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Autore: Kalie    09/11/2011    0 recensioni
Quanto è sottile il confine tra amore e odio? Quanto, invece, è difficile ammettere di averlo oltrepassato quel limite? I nostri Malandrini, negli anni, hanno imparato a capirlo bene, insieme a Lily, Mary e Kalie. Se un pomeriggio tranquillo, quest'ultima dovesse incontrare Harry, cosa uscirebbe fuori dal loro discorso? E se lui gli chiedesse di parlargli dei suoi genitori, di Sirius e di Remus? Cosa nascondevano i quattro ragazzi, tra sentimenti e i segreti di Hogwarts? Come evolveva l'amicizia tra Lily e Severus Piton? Uno sguardo al passato dei nostri antichi eroi, tra amori non corrisposti, prime complicazioni con i Mangiamorte (o futuri tali) e amicizie dal fragile equilibrio. SPOILER 7 LIBRO! Ho cercato di mantenere il più possibile la linea della storia autentica, ovviamente completandola con fatti inventati. Primo capitolo ambientato subito dopo la sconfitta di Voldemort.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Missione: Evitare il Nemico -  sia gli occhi che le labbra.


Essere amica di James Potter e Lily Evans era una vera e propria impresa: i due si parlavano a malapena, e lei  faceva lo stesso solo che con il migliore amico di lui, Sirius Black. Erano ormai passati quattro anni dal loro smistamento, eppure non avevano passato un solo giorno di tregua, nessuno di loro. Sul treno, Kalie Moran se ne stava stravaccata sul sedile vicino al finestrino, ad osservare il paesaggio che scompariva dietro colline o montagne; le piaceva stare seduta nel verso opposto al verso del treno e fortuna voleva che non soffrisse durante i viaggi. Si passò una mano sui lunghi capelli biondi, con un sorriso soddisfatto: era una vita che non li portava così. Già si immaginava la faccia di Black una volta rivisti vista: sicuramente non avrebbe più potuto dire che era un maschiaccio. In parte, a dirla tutta, era quello il motivo per cui se li era fatti crescere così tanto, con enorme pazienza e sofferenza per il caldo sopportato durante l’estate. Davanti a lei sedeva una ragazza dai capelli rosso scuro e gli occhi verdi come degli smeraldi; come se fosse possibile, durante quell’estate era diventata ancora più carina e portava quei quattordici anni con estrema eleganza: Lily Evans, la sua migliore amica. Di fianco a lei, una ragazza dai capelli castani legati in due trecce lunghe era intenta a leggere un libro, con un sorriso stampato sulle labbra leggermente carnose e rosee: Mary Macdonald, facente anche lei parte del terzetto di amiche inseparabili che da ormai quattro anni avevano formato. Al suo fianco invece sedeva una ragazza, più piccola di loro di appena un anno; aveva lunghi capelli ondulati e castano chiaro, gli occhi di un caldo nocciola: Jane Belsoul, cugina di primo grado del fantomatico James Potter. Lei non passava tutto il suo tempo con loro tre, era molto amata da praticamente tutta la scuola, con la sua allegria riusciva a risollevare il morale di chiunque gli stesse intorno. Se ne stava là, seduta a mangiare il suo dolcetto del giorno, pronta ad afferrarne uno nuovo dalla borsa una volta finito quello.

“Copritevi la faccia!” aveva pronunciato all’improvviso la più piccola e tutte si coprirono il volto in qualche modo: chi spiaccicava la faccia sul vetro, chi si copriva con il cappotto facendo finta di dormire e chi si nascondeva dietro il libro.

“Chi era?” chiese Kalie ancora attaccata al vetro.

“Mulciber” Jane lanciò un’occhiata veloce a Mary: le tremavano le mani ed era certa che se l’avesse vista in volto, sarebbe stata pallidissima “è andato via, tranquilla. non ha neanche guardato” ma per sicurezza si alzò per abbassare la tendina dello scompartimento.

“Grazie Jane” un sospiro di sollievo da parte della ragazza che chiuse di scatto il libro. “non ne posso più… quando la smetterà quello? E anche Avery! Quei due non mi lasciano mai in pace”

“E’ che sei troppo carina, Mary. Sono gelosi perché le ‘purosangue’ non hanno le stesse labbra carnose e gli occhi di quel celeste mare dei Caraibi” sintetizzò Kalie, staccandosi dal vetro e riaccomodandosi ad osservare il paesaggio.

