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Autore: Daphne91    08/11/2011    2 recensioni
E se Sirius Black avesse avuto una figlia, la storia di Harry Potter sarebbe stata diversa? Ho provato a immaginarlo in questa fan fiction che parte da prima della tragica notte in cui Lily e James furono uccisi da Lord Voldemort......
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Dov’è mio padre?
Arrivata a casa Malfoy, la piccola Syria venne sistemata in una piccola camera accanto a quella del cugino Draco. La stanza era piuttosto spoglia: c’era un letto a una piazza con la testiera in legno di noce, un armadio, una scrivania e una piccola libreria sempre in noce. Syria aveva molti giocattoli che le aveva regalato il padre e le fu permesso di tenerli.
I Malfoy erano convinti di riuscire ad educarla come volevano, di addomesticarla ma Syria spesso disubbidiva allo zio che la puniva con severità: veniva rinchiusa in cantina per tutta la notte. La bambina era terrorizzata da quel luogo infestato dai topi e dagli insetti, c’era una piccola finestrella senza il vetro perciò d’inverno si gelava. Syria si accoccolava sotto una copertina in un angolo, senza riuscire a dormire, ascoltando gli orribili rumori delle creature della notte. La mattina Narcissa veniva ad aprire la porta e Syria raggiungeva la famiglia a tavola per colazione. Il cibo di certo non le mancava ma sua zia non le imburrava il pane come faceva con Draco e questo alla bambina dava fastidio. Nessuno le voleva dire dov’era suo padre e nonostante le sue insistenze, Lucius le diceva solo che era un criminale.
Quando aveva sei anni approfittò di un momento in cui in casa non c’era nessuno se non l’elfo domestico, Dobby, l’unico che la trattava bene e a cui era affezionatissima, per scoprire dove avevano rinchiuso suo padre. Prese la polvere volante dallo scaffale sul camino e fece quello che vedeva fare a suo zio. Prese un respiro profondo entrò nel camino e disse:”Ministero della Magia, Londra”. Venne risucchiata in una specie di vortice e non sapendo che fare sbattè di qua e di la, facendosi male ai gomiti e alle ginocchia, fino a che non sbucò fuori da un camino. Si ritrovò in un grande corridoio di marmo pieno di persone: non sapeva cosa fare. Rimase immobile per qualche minuto, fissando i maghi e le streghe che le passavano accanto; non voleva mettersi a piangere, non lo faceva quasi mai, ma era spaesata e impaurita. “Ti serve aiuto, piccola?” chiese una voce gentile. Syria si voltò e vide che un uomo dai capelli rossi e con gli occhiali le si era avvicinato. Non sapeva perchè ma sentì che poteva fidarsi di quell’estraneo.
“Cerco mio padre” disse.
“Io lavoro qui, posso aiutarti. Come si chiama?” chiese l’uomo.
“Sirius Black” rispose Syria. L’uomo la fissò per un momento, incredulo. La bambina credette per un attimo che sarebbe corso via, invece sorrise e le disse:”Tuo padre non è qui. E’ in prigione, lo sapevi?”.
“No, so solo che è un criminale, ma i miei zii non mi dicono nient’altro” mormorò Syria abbassando lo sguardo. Aveva perso le speranze di vedere il padre.
“Vieni con me” disse l’uomo tendendole la mano. Syria lo guardò incuriosita e afferrò la mano che le porgeva. Andarono verso degli ascensori dorati e quando entrarono vennero schiacciati sul fondo dalle altre persone. “Lei come si chiama?” chiese Syria.
“Oh, perdonami, non mi sono presentato! Io sono Arthur Weasley” rispose l’uomo sorridendo. Syria rammentò che suo zio le aveva insegnato che gli adulti estranei devono essere chiamati con il cognome, perciò chiese:”Io sono Syria. Dove stiamo andando, signor Weasley?”.
“Dagli uomini che possono dirti dove si trova tuo padre” rispose “E chiamami Arthur, non signor Weasley” aggiunse.
Syria annuì contenta. Era una vera fortuna aver incontrato Arthur! Quando scesero dall’ascensore si diressero verso dei cubicoli dove lavoravano delle persone. I due si fermarono davanti ad un uomo di colore molto alto. “Kingsley, posso parlarti un attimo?” chiese Arthur.
“Certo Arthur” rispose l’uomo gentilmente. Qualcosa catturò l’attenzione di Syria sopra la testa di Kingsley: la foto di suo padre. Sembrava stesse urlando, con gli occhi fuori dalle orbite e i capelli lunghi fino alle spalle. La bambina si irrigidì. Arthur lo avvertì nel contatto con la mano della piccola e vide cosa l’aveva scioccata. “Non guardare Syria”.
