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Autore: direiellie    07/11/2011    1 recensioni
Vecchia fanfiction ispirata al film 'X-Men Le Origini: Wolverine.' (con pochi altri riferimenti agli altri film della saga) che ho deciso di portare avanti dopo un periodo di pausa abbastanza lungo.
Logan & Emily. Quello che ruota fuori e dentro loro lo scoprirete assieme a me.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Logan' Howlett/Wolverine, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Logan fermò la roulotte dalla parte opposta all'entrata di casa, aiutandomi poi a scendere. Presi il mio zaino e posai lo sguardo sulla sua grande casa.
«Da questa parte» disse, accompagnandomi con lo sguardo.
«A...arrivo»
Varcando la soglia la sensazione di essere fuori luogo trovandomi in quel posto mi assalì. Posò le chiavi sul tavolo della cucina e si tolse la camicia sudata. Mi lanciò uno sguardo e allontanai i miei occhi da lui.
«Wow» dissi a bassa voce e senza accorgermene mentre camminavo lentamente per la casa.
«Che c'è?» la sua voce, ora, era più tranquilla.
«È bellissima» gli sorrisi. Posai il mio zaino sul divano e mi ci sedetti a fianco stando in silenzio. Mi sentivo un'intrusa. Ero un'intrusa. Lo sentii trafficare dietro di me, in cucina, e poco dopo venirmi accanto.
«Tieni, sarai affamata» disse porgendomi un sandwich al formaggio mentre si stava sedendo a fianco a me. Guardai quel cibo come fosse oro colato, ero già in debito con lui più di quel che avrei voluto.
«Gra...grazie!» 
Divorai il sandwich sotto i suoi occhi pieni di domande, non mangiavo da parecchie ore, speravo in una cortesia a base di cibo. Io non avrei osato chiedere niente, nemmeno dove fosse il bagno se mi sarebbe servito di lì a poco, essere in casa sua si stava rivelando una vera e propria fortuna.
Mi sembrava molto strano il fatto che ancora non mi avesse posto nessun tipo di domanda sul mio conto, su chi fosse la ragazza che in questo momento aveva in casa sua, io però ne aspettavo una di quelle scomode di lì a poco.
«Senti...» 
Ecco, stava iniziando il discorso, un qualcosa del tipo "Ragazzina, non posso farti da baby sitter!"
Tolsi lo sguardo inizialmente su di lui, mi guardai le mani tremare leggermente.
«Non mi interessa né chi sei né quanti anni hai e né da dove vieni. Ormai sei piombata qui, quindi non posso buttarti fuori casa... ma... se qualcuno ti sta cercando là fuori io non voglio finire in casini adolescenziali per causa tua, non so niente di te.»
Adolescenziali. Feci una piccola smorfia. Il suo neo-discorso mi aveva sorpresa, ero pronta ad accogliere il peggio. Passava dallo scontroso all'amico pentito, era difficile stargli dietro. La sua voce mi piaceva.
«Non c'è possibilità che qualcuno mi stia cercando» una lacrima mi rigò il viso.
«I miei genitori sono stati uccisi, l'altro ieri, no... credo di aver perso la cognizione del tempo, sono stati uccisi!» urlai. Iniziai a piangere senza volerlo, sentivo il suo sguardo pesantissimo su di me.
«Si tratta di mutanti, ne sono sicura. Non so come io sia riuscita a scappare... non so perché l'abbiano fatto... non lo so...»
A pugni stretti lo guardavo con le lacrime agli occhi. Il suo silenzio mi imbarazzava e innervosiva allo stesso tempo. Sentii un lieve rumore metallico, come una spada sfilata dalla sua custodia. Mi voltai verso di lui e spalancando gli occhi vidi sei lame affilatissime uscire ai lati delle sue nocche. Mi alzai di scatto dal divano, continuando a fissarlo spaventata. Le lacrime bruciavano sulle guance. 
«Tranquilla, non ti faccio nulla» 
Non capivo, ero spaventata.
«Tu... tu sei un mutante... ma... come...» le parole non uscivano, mi stavo pentendo di essermi fidata di me stessa.
«Non ti spaventare, prometto di non toccarti...» alzò leggermente le braccia con ancora le sei lame in bella vista. Continuavo a non capire, avevo la testa in panne, se avesse voluto farmi del male l'avrebbe fatto nel momento esatto in cui si era accorto della mia presenza nella foresta. La sua azione sembrava perlopiù una confessione, una verità che si era sentito in dovere di mostrarmi, forse dopo quello che gli avevo sinceramente raccontato. Mi sedetti nuovamente a fianco a lui, guardandolo ancora dubbiosa.
«Sono un mutante, ma non mi diverto a uccidere la gente» confessò. Di certo questa non era una cattiva notizia, perlomeno non sarei diventata la sua cena.
«Non ho mai creduto possibile questa cosa dei mutanti... mi sembra una cosa così...»
«Impossibile?» ribatté.
«Si.»
Anche se mi stavo lentamente tranquillizzando, ora quella che aveva domande da fare ero io. E ne avevo molte.
«Al mondo non esistono solo i cattivi però... anche per quanto riguarda il mondo dei mutanti.»
Gli sorrisi sbiecamente, non era più scontroso come aveva voluto apparirmi, forse non lo era di natura, forse voleva solo sembrarlo. Anche se ero preoccupata della sua reale natura in qualche modo gli ero assolutamente grata.
«Mi dispiace per i tuoi genitori» mi disse abbassando gli occhi. Non dissi niente, aspettai che fosse di nuovo lui a parlare.
«Puoi restare, non credo tu abbia un posto dove andare.»
E lo fece, sorprendentemente lo fece, dovevo essergli davvero grata.
«Davvero? Grazie... grazie. Non ti darò fastidio.»
Mi rivolse uno sguardo di approvazione e facendo rientrare gli artigli si alzò dal divano per raggiungere nuovamente la cucina.
«Che ore sono?»
Desideravo saperlo da troppo tempo.
«Le 11 e 20, ormai.»
Lo stomaco mi brontolò di nuovo.
«Tranquilla, preparo qualcosa per pranzo.»
Meno male, pensai, quel sandwich non bastò a sfamare ore e ore di digiuno.
«Ti posso aiutare, se vuoi, so cucinare!» volevo mostrarmi disponibile fin da subito, e capace, non volevo essergli di intralcio ma di aiuto. Lui lo stava facendo con me.
«No, tu hai bisogno di riposo, ti chiamo quando è pronto in tavola.»
Effettivamente il viaggio in roulotte non aveva avuto un buon effetto su di me, come tutto quello che l'aveva preceduto. Il mio stomaco aveva sopportato anche troppo. Mi stesi sul divano, schiacciata dal senso di intrusione che non mi aveva ancora abbandonata. Chiusi gli occhi cercando di pensare al nulla.

   
 
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