“Quest’anno le cose cambieranno” si morse le labbra “Non ne posso più di essere preda di quello. È il peggiore, lo so. È lui che non mi può neanche vedere, mi cerca solo per attaccarmi” osservò la cicatrice leggera all’angolo del polso, provocata da un Diffindo particolarmente efficace: lei per ripararsi il viso aveva usato la mano.

“Quest’anno ci terremo tutte alla larga dai nostri nemici” assottigliò lo sguardo Lily, osservando le altre due, mentre Jane scoppiava a ridere.

“Ne parli come se fossero chissà quali criminali assetati di sangue, Lily!”

“Non è quello” arrossì la rossa “è che averli tra i piedi non è affatto facile. Soprattutto so che da molto fastidio a Severus… loro lo trattano malissimo!”

“E’ anche vero che lui sta sempre in giro con…” cominciò Mary, per poi mordersi il labbro inferiore. “ho sempre il terrore quando ti vedo girare insieme a lui, Lily” la guardò seriamente preoccupata.

“A proposito, Lily” cominciò Kalie, spostando lo sguardo su di lei, rannicchiandosi con i piedi sul sedile e abbracciando le gambe con le braccia “non è che c’è qualcosa tra di voi? Ti piace?” la bionda si godette per qualche istante l’espressione stupefatta dell’amica, prima di beccarsi una risata in faccia.

“Ma che dici, Kal? Lui è il mio migliore amico e io la sua” le sorrise, seriamente convinta “non potrebbe mai esserci niente tra di noi” Kalie continuò ad osservarla: non era del tutto sicura che quelle convinzioni esistessero anche dalla parte di Severus, ma tanto valeva lasciar andare le cose così per il momento.

“Tra te e Remus Lupin, Jay?” era in vena di pettegolezzi quel giorno, o forse voleva sapere cosa aspettarsi da quel lungo anno scolastico.

“Nh? Me e Remus?” chiese lei curiosa, ma sentì gli sguardi curiosi delle tre puntati su di lei: era ovvio che se lo chiedessero, la ragazza preferiva la compagnia del misterioso ragazzo a quella di chiunque altro, probabilmente perché erano due golosi di cioccolato e dolcetti come pochi.

“Beh, sì. Ci chiedevamo se ci fosse qualcosa tra voi” Kalie inarcò le sopracciglia con aria inquisitoria “sei sicura che non ci stai nascondendo niente?”

“Non c’è niente tra me e Remus. Siamo solo buoni amici” ma divenne silenziosa per diversi minuti, come le restanti tre. Almeno finché quattro ragazzi non irruppero nello scompartimento portando fin troppo scompiglio.

“Kalie, sono venuto a re-cla-mar-ti!” disse in tono affettuoso James Potter, continuando a fissare la bionda che già gli sorrideva.

“Mi sembra di essere la figlia di una coppia divorziata” rise lei, beccandosi due occhiatacce da parte di entrambi gli interessati.

“Con quell’arpia?”
“Con quello spocchioso?”

Si rimbeccarono in contemporanea, facendo ridere ancora di più la già sdraiata dalle risate Kalie, seguita poi dai fedeli compagni di lui e le restanti ragazze. I due ‘nemici’ invece, si voltarono in contemporanea per guardarsi in cagnesco ma… James si bloccò: c’era qualcosa di diverso nella rossa; era cambiata, più alta, aveva cominciato ad avere le prime curve pronunciate, e gli occhi verdi sembravano… più belli. Si distolse dai suoi pensieri solamente quando Sirius gli posò una mano sulla spalla.

“Andiamo, Moran. È il momento di James, muoviti! O hai il sedere pesante?” sì, le speranze di stare alla larga dalle persone con cui meno andavano d’accordo erano andate in fumo nel momento esatto in cui erano entrati i quattro ragazzi.

“Tu invece devi essere davvero leggero, Black! Senza il peso del cervello che ti manca” gli fece la linguaccia, ma si alzò dal sedile, pronta a racimolare le sue cose già sparse dappertutto.

