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Autore: jade146    06/11/2011    6 recensioni
Tom e Jade si alzarono - Bene… Noi andiamo a cercare un posticino… - disse evasivo il ragazzo.
- … Per sbaciucchiarci - puntualizzò invece la fidanzata.
- Anche io - disse Rupert alzandosi facendo strabuzzare gli occhi a tutti.

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Una FF che vede coinvolto il cast di Harry Potter e... una piccola scommessa! 
 
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
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Ho iniziato a scrivere questa fanfiction con l'idea di creare una semplice Rupert/Emma, ma alla fine si sono intromessi anche gli altri attori del cast e ne è uscita fuori qualche coppia in più...
Spero vivamente che gradiate l'intera storia (non è molto lunga, sinceramente, è divisa solo in pochi capitoli). Per ora, però, godetevi questo primo capitolo :D

 

******
 

A Day. A Bet. Three Snogs.
* Lunch Break *



<< Pausa pranzo, ragazzi! >>
Un fitto vociare e gridolini di gioia si alzarono in aria come uccellini liberati da una rete.
Tom e Daniel scesero agilmente dalla scopa sistemandosi i pantaloni.
<< Non vedo l’ora di togliermi questi abiti fradici ed andare a mangiare >> esclamò Rupert, che li raggiunse da dietro. Daniel si voltò verso di lui mentre si toglieva gli occhiali e soffocò una risatina.
 << Certo che Yates vuole proprio che ti prenda un raffreddore, eh? >> osservò Tom, felice di non dover essere al suo posto.
<< Ho paura di sì… Vuole farmi fuori, quello >>  Rupert rise, finchè una voce non lo colpì alle spalle.
<< Quello ha annunciato la pausa pranzo, ragazzi… Se non volete essere chiusi dentro queste quattro pareti verdi, vi consiglio di sparire all’istante >> disse David Yates con tono scherzosamente autoritario. << E tu, Rupert, non azzardare a spogliarti, dopo hai da continuare con la scena del serpente >>
Il regista sapeva che i ragazzi si divertivano prendendolo un po’ in giro e questo non lo offendeva. Se sfotterlo saltuariamente faceva in modo che scaricassero un po’ di tensione, meglio così. Si sarebbe risparmiato di avere sul set un’atmosfera di stress e cinismo.
<< Hey, David! Dov’è Emma? Non ha nemmeno fatto le prove sulla scopa >> chiese Daniel, quando si accorse della mancanza della ragazza. Anche gli altri due si voltarono per sapere la risposta.
<< Dieci minuti fa stava dormendo nella Stanza delle Necessità >> rispose con semplicità.
I ragazzi si guardarono perplessi e alzando le spalle si diressero alla mensa.
Tutto il cast l’aveva già praticamente riempita. Dopo una breve occhiata ai tavoli, adocchiarono subito qualche posto libero e decisero di riempire velocemente i propri vassoi per non perderli di vista.
Mentre a passo svelto si fiondarono sull’unico tavolo libero, la voce di Matt li bloccò << Voi! Dove andate, siamo qui! >> Matt si sbracciava indicando teatralmente dei posti liberi nel loro tavolo.
I tre si affrettarono a sedersi in modo da poter dar il via a quel pasto tanto atteso.
Tom prese posto vicino alla sua ragazza, Jade, e la salutò calorosamente.
<< Whoa, piccioncini! C’è un tavolo libero se proprio non riuscite a trattenervi >> scherzò Daniel.
<< Non vi preoccupate, non siamo così assetati >> rispose Jade con voce sensuale prima di divorare nuovamente le labbra di Tom, lasciando una parte della compagnia scioccata ed un’altra terribilmente eccitata.
Evanna scosse la testa per cancellare dalla sua mente il ricordo di quella frase e cambiò immediatamente discorso << Ho saputo che dopo dovrai combattere contro Ralph, Daniel… Hanno messo sottosopra mezzo set e minacciato chiunque cerchi di disturbare durante le riprese >>
<< Un po’ come nel quarto, quando hanno girato la prima scena con Voldemort risorto… Soltanto il clima di timore che aveva seminato il regista metteva una paura incredibile >> commentò Bonnie ridendo un po’ al ricordo.
