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Autore: Revysmile    05/11/2011    2 recensioni
Questa parvenza di sogno svanisce in fretta ed io mi accorgo solo adesso di essere completamente avvolto nelle coperte di un letto, anzi del mio letto, in uno squallido appartamento, mio anch'esso, mentre la mia sveglia gracchia "Sympathy for the devil" dei Rolling Stones.
Sono presenti OC.
[Pairings: FruK, RusGre,AustriaUngheria ed altri]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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 “Rockin the casbah,

rock the casbah!”

Sì cazzo: i Clash sì che sanno cosa vuol dire suonare!

Dopo aver distrutto i miei unici utensili per scrivere, tra l'altro a causa di un discorso fra ragazzine, ho abbandonato l'idea di tentare di comporre qualcosa, scegliendo di starmene buono, ad ascoltare la mia musica.

But as the wind

changed direction”

Tuttavia, mentre canticchio a bassa voce, un improvviso movimento proveniente dai miei pantaloni mi fa sobbalzare, strappandomi alle melodie della band inglese.

Mi sfilò celermente gli auricolari ed estraggo, non senza qualche difficoltà, il mio cellulare dalla tasca dei miei jeans, sul display lampeggia un numero sconosciuto, ma non mi pongo tanti problemi e rispondo con voce professionale.

-Pronto?-

-Arthur? Mi senti?-

Il suono di queste poche e semplici parole mi riscaldano l'animo, facendomi dimenticarmi della mia attuale, drammatica, situazione e riportandomi ad un'atmosfera casalinga.

-Ciao mamma. Come stai?- rispondo guardando fuori dal finestrino.

-Oh che bello sentirti! Vuol dire che sono riuscita a far funzionare questo aggeggio! Tu come stai?-

-Io sto bene, com'è il Belgio?- è la verità, sto bene, tralasciando le fitte allo stomaco, a causa di Heracles, e il mal di testa, a causa dei postumi della sbornia.

-E' molto bello! Dovresti venire almeno una volta!-

Mi piacerebbe mamma, ma al momento sono completamente al verde.

Questa è la risposta che vorrei darle ma decido che è meglio lasciar perdere, tende ad essere apprensiva riguardo alcuni aspetti.

Era partita per un viaggio in solitaria in Belgio qualche settiamana fa, a molti potrebbe sembrare una follia per una donna gironzolare sola e senza un motivo apparente per una nazione straniera, ma trattandosi di mia madre tutto ciò rientra nella norma.

-Dimmi, come va il lavoro?-

Ecco, questo è un colpo basso.

-Bene, al momento sto andando in un locale per trattare riguardo ad un ingaggio.-

-Roderich e Ivan non sono con te?-

-No, Roderich è al lavoro ed Ivan l'ho lasciato a casa. Temevo che avrebbe sparato qualche frase delle sue da pazzo psicotico e-

Ma non faccio in tempo a finire di parlare che lei conclude al posto mio la frase.

-E voi avete bisogno di quel lavoro perchè siete sul lastrico, giusto?-

Ogni volta che accade qualcosa di simile mi lascia interdetto.

-Hai i superpoteri, mamma? Mi leggi nel pensiero?-

-No Arthur, sono semplicemente tua madre.- mi risponde sospirando.

La discussione non dura ancora molto, mi racconta qualcosa del Belgio e mi chiede di me, del gruppo e delle mie giornate passate tra l'Eliotropilaki e la sala prove.

Inoltre mi informa anche che ha chiamato mio fratello Sean a Cardiff, il quale le ha detto che presto sarà il papà di una bambina, mentre mia sorella è stata licenziata per l'ennesima volta.

La chiamata termina presto e quando arrivo alla mia stazione ho già riattaccato.

Mi ha reso felice sentire la voce di mia madre, che a mio parere è la donna più straordinaria che io abbia mai incontrato, infatti in una piccola casetta di periferia riuscì a crescere, completamente da sola e senza aiuti, me ed i miei cinque fratelli.

E' da tanto che non li vedo, hanno tutti cambiato città ed inoltre i nostri rapporti non sono così rosei da permetterci viaggi di piacere per ritrovarci. Ripensandoci è una cosa un po' triste, ma ormai mi sono abituato ad essere solo.

Con questi pensieri arrivo finalmente al locale e intavolo le trattative con il gestore, il quale sembra molto entusiasta di farci suonare per lui.

Non mi trattengo ancora a lungo, giusto il tempo di mangiare qualcosa, anche se in realtà si tratta di un misero pasto data la mia nausea persistente, per poi fiondarmi in stazione a prendere il primo treno per tornare alla mia città per un orario decente visto l'impegno che avevo quel pomeriggio.