“Se volete potete anche rimanere qui per quanto mi riguarda” aveva cominciato Lily, richiamando lo sguardo stupito di tutti i presenti nello scompartimento, specialmente quello di James.

“Cos’è, hai voglia di stare in nostra compagnia, Evans?” chiese il Cercatore con un sorrisetto ironico stampato sulla faccia.

“Neanche tra un milione di anni!” lo incenerì con lo sguardo lei “vado da una compagnia decisamente migliore della vostra, Potter! Senza offesa, ragazze. Voi siete al di fuori”

“Vai da Mocciosus? Portagli i nostri saluti, Evans!” rise Sirius, ma James rimase serio.

“Non riesco a capire come tu faccia a passare tutto quel tempo con un simile… idiota” disse l’ultima parola quasi con odio, assottigliando lo sguardo e senza distoglierlo dagli occhi verdi di lei.

“E’ sempre meglio che passarlo con voi” detto questo, uscì dallo scompartimento senza dar tempo a nessuno di replicare e lasciando James a fissare la porta dello scompartimento chiusa. Sembrava immerso in una crisi interiore di alto livello e, stringendo i pugni, si voltò di scatto verso i tre compagni e Kalie ed afferrò quest’ultima per il polso.

“Andiamocene di qui, a dopo ragazze” Kalie fissava James con aria stupita, non era mai stato così nervoso dopo un litigio con Lily e anche lei si sentiva agitata dopo quella scena. Cercò conforto nello sguardo di Remus, ma prima che potesse aggiungere qualsiasi cosa, Sirius le tirò i capelli.

“Pensavi di poter apparire più femminile facendoti crescere i capelli?” le chiese, catturando lo sguardo della ragazza, ora corrucciata ed invisibilmente ferita. Lui inarcò le sopracciglia, sbuffando ironico. Un nuovo litigio era appena cominciato, e sarebbe continuato fino al loro arrivo alla scuola di magia e stregoneria.
Cercare di stare lontano dai propri nemici era decisamente un’impresa impossibile.

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Guardava Lily con la coda dell’occhio, mentre sorrideva alla sua migliore amica che le raccontava uno dei soliti episodi imbarazzanti che le capitavano durante il giorno; erano ormai venti minuti che fingeva di leggere il libro di Trasfigurazione, lanciando in continuazione occhiate alla rossa. Si sentiva anche abbastanza stupido in realtà, insomma diciamocelo, lui e Lily si erano sempre sopportati a malapena e tutto d’un tratto James Potter non poteva fare a meno di guardarla. Quel pomeriggio si era anche chiesto come fosse nata la loro ostilità reciproca, quale fosse lo stupido motivo che gli impediva di essere di fianco a lei a ridere, insieme a quella che era anche la SUA migliore amica. Perché non aveva puntato su quel punto per fargli capire che non era una cattiva persona? E perché rimpiangeva quegli anni di continui litigi? Si ricordò improvvisamente del discorso che gli aveva fatto il padre quell’estate, tremendamente imbarazzante tra l’altro, riguardo agli ormoni e il desiderio di stare vicino alle ragazze carine; cominciò quindi ad aggrapparsi all’idea che, se non riusciva a fare a meno di cercarla con lo sguardo, era perché era decisamente troppo carina. Sì, questo lo doveva, e lo poteva, ammettere, ma per fortuna non c’era niente di più.

“Ehi James! Non ti ho mai visto studiare tanto… a che pensi in realtà?” lo guardò con occhi maliziosi Sirius, quello lì lo capiva anche troppo bene.

“Stavo pensando che… quest’anno ci divertiremo un bel po’” ricambiò il sorriso del suo migliore amico.

“Mh…” lo guardò compiaciuto “sì, penso che non potrà essere altrimenti” James  non se n’era accorto, ma Sirius aveva lanciato, in contemporanea a lui, uno sguardo alle stesse due ragazze che aveva guardato lui poco prima.

