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Autore: ryuzaki eru    07/11/2011    6 recensioni
(Nel cap. 1 scheda in stile "Death Note 13 How to read")
Un lento crescere di strani ed apparentemente trascurabili eventi. Una ragazza comune, preda di una situazione incomprensibile. L’apparente iniziale assenza di tutto ciò che riguarda il mondo di Death Note, così come voi lo conoscete. Ma tutto quell’incredibile mondo c’è! Kira, Tokyo, il quaderno. Ed Elle arriverà… Perché volevo continuare a vederlo parlare, muoversi, ragionare.
Elle era in piedi sul marciapiede e con gli occhi spenti la osservava, mentre strusciava svogliatamente il dorso del piede su un polpaccio...
«Ciao, Ryuzaki…» tentennò Emma «Allora…sai dove vivo… Ed io non te l’ho mai detto! Quindi…»
«Quindi?» le chiese lui vagamente irriverente.
«Quindi immagino tu sappia altro... Il punto è da quanto tempo sai!»
Elle smise di grattarsi il polpaccio e portò il piede a terra «No. Il punto è che da ora la smetterai di giocare da sola a questa partita.» la gelò.
La voce le arrivò dritta alla testa, come una tagliola affilata.
Il suo sguardo impassibile e freddo la trapassò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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Stavolta mi sono fatta aspettare… Chiedo venia… Sono sollevata solo perché vi avevo avvisato e sono stata di parola anche in questo! ;)
Devo dire qualcosa a tutti coloro che hanno letto il capitolo 9 prima di venerdì sera (4 novembre): vi ho aggiunto un piccolo pezzo perchè ho potuto considerare che forse non era chiaro il motivo per cui Elle non dice "Io sono la giustizia" ed il motivo per cui invece Emma si aspetta che lui lo dica in diretta. Se per voi era già chiaro, meglio, se invece non lo era e ne avete voglia, potete leggere il pezzo che ho aggiunto (è l'intervento della voce fuori campo dopo il monologo di Elle in tv). So che non è un granchè reintervenire così, ma dovevo correre ai ripari in qualche modo... Scusatemi!!!
Il mio esame è andato bene quindi sono contenta, anche se stanca!
Speriamo bene… Hai visto mai che con un minimo di relax in più combino altri casini e scrivo un capitolo orrendo… :D
Grazie di essere qui, come sempre!!

 
 
Alcuni dei personaggi che appariranno non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

10. Fato o libera scelta?


Emma chiuse la video-conversazione.
Dalla parte opposta del pianeta tutta la sua famiglia continuava a mangiare dolci senza sensi di colpa, placidamente sparpagliata tra i divani e le sedie del tavolino, cambiando postazione di continuo, per parlare rilassata con questo o quel cugino o per iniziare a fare finta di giocare a carte, col solo obiettivo di ridere, prendere in giro, fare chiasso e continuare a stare insieme senza pensieri e senza orari nel pomeriggio del giorno di Natale…
Ma a Tokyo erano le due di notte.
Ed il giorno successivo tutti avrebbero lavorato.
Misao dormiva.
Tutto il loro quartiere era immerso nel sonno.
La piccola stanza di Emma era silenziosa.
Ed in quella quiete notturna e solitaria Emma mandò un sms a Viola.
Ti sei rimpinzata per bene? O stai ancora facendo schifo con tutti quei dolciumi abominevoli? ☺ Buon Natale!!!!!
E non spense il pc…
Prese il suo quadernino speciale ed osservò per l’ennesima volta i punti del suo programma.
Ma risollevò lo sguardo, pensierosa e con un sorrisetto divertito.
Watari doveva essere altrove… E lui era rimasto a secco di zuccheri…
Incrociare finalmente Elle le aveva ridato un po’ di fiducia.
Stavo quasi per gettare la spugna…
Emma non era un supereroe senza macchia e senza paura. E come ogni essere umano aveva ceduto. Tecnicamente però non aveva avuto proprio un cedimento. Anzi. In realtà aveva avuto una sana reazione vitale ad un momento di buio.
Tuttavia aveva rischiato di mandare in fumo parte dei suoi progetti…
Proprio per questo Emma non era un supereroe senza macchia e senza paura…
Se non lo riuscissi e vedere un’altra volta?
Riportò gli occhi sul foglio.
 