Il viaggio di ritorno procede senza intoppi e incazzature varie, anche perchè praticamente entro in coma sul sedile, risvegliandomi giusto cinque minuti prima dell'arrivo alla mia fermata.

Il grigiore del cielo accompagna i miei spostamenti attraverso la città mentre mi dirigo a casa mia per recuperare i miei strumenti e in seguito per raggiungere una sala prove dove gli altri, due, componenti della band mi stanno aspettando.

Sinceramente, piuttosto che andare lì ed apprestarmi a fare quello che abbiamo stabilito preferisco prendermi a martellate i mignoli dei piedi, tuttavia le nostre condizioni sono disastrose e non ho altra scelta.

Questo pomeriggio avremmo indetto delle audizioni per trovare un nuovo bassista.

 

Quando finalmente arrivo nel luogo prestabilito trovo un discreto gruppo di persone in fila, tutte rigorosamente con il proprio strumento in spalla, per iniziare l'audizione. Appena mi vedono, carico della mia chitarra, in molti mi stringono la mano e si presentano calorosamente, forse nella speranza di avere qualche possibilità in più di essere scelti.

Superando non qualche difficoltà riesco a farmi largo fra la folla e ad entrare nella sala che per ora è ancora chiusa agli aspiranti.

-Sei in ritardo Kirkland.- mi accoglie la voce antipatica di Roderich, il mio batterista.

Se la storia che ha portato Ivan a suonare nel mio gruppo è senz'altro interessante, la sua sfiora il demeziale, o il patetico, che dir si voglia.

-Hai una faccia orribile Arthur- aggiunge il russo con il suo solito sorriso glaciale – Risenti ancora dei postumi di ieri sera? Eppure ti sei divertito.-

-Vai a cagare.- la mia risposta acida sembra divertirlo ancora di più, infatti mi risponde sorridendo.

Lo conosco fin troppo bene, per la storia con Mei Mei mi ricatterà almeno per un mese.

-Allora, sei riuscito ad avere l'ingaggio o hai mandato a monte tutto con il tuo solito caratteraccio?- mi chiede l'austriaco guardandomi in modo torvo e con le braccia incrociate.

-Sei così antipatico perchè oggi è il tuo primo giorno di ciclo, Roderich? Comunque ci assumono, poi vi do' le date.- rispondo mentre accordo il mio strumento.

Con questa mia frase lapidatoria chiudo in fretta la discussione, sono ancora a pezzi e prima finiamo queste audizioni prima posso andare a casa e diventare una sola entità con il mio comdo, accogliente, amato divano.

Passiamo almeno un'ora a suonare insieme ed ascoltare musicisti mediocri o assolutamente scarsi ed io comincio ad avere i nervi a fior di pelle.

Ad un certo punto entra nella sala un ragazzo alto, con gli occhiali e lo sguardo gentile, di origine estoni e con un grosso talento musicale.

Per me la scelta è fatta, ce lo vedo benissimo come nostro bassista, ormai è già uno della band.

Con la coda dell'occhio osservo Ivan e Roderich, uno sorride e l'altro è serio, niente di strano, tuttavia un l'espressione del russo è libera da quella sua solita aurea spaventosa e lo sguardo corruciato dell'austrico... beh lo è meno del solito.

Li conosco bene e posso tranquillamente basarmi su queste loro poche reazioni per capire una cosa, l'estone ormai è con noi.

Comunque decidiamo di continuare le audizioni, anche se ormai non sono altro che una farsa, la nostra decisione l'abbiamo già presa.

Dopo il nostro futuro bassista, varca la soglia una delle figure che ci auguravano di non vedere, si capisce dalle spille sul gilet, dal passo altezzoso, dalla finta montatura vintage degli occhiali e soprattutto da quell'aria di puzza sotto il naso. Si tratta di uno dei cosidetti insopportabili “professorini del rock”.

Non importa se suoni da poco tempo o da una vita, lui supporrà di saperne sempre più di te e non perderà occasione per dimostrartelo.

Appena fa il suo ingresso ci squadra da cima a fondo ed in particolare si sofferma su di me ed Ivan, poi, aggiustandosi gli occhiali sul naso, comincia a presentarsi.

Dice di chiamarsi Brian, Brian e basta, niente cognomi, non siamo degni di saperlo, noi, band non da prima classifica, e poi continua decantando le sue doti da chitarrista.

Simultaneamente, appena le nostri menti colgono questo particolare, ci voltiamo gli uni verso gli altri, guardandoci con occhi alquanto sgranati.

-Questa è un'audizione per trovare un bassista, non un chitarrista.- gli fa notare Ivan con un sorriso deliziato, già pregustandosi la sua prematura fine.

-Lo so, ma non penso che voi abbiate bisogno di un bassista, ma di un chitarrista.- esordisce Brian squadrandomi.