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Kalie Moran se ne stava seduta con le ginocchia al petto e il mento appoggiato su di queste, a fissare il vuoto totale. Stava aspettando che Lily smettesse di parlare con Severus e la raggiungesse sulla panchina del cortile: non era divertente starsene da sola e finalmente capiva i sentimenti di Mary quando lei se ne stava con James e Lily con il serpeverde. Si lasciò scappare un rumoroso sbadiglio, a bocca decisamente spalancata, tanto da provocare l’ilarità di uno studente che passava lì vicino. Ma si sapeva, lo sapevano tutti, Kalie non si poneva troppi problemi, si comportava sempre con naturalezza, e non le importava se qualcuno rideva o pensava male di lei, anche perché ormai aveva fatto talmente tante figuracce che l’imbarazzo era scomparso del tutto. L’unico a mandarle davvero il sangue al cervello era Black, questo lo sapeva bene. Beh, lo sapevano tutti a dir la verità. Sfortuna voleva che, a ridere, era stato proprio Sirius, uscito a prendere una boccata fresca in una di quelle rare giornate di settembre dal clima mite.

“Possibile, Moran, che tu debba dare spettacolo anche seduta immobile su una panchina?” aveva cominciato Sirius, poco prima di ridere ancora una volta.

“Black…” masticò tra i denti lei, cercando di farlo sembrare un saluto e non un rimprovero, ripetendosi come una litania, come un incantesimo, che aveva deciso di evitare scontri con il ragazzo.

“Non rispondi? Hai finalmente capito che…” le sorrideva divertito, cercando di trattenere una risata.

“Che avrei capito?” aveva spostato quindi lo sguardo su di lui, che ora si era seduto di fianco a lei sulla panchina, distendendo verso di lei il braccio, appoggiato sullo schienale, e continuava anche a fissarla. Ma che voleva?

“Che è inutile combattermi perché sono un essere superiore?” quello stupido sorriso da imbecille, che tanto faceva sciogliere tutte le ragazze della scuola, anche le più grandi. Quella faccia da bello e dannato che tanto la faceva imbestialire. Quanto era difficile mantenere l’autocontrollo? Kalie scoppiò in una risatina sprezzante.

“Cos’è? La definizione dell’anno che ti sei auto attribuito?” si appoggiò anche lei allo schienale, voltando la testa verso di lui.

“Cos’è? Hai perso tutta la tua combattività?” sembrava quasi deluso. “non avrai paura di me, Moran?” cazzo, quel sorriso le veniva da strapparglielo con le unghie.

“Non ho perso proprio un bel niente, imbecille!” lo guardò velenosa, e lui parve soddisfatto.

“Non sarà che vuoi far colpo su di me?” lei lo guardò sbigottita “vuoi sembrare più docile perché ti sei innamorata di me?” si era avvicinato con il viso a quello di lei, che aveva increspato le sopracciglia.

“Innamorata di te?! Ma ti sei fuso il cervello quest’estate?” aveva alzato la voce alla fine, no non era proprio possibile mantenere la calma con quell’idiota.

“Meglio così… ti sopporto a malapena, ma mi dispiacerebbe vedere che ti struggi per me” lanciò uno sguardo veloce ai lunghi capelli della bionda “a me piacciono le ragazze femminili”.

“Non costringermi a tagliarmi i capelli, pur di poter continuare a non rientrare tra le ragazze ‘papabili’”

“Come ti ho detto sul treno… non basta avere i capelli lunghi per essere femminili”

“Sì sì… ricordo vagamente” scrollò le spalle lei, prendendo un libro da dentro la borsa  a tracolla di fianco a lei.

“Ti sei già stufata di me?” Sirius posò una mano sul libro appena aperto, coprendole la visuale.

“Sono quattro anni che sono stufa di te, Black” le era scappato un sorriso e aveva cercato di camuffarlo con una smorfia, ma lui l’aveva notato bene e le aveva sorriso di rimando, prima di scoppiare a ridere.

“Moran, a che gioco stai giocando?”

“Eh?” finalmente si era voltata di nuovo a guardarlo “di che parli?”

“Sono giorni che cerco di litigare con te… e tu mi ignori! Hai idea di quanto sia frustrante?” stavolta fu lei a scoppiare a ridere.