Daniel guardò aggrottando le sopracciglia le due ragazze << Possibile che certe cose le vanno a dire a mezzo cast prima che al sottoscritto interessato? >> scosse la testa.
<< Non ti preoccupare… Lo fanno soltanto per non stressarti… >> disse Rupert non appena riemerse dalla sua pizza << O almeno questa è la loro scusante… >> continuò << Quando io ed Emma abbiamo dovuto girare la scena nella Camera dei Segreti, ce l’hanno detto un’oretta prima. >> prese un sorso di birra << Non è stato stressante, ma mi sono innervosito tanto che avevo sempre la faccia incazzata nella cinepresa. Ce l’ha fatta rifare una miriade di volte finchè Emma non mi ha pregato di smetterla >>
Il gruppo rise al pensiero di un Rupert arrabbiato che fa spazientire Yates.
<< A proposito di Emma… >> iniziò Matt << Dove si è cacciata? Me l’aspettavo durante la scena del volo sulle scope, ma non l’ho vista. >>
<< Yates dice che stava riposando… >> rispose Tom ancora abbracciato alla sua ragazza.
<< Secondo me, ultimamente, è la più stressata di tutti. >> sussurrò Evanna come se stesse rivelando un segreto.
<< E chi può biasimarla! E’ una ragazza ed essere costretta a stare sul set per così tanto tempo non è semplice >> esclamò Bonnie, pensando a tutte le volte che aveva trovato Emma buttata di peso sulla poltrona del suo camerino, in preda a mal di testa lancinanti.
Rupert e Daniel si scambiarono uno sguardo ed arcuarono un sopracciglio. Anche loro stavano sul set tanto tempo, Daniel più di tutti. Eppure gli bastava fumarsi una sigaretta e tornava pimpante in scena, senza troppe storie.
<< Veramente non capisco il nesso degradante tra ragazza e tanto tempo sul set >> esordì Daniel << Non credo che per lei sia tanto differente che per noi che siamo maschi… insomma, è la stessa cosa! >>
Evanna sorrise e voltandosi verso Bonnie sospirò << Maschi…? >> l’ultima rise.
<< Hey! >> esclamò Rupert a gran voce << State mettendo in dubbio la nostra mascolinità, dolcezze? >> finì poi con un sorriso sornione.
<< Altroché! Voi siete assolutamente ottusi come qualsiasi maschio dovrebbe essere, non vi preoccupate! >> scoppiarono in una risata fragorosa.
Dopo qualche altra futile battutina entrò nella mensa David Yates. Calò il silenzio. Quello era il solito momento in cui il regista faceva un piccolo resoconto della mattinata e dava indicazioni per il pomeriggio.
<< Ecco il capitano Achab… >> scherzò Matt scatenando dei risolini sommessi tra i ragazzi del tavolo.
<< Questa mattina… >> esordì Yates << E’ stata avvistata la balena bianca intorno alle dieci e mezza… >> fulminò il ragazzo con lo sguardo. Matt abbassò la testa.
<< Cavolo! Ti ha sentito, amico! >> sussurrò divertito Tom.
<< Tralasciando… Abbiamo girato con Ralph, Jason, Alan, Daniel, Emma e Rupert le scene nella Rimessa delle Barche… >> lesse dai suoi fogli. << Dato che la parte della “resa” di Harry Potter è stata esaustivamente ripresa… Consiglierei a Daniel di farsi trovare nel Cortile di Hogwarts per il duello con Ralph… >>
<< Ma non abbiamo ancora fatto la scena dove Neville tira fuori la spada dal cappello… Quella non viene prima? >> commentò Daniel.
<< Lo so… Ma in quella parte serve anche Jason Isaacs e questo pomeriggio non può restare visto che sta girando anche un altro film… Quindi quella verrà girata domani >> spiegò velocemente David.
<< Ok >> borbottò il ragazzo.
<< Rupert >> il rosso alzò lo sguardo verso il regista << Tu vedi di trovare Emma prima delle cinque… Verso quell’ora dovrete fare la scena del serpente >>
Il ragazzo annuì con un sorriso.