-Mi sono informato riguardo a voi, tu- dice puntandomi – suoni il basso e canti mentre ora vorresti ritornare alla chitarra, giusto? Io invece penso che dovresti rimanere così come sei, invece lui- questa volta indica Ivan- farebbe meglio a passare alla seconda chitarra, e poi dovreste farmi entrare nella formazione come chitarrista principale, chiaro? Perchè un sound come il mio non lo possiede nessuno e così, saliremo in testa alle hit parade.

Ma questo lo potete fare solo con me, anche perchè, sinceramente, alcune tonalità canore riesco a raggiungerle solo io e come seconda voce sarei perfetto. Inoltre..-

Ma non tace neanche per respirare questo?

-con questo nuovo approccio potremmo salire in alto, mi capite no? Intendo in alto. Così facendo finalmente raggiungereste lo stesso livello di cantanti tipo Jones. Riuscite a comprendere vero? Perchè, in effetti vi seguo da un po' ed ho sempre pensato che tu, Kirkland, abbia sempre tentato di emularlo, ma, ora come ora, sei lontano anni luce da lui, mentre con me riusciresti ad avvicinarti almeno di una spanna, tutto cristallino?-

 

Aveva sentito l'annuncio per cercare il nuovo bassista di una band, che normalmente risiedeva in città, da un suo amico, musicista anche lui, e senza pensarci due volte aveva deciso di tentare.

Era in Inghilterra ormai da una settimana e non aveva ancora trovato un offerta di lavoro soddisfacente, mentre questa appariva senz'altro interessante.

Arrivato alla sala prove, tuttavia, si era trovato ultimo di una fila lunghissima, dopotutto erano un gruppo misicale abbastanza in vista, e quindi non aveva potuto far altro che mettersi seduto, a malincuore, ad aspettare il proprio turno con le speranze di esser scelto ormai dimezzate.

Era appena uscito un ragazzo con gli occhiali e il viso senz'altro soddisfatto, di chi ha suonato benissimo ed ha ottime possibilità di passare.

Subito dopo di lui era entrato un tizio tronfio che trasportava una chitarra, cosa di cui non si capacitava dato che era un'audizione per un bassista.

Era dentro da qualche minuto nella sala e si sentiva parecchia confusione.

Improvvisamente la porta si spalancò ed uscì l'aspirante musicista con gli occhiali storti ed il volto stralunato e terrorizzato, dietro di lui il seggiolino della battaria compiva un perfetto moto parabolico, ed atterrava esattamente a pochi centimetri da lui.

-Kirkland fermati, altrimenti fai scappare tutti.- si sentì una voce, marcata da un accento che sembrava tedesco, rompere il silenzio causato dallo sgomento dei presenti.

Non fece in tempo a capire la dinamica dell'accaduto che tutti sparirono, più velocemente della luce, anche il ragazzo con gli occhiali che sicuramente aveva suonato bene, e rimase lui, da solo.

-Il prossimo.- si sentì solamente chiamare dall'altra stanza.

 

Sento ancora il fiato pesante causato dalla recente esplosione di adrelina.

Senza pensare, avevo afferrato il seggiolino di Roderich, e l'avevo scagliato contro il professorino, non solo, sarei riuscito benissimo a colpirlo se non fossi inciampato in un cavo degli amplificatori.

-Tanto me lo ripaghi.- sentenzia semplicemente l'austriaco incrociando le braccia, intanto Ivan ha una smorfia imbronciata.

Sicuramente avrebbe voluto fare per primo quello che avevo fatto io.

L'unica cosa di cui mi pento è di aver fatto scappare tutti i presenti, anche il mio futuro bassista, sì, perchè ormai il suo ingresso è già deciso, o meglio era.

Sconsolato emetto un flebile -Il prossimo- con ben poche speranze di vedere qualcuno varcare quella soglia.

Dopo pochi attimi di silenzio, destando la mia sorpresa, sento dei passi avvicinarsi ed un uomo si affaccia sulla stanza.

-Vedo che non tutti si sono fatti intimorire da te, Kirkland- sentenzia ancora una volta Roderich.

-Qual'è il tuo nome?- chiede Ivan in modo cortese ma pur sempre imbronciato come un moccioso deluso.

Un biondino, alto e dalle eleganti movenze, avanza verso di noi e mi fissa sorridendomi.

-Mi chiamo Francis, Francis Bonnefoy.-

 

 

 

 

Ecco finalmente pubblicato il secondo capitolo, giusto il giorno del mio compleanno, interamente dedicato a mio fratello e alla sua smodata passione per i Clash.

Inoltre il sopracitato Sean Kirkland altri non è che Galles, un mio OC.

P.S. Ringrazio tutti quelli che hanno letto, seguito o recensito questa storia! Grazie davvero!

  
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