“Si chiama maturare, mio caro” scrollò le spalle lei “chissà quando succederà anche a te”

“Si chiama diventare noiosi…” lui aveva smesso di sorridere e aveva assottigliato lo sguardo “non mi va che tu diventi noiosa, Moran. Ti farò impazzire”

“Non ci riuscirai. Ho un ottimo autocontrollo” ma non era vero, sapeva che stava per scoppiare, perché lui le avrebbe detto qualsiasi cosa pur di tornare a litigare. Si alzò dalla panchina e fece per allontanarsi, ma lui l’aveva bloccata afferrandole il braccio e attirandola a sé, vicino al suo viso.

“Vuoi davvero sapere quanto posso essere irritante?”

“Ne sono già fin troppo consapevole”

“Non abbastanza, evidentemente. Non mi stai tirando addosso niente”

“Ti tiro un cuscino in testa una volta e…”

“Sta zitta, Moran”

“Ehi! Io parlo quanto mi pare, hai capi…” si era bloccata: cacchio se sapeva come farla irritare.

“Molto meglio” sorrise soddisfatto lui, senza però lasciare andare il suo braccio. “non puoi resistere senza litigare con me. Ti piace troppo stare a rimbeccarmi, ti piace almeno quanto piace a me”.

Kalie cercò di liberarsi dalla presa del moro, strattonando via il braccio, ma sembrava deciso a non lasciarla andare. Continuava a fissarla negli occhi e, doveva ammetterlo, i suoi riuscivano a catturarla anche fin troppo bene, per quanto non potesse neanche lontanamente sopportarlo, era veramente bello. Si risvegliò da quel pensiero quando lui si avvicinò un po’ al suo viso, con un’espressione che lei non gli aveva mai visto prima. Kalie proprio non capiva: che cavolo voleva da lei? Non era meglio per tutti e due smettere di litigare e basta?

“Non ho nessuna intenzione di rinunciare ai nostri battibecchi, non ti libererai tanto facilmente di me”

“Vedremo quanto sarà divertente per te quando litigherai da solo, Black” sorrise lei di rimando, tranquilla.

“Vedremo quanto resisterai senza rispondermi a tono” lui si stava avvicinando ancora, con quel maledetto sorriso stampato sulle labbra che tanto la facevano imbestialire. Quell’anno era decisamente impazzito.

“Lasciala stare, Black” ce l’aveva fatta ad arrivare! Sirius sbuffò scocciato, prima di spostare lo sguardo su Lily, che aveva le mani sui fianchi e l’aria accigliata “ti ho detto di lasciarla”

“Come vuoi, Evans” era tornato per un istante a fissare Kalie, diritto negli occhi, con un’espressione indecifrabile, prima di lasciarle definitivamente il braccio ed alzarsi dalla panchina. “la nostra battaglia non finisce qui, Moran. Non credere che sia così facile liberarsi di me”

“Guarda che so benissimo quanto è difficile liberarsi di te!” gli aveva urlato mentre già si allontanava, verso l’interno della scuola. Fissare la sua schiena non era certo un’idea fantastica, eppure non riusciva a distogliere lo sguardo: anche se era lo stesso rompiscatole di sempre, aveva qualcosa di diverso. Si morse il labbro inferiore per risvegliarsi da quei pensieri e andare a guardare Lily.

“Finalmente se n’è andato…” aveva sospirato lei, sorridendo alla bionda. Ma Kalie era nervosa per la conversazione con Sirius e la guardò seria, anche se non veramente arrabbiata.

“Si può sapere che fine avevi fatto, Lily?”

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Che gli era preso? No, parliamone, che diavolo gli era preso poco prima? Il fatto che la Moran cercasse di mantenere le distanze da lui, anche se i loro rapporti si limitavano a quelli bellici, l’aveva decisamente fatto impazzire, poteva accettare il fatto che gli piacesse litigare con lei, continuare a parlarci anche tirandosi addosso cuscini, o le forchette se era necessario. Ma non poteva proprio capire il suo comportamento di poco prima. Perché non voleva che si allontanasse? Perché era così scocciato quando era apparsa la Evans? Che voleva fare avvicinandosi a lei, cercando di stuzzicarla? Non lo sapeva neanche lui… non aveva risposta a nessuna di quelle domande. Scrollò le spalle, come ad una domanda lanciatagli addosso, come a volersela togliere di dosso quella sensazione. Si fissò la mano per qualche istante. Quella situazione – quella sensazione – era assurda.