<< Matt >> richiamò infine l’attenzione del ragazzo << Preparati bene il discorso per domani… Almeno mi sarà più facile spiegarti come lo voglio >>
<< Certamente >> rispose semplicemente.
<< Perfetto! Avete ancora dieci minuti, poi voglio tutti quelli che non ho nominato incondizionatamente nei pressi del set perché se mi dovesse venire qualche idea… >> fulminò tutti per gioco << Non ho intensione di cercarvi per mezzo mondo, ok? >>
<< Sissignore! >> si alzò un coro. David sorrise e sparì di scena.
Tom e Jade si alzarono << Bene… Noi andiamo a cercare un posticino… >> disse evasivo il ragazzo.
<< … Per sbaciucchiarci >> puntualizzò invece la fidanzata.
<< Anche io >> disse Rupert alzandosi facendo strabuzzare gli occhi a tutti.
Appena vide le loro facce quasi gli prese un colpo << Ma che avete capito! Intendevo che me ne vado anche io… però a cercare Emma. >> poi si guardò intorno << Sinceramente sono un po’ in pensiero… >> aggiunse parlando a se stesso facendo trasparire dagli occhi un filo di pura preoccupazione.
<< Lo vediamo chiaramente… >> mormorò vaga Evanna.
<< Cosa? >> chiese spaesato il ragazzo
<< Baba Raba e il Ceppo Ghignante >> disse Daniel a Matt, come se stesse parlando di qualcosa di assolutamente normale e sensato.
Il ragazzo annuì complice mutando il suo volto in una maschera di comprensione.
Rupert fece una smorfia disgustata e rise come si fa di un pazzo. Poi si dileguò salutando.
<< Ma che diavolo… >> Evanna fece una smorfia << Sicuri di stare bene, ragazzi? >>
<< Sicuro >> dissero all’unisono.
<< Uhm… Eppure non è la prima volta che ve ne uscite con frasi così insensate… >> commentò Bonnie, sovrappensiero.
<< Non è la prima volta perché succede sempre, cara mia! >> disse Evanna indicando i due con uno sguardo perplesso.
<< No! Intendo proprio che tra di loro qualche volta si parlano così… >> la ragazza ridusse gli occhi in fessure << Non sarà mica qualcosa in codice, vero? >> chiese con una punta di curiosità nel tono.
<< Assolutamente… >> i due si guardarono mentre le ragazze cercavano di incoraggiarli a rivelarsi con sguardi decisi ma supplichevoli << … Sì, ma non speriate di venirlo a sapere! >> concluse Matt divertito.
<< Che demoni! >> sbottò Evanna. Poi si rivolse a Bonnie << Noi gli raccontiamo sempre tutto, e loro ricambiano così la nostra fiducia! >> entrambe fecero le finte offese.
<< Ma guarda te che bugiarde! Quando mai ci avete raccontato qualcosa di vostro?!? >> domandò acido Daniel.
Bonnie sbuffò << Magari questo può accadere una volta saputo il vostro segreto… Dai, ragazzi, ormai sappiamo che avete un qualcosa in codice, che vi costa dirci cosa o perché? >> terminò con un tono singolarmente suadente.
Quella voce stava per convincere spudoratamente Daniel << Se me lo chiedi così, allora è… >> si riprese immediatamente con una scrollata di spalle << Tu che ne dici, Matt? >>
<< Oh, e che vuoi che dica? Certamente dirà di sì, vero Matthew? >> disse Evanna ammiccando il ragazzo con lo sguardo.
<< C-certo che sì >> rispose automaticamente senza togliere gli occhi da quelli della ragazza.
Evanna fece un sorrisetto compiaciuto << Visto? Allora, di che si tratta >>
I due si guardarono stupiti dalla facilità con la quale quelle due erano riuscite ad estorcergli quella verità.
Matt sospirò << Vedete: una volta, mentre David stava girando la scena tra Ron ed Hermione che tirano i sassi sull’acqua, capito quale? >> le due annuirono confuse << Be’, io e Daniel ci siamo guardati. Sapevamo di avere in mente la stessa cosa, ma non siamo come voi ragazze che appena vedono una scena del genere fanno subito le maliziose e tra risolini ed occhiatine riescono a spettegolare o ad esplicitare pensieri a riguardo senza essere indiscrete. Così ce ne siamo usciti con frasi insensate e… >>
<< Lo sai che non ha alcun senso quello che dici? >> lo ammonì la bionda.