- dopo 31 Dicembre:
   a) pista “Naomi Misora”
   b) Elle uscirà per cambiare albergo
 
Ricordava che Naomi Misora sarebbe morta quando Elle era ancora al Teito Hotel, cioè vicino alla questura, perché aveva impressa nella mente l’immagine di Aizawa che, a piedi sotto la neve, raggiungeva dall’albergo la questura poco lontana passando ignaro accanto a Light proprio nel momento in cui lui stava scrivendo il nome dell’ex-agente dell’FBI su uno stralcio di quaderno…
Di conseguenza Emma sapeva che lei sarebbe morta dopo che Elle aveva già incontrato i poliziotti, quindi dopo l’ultimo dell’anno…
Ma quanto dopo? Il problema della cronologia precisa è sempre un dilemma. Si tratta comunque di un periodo di tempo ristretto e compreso tra il 31 Dicembre e la dipartita di Elle dal suddetto albergo. Quindi lui, finché Misora è in vita, non lascerà l’hotel ed io in quel lasso di tempo posso anche permettermi di dedicarmi a lei e di non piantonare l’albergo, perché non rischierò di perdermi l’unica occasione certa che ho di rincrociarlo. Al massimo mi perderò la possibilità di incontrarlo in un’altra delle sue rare ed eccezionali sortite. Dopo giorni di attesa però sono arrivata alla conclusione che non esce praticamente mai… Ma dovevo aspettarmelo…
Comunque fino al 31 Dicembre continuerò a provarci… non si sa mai. Dopo, mi dedicherò alla questura…

Emma avrebbe piantonato la questura per bloccare Naomi Misora e cercare di impedire il suo incontro fatale con Light.
Il problema è che, eccetto il primo dell’anno, io potrò essere lì solo di pomeriggio…
E non mi ricordo assolutamente in quale momento della giornata Misora ci vada…
Quindi potrei incrociarla oppure no…
Se per qualche motivo non ci dovessi riuscire ricomincerò ad attendere la sortita/dipartita di Elle dal Teito Hotel per proseguire il piano e facilitare le mie mosse successive.
…Se però lei riuscisse a parlare effettivamente con Elle, le cose forse si risolverebbero da sole ed io non avrei bisogno di farmi rivedere da lui…
Certo… se il caso Kira venisse chiuso, non lo rivedrò molto presto… Ma lui sopravvivrà ed io avrò portato a termine il mio piano!
Sì…
E avrò salvato la vita di tante persone…
E passerò alla storia come colei che si è sacrificata per la causa, senza avere nulla in cambio, col cuore puro e l’animo intonso…
Anzi, non passerò proprio alla storia! Peggio ancora! Eroina idiota senza macchia, senza fama e sconosciuta!
Ho il voltastomaco, troppo zucchero e nobili intenzioni!

Il trillo di avviso di msn distolse i pensieri di Emma.
Viola scrive: Emma…Buon Natale!
Emma scrive: Ciaooooooooooo!!! Non credevo ke avresti avuto tempo x me… Sono troppo felice!!!
Viola scrive: Oggi ho più tempo ke altri giorni! Di là c’è il delirio, mio padre ha deciso ke deve vincere al mercante in fiera ed io sono scappata! Mio nipote scorrazza libero ed urlante dietro di me (ho meditato svariate volte di sopprimerlo), quindi intaserò questo messaggio di faccine, così lui è contento! Ma di tempo ne ho quanto vuoi!!!
Emma scrive: sìììììììììììì!!! Ti adoro! Viola… L’ho rivisto!!!!! Stavo malissimo prima, ma adesso va meglio… L’ho rivisto, capisci?!!!! E adesso non vedo l’ora di rincontrarlo!
Viola scrive: sìììììììììììììììì!!! Babbo Natale ha azzeccato regalo quest’anno!!!

