato molto, in termini di evoluzione. Ora Lily indugia bonariamente nell’osservarli, per poi sforzarsi di ignorare con placida calma la loro presenza e tornare a dedicarsi alle chiacchiere femminili.
“L’anno prossimo mio fratello comincia Hogwarts. Merlino, che incubo”.
“Ma che dici?! Tuo fratello è così dolce…”
“Sai che non sopporto i ragazzini, Meg, e poi quello là è uno spione. Se smistano a Grifondoro anche lui, avrò finito di vivere”.
“Oh, non essere così melodrammatica”.
“La fai facile, tu, sei la sorella minore!”
“Infatti. Sono quella che è uscita meglio”.
“Farò finta di non aver sentito…”
Qualche improvvisa goccia fredda cade in quell’istante sul collo di Lily, facendola voltare di colpo. Poco distanti da lei ci sono James Potter, Sirius Black, Remus Lupin e Peter Pettigrew immersi nell’acqua verdastra del lago fino alle ginocchia, i calzoni rimboccati in alto per non bagnarli – inutilmente, osserva lei, dato che hanno preso a schizzarsi l’un l’altro come bambini, con le mani e con i piedi. Remus viene inaspettatamente attaccato dagli altri tre a tradimento e non ha altro modo per difendersi se non pararsi il viso con le braccia sollevate. Anche se si sono dati una calmata con le piccole bravate da undicenni scapestrati, sono sempre loro quelli che osano per primi. Lei e le sue amiche non avevano neppure pensato ad infrangere la pace del lago, fino a quel momento.
Ed è a quel punto che, dopo lunghi istanti d’indugio, James Potter solleva lo sguardo per incontrare i suoi occhi, senza pudore, come se fosse del tutto naturale fissarsi così.
“Potter, attento a mantenere le distanze”, lo redarguisce lei, ma senza traccia di severità nella voce – piuttosto, invece, con un accenno di sorriso ironico. Si stupisce ancora di questo cambiamento nel modo di rivolgersi a lui; tuttora la sua coscienza sta scavando per cercarne la ragione, ma per il momento non ha mai avuto il tempo di fermarsi a pensare.
“Spiacente, sei in territorio nemico, Evans”, ribatte lui, sollevando fieramente il capo. Battibeccano ormai senza alcuna asprezza, per puro divertimento.
“Siete stati voi ad arrivare per ultimi, se non sbaglio”, osserva lei, divertita da quel gioco.
“Sì, ma sei tu a non essere ancora bagnata”, risponde James Potter, e l’attimo dopo solleva la bacchetta sulla superficie del lago e Lily non fa neppure in tempo a proteggersi, prima di vedere l’onda innalzarsi ed avvertire il rumore dello schizzo e l’annaspante sensazione dei vestiti che si inumidiscono di colpo. È bastato un attimo: ora i suoi capelli gocciolano sulla gonna, anch’essa fradicia.
Dopo aver tentato – piuttosto invano – di asciugarsi il volto con le mani, Lily si alza in piedi, fronteggiando Potter con cipiglio battagliero.
“Quindi vuoi la guerra”, commenta, scostando la frangia bagnata dalla fronte per riserbargli un’inequivocabile occhiata di fuoco. Lui nasconde la bacchetta dietro la schiena, come un bimbo colto in flagrante nel compiere una marachella. Gli è bastato un semplice incantesimo per ridurla in quello stato molto poco dignitoso, mentre lei, negli anni passati, doveva sforzarsi parecchio per elaborare qualche nuova costruzione verbale atta ad insultarlo nella migliore maniera.
Una situazione piuttosto impari, in sostanza.
“Io volevo farti un favore, rendendoti più sopportabile il caldo di oggi. Insomma, non ti va mai bene nulla”.
“E magari adesso ti aspetti anche dei ringraziamenti?”
“Certo che sì!”
“Come sospettavo”.
Lily sospira, scruta negli occhi nocciola del suo ex peggior nemico di tutta Hogwarts e poi si mette in cammino a passo rapido verso il castello, lasciandolo lì imbambolato a fissare la macchia d’erba bagnata rimasta sul terreno come traccia effimera della sua presenza. Si volta leggermente per controllare la sua reazione, ancora un attimo.
“Dove stai andando?”
Proprio ciò che si aspettava.
“A cambiarmi”, risponde, in tutta tranquillità.
È piacevole la sensazione di aver finalmente stipulato una tacita tregua. Lily sa dei sentimenti di Potter, ma lui non li mette più in piazza. Quindi, ora può facilmente ignorarli e passare oltre. Analizzare con interesse lo sguardo vivace che si cela dietro quegli occhiali rotondi, così da rendersi conto che non è sempre tanto baldanzoso e impertinente come le sembrava tempo fa. Ogni tanto guarda per terra, si massaggia un braccio, corruga la fronte in un’espressione preoccupata. Ogni tanto cerca il muto sostegno di uno dei suoi amici. Ogni tanto sfoggia un rassegnato sorrisetto autoironico.
L’acqua le ha appiccicato tutti i vestiti alla pelle, ma adesso questo le regala una sensazione di fresco. È diverso dall’afa umida e opprimente che provava fino a qualche minuto addietro.
La rivelazione del vero James Potter è stata un po’ come quello schizzo d’acqua addosso, ora che ci pensa.