<< Ho paura di sì >> abbassò lo sguardo.
Daniel attirò l’attenzione su di se << Sentite qui: in poche parole ogni volta che Rupert o Emma sembrano… come dire… affiatati, più del solito >> guardò Matt << … be’, spariamo qualche cavolata come per dire “te l’avevo detto, io! Guarda qui”. Chiaro? >>
<< Voi maschi se non vi rendete ridicoli non siete felici, non è così? >> rise Bonnie lanciando all’amica un messaggio-via-sguardo.
<< Più o meno >> rispose Daniel tra l’imbarazzato e l’arreso.
Evanna rispose velocemente al messaggio di Bonnie. Poi scoppiarono a ridere lasciando i due ragazzi interdetti.
<< Scommettiamo: >> iniziò la rossa << Se è come dite voi, che tra Emma e Rupert c’è qualcosa, allora avete vinto… Altrimenti… be’, ovvio, avete perso >> non sembrava una sfida allettante.
<< Ok >> esordì immediatamente Daniel << ma vogliamo una posta in gioco! >>
<< Decidetela voi. Ma sappiate che scade entro la fine della giornata, questa scommessa! >> disse con noncuranza la bionda, prima di essere fulminata dall’amica per aver dato a quei due pazzi la scelta del premio.
Matt e Daniel cercarono di inviarsi messaggi-via-sguardo, ma soltanto dopo minuti di occhiate strane ed incomprensibili movimenti della bocca riuscirono a capirsi.
<< Un bacio >> ghignò Matt, trionfante.
 
Rupert prese la via verso la Stanza delle Necessità. In fondo non era da molto che Yates aveva riferito la presenza di Emma in quell’ala del set, sicuramente si sarebbe trovata in quelle vicinanze.
Sorrise al pensiero di trovarla lì, magari sdraiata scompostamente su uno dei divanetti a dormire profondamente, ignara dei fotografi divertiti all’idea di immortalarla in quello stato.
Ma quel sorriso si spense quando la sua mente tornò a quello che avevano detto Evanna e Bonnie poco prima: se veramente Emma era così stressata, sarebbe stato sicuramente più prudente prenderla con le pinze.
Ci volle un po’ per raggiungere la meta. Quel set era veramente vastissimo.
<< E…Emma? Sei qui? >> richiamò il ragazzo. Nessuna risposta. Corrugò la fronte e si mise in ricerca della ragazza.
Dopo aver ispezionato persino gli armadi, Rupert finalmente intravide la figura di Emma acciambellata come un gatto su un materasso bruciacchiato nella parte più interna della sala.
Nel vederla così beata, titubò sul fatto se svegliarla facendo cadere sbadatamente la pila di sedie dietro di lui, o magari accarezzandole i capelli e sussurrandole serie di epiteti sdolcinati.
Ok. Nessuna delle due opzioni faceva al caso suo.
Passarono alcuni minuti nei quali Rupert non si accorse minimamente di fissare Emma completamente assorto... Troppo assorto. La sua mente vagava alla grande.
Così fece scivolare lo sguardo sulle sue scarpe trovandole decisamente molto meno interessanti della visione che i suoi occhi avevano precedentemente.
Ricordandosi miracolosamente il motivo per il quale aveva percorso mezza Hogwarts in macerie, Rupert si avvicinò cauto alla ragazza, per paura di svegliarla bruscamente, e si inginocchiò al suo fianco.
<< Hey… >> Bella addormentata. No, assolutamente no! << … Emma >> sussurrò con tono pacato. Una persona sveglia e pimpante si sarebbe addormentata di sasso all’udire quel timbro di voce così fievole.
Ricevendo in risposta dei mugolii sommessi, il rosso cercò di fare un po’ più di rumore schiarendosi la gola. Persino quel suono uscì melodioso e poco deciso.