Forse non l’avrebbe rivisto. Forse la faccenda si sarebbe risolta da sola gestendo la questione “Naomi Misora”. Ma con Viola Emma poteva evitare di essere razionale e calcolatrice. E poteva tirare fuori il suo più intimo desiderio. Non vedeva l’ora di rivederlo!!!
Ed Emma, anche se era lontana, anche se non poteva raccontare tutto, anche se la sua amica e tutto il resto del mondo che la circondava non erano più gli stessi di sempre, riuscì a sentirsi a casa…
 
Tra svariati caffé nel solito bar, dati immessi nel computer, attese speranzose e ore di concentrazione, arrivò il primo Gennaio.
Ed arrivò senza che Elle avesse rimesso il naso fuori dal Teito Hotel. Evidentemente la sua scorta di dolci non era più finita…
Emma si svegliò prestissimo, considerando che praticamente non era quasi andata a dormire.
Il 31 Dicembre era stato l’unico giorno di “vacanza” che Emma si era concessa dal suo “secondo lavoro”, se così si può chiamare.
Il 31 non uscirà da quel posto. Sono certa di questo.
Avrà molto da fare…
Ed io ho bisogno di svagarmi un po’!!

E quindi, per l’appunto, era andata a dormire molto tardi, o molto presto, a seconda dei punti di vista.
Fece quella che si potrebbe chiamare una breve “pausa sonno”.
Ma questa volta non poteva tardare e rischiare.
Si vestì con cura ed attenzione ed in silenzio.
Indossò i suoi larghi e maschili pantaloni militari e le scarpe da ginnastica.
Compresse e fasciò stretto il seno con un foulard e poi lo schiacciò ancora, arrotolandoci più volte sopra lo scotch da pacchi e riuscì incredibilmente quasi ad annullarlo.
Meno male che non sono maggiorata!  Finalmente mi serve a qualcosa non avere un seno grande, oltre che a potermi mettere tranquillamente le canottiere senza reggiseno scampando battutine o facce ebeti di qualche idiota…
Poi indossò più strati di magliette ed una felpa abbastanza ampia, rigorosamente unisex. Anche in questo caso, fortunatamente, il suo armadio la poteva supportare.
Lenti a contatto nocciola.
Giacca a vento blu, taglio snow-board.
Poi avvolse una semplice sciarpa nera più volte intorno al collo, in modo che potesse arrivare a coprirle la bocca.
Costrinse i suoi lunghissimi e lisci capelli dentro un cappello da baseball e bloccò i ciuffi morbidi e ribelli che ne uscivano con delle forcine che rubò a Misao.
Infine indossò lo zaino.
Si guardò allo specchio.
Perfetto. Ora sono il fratello sedicenne che non ho mai avuto!
Si guardò ancora, seria…
Sembrava veramente un’altra persona…
E poi scoppiò a ridere!
Ma guarda come mi sono ridotta! A rimirare tutta impegnata un travestimento che non avrei mai creduto di creare e soprattutto non avrei mai pensato di concepire con questa serietà!
C’è qualcosa di veramente ridicolo in tutto ciò… Sì, perché “io adoro lo sfide”, giusto? Oddio… Peccato che mi manchi il piccolo dettaglio della certezza dell’esito! He trionfa sempre alla fine… Anche quando pensi che non ce la possa fare, sai che alla fine ce la farà, perché lui è He… ed è un personaggio immaginario costruito per vincere…
Io invece faccio ridere!
E pensare che se non incontro Misora oggi, mi toccherà conciarmi così tutti i giorni!! Sempre peggio…

