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Autore: MaggieMurdock    06/11/2011    0 recensioni
(Jake Gyllenhaal - Anne Hathaway)
Quando i personaggi di un copione e gli attori si fondono, dando vita a sentimenti del tutto inaspettati..
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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 Non fate troppo caso agli elenchi puntati, so che quei puntini stanno male, cercherò di sistemare la cosa molto presto XD

Il giorno dopo arrivai sul set con i dubbi della sera prima ancora in circolo, per quanto avessi cercato di dimenticarli quella tensione nei confronti di Anne non mi aveva abbandonato, ed il fatto che lei fosse arrivata sulla scena coperta solo da una vestaglia di seta, che abbracciava le forme del suo corpo, non mi fu di nessun aiuto.

Cazzo Jake, ti infilerai in un altro casino di sicuro! Cercai di ammonire me stesso, ma intanto continuavo a guardarla ammirato.

Lei mi salutò con il solito tono amichevole e cominciammo a lavorare.

A lavorare, per modo di dire, continuavo a distrarmi e ridevo nervosamente dei miei errori.

Ed non era irritato, grazie a dio, ma mi fece un paio di battutine durante la pausa che mi fecero capire di dovermi dare una svegliata se non volevo rimanere lì fino a notte inoltrata.
Certo che avere quei pensieri, con lei proprio lì vicino, seminuda su un letto con me, non faceva altro che complicare la situazione.
Più cercavo di pensare al mio personaggio e meno ci riuscivo, inebetito dalla sua bellezza.

Continuavo a pensare cose indicibili.

Mi guardava con quegli occhi scuri e profondi e puff.. cervello in pappa.
Lei rideva, e io mi sentivo un perfetto imbranato.

Alla fine in qualche modo riuscimmo a portare a casa la scena, quando ormai cominciavo a perdere le speranze.

Il resto della giornata scorse molto più tranquillamente, finchè Ed non dichiarò che eravamo liberi di andarcene.
Andai a cambiarmi in camerino e dopo poco sentii bussare alla porta.
Ebbi una certa sorpresa nel trovare Anne davanti a me.
 

  • Ehi, ti va di fare la strada insieme a piedi per tornare in albergo? Ho voglia di camminare – esordì lei con un sorriso mozzafiato sul volto.
    - Sì, certo, perchè no? - risposi io.
    Non volevo essere poco carino con lei, nonostante l'imbarazzo crescente per i pensieri peccaminosi che continuavano a girarmi in testa.
    Cercai di darmi un contegno mentre le camminavo di fianco e di concentrarmi su quello che stava dicendo.
    - E' proprio carina Pittsburgh – constatò Anne guardandosi attorno.

  • Hai ragione, anche a me piace! Peccato non avere avuto ancora tempo per fare un giro in città -

  • Beh, che ne dici di farlo stasera? -

  • Buona idea, ci sto! - risposi, e dentro di me, sperai in un lampo di irrazionalità che non volesse fare la stessa proposta anche a qualcun'altro.

Mi accorsi finalmente che non potevo negare a me stesso di voler passare più tempo con lei e a questo pensiero si aggiunse la paura.

Una paura fottuta di non riuscire più a controllare ciò che provavo, così come mi ero abituato a fare dopo che ero stato ferito. E averla lì davanti che mi sorrideva in quel modo amplificava tutti i problemi.

Ci salutammo, non prima di aver stabilito un orario per incontrarci di sotto.
Una volta in camera mi sdrai sul letto, pensando a quanto era carina con me, anzi, a quanto era carina e basta e mi dissi che dovevo andarci piano.
Respirai profondamente, cercando di rientrare nel mio solito mood noncurante, ma non ce la facevo.

 

Alla fine mi buttai sotto la doccia, con la speranza di schiarirmi le idee.

Indossai una camicia e un cardigan di lana pesante, dei jeans scuri, scarpe da ginnastica e scesi di sotto per raggiungere Anne.

