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Autore: KoreW    05/11/2011    2 recensioni
a Gra Gra 96, che oggi 05/11/2011 mi compie 15 anni, questa fic è tutta per lei, che sogna che un giorno una ragazzo delle rose le bussi alla porta...
Mattina, sempre bello svegliarsi cullati dalla luce del sole.
Mattina, bello svegliarsi con la sensazione che un nuovo giorno cominciava.
Mattina, bello sapere che era sabato e che potevi dormire fino a tardi.
Mattina, ma perché ero già sveglia alle sette?
prima fan fic di due su due personaggi della nuova generazione più due miei OC, se andrà bene proverò anche con qualche altra coppia della NG ma per ora mi limito a questa.
Ehi, Gra, spero ti piaccia... auguri...
Baci
Alyssia98
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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                                                                                                   Ti regalerò una rosa


Mattina, sempre bello svegliarsi cullati dalla luce del sole.

Mattina, bello svegliarsi con la sensazione che un nuovo giorno cominciava.

Mattina, bello sapere che era sabato e che potevi dormire fino a tardi.

Mattina, ma perché ero già sveglia alle sette?

Mi alzai stranita, ancora insonnolita, cercando con i piedi le mie pantofole con la testa da cagnolino, scostai leggermente le tendine del mio baldacchino, cercando di domarmi i capelli con le mani.

Era il cinque novembre, il giorno del mio compleanno.

Cercai con la mano il mio elastico viola sul comodino, ma invece di afferrare il tessuto morbido del fermacapelli mi punsi, facendo uscire qualche goccia di sangue rosso scuro dal dito.
Da quando avevo quattordici anni ogni mattina, il giorno del mio compleanno ricevevo un mazzo di rose rosse e ogni cinque del mese, invece, ne ricevevo una color pesca e una blu.

Amavo riceverle.

Anche se, tecnicamente, non avevo mai capito chi fosse a mandarmele; però mi piaceva il fatto che qualcuno in quel castello pensava a me in una maniera tale da mandarmi delle rose ogni mese.

Avvolta nel mio pigiama blu con dei boccini d’oro sopra, derivanti dal mio ruolo nella squadra di Corvonero, mi diressi in bagno per sciacquarmi la faccia, nel mentre e mie compagne si svegliarono.

- Merci! Hai ricevuto un'altra rosa!?- mi urlava Candace, detta Candy, mentre si stiracchiava rumorosamente.

- Sì, lo so- dissi, mentre mi spazzolavo i denti con foga.

- Ma sai almeno chi è? Sono già tre anni che le ricevi, non sei curiosa?- mi chiese lei e nel mentre io mi sciacquavo la bocca.

- Sì, lo sono, ma nessuno mi ha dato l’impressione di essere questo fantomatico ragazzo delle rose e quindi…- dissi io, mentre cercavo di spazzolarmi i capelli castani dai riflessi dorati.

 - E se fosse uno scherzo di tuo fratello Will?- mi chiese lei, spazzolandosi i capelli allo specchio, io intanto armeggiavo con i bottoni della camicia.

- Lo ucciderei- dissi sorridendo, come per dire “se è lui lo cancello dal mio albero genealogico”.

- E se fosse Weasley?- mi chiese poi e giuro, giuro che provai a trattenermi dal non scoppiare a ridergli in faccia.

- Ma sei pazza! Quello non sa nemmeno cosa sia il romanticismo! Figurati se è capace di mandarmi delle rose ogni mese! Quello mi sa solo rompere le scatole quotidianamente- le dissi, provando ad allacciarmi la cravatta dai miei adorati colori bronzo-blu.

- Mah, sarà, però a me sembra che ci tenga davvero a te. Insomma, ti viene dietro da tre anni e tu non lo hai mai degnato della minima attenzione se non dell’indifferenza più totale. Io, sinceramente, un pensierino ce lo farei e poi questo è l’ultimo anno! Dagli una possibilità a quel povero ragazzo!- mi disse lei, cercando di legarsi i capelli a coda di cavallo.