*

Lily ritorna verso il lago in abiti Babbani, larghi e di colore chiaro. Ha fatto bene a portarseli in valigia, di rientro dalle vacanze di pasqua. Ha lasciato i capelli umidi, a gocciolare sulla schiena; il sole asciugherà tutto in pochi minuti, ma nel frattempo quel gesto le regalerà un po’ di sollievo dal caldo. Dopotutto, l’impresa di Potter ha avuto una sua utilità anche per lei: liberarsi della divisa.

Nel frattempo è accorsa altra gente a cercare refrigerio lungo le sponde. Piccoli gruppi di persone affollano qua e là la riva, tra facce che Lily ha incontrato già molte volte e altre di cui quasi ignorava l’esistenza. Le sue amiche sono ancora dove le ha lasciate: presa ciascuna dal proprio hobby, hanno temporaneamente smesso di alimentare la conversazione. Anche il gruppetto di Potter ha seguito la stessa linea di pensiero: si sono stesi tutti e quattro l’uno accanto all’altro, poco distanti dalle ragazze, le scarpe, i cravattini e le cinture sparpagliati in giro e le maniche delle camicie tirate su fino al gomito. Visti da quella distanza, sembrano addormentati dello stesso placido sonno dei neonati. Man mano che Lily si avvicina, coglie un sorriso sereno su ognuno di quei volti così diversi l’uno dall’altro; il sole sembra diventato una piacevole fonte di calore e loro paiono quattro lucertole pigramente distese su un muretto. Lei continua ad avanzare, stupita: tutti quei pensieri pacifici le risultano inaspettati. Da quando è diventata così bendisposta?
Qualche giorno fa ha perfino avuto una conversazione privata con James Potter. Una prospettiva che, tempo addietro, avrebbe giudicato ridicola ed improbabile, senza mezzi termini. Ricorda bene che lui l’ha velatamente paragonata al suo gruppetto, in quanto a diabolicità. In quel momento, dato ciò che si appresta a fare, Lily deve riconoscere che aveva proprio ragione.
Compie ogni passo con noncuranza, avvicinandosi sempre di più. Lui socchiude gli occhi, voltandosi verso di lei, mentre tenta di schermarsi dai raggi del sole con una mano.
“Ce ne hai messo di tempo, Evans… e dov’è finita la tua divis-”
Non gli lascia il tempo di completare la frase, prima di tirar fuori i vestiti ancora zuppi d’acqua che teneva nascosti dietro la schiena e strizzarglieli energicamente sulla testa con un solo, rapido gesto. Lui impreca, colto di sorpresa. I suoi amici si levano a sedere immediatamente, quasi allarmati, ma non fanno nulla per fermarla. E perché dovrebbero, in fondo? È solo un po’ d’acqua.
Quando finalmente riesce a mostrare a Potter il suo sguardo trionfante, lui non le appare minimamente irritato. Solo un po’ deluso per una rappresaglia che non si aspettava, forse.
“C’era bisogno di vendicarsi per uno scherzetto così innocente?” le domanda, sarcastico, mentre si asciuga gli occhiali con un lembo della camicia, tirata fuori dai calzoni con naturalezza. Lei si stringe nelle spalle, con un sorrisetto divertito.
“Volevo solo dimostrarti la mia gratitudine restituendoti il favore”, obietta, ma non si sente più così superiore.
“Beh, non so se potrai mai considerarti in pari”, replica lui, ridacchiando con aria inaspettatamente impudente. “Reggiseno rosso, eh? Carino, ma mi aspettavo qualcosa di più originale da te…”
Lily si sente improvvisamente avvampare. Avrebbe dovuto aspettarselo, che sciocca. Con la camicia bianca della divisa che indossava fino a poco fa, era facile ottenere un effetto di trasparenza.
“Potter, inizia a correre o ti butto nel lago subito”, lo minaccia caldamente, ma lui, prima ancora che finisca di parlare, si è alzato in piedi e ha preso a gambe levate la direzione del castello, seguito a ruota dai suoi amici. Peter Pettigrew, a un certo punto, inciampa e cade steso a terra con un tonfo morbido. Gli altri tre tornano indietro ridendo, provano a sollevarlo, poi si buttano sull’erba e iniziano a rotolarsi. Lily scuote la testa, con indulgenza. In effetti deve constatare che è più facile così, fare come Potter che non si arrabbia mai. La sua filosofia di vita, per quanto bizzarra, funziona.
Non c’è mai stato un equilibrio nel controverso rapporto che la lega a James Potter, ma forse ora, dopo anni, è venuto il tempo di instaurarne uno.




Nota conclusiva: bene, dalla prossima storia inizierà ufficialmente ad esserci un po' più di miele (si fa per dire, chi mi conosce per altre storie sa come mi piace descrivere James e Lily: con un romanticismo tutto loro XD). Grazie di cuore a tutti coloro che mi stanno lasciando un loro parere su questa raccolta, le vostre storie preferite finora erano tutte diverse; rifarò questo piccolo sondaggio alla fine della pubblicazione, probabilmente, per vedere se riesco a decretare una specie di podio :D
Vi lascio con l'anticipazione della prossima storia:

Mentre Madama Chips medica Lily, lei non lo guarda. Lui sa che non gli crede, è fisicamente impossibile perdere tutto quel sangue per colpa dei graffi di un gatto – anche se perfido come Mrs Purr. Un’altra che di sicuro non l’ha molto in simpatia, dato il modo poco carino in cui si mette a soffiare quando lo incrocia. In effetti, il successo di James con le donne è piuttosto controverso.

A presto e buon week end!

   
 
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