Emma, senza dare il minimo segno di coscienza, si rigirò goffamente mugolando frasi sconnesse dando le spalle all’amico.
Rupert si accigliò.
Mettendosi a gattoni raggiunse con una mano il viso della ragazza, liberandolo dalle ciocche umide di capelli. Questa sembrò accorgersene inconsciamente e sorrise nel sonno.
<< Emma… svegliati, dol- >> dolcezza? << … zucc- >> zuccherino? Si morse la lingua<< … prin- >> principessa? Così non si finirà mai<< … cosa >> Meglio “zuccherino”, a questo punto.
Persino la ragazza, dormiente, sembrò non approvare.
Rupert si spazientì.
<< Svegliati, Emma Watson. Ora! >> disse autoritario, scuotendola, però, con estrema delicatezza.
<< Uhm… arrivo… sto… arrivando >> piagnucolò stiracchiandosi.
<< Non si direbbe >>
Sentendo quella voce la ragazza si voltò convulsamente, spalancando gli occhi e guardando Rupert come se l’avesse appena sorpresa nuda in bagno.
<< Co-cosa ci fai… >> cercò delle coperte invisibili sotto le quali celarsi.
Il ragazzo rise alla scena issandosi sulle ginocchia << Sei completamente vestita, non ti preoccupare >>
Emma diede un’occhiata al suo corpo e si tastò i panni << Ah… sì. E sono anche bagnata… >> sospirò con tono amaro.
<< Sai che novità, guarda me! >> allargò le braccia come per mostrare tutta la sua vulnerabilità, sempre sorridendo.
Emma rispose a quel sorriso debolmente e si mise a gambe incrociate sul materasso. Rupert prese posto accanto a lei.
<< Da quanto sono qui? >> chiese lei sfilandosi il giacchetto di jeans.
Il ragazzo alzò leggermente le spalle, sorridendole << Precisamente non lo so… Ma credo da un’oretta abbondante. >>
Emma permise ai suoi occhi di incontrare il volto dell’amico. Aveva sempre quel benedetto sorriso sulle labbra, ma come ci riusciva? Possibile che solo lei percepiva l’incessante pressione psicologica e fisica di quello che stavano vivendo?
<< Ma come fai? >> gli chiese improvvisamente, con ammirazione.
Il ragazzo le regalò un’espressione confusa. Iniziò a guardarsi intorno come per trovare una scusa per giustificare il tono della ragazza - magari era riuscito a far levitare qualcosa con il pensiero senza accorgersene.
Ma tutto era al suo posto << A fare cosa? >>
Lei inclinò la testa verso destra << A viverci >> rispose poi, con ovvietà.
<< Se sei in vena di indovinelli, Emma, non mi trovi abbastanza lucido >> rise contagiando anche la ragazza << Alleluia! Un sorriso vero! >>
Emma scosse la testa continuando a sorridergli. Era grata di quelle risate che occupavano la sua mente per qualche istante svuotandola di tutto il resto.
Poi fece leva con il gomito sulla gamba e poggiando una tempia sul palmo della mano disse sinceramente: << Sei l’unico che ci riesce, Rupes. Sei incredibile. >> pausa << In così poco tempo e con poche parole riesci sempre a farmi stare meglio >> concluse con dolcezza.
Rupert, nonostante lo volesse ignorare, avvertì un leggero formicolio allo stomaco quando incontrò gli occhi ricchi di gratitudine dell’amica. Naturalmente non poté far altro che sorriderle… Riconoscente. Perché in fondo, lei faceva stare bene lui.
<< Allora…? >> riprese il ragazzo << Cosa intendevi prima >>
Emma sospirò, tornando con il precedente tono amaro << Niente… Era una sciocchezza, davvero >>
<< Ormai hai iniziato… sono curioso di sapere >> dichiarò il ragazzo con tono pacato. Lanciò uno sguardo furtivo all’orologio e ringraziò il cielo di avere il tempo necessario di discutere un po’ con Emma - o magari di ascoltare il ricorrente discorso from-Emma-to-Emma.
La ragazza gli rivolse una smorfia che diceva chiaramente “sei pazzo? Farò venire dei complessi anche a te!”, ma Rupert la ignorò incitandola con un lieve movimento del capo.