- Beh, io vado a fare colazione, non voglio che si prendano tutti i biscotti al cioccolato. A dopo, Candy!- le dissi io e uscii dal dormitorio.

“Ops, scusate non mi sono presentata, che scortese, sono Mercedes Jones e sono all’ultimo anno di Corvonero, cercatrice della squadra di Quidditch della mia casata e seconda di quattro gemelli.

Che famiglia la mia, eh?

Allora, come avrete capito io non sopporto mio fratello William, decisamente io odio quei montati di Grifondoro come lui.

Poi c’è la mia Rachel, la mia sorellina piccina, piccina! Okay, siamo gemelli, ma lei è considerata come la bambina di casa. È di Tassorosso, con lei vado molto d’accordo, anche perché siamo molto in sintonia.

E l’ultimo, ma non per ordine d’importanza, il tenebroso e solitario Benjamin, quello lì è a Serpeverde e diciamo che non sta molto a contatto con la famiglia, anzi, veramente non sta molto a contatto con nessuno, sai che fatica per fargli dire due parole!

Beh, questa è la mia famiglia; carina, eh? Non mi lamento, basta stare alla larga da Will, non parlare troppo con Ben, non trascurare mai Rachy e non succede niente.”

Uscita dalla Sala Comune, che tra parentesi adoravo, mi diressi in Sala Grande per la colazione e, tanto per rendere una giornata meravigliosa molto meno bella, Fred Weasley era in avvicinamento.

Ah, per la cronaca, odiavo quel ragazzo!

- Ehi, puffolina adorata!- avete capito il perche?

Rimasi con aria indifferente seduta la mio tavolo, scrutando con noncuranza il soffitto, quel giorno limpido e sereno come in una giornata di primavera, anche se si stava avvicinando l’inverno.

- Ehi, Principessa, come mai silenziosa oggi?- mi chiese, con la sua solita faccia da schiaffi e il sorriso idiota stampato sopra, si era seduto accanto a me e adesso disturbava la mia santa quiete con le sue dannate chiacchiere.

- Cosa vuoi, Weasley?- gli chiesi con calma, cercando di non perdere il controllo.

- Volevo solo augurarti buon compleanno, Cipollotta- e mi sorrise, però era un sorriso strano, con quello non sembrava tanto stupido… comunque gli risposi subito.

- Che razza di nome è? Weasley, va bene che vuoi farmi perdere la pazienza e farmi esaurire giornalmente, ma almeno fallo decentemente!- gli urlai, cercando di apparire abbastanza calma –oh, comunque grazie del pensiero- gli dissi, con uno strano tono zuccheroso e poi me ne andai, cercando di evitare il suo sguardo il più possibile.

In tutto quel tempo, lui era rimasto a fissarmi con quei suoi occhi celesti striati di cioccolato, portandosi ogni cinque secondi la mano sui capelli rossi già di per se scompigliati di loro.

In quel momento non avevo voglia di preoccuparmi per il mio odio verso quel decerebrato: volevo solo pensare al mio ragazzo delle rose.

Beh, lo immaginavo dolce, sensibile, magari anche bello e affascinante, intelligente e affettuoso, carino e gentile… ma le mie fantasie furono interrotte dallo scontro con una ragazzina del sesto di Grifondoro.

- Ehi, stai più attenta la prossima volta!- le dissi, massaggiandomi le tempie.

- Scusa, ma sei tu quella che gira a vuoto per i corridoi, io stavo solo andando in Sala Grande- rimbeccò lei, con tono fastidioso.

- Ehi, posso fare quello che voglio e comunque non mi faccio correggere da una più piccola!- le risposi io, iniziando a spazientirmi.

- Ehm… vedi che io non ho fatto niente di male e comunque, cara la mia Mercedes, adesso è meglio che vada, prima che Freddie si mangi tutti i biscotti- mi disse lei allegra, ponendo fine alla discussione e correndo in direzione della Sala Grande.