Ma Syria non riusciva a staccare gli occhi da quella foto: era la prima volta in tre anni che vedeva suo padre. Sembrava fuori di testa e forse lo era davvero. Era per quello che era in prigione? Perchè era matto? Lei non sapeva cosa aveva fatto ma aveva sempre creduto che fosse un errore e che suo padre in realtà fosse un avventuriero in giro per il mondo.
“E’ la figlia di Sirius Black e vorrebbe contattare il padre” sentì dire Arthur.
“Non so devo chiedere al ministro” rispose Kingsley.
“Per favore, Kingsley. E’ qui da sola, non credo che i Malfoy sappiano che è qui” insistè Arthur.
Kingsley guardò la bambina. Era minuta, con i capelli neri e gli occhi scuri spaventati e confusi. “Va bene piccola, ascolta. Non puoi vedere tuo padre ma puoi scrivergli delle lettere, ok?” propose Kingsley.
“Ok” Syria si illuminò e i suoi occhi si accesero di una nuova luce. Sentiva tanto la mancanza del padre che avrebbe fatto di tutto pur di riprendere il rapporto.
“Bene, invia le lettere a questo indirizzo” disse Kingsley porgendole un pezzo di pergamena su cui aveva scritto qualcosa.
“Grazie” disse la bambina e l’uomo sorrise. Lei e Arthur si congedarono e l’uomo le propose di andare nel suo ufficio a scrivere la lettera. Era una stanza piccolissima, la scrivania riempiva quasi tutto lo spazio e c’erano dei grandi archivi traboccanti di carte. Arthur la fece sedere alla seconda scrivania a cui non era seduto nessuno, le diede carta, piuma e calamaio e cominciò a sbrigare le sue faccende.
Syria stava imparando a scrivere in quel periodo, quindi la sua calligrafia era orrenda e lei aveva paura di fare brutta figura con suo padre. Tuttavia si disse che l’importante era che il suo papà sapesse che lei lo pensava, così cominciò a scrivere:
Caro papà,
finalmente ho saputo dove sei e ti volevo dire che sto bene. Vivo dagli zii Malfoy che sono antipatici e con la puza sotto il naso. L’unico buono è Dobby, l’elfo dometico che mi fa la torta al ciocolato che mi piace tanto. Ho trovato un nuovo amico, si chiama Artur e mi ha dato il tuo indirizzo. Ti penso tanto e spero di abracciarti prestissimo. Ti volio tanto bene
Syria
Quando ebbe terminato la fece leggere ad Arthur e vide che aveva gli occhi lucidi. “Ti manca molto vero?” le chiese.
“Si” rispose la bambina continuando a guardarlo negli occhi. Era straordinariamente fiera e determinata. Arthur imbustò la lettera e gliela porse. Syria la prese tremante. Finalmente era riuscita a stabilire un contatto con suo padre! Era emozionata e impaurita allo stesso tempo perchè non sapeva come avrebbe reagito suo padre. Arthur la accompagnò a cercare un gufo e insieme spedirono la lettera. Mentre guardavano il gufo sparire sentirono dei passi pesanti e apparve Lucius Malfoy.
“Bene bene, ecco dove ti eri cacciata... non posso credere che tu sia arrivata a tanto!” disse l’uomo e schiaffeggiò la bambina con tutte le sue forze.
“Malfoy!” urlò Arthur spingendo via Lucius. Syria guardò suo zio furente: come osava picchiarla?
“Stanne fuori Weasley, non sono affari tuoi! Torna ad occuparti dei tuoi Babbani” esclamò Lucius. Syria era allibita da come suo zio trattava il suo amico, non poteva rivolgersi a lui in quel modo.
“Lascialo stare stupido!” gridò la bambina allo zio mettendosi davanti ad Arthur. Suo zio rise.
“Cosa pensi di fare, proteggerlo?” la derise Lucius. Arthur mise le mani sulle spalle della bambina.
“Ah è così?” esclamò Malfoy guardando Weasley “Bene Weasley visto che ci tieni tanto a questa idiota portatela a casa!” e detto questo si voltò e andò via.
Syria era furente: le aveva rovinato il giorno più bello della sua vita!
...continua
Note: ho fatto apposta degli errori nella lettera di Syria: ha sei anni, non può essere perfetta! Spero che mi diate altri consigli e che riesca a non deludervi! Baci, D.
  
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