“Ehi Sir!” la voce di James lo risvegliò da quei pensieri che già gli stavano facendo venire un tremendo mal di testa, cacciò dalla mente l’immagine di Moran e si voltò sorridente verso il suo migliore amico.

“Jamie! Che succede? Come mai così di buon umore? La Evans ti ha rivolto la parola?” Sirius sbuffò una risata, alla vista dello sguardo imbarazzato ed incredulo che gli rivolse l’amico.

“Che cavolo dici? chi è che vuole parlare con quella?” prese fiato per qualche istante prima di ritrovare il buon umore di poco prima “stasera… ci vediamo con Pete. In biblioteca, no? Dopotutto… stanotte c’è Luna piena” l’amico gli fece l’occhiolino. Era passato ormai diverso tempo da quando lui e James avevano scoperto il segreto del loro amico Remus, anche se per il momento avevano deciso di far finta di niente, in attesa di trovare il modo per potergli rimanere vicino.

“Bene” Sirius sorrise soddisfatto “non vedo l’ora, James! Prima o poi scopriremo come fare”.

“Dovremmo cercare anche nel reparto proibito secondo me… non abbiamo abbastanza informazioni! Dobbiamo trovare il modo…” si tolse gli occhiali per qualche istante, passandosi la mano sul viso, con l’aria pensierosa “tu che ne pensi?”

“Non lo so…” ma era tornato a pensare alla biondina, stupidi collegamenti tra migliori amici “prima ho incontrato Moran”

“Ah sì? Sei riuscito a litigare con lei?”

“Non proprio… poi è arrivata la Evans” non notò il debole sobbalzo che fece l’amico, o forse lo ignorò e basta. “secondo te che ha che non va?”

“Mah… è sempre stata isterica. È normale che…”

“Isterica? Non ti avevo mai sentito parlare di lei così!” Sirius guardò stupito l’amico. Non era la sua migliore amica? Da sempre?

“Ma come no? Sono quattro anni che non la sopporto! Ci vedi litigare in continuazione” James lo guardò allucinato: era sembrato solo a lui di avere un rapporto di odio profondo con la rossa?

“Ma che dici? e allora perché mi costringi a passare così tanto tempo con lei, visto che ogni tanto hai bisogno di farti una bella chiacchierata con quella pazza?”

“Ma se ci evitiamo come la peste!”

“Di chi stai parlando, scusa?” Sirius sbatté un paio di volte le palpebre, prima di riuscire finalmente a capire “io parlavo della Moran! Tu della Evans, immagino” sorrise, con l’aria di chi la sa lunga. Di chi ha visto il migliore amico fissare Lily diverse volte. Insomma… di chi ne sa di più del Cercatore.

“Sì, pensavo… beh lascia perdere” scosse la testa con decisione “che ha che non va, Kalie?” lo guardò preoccupato “sta male?”

“Macché, quella è più sana di un pesce…” assottigliò lo sguardo, mentre entrambi continuavano a camminare, tenendo fisso lo sguardo davanti a loro “stavo solo pensando che… mah. Niente lascia stare” anche lui aveva deciso, come l’amico, di lasciar cadere il discorso.

“Come vuoi…” non fece altre domande James. No, non poteva. Aveva paura di riceverne a sua volta, su Lily però. “cambiamo argomento” ma non lo fecero mai. Rimasero in silenzio per parecchi istanti, per tutta la strada fino alla Sala Comune. Sembrava così stupido. Sembrava tutto così ovattato e stupido. Sirius aveva una voglia tremenda di prendere i capelli di Kalie e tagliarglieli. Sì perché lui preferiva le tipe femminili, ma lui, lei e solo lei, la preferiva decisamente con i capelli corti.

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Mary camminava per i corridoi della scuola, lanciando continue occhiate a questi ogni volta che girava l’angolo; quando era sola non le piaceva camminare per la scuola, ma a volte doveva proprio farlo. Ad esempio quando andava a lezione di Aritmanzia, che amava tanto, al contrario delle sue amiche. In quei momenti l’ansia l’assaliva, facendole aumentare sia il battito che la respirazione, si aspettava di vedere la figura e gli occhi di ghiaccio – e non parlava solo del colore, ma anche dello sguardo che rivolgeva solo a lei – di Mulciber ogni volta che cambiava direzione. La tormentava anche quando era in compagnia delle amiche, ma quando erano da soli era più aggressivo del solito, e il suo sguardo frustrato le faceva anche troppa paura. Ricordava benissimo l’anno prima, e la cicatrice le bruciava dentro peggio di una bruciatura appena fatta.