Ovviamente appena la vidi, con addosso un vestitino di lana leggera rosso, calze coprenti, stivali da biker e un cappottino corto nero, persi di nuovo il lume della ragione.

Era vestita in modo normale, niente di particolarmente ricercato o appariscente, ma era lo stesso bellissima, niente da fare.

Si alzò dalla poltrona nella hall su cui era seduta e venne verso di me.

  • Ehilà, eccoti – mi diede un bacio sulla guancia e poi aggiunse – che bel maglione, ti sta molto bene -

  • Grazie – riuscii a mormorare mentre cercavo di riprendermi.

  • Allora, vogliamo andare? Josh ci abbandona stasera, dice che la sola idea di camminare così tanto lo fa star male – rise.

  • Il solito Josh – dissi scuotendo la testa e ridendo a mia volta segretamente entusiasta del fatto che fossimo solo noi due – Comunque, sono pronto! -

Ci eravamo incamminati verso il centro città, chiacchierando del più e meno, quando lei mi chiese: - Ma che ti era preso oggi, sul set? -

  • Cosa intendi? - cercavo di fare lo gnorri, ma sapevo benissimo a cosa stava alludendo.

  • Massì, in quella scena con me, a letto.. sembravi con la testa completamente altrove – disse guardandomi con aria perplessa e indagatrice – Sono quasi sicura che avresti voluto essere da qualsiasi altra parte meno che lì –

  • Mannò, ero solo un po' stanco e mi sono deconcentrato. Anzi, scusami -

  • Nessun problema – rispose – forse avresti preferito essere con la ragazza di ieri -

  • Che dici, no! Assolutamente, non ha niente a che vedere con te, tu sei.. - e mi bloccai di nuovo – bellissima! -
    Meravigliosa, avrei voluto dire.
    E io sono qui come un ragazzino, con le mani sudate, pensai.

 

  • Ti ringrazio, anche se so che preferisci le bionde – disse, facendomi l'occhiolino.

  • Beh, questa mia preferenza mi ha portato un mucchio di guai.. - risposi pensieroso – forse mi conviene ripensarci -

  • In tal caso, conosco un mucchio di ragazze dai capelli scuri che sarebbero ben felici di conoscerti -

E tu, saresti felice di conoscermi meglio? Pensai, ma mi guardai bene dal dirlo ad alta voce.

  • Vabbè, non sono poi questo granchè – cercai di schernirmi

  • Questo è uno dei tuoi lati buoni – mi disse, guardandomi con dolcezza – terribilmente attraente e inconsapevole di esserlo -

A quella sua frase, unita a quell'espressione irresistibile, provai una gran voglia di baciarla.

Non seppi rispondere, se non con una risatina e scuotendo la testa come per dire che era un complimento che non meritavo.

Lei mi guardò con l'aria di una che la sa lunga ma preferì non insistere oltre, probabilmente notando il mio palese imbarazzo.

 

Arrivammo in centro dopo una lunga camminata, l'aria fredda della sera mi colpiva il viso e anche Anne aveva le gote rosse.

Non avevo ancora messo niente sotto i denti, e il brontolio del mio stomaco mi confermò che era ora di mangiare qualcosa.

  • Che ne dici di fermarci da qualche parte? Io ho una fame tremenda! - confessai

  • Anche io, a dire il vero! Avrei proprio voglia di una pizza – disse con l'espressione sognante di chi sta già pregustando un sapore delizioso.

  • Ok, andata! Oh, neanche a farlo apposta, che ne dici di questa? - dissi mentre giravamo l'angolo e ci si presentò davanti proprio una pizzeria.

  • Perfetto! - rispose entusiasta.

Entrammo e ci sedemmo a un tavolo, dopo un attimo arrivò il cameriere a portarci il menù.

Notai la sua espressione sorpresa, probabilmente ci aveva riconosciuto, ma ebbe la cortesia di non fare commenti.