«Ma che diavolo sto facendo…» Sussurrò Emma allontanandosi dallo specchio e scuotendo il capo.
Tuttavia prese le chiavi, si avvicinò alla porta, la aprì e la richiuse con cautela, per non svegliare Misao.
Ridicolaggine o serietà, il punto era che Light non doveva assolutamente mettere a fuoco o memorizzare l’aspetto di Emma.
Andare alla ricerca di Naomi Misora in quel particolare frangente del suo incontro con Kira, significava entrare nella tana del lupo, per di più in un momento in cui il suddetto lupo era in ansia e cercava di trovare una via per uscire dallo stesso labirinto in cui si era cacciato… Quindi, era un lupo preoccupato, pronto a tutto e soprattutto attento ad ogni dettaglio…
C’era la possibilità che in qualche modo Light la vedesse o le rivolgesse addirittura la parola. Ed Emma non voleva assolutamente che lui potesse riconoscerla in futuro. Perché in quel futuro, molto vicino, Light sarebbe stato alla Todai.
Ed Emma non poteva rischiare di mandare in fumo i suoi eventuali piani venturi, nè far sorgere in lui strani sospetti.
In fondo la posta in ballo era alta.
Non si trattava soltanto di salvare Elle. Si trattava di non mettere scioccamente a repentaglio la propria pelle.
E ad Emma, naturalmente, non era mai capitato di dover pensare a questo… Lei non era una spia internazionale…e quello non era un gioco.
Sembrava grottesco ed irreale, ma non era un gioco…
E così prese la metro, raggiunse la questura e si sedette su un muretto poco distante, giusto per non destare sospetti. Tirò fuori il lettore mp3 ed il numero 8 di He e aspettò.
Tanto ormai c’era abituata, ad aspettare…
Quando non riuscì più a sopportare il gelo sfilò dallo zaino il termos col caffé caldo e ne bevve un po’.
Poi accese una sigaretta.
E si rimise a leggere.
Aveva il naso congelato.
Niente fazzoletti… Aveva pensato al caffé, ma non ai fazzoletti…
E poi Misora arrivò.
E poco dopo arrivò anche lui, Light…
Il primo giorno di attesa e loro erano già lì.
Questa volta non ci avevo sperato…
Eppure era andata bene al primo colpo.
Emma si tirò il cappuccio della giacca a vento sul capo già riparato dal berretto.
Aveva ricominciato a nevicare.
Attese ancora un po’.
E Naomi Misora e Light uscirono dall’edificio, insieme.
È tutto così pazzamente uguale a come lo ricordo…
E io dovrei intervenire?!
Oddio… Cos’è quest’ansia?!