Okay, ammettevo di non andare molto d’accordo con i Grifondoro, anche se con Alex ci conoscevamo da che ne avevo memoria, certe volte la reazione mi veniva istintiva. Tutta colpa di William, come al solito.

Avevo bisogno di riflettere, di pensare, e non capivo perché nella mia testa appariva ancora l’immagine del sorriso di Fred Weasley, quindi decisi di andare nell’unico posto in cui mi sentivo veramente bene.

L’aula di pozioni.

Amavo quell’aula, immersa nel silenzio e nella calma, il luogo più rilassante di tutta Hogwarts e che mi ospitava sempre di buon grado quando ne avevo bisogno.

Entrata, l’odore di intrugli vari mi avvolse completamente, stringendomi in una morsa piacevole e irresistibile, mi diressi verso un calderone e uscii degli ingredienti dalla borsa, aprii il libro a pagina trecentonovantaquattro e iniziai a leggere:

Amortentia, il più potente filtro d’amore
                

Perché mi era capitata proprio quella? Sinceramente mi aspettavo qualcosa sui Lupi Mannari come per il libro di Difesa contro le Arti Oscure, ma… tanto una pozione valeva l’altra, mi aiutava a rilassarmi e quindi iniziai la preparazione.

Tritare finemente i petali di rosa, gettare nel calderone cinque peli di crine di unicorno, bollire con quattro capelli di veela… quanto amavo pozioni.

L’aula era piccola e buia, fornita di parecchie mensole con varie ampolle colorate e scintillanti, i banchi erano allineati perfettamente di fronte alla cattedra e io mi apprestavo a far fermentare la mia pozione per mezz’ora.

Scrutai, senza però farci davvero molto caso, l’intera aula e sorrisi di stupore, vedendo che sulla cattedra vi era adagiata una rosa rossa, con allegato un bigliettino.

Era la prima volta che vi trovavo un biglietto insieme alle rose, quindi mi affrettai a leggerlo, ma con molta delusione mi accorsi che vi era scritta solo una frase:

Se non permetti alle persone di sognare, le rendi schiave.
Il ragazzo delle rose

La calligrafia era sghemba e strana, ma le parole erano leggibili e davvero significative, anche se non ne avevo afferrato appieno il senso sorrisi, fino a toccarmi le orecchie con gli angoli della bocca.

Non sapevo, però, che sotto il mantello dell’invisibilità, sempre dentro quella stanza, si celava la persona che mi dava il tormento da anni e che voleva vedermi felice più di ogni altro.

Finta la preparazione, mi apprestai a sentirne l’odore, chiudendo gli occhi e assaporandolo dolcemente.

Rose…

Biscotti…
                         
Muschio…

Cioccolato…

Aria fresca…

Sinceramente non trovavo il nesso in questi odori, ma pensai fossero tutti colleganti al mio ragazzo delle rose e quindi lasciai correre, mentre riponevo dentro la borsa tutto il materiale, uscendo nel corridoio fuori dall’aula.

Il mio cuore batteva forte…

Tum, tum, tum, tum…

E non ne capivo il motivo.

Un ragazzo dai capelli rossi e il sorriso sempre stampato in faccia si dirigeva verso di me, facendomi immobilizzare.

Il corridoio era deserto, non una mosca volava in quella quiete e io e quel ragazzo ci guardavamo, nel mentre il mio cuore batteva.

Tum, tum, tum, tum…

Era Fred Weasley, però appariva diverso… più… serio?!

Si avvicinò a me, mostrando un espressione ridente con tutta la sua faccia.
Come faceva a ridere con tutti i muscoli facciali? Non lo sapevo, ci avrei riflettuto su in seguito.

- Ehi, caramellina, oggi esci con me?- mi chiese, guardandomi negli occhi con sguardo magnetico.
Per un attimo ne ero rimasta incantata, ma era pur sempre Fred Weasley e io lo odiavo.