La tirò per un braccio, trascinandola dietro ad un passaggio nascosto, sbattendola contro il muro freddo della scuola; un brivido di terrore le percorse tutta la schiena. Mulciber la guardava fissa negli occhi, con estremo disprezzo. E allora sì che le veniva da piangere, ma non poteva dargli quella soddisfazione, no davvero.

-Mi stai sempre tra i piedi… che vuoi da me? Mi segui, MacDonald? – seguirlo? Ma se lei non voleva far altro che stargli lontana!

-Stai fuori di testa, Mulciber! Sei tu che mi perseguiti! – si morse il labbro inferiore, cosa che fece spostare lo sguardo del serpeverde sulle labbra di Mary. Uno sguardo infinito, in cui lui sembrava mostrarle ancora più odio. La odiava, sì. Non c’era altra spiegazione. Richard batté un pugno sul muro, ad un paio di centimetri dal viso di Mary.

-Te la cerchi! Sei solo una mezzosangue, non dimenticarlo! – aveva alzato la voce… di nuovo e ancora. Il cuore le batteva forte nel petto mentre lui sembrava intenzionato a non lasciarla andare. E si avvicinava. Cosa voleva da lei? E perché la fissava a quel modo? Probabilmente neanche lui lo sapeva, perché scacciò a malo modo il braccio che ancora teneva nella mano ed indietreggiò di qualche passo, andando ad afferrare la bacchetta da dentro il fodero della divisa.

-Ma sei pazzo? Che vuoi fare? – lo sguardo di puro terrore di Mary sembrò farlo impazzire ancora di più. Mary si morse nuovamente le labbra, impaurita e lui le puntò contro la bacchetta.

-Voglio strapparti quell’espressione dalla faccia! Ti taglierò quelle maledette labbra, hai capito? Voglio vedere come riderai con le tue amiche… come potrai poi… - e poi se l’era morso lui il labbro, continuando a fissare la bocca di lei, iniziando a muovere la bacchetta, con uno sguardo folle  - Diffindo!

-No! Mulciber, no! – e lei aveva fatto in tempo solo a coprirsi il volto con il braccio. Poi non ricordava granché, se non il volto disperato del ragazzo, che sembrava in preda al panico. Poi il rosso del suo sangue e il buio. Rosso come il colore delle sue labbra. Nero come l’anima del ragazzo che le stava davanti.



Quella cicatrice la fissava spesso, mentre si chiedeva dove fosse il Richard dei primi mesi del loro primo anno, quando ancora non sapeva che lei era una Nata Babbana, quando ancora ridevano e scherzavano. E probabilmente se lo chiedeva anche lui, appoggiato alla parete del corridoio perpendicolare a quello dove si trovava lei, fissandole la schiena con lo sguardo perso.

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Lily se ne stava sdraiata sul divano della Sala Comune con un libro posato sulla faccia, non ricordava neanche più quale fosse, era semplicemente in fase relax. Era davvero difficile conciliare tutte le sue amicizie, eppure sapeva che anche quelle degli altri erano altrettanto delicate; mosse piano il piede e sentì la gamba di Kalie che dormiva alla grande con la bocca leggermente aperta e il collo in iperestensione all’indietro. Anche lei aveva avuto una giornata pesante probabilmente. Anche se Lily era riuscita ad evitare James, questo non voleva dire che farlo fosse facilissimo, anche perché facevano entrambi parte della stessa casata. Per Kalie era lo stesso, ma a quanto sembrava Sirius Black era deciso a non lasciarla proprio perdere, anzi cercava in continuazione la lite con lei; l’aveva visto bene lo sguardo del ragazzo mentre cercava di istigare la sua migliore amica, lo sapeva benissimo quanto si divertisse a renderla nervosa. Quegli stupidi ragazzi! Ma che cavolo volevano da loro? Non potevano semplicemente ignorarle? O essere buoni concasati? A quanto pareva la cosa era fuori questione, anche perché nel momento esatto in cui entrò il loro quartetto – anche se erano in tre quella sera, Remus dov’era? – la pace sembrò essere terminata del tutto.