Era arrivato il momento.
Emma aveva il cuore impazzito.
Si rese conto che non sarebbe riuscita a parlare normalmente.
Aveva il fiato corto e si sentiva avvampare.
Il punto era che doveva entrare in scena…
Si alzò lentamente, rimise il manga nello zaino e piano piano iniziò a camminare, tenendosi a distanza e sentendo lo scricchiolare della neve sotto i suoi piedi.
E loro parlavano.
Per quanto lo avrebbero fatto? Difficile quantificare i tempi delle vignette…
Venti minuti, un quarto d’ora? Difficile…
E continuavano a camminare e a parlare.
Poi si fermarono e proseguirono a disquisire…
Light tirò fuori un foglietto ed una penna ed iniziò a scrivere.
Non ancora. Non adesso. Non sta scrivendo il suo vero nome…
Emma si avvicinò sensibilmente.
I due ripresero a camminare.
Si salutarono.
Adesso!
Emma superò Light che era rimasto fermo a guardare Naomi Misora che si allontanava di spalle. Lui ora stava meditando di tentare il tutto per tutto e di richiamarla…
Emma lo sapeva…
Gli passò affianco, ma non lo guardò.
Si osservò invece intorno, fingendosi un po’ spaesata, inghiottì quel poco di saliva che le restava e si rivolse alla giovane donna dai capelli neri…
«Mi scusi… Parla inglese?» per l’agitazione le uscì una voce rauca, quasi sussurrata … Ma in fondo andava bene… Non sembrava la sua e non poteva dirsi certamente la voce di una ragazza…
«Sì» Naomi Misora si voltò ed Emma lesse nei suoi occhi tutta la sua tristezza e la sua disperata determinazione…
In quel momento sembrava impossibile che quella donna avrebbe potuto arrivare a fidarsi di quel serpente di Light!
Emma se l’era sempre chiesto.
Non si era mai potuta capacitare di come fosse potuta arrivare a dargli il suo nome…
L’unica donna di qualche spessore di Death Note si era persa in un bicchier d’acqua…
Spessore o meno, era un’idiota comunque!
Purtroppo sì… Emma pensava questo di lei…
Una che lascia il suo lavoro solo perché si deve sposare con un bell’imbusto, una che si fa tranquillamente redarguire da lui con la patetica affermazione che “una volta che avessero messo su famiglia lei avrebbe avuto tanto da fare ed avrebbe dimenticato di essere stata un’agente”, una che di fronte a questa asserzione rimane in silenzio, una che affossa le sue capacità e la sua eccellente intelligenza per fare la casalinga e la mamma accanto ad un uomo che non ha alcun interesse nel vederla brillare nella sua professione e sembra non essere attratto da lei per quest’aspetto…
Be’, una così non poteva tenere testa a Light e non poteva avere la stima completa di Emma…
Questa era l’unica cosa che ad Emma non era piaciuta di Death Note. L’assenza totale di figure femminili in grado di competere con le brillanti menti maschili che vi comparivano.
Misa… Takada… Diversissime, ma… due idiote! Due burattini!
Ma Death Note era uno shonen del resto… Questo Emma lo sapeva…
Tuttavia la questione non le era andata mai giù lo stesso.
Emma era rigida ed intransigente da questo punto di vista. Il problema non era la figura della moglie che sta in casa e non lavora, perchè in questo non c'era nulla di male o di poco dignitoso. Il punto era che nessuna avrebbe dovuto sacrificare la vita professionale in favore della tranquilla e sicuramente promettente carriera del proprio uomo solo per l'arcaica consuetudine della supremazia dei sessi!!
Le donne non sono così. Perlomeno non tutte! Aveva pensato.
«Ehm… potrebbe indicarmi la questura per favore? È un po’ che giro e non riesco a trovarla, temo di essermi perso…» Farfugliò Emma, ancora un po’agitata, ma dando l’impressione di essere solo un ragazzetto timido…
Naomi Misora smise di camminare, guardando il “ragazzetto” che aveva davanti.
No! Perché ti fermi adesso?! Continua a camminare! Qui dietro c’è ancora quel serpente!!
Emma cercò di continuare a passeggiare con l’intento di coinvolgerla. Ma non ci riuscì e si dovette arrestare…
Misora le rispose «Basta proseguire su questa strada e girare a destra tra qualche traversa… Ehm…la seconda o la terza… Guarda, sto andando lì anch’io, vieni con me, è più semplice.» Gentile e cordiale, ma spenta, come annientata…
Bene, meglio di così non poteva andare! Però basta che ci rimettiamo a camminare!
Light era dietro di loro, a pochissimi passi…
«Grazie infinite, è molto gentile. Andiamo allora!» ed Emma fece per incamminarsi.
Starnutì, cercando di comprimere il rumore chiudendo la bocca e portando la mano davanti alla faccia.
Aveva ancora le narici completamente gelate…
Tirò su col naso.
Lo fece di nuovo.
La donna non aveva fatto quasi neanche un passo e subito si rifermò. «Vuoi un fazzoletto? Se non ne hai te ne do uno io» Le chiese.
No che non ce l’ho! Perché devi essere così premurosa?!