Ci portò una caraffa d'acqua e prese le nostre ordinazioni.

Anne aveva scelto una margherita, mentre io una pizza al salame piccante, ed entrambi avevamo chiesto una birra.

La guardai mentre prendeva il tovagliolo e se lo sistemava sulle ginocchia, non riuscivo ad impedirmi di notare l'eleganza innata dei suoi movimenti anche nelle cose più banali.

  • Allora, che mi dici del film, ti piace? - mi chiese improvvisamente.

Mi scossi dai miei pensieri – Sì molto! Siete tutti persone stupende, è piacevole lavorare con voi! - affermai, e lo pensavo davvero.

  • Hai ragione, siamo un bel gruppo! -

  • E poi mi piace immedesimarmi in Jamie -

  • Fa un sacco di sesso, per forza ti piace – mi guardò maliziosa e mi sentii lo stomaco sobbalzare per un momento.

  • Ahah, effettivamente! - risposi cercando di apparire baldanzoso, poi tornai serio – Mi incuriosisce il dualismo del suo carattere, un attimo è uno sbruffone menefreghista e quello dopo è saggio e profondo.. è stimolante -

Anne fece un cenno di assenso – E a me piace Maggie, che allo stesso modo cerca di apparire forte e indipendente nonostante la malattia, ma dentro si porta un bisogno tremendo di essere accudita e protetta. - si fermò un attimo poi aggiunse – Certo che siamo proprio una bella coppia! -

La naturalezza del suo sguardo e la semplicità con cui aveva detto quella frase mi stesero.

Chissà cosa avrebbe pensato se avesse saputo quello che mi passava per la testa da un paio di giorni.

Le sorrisi, ancora un po' stralunato per aver sentito chiaramente dentro di me che non mi sarebbe dispiaciuto se lo fossimo stati sul serio.

Ma ancora una volta, non ebbi il coraggio di dirle niente.

Sbloccarmi dalla mia routine di orso in letargo chiuso in me stesso si stava rivelando più complicato del previsto, sentivo ancora la terra mancarmi sotto i piedi ogni volta che pensavo di aprirmi a una nuova relazione.

Nello stesso tempo, continuavo a sentirmi terribilmente attratto da lei e queste sensazioni contrastanti si agitavano dentro di me in una battaglia senza esclusione di colpi.

Decisi di fare finta di nulla e il cameriere con le pizze arrivò a salvarmi dall'imbarazzo.

Cominciammo a mangiare e mi affrettai a cambiare argomento, chiedendole di lei e della sua famiglia.

Lei sembrava a suo agio e mi raccontò della sua infanzia, dei suoi genitori e del fratello.

Mi disse che quest'ultimo le aveva confessato di essere omosessuale, del meraviglioso rapporto che aveva con lui e del modo in cui si sostenevano a vicenda e si confidavano l'un l'altra.

- E' forse la persona a cui voglio più bene al mondo -

  • Ti capisco, anche per me è così con mia sorella. Abbiamo passato anni a litigare durante l'adolescenza, ma poi ci siamo calmati e dopo il divorzio dei miei ci siamo uniti tantissimo. Non potrei mai fare a meno di lei. E poi adesso c'è Ramona, dovresti vederla, è la più bella bambina che abbia mai visto. - e sorrisi al pensiero di mia nipote.

  • Che zietto orgoglioso – disse Anne sorridendo.

  • Non posso farci niente – dissi ridacchiando – sono pazzo di lei -

  • Ecco un altro dei tuoi lati buoni – mi sussurrò lanciandomi uno sguardo di approvazione e io mi sentii come se fossi sulle montagne russe.

  • E' solo merito suo, non si può fare a meno di adorarla. -

  • E Matilda? Vedi spesso lei e Michelle? -

  • Sì cerco di vederle appena posso, sono parte della famiglia e non voglio lasciarle sole ora che.. beh, ora che Heath non c'è più – Mi sentii avvinto dalla malinconia e dovevo avere uno sguardo più che eloquente sui miei sentimenti, dato che lei si fece seria improvvisamente e mi guardò con tenerezza senza aggiungere altro.