“Kal? Oddio, Kalie la tua faccia è impagabile!” la voce di James Potter la fece sobbalzare, mentre l’amica non si scompose affatto, continuò a dormire come se nulla fosse.

“Come dicevo oggi pomeriggio, anche quando sta immobile le piace dare spettacolo” rise, seguito a ruota da Peter. Lily decise di far finta di dormire, nella speranza che i tre se ne andassero il prima possibile e di non dover quindi fare ‘conversazione’. Spostò di qualche centimetro il libro, in modo da avere una minima visuale della situazione, pronta ad intervenire.

“Beh, però è carina anche così!” sorrise James, intenerito dalla vista della sua migliore amica. Lily lo trovò dolce – per un secondo, solo un secondo, davvero, poi lo ritrattò anche a sé stessa – perché infondo voleva davvero bene a Kalie.

“Beh sì, Kalie è molto carina” aveva convenuto Peter, con un sorrisetto accondiscendente, andando a fissare Kalie da vicino.

“Carina questa? Ma siete ciechi, ragazzi?” Lily avrebbe tanto voluto tirargli il libro in testa, ma cercò di trattenersi. “c’è decisamente di meglio!”

“Sì è vero! Ad esempio Lily” aveva affermato ora, Peter. Lei arrossì un pochino, non si era mai definita carina.

“Stai scherzando! È molto meglio Kalie, di quella acida!” James aveva urlato contro il povero Peter, aumentando il malumore di Lily: che cavolo voleva, quello?

“No, è decisamente meglio la Evans! Ma guarda, come può anche solo avere un briciolo di fascino questa qui?” indicò malamente la bionda, che se la dormiva alla grande. Peter aveva smesso di parlare, aveva paura forse di dire la cosa sbagliata, anche perché se era giusta per uno era sbagliata per l’altro.

“Ha il suo fascino. È tutto suo, ma ce l’ha. E poi non puoi dire che Kalie è brutta… anzi!” gli lanciò uno sguardo di sbieco “a quanto pare, secondo gli studenti più grandi, lei, la Evans e Mary sono le tre ragazze più carine del nostro anno. Comprese le altre casate” Lily non lo sapeva, ma in tutto questo James continuava a guardarla con la coda dell’occhio, approfittando del fatto che anche Sirius e Peter, come aveva fatto poco prima lui, si erano seduti su di una poltrona. “non capisco cosa ci trovino in lei” stavolta Sirius non rispose, in effetti nessuno poteva dire che Kalie era brutta. Anche se era fatta decisamente a modo suo, questo doveva ammetterlo anche lei. Rimasero in silenzio per parecchi istanti, mentre Lily moriva dalla voglia di alzarsi da quel divano e trascinare via con sé Kalie, anche addormentata se fosse stato necessario. Perché cavolo dovevano stare lì tutto quel tempo? Sirius finalmente si alzò, ma purtroppo per Lily non per andarsene, al contrario si posizionò dietro al divano, precisamente dietro di Kalie e iniziò a fissarla dall’alto.

“Penso che le farò uno scherzetto. Non posso stare nella stessa stanza con lei senza darle un minimo di fastidio” l’aveva detto lei, che si divertiva! Lanciò un occhiatina da sotto il libro, muovendo un po’ la testa, facendolo quindi cadere a terra. Cacchio! La copertura era saltata! Decise di guardare la scena con la coda dell’occhio, continuando a fingere di dormire. C’era qualcosa di strano nello sguardo di Sirius però, mentre la fissava. Non aveva lo sguardo irritante e divertito che aveva di solito mentre pensava di farle un dispetto, sembrava più che la stesse… studiando. Avrebbe voluto vedere come continuava la cosa, ma sentì James muoversi dalla poltrona e spostarsi di fianco al divano, a terra, proprio di fianco a lei.

“Mh… forse dovrei fare uno scherzo anche io alla Evans” mugugnò, mentre il cuore le batteva all’impazzata: oh no! Non poteva starsene lì senza fare niente.

“Dai dai! Se vi serve una mano, vi aiuto volentieri!” aveva battuto le mani Peter, eccitato; cacchio, ma