Esme – cura
Non vedevo più nulla, avevo solo nebbia nella mente, mi sentivo respirare, avevo capito di non esserci riuscita.
Ricordavo molto nitidamente le rocce appuntite sempre più vicine, l'impatto, il dolore...
Ma ero ancora viva.
Un suono mancava all'appello, la ritmica pulsazione al centro del petto.
Avevo aperto gli occhi, davanti a me un angelo, forse quello che finalmente mi avrebbe portato via.
Ora lo so, era molto più che un angelo, lui era Carlisle.
La sua scelta di trasformarmi non era stata compassionevole, lui mi... amava. Ora lo so, lui è il mio angelo.
L'unica cura a quell'irreparabile ferita.
La ragione per cui sento il pulsare del mio immobile cuore.