- Weasley, era una domanda retorica? No, non esco con te, benché meno il giorno del mio compleanno! Non ho tempo da perdere con degli scocciatori come te- gli dissi, cercando di mantenere la calma iniziale.

- Ma dai! Ti chiedo solo un appuntamento, Fiorellino!- mi disse lui tenero, cercando di addolcirmi, ma io era irremovibile.

- La vedi questa- e gli mostrai la rosa –quando imparerai cos’è il romanticismo, la dolcezza e anche il significato delle parole ossessione e persecuzione ne riparliamo. Anche se dubito che cambierai mai, sei solo uno sbruffone che si sente chissà chi e crede di poter avere tutte ai suoi piedi, mi dispiace dirtelo, ma non fai per me; ma tanto anche se te lo dico a che serve? Sei ostinato e continui imperterrito, sinceramente io apprezzo di più questi piccoli e dolci gesti che le tue continue richiese- gli dissi, con molta calma mischiata ad un pizzicò di acidità Corvonero e me ne andai, lasciandolo sgomentato e leggermente affranto.

M’ incamminai con un senso opprimente nel petto.
Forse avevo esagerato, forse non dovevo essere così tagliente.

Camminavo lentamente per i corridoi con la rosa rossa in mano, i miei passi riecheggiavano per le pareti e l’unico rumore che sentivo era il mio respiro lento e irregolare.

Una specie di uccellino di carta mi picchiettava l’orecchio e lo afferrai con grazia, aprendolo con il volto pervaso dallo stupore.

Se non permetti alle persone di sognare, le rendi schiave.
Perché non ti fidi, Merci?
Non ti darò più il tormento, se non vuoi, ti chiedo solo di venire sta sera nell’aula di pozioni e capirai chi sono realmente.
Qualcuno che ti ama.

Ancora quella frase, ancora quella grafia.

Mi voltai, ma non vidi altro che la mia ombra stagliarsi per l’intero corridoio. Mi portai il biglietto al cuore, chiedendomi il perché di quelle parole: io ero innamorata di quel ragazzo, anche se non sapevo chi fosse.

Lui mi amava? Diceva di si.
Chi era? Quello lo avrei scoperto.

                                                                       ***

Quella sera a cena mangiai tranquilla, senza interruzioni o Fred Weasley tra i piedi.

Era così strano…

Okay, leggermente Weasley mi mancava, ma solo perché mi annoiavo a morte senza discutere con lui. Lo osservavo di sottecchi al tavolo dei Grifondoro, stava conversando animatamente con i suoi amici, ma lo vedevo spento, con una strana luce triste negli occhi.

“Non è che adesso che me ne sono liberata, iniziava a mancarmi?
Ecco a voi la mente contorta di Mercedes Jones.”

                                                                      ***

Quella sera, dopo cena, mi diressi verso l’aula di pozioni; luogo dove avrei finalmente conosciuto quel ragazzo.

I corridoi apparivano ancora più bui e tetri rispetto a quando era giorno, si sentiva un pungente odore di umido e di stagnato che s’inoltrava prepotentemente nelle mie narici, facendomi storcere il naso più volte.
Arrivata, aprii cautamente la porta e scrutai attentamente l’aula avvolta nell’oscurità. Non vidi nessuno ed entrai leggermente delusa, l’espressione d’impazienza nel mio volto era sparita e adesso ne era presente una consapevole.

Ma cosa pensavo? Nessuno poteva farmi nelle cose del genere, nessuno era così romantico come credevo, mi ero illusa e ne pagavo le conseguenze.

Che compleanno di merda.

- Rosa color pesca, significa amore segreto- disse una voce roca e profonda, non la riconobbi. Mi voltai, ma non vidi nessuno.

- Chi sei? Dove sei?- chiesi intimorita, ma mantenendo una postura sicura.