«Non ce n’è bisogno, grazie!» Sorrise Emma.
E starnutì di nuovo, all’improvviso.
E continuavano a rimanere ferme lì.
«Sì che ce n’è bisogno. Aspetta…» E cominciò a cercare nella borsa.
Emma non ce la faceva più. Era al limite della tensione.
Naomi Misora rovistò ancora un po’.
Poi la mano le uscì dalla borsa con i fazzoletti e le cadde una tesserina di plastica bianca che andò a confondersi con la neve…
Ma…cosa…
Emma guardò a terra.
Erano i suoi documenti. C’era il suo nome lì sopra, in bella vista…
Emma fu presa dal panico.
Qualche decimo di secondo per realizzare, con lo sguardo fisso su quel nome, e poi Emma si abbassò di scattò, prese la tessera.
Alzò lo sguardo.
E Light era lì, affianco a loro e guardava a terra…
Emma si sbrigò a raccogliere il documento coprendo i dati con la mano.
«Arrivederci ancora.» Disse lui sorridendo, rivolto a Naomi Misora. E le superò placidamente.
Emma riconsegnò la patente alla sua proprietaria.
Era sconvolta.
Anche Misora sembrava turbata in qualche modo e guardava Emma in modo strano.
«Perché devi andare in questura?» le chiese.
«Devo informarmi sulle pratiche per fare i documenti giapponesi… Mi sono trasferito qui da poco con i miei genitori…» Questa bugia se l’era preparata da prima… Abbassò comunque appena lo sguardo, ma il suo gesto avrebbe potuto essere scambiato ancora una volta per semplice timidezza. Tuttavia Naomi Misora continuò a scrutare quel ragazzino incappucciato in maniera singolare.
Be’, in fondo lei stava indagando sul caso Kira, in fondo non aveva rivelato il suo vero nome a Light per prudenza ed ora un adolescente col volto poco visibile le si era avvicinato ed aveva letto il suo nome, peraltro mostrandosi troppo sconvolto e pensieroso di fronte ad esso…
«Be’, venire in questura il primo dell’anno è un po’inconsueto…» Continuò la donna.
No… Sta sospettando di me!!! Che situazione… «Ehm…sì, effettivamente lo è… siamo in due allora…» e fece un sorriso un po’ forzato.
Poi però Naomi Misora cambiò completamente registro…
«Ora devo andare, la questura è poco più avanti. Scusami, ma ho altro da fare.» Glaciale… era diventata un automa…
Emma sgranò gli occhi.
Oh no!! No! No! No! Accidenti!!!
E guardò davanti a sé, cercando Light… Ma non lo trovò… Era scomparso dalla sua visuale…
«Ma come, non doveva andare anche lei in questura?» disse Emma col cuore in gola.
«No. Non ho nulla da fare lì.» Spenta…
«Ma non potrebbe accompagnarmi ugualmente?» tentò spudoratamente e disperatamente Emma…
«No. Mi spiace. Addio.» Si voltò e cominciò a camminare nell’altra direzione, con i fazzoletti ancora in mano… Incrociò Aizawa che percorreva il marciapiede a passo spedito e sparì nella foschia ovattata della città sotto la neve…
Nessuno avrebbe più rivisto Naomi Misora...
Emma lo sapeva… E rimase immobile.
Sentì lo spostamento dell’aria fredda, quando il poliziotto le passò accanto, velocemente… e restò lì, ferma…
Perché? Perché?!
Allora posso interagire, ma non posso cambiare proprio nulla!!!!
Forse che qualunque cosa io faccia non posso modificare gli eventi?!
Forse posso modificarli solo in piccoli dettagli, ma poi alla fine gli avvenimenti principali avvengono comunque?!!!
Perché lo starnuto proprio in quel momento?
Perché avevo dimenticato i fazzoletti?
Perché a lei è scivolata la patente dalla borsa?
Perché non sono riuscita a farla entrare in quella maledetta questura, perché non sono riuscita a salvarla…
Sembra che il “destino” si incastri in svariati modi, sembra che possa sciogliersi attraverso molteplici vie, ma l’esito finale rimane lo stesso…
Il nome di Naomi Misora è sul quaderno ora… ed io non posso fare più nulla…
Io… io potrei non riuscire a cambiare proprio niente… Io… Io potrei non riuscire a salvare Elle…
Light Yagami, io… io… come faccio a fermarti!!!??

 
 
 
 
Allora, non potevo esimere Emma dal cercare di sfruttare Naomi Misora, perché avrebbe potuto essere una pista molto feconda e risolutiva. E poi mi premeva parlare di lei, mi auguro che qualcuno lo abbia apprezzato…

Spero tanto che siate riusciti a seguire tutto... Mi preoccupa molto il non riuscire ad essere chiara sugli incastri con la vicenda di Death Note ed i suoi tempi, e sul modo in cui Emma si intromette in essi ragionandoci…
E poi mi preoccupa un po’ il fatto di trovarmi a ripetere alcune cose del manga/cartone, tra le quali ci sono anche dettagli che non tutti potrebbero ricordare, perché magari possono essere marginali… Spero che non sia noioso!!!
Be’, tutte chiacchiere…
Vi saluto e vi ringrazio immensamente, tutti tutti tutti tutti quanti!!!!
Alla prossima settimana!

 

Eru

 

   
 
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