<< E va bene… >> un ennesimo sospiro << Prima mi chiedevo… Come fai a viverci. Intendo: come fai a vivere serenamente con lui. Con Ron >>
I ragazzo rimase interdetto. Non ci aveva mai pensato realmente, forse perché non aveva mai minimamente creduto di viverci insieme. Avrebbe voluto risponderle con un semplice “Con Ron? Io vivo da solo e beato!”.
Decise però di non dare quella frase così superficiale per buona. Emma stava cercando qualcosa di profondo, qualcosa che la liberasse dai dubbi e dalle insicurezze. Qualcosa che lasciasse il suo corpo e la sua mente interamente ed esclusivamente alla vera Emma.
Rupert maledì la sua disastrosa perizia con le parole e decise di prendersi un po’ di tempo per dare una risposta almeno lontanamente soddisfacente.
<< Io credo sia diventato inevitabile. >> iniziò << Ci sono cresciuto, ci sono maturato… >> sospirò << No, quello forse ancora non sono riuscito a farlo >> strappò un sorriso alla ragazza, come sperato << Comunque sia… Sono lui da dieci anni. A undici anni non sapevo minimamente chi ero e non mi facevo soliloqui su quello che è “il vero Rupert”. Non ci arrivavo con il cervello e non mi importava >> cominciò a torturarsi le mani mentre cercava disperatamente le parole per esprimere quello che pensava.
<< Questo vivergli a stretto contatto e soprattutto ad un’età così ingenua, mi ha inevitabilmente influenzato, in alcuni aspetti. Ma non vuol dire che Ron si sia mangiato la mia personalità… l’ha soltanto mondata e resa - a mio parere - migliore. >>
Il ragazzo alzò finalmente lo sguardo incontrando le intense iridi di Emma totalmente immerse in quel suo discorso senza capo ne coda. Tossicchiò per tornare in possesso delle sue facoltà mentali.
<< Io so chi sono, Emma. E tu sai chi sei, ne sono certo >> nonostante Rupert vide sfrecciare del dubbio negli occhi della ragazza, continuò << Essere se stessi non è così difficile. La cosa complicata è essere qualcun altro, per questo non tutti sono attori, al mondo. >>
Le posò una mano sulla spalla, massaggiandogliela delicatamente << Hey… che cosa c’è che non va? >> le chiese in un sussurro.
Emma raggiunse la mano che il ragazzo le aveva posato sulla spalla con la sua ed iniziò a giocarci meccanicamente, quasi con nervosismo << Credevo di essere diversa da lei, ma mi sbagliavo >> soffiò poi, con voce rotta << Soprattutto in quest’ultimo libro… Mi sono sentita molto più simile a lei… >> ebbe un singulto.
<< Scusami… Non riesco a capire il problema… >> disse imbarazzato Rupert.
<< Non è giusto che io mi debba sentire Hermione! E’ lei che deve sentirsi Emma! Emma esiste, dannazione! Ha vita propria! >> sbottò improvvisamente con le lacrime agli occhi.
Il ragazzo si sentì immediatamente in colpa per aver insistito nel farsi spiegare il suo problema.
Rimase per alcuni istanti scioccato da quella reazione e immobilizzato praticamente dal fare qualsiasi cosa per recarle un minimo di conforto.
La vide portarsi le mani sul viso per cercare di nascondere la disperazione che vi ci alloggiava.
Dopo simulazioni di abbracci e carezze mai arrivate a destinazione, Rupert si diede una spinta morale ricordandosi di non essere come Ron per quell’aspetto. Non era ottuso ed insensibile di fronte ad un’amica in lacrime!
Le si avvicinò. Cauto. Con movimenti che da soli si scusavano per il danno causato.
L’abbracciò. In silenzio. Fece in modo che trovasse un minimo di tranquillità nell’incavo del suo collo. E così fu.
I singulti - isterici -  di Emma si affievolirono sempre più fino a diventare dei mugolii soffocati nella felpa del ragazzo.
Il suo respiro, finalmente regolarizzato, si fece caldo e solleticava piacevolmente la pelle lattea di Rupert.