- Non puoi vedermi. Vuoi davvero sapere chi sono?- mi chiese lui, restando sempre invisibile.

- Certo! Voglio davvero sapere chi sei!- dissi io con infinita dolcezza.

- Rosa dal colore blu: l’amore eterno- continuò lui, rammentandomi i significati delle rose che mi mandava.

L’aula era buia e non riuscivo a vedere a più di un palmo dal mio naso, poi sentii un lieve spostamento d’aria proprio di fronte a me e iniziai a respirare freneticamente.
Sentivo il respiro di quel ragazzo sul mio viso.


- Rosa rossa, amore struggente e passionale- e si tolse il cappuccio del mantello dell’invisibilità, premendo delicatamente le sue labbra sulle mie, non dandomi nemmeno il tempo di vederlo in viso.

Il tocco era delicato, le labbra morbide al sapore di cioccolato, il bacio era lento e dolce, poco dopo anche approfondito.
Non avevo mai ricevuto bacio più bello, più dolce e più delicato in tutta la mia vita.

Non osavo aprire gli occhi per timore che l’incanto finisse, le nostre bocche erano in simbiosi e non volevano staccarsi.
Quel bacio durò quelli che mi sembravano ore, o forse anni, o forse secoli, ma poi tutto finì, perché anche gli incanti più belli prima o poi si concludono e vidi il volto del ragazzo delle rose.

- Tu?!- dissi stupita, reprimendo moti omicidi.

- Lo sapevo che saresti rimasta delusa- disse lui con amarezza, accarezzandomi la guancia. Io scacciai la sua mano e gli diedi uno schiaffo, che riecheggiò per tutta l’aula.

Una lacrima solitaria mi scese dal volto, mentre lui si massaggiava la guancia arrossata.

-  Non pensavo potessi essere così meschino. Va bene il tormento giornaliero, va bene tutti quei soprannomi idioti, ma questo non lo tollero. Io ci credevo davvero a questa cosa, alle rose e a tutto il resto, chissà quante risate ti sarai fatto con i tuoi amici, no? Sono stanca di te, Fred Weasley!- urlai, non mi arrabbiavo mai in quel modo ed ero davvero troppo distrutta per badarci.

- Nessuno dei miei amici lo sa. Tu mi piaci davvero, Mercedes, tutto questo l’ho fatto solo per te. Mi accontento  di vederti sorridere così, dato che a me non ne regalerai mai nessuno, dei tuoi sorrisi. Se ti ho ferita mi dispiace, l’ho fatto solo perché ti amo- mi disse serio, con il viso più sincero di tutti.

Non dissi niente.

Era davvero così? Mi potevo fidare?

Gli diedi un bacio sulla guancia arrossata e scappai via, chiudendomi la porta alle spalle senza farlo replicare.

“Forse, dopo tutto, il principe azzurro non è perfetto, basta solo vedere chi ti ama davvero” pensai, mentre correvo verso la mia Sala Comune a sognare, magari, il mio ragazzo delle rose.

 


Angolo autrice
qui inizio a spiegarviun po’ meglio la cosa.
Allora,siamo al settimo anno della coppietta e lei non sopporta lui da tempo immemore. Dal quarto anno lei ha iniziato a ricevere quelle rose da Fred non sapendo chi fosse e lui non lo aveva mai rivelato a nessuno. Lei è una tipa tranquilla e ragionevole, va più per la calma che per l’isteria e credo si noti, lui è il classico tipo alla James Potter, innamorato e ossessionato dell’unica ragazza che non ne vuole sapere di lui. Non ho voluto affrettare le cose alla fine con una dichiarazione da parte di Mercedes dato che lei non si può innamorare di punto in bianco della persona che più odia, diciamo che alla fine lo prende in considerazione.
beh, spero che vi sia piaciuta e grazie in anticipo a chi recensirà metterà tra preferite/seguite/ricordate questa storia e anche a chi la leggerà
auguri ancora Gra Gra 96
Baci
Alyssia98




  
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