Aveva capito che quell'argomento mi faceva ancora star male e la ringraziai mentalmente per il tatto che aveva usato.

  • Bando alla tristezza – dissi con convinzione, per cercare di stemperare l'inevitabile aria pesante che si era creata improvvisamente – vuoi qualcos'altro? -

  • No per carità, sento che potrei scoppiare! - mi rispose lei toccandosi lo stomaco.

  • Ok, chiediamo il conto! - Feci un cenno al cameriere che si affrettò ad avvicinarsi.

Insistetti per offrire io, almeno quello potevo farlo senza apparire uno che cerca di provarci, e fui irremovibile nonostante le proteste di Anne che voleva a tutti i costi pagare la sua parte.

Uscimmo dal ristorante e l'aria fredda ci investì come un treno, tanto che rabbrividimmo nello stesso momento.

  • Beh, allora grazie! - mi fece lei – ma la prossima volta offro io, altrimenti mi arrabbio sul serio! - disse fermamente per poi darmi un lieve pugno sul braccio.

  • Ok, ok, basta che non mi riempi di botte! - dissi accarezzandomi il punto in cui mi aveva appena colpito. Non avrebbe di certo potuto farmi male, ma preferivo lasciarglielo credere.

Sulla strada del ritorno lei era ancora loquace ed ero veramente stupito da quanto fosse acuta ed intelligente.

Sono proprio cotto, dissi a me stesso e quel pensiero mi invase prepotentemente.

  • Beh allora grazie per la serata – dissi una volta arrivati in albergo e poi fingendo di essere scandalizzato per l'ora che avevo letto sul mio orologio – Magari è meglio se andiamo a dormire, Ed si incazzerà per la prima volta nella storia se arriviamo sul set come due zombie! -

Era l'una di notte, nemmeno tanto tardi, ma sentivo che se fossi rimasto ancora con lei, la situazione mi sarebbe sfuggita del tutto di mano.

  • Sì hai ragione, forse è meglio – convenne lei, nonostante uno sguardo che per un attimo mi fece pensare che fosse un pochino delusa di far finire la serata così.

  • Allora buonanotte – dissi sorridendo, cercando di stemperare l'imbarazzo che provavo.

  • Buonanotte – mi si avvicinò e posò le sue labbra sulla mia guancia, delicatamente.

Per un secondo pensai di mandare al diavolo il riposo, il film, la recitazione, persino Ed e tutto il resto del cast.. provavo qualcosa di incontrollabile ad averla vicina in quel modo e non volevo che finisse.

Ma non feci niente, se non baciarla a mia volta sulla guancia per poi congedarmi da lei.

Presi l'ascensore dandomi dello stupido e una volta in camera mi svestii in fretta e misi a letto.

Faticavo a prendere sonno e sapevo benissimo il motivo.

Mi rigiravo sotto le coperte, pensando a quanto stavo bene con lei, come non mi succedeva da tanto tempo.

Forse, mi dissi, varrebbe la pena almeno provarci, se sto così per una semplice cena insieme ci sarà pure un motivo. Dannazione, ma che senso ha continuare a mentire a me stesso.. mi piace!

Cosa c'è di male, brutto pezzo d'idiota!?? Svegliati!!

 

Almeno, se lei mi avesse rifiutato, non avrei avuto rimpianti.

L'unico problema era capire quando e come avrei potuto svelarle quello che sentivo.

Occupati com'eravamo sul set, non rimaneva molto tempo da passare da soli.

Ed era stato clemente in quei giorni, ma c'era ancora un sacco di lavoro da fare e non potevamo adagiarci sugli allori.

Nonostante questo, provai forte la certezza che non potevo più tirarmene fuori e mi addormentai finalmente deciso a prendere in mano la situazione.


 

  
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