Si strinsero un’ultima volta prima di sciogliere l’abbraccio per potersi guardare negli occhi.
<< Grazie >> mormorò Emma, ancora leggermente imbarazzata dopo il suo sfogo.
<< Non dirlo >> disse repentinamente il ragazzo.
<< Perché non dovrei? >> domandò confusa.
<< Perché… >>  le prese le mani << … Sono io quello che deve ringraziarti, Emma. Tu… tu non sai quanto tutto questo sia… mi sia di beneficio >> disse sincero.
Emma gli sorrise largamente ed alzandosi lo aiutò a mettersi in piedi. Subito dopo lo abbraccio nuovamente, con slancio, facendolo leggermente barcollare. Quando finalmente Rupert riuscì a prendere stabilità sul pavimento, ricambiò calorosamente la stretta.
<< Tu sei la mia roccia >> esordì lei, con felicità. Il ragazzo si sentì travolto da una sorta di immensa responsabilità all’udire quelle parole.
<< Potevi sceglierti qualcosa di più solido di un “bambino troppo cresciuto”… >> sospirò amaramente.
Emma portò le sue mani sul petto del ragazzo e lo scostò delicatamente << Non ci crederai, ma penso che tu abbia una personalità fantastica, Rupert. Sei così con i piedi per terra, nonostante ti piaccia fare quelle cose stravaganti che spesso e volentieri stento a capire >> soffocò una risatina << Quando sono con te mi sento Emma, finalmente >> giocherellò con la zip della felpa di lui senza degnarlo di uno sguardo << Mi salvi, sempre. Anche oggi: mi ha fatto piacere che sia stato tu a venire a cercarmi. Non avrei voluto farmi vedere in quello stato miserabile da nessun altro >> disse << Perché - parliamoci chiaro - sono stata veramente patetica! >> rise, ma ancora una volta non alzò il volto.
Il cuore di Rupert si sciolse non appena quelle parole lo raggiunsero. Non avrebbe mai creduto di essere così speciale per Emma, e venirlo a sapere era stato incredibilmente piacevole.
Un lampo colpì la sua mente ed iniziò a pensare cosa invece Emma significasse per lui. Trascorrevano spesso del tempo insieme e, nonostante i suoi crucci non fossero nobili quanto quelli di lei, Emma era sempre stata lì, pronta a riportarlo in quella realtà che apparteneva solo a loro due e che ai suoi occhi appariva straordinariamente perfetta.
Ma sei lei rappresentava l’ancora di Rupert e lui la roccia di Emma, se si fossero trovati in un brutto periodo all’unisono, come avrebbero potuto salvarsi?
Nessuno dei due lo sapeva. Forse si sarebbero aggrappati l’uno all’altra e avrebbero atteso in silenzio che quell’unione li facesse tornare verso la tranquillità.
<< No, non lo sei stata >> il ragazzo rispose con una schiettezza tale da poter schiantare un muro.
Emma decise dopo tempo di far combaciare di nuovo il suo sguardo con quello dell’amico. In quegli occhi ci lesse una miriade di emozioni che la incantarono ed incatenarono in quella posizione. Ci avrebbe perso un’intera giornata a fissarli.
Con questo pensiero arrivò alla conclusione di come Rupert riuscisse a renderla tanto stabile quanto scombussolata.
Senza pensarci troppo e senza crearsi troppi problemi, Emma si alzò leggermente per stampargli un leggero bacio sulla guancia, estremamente e pericolosamente vicino all’angolo sinistro della bocca del ragazzo.
Rupert non si mosse di un millimetro, ma quando lei gli si allontanò cautamente, le sorrise impegnandosi con tutte le sue forze di non apparirle con un’espressione sognante.
<< Ora andiamo che fra poco toccherà a noi. Non vorrei che Yates si stranisse troppo >>  

 

******
 

O...K... Bene, cosa si dice alla fine di un capitolo? Non lo so... Quindi... Grazie! Grazie per essere arrivati fino alla fine del capitolo e spero con tutto il cuore che qualcuno di voi sia curioso di leggerne il seguito ;D
Naturalmente - come sempre - una recensione è gradita!
Alla prossima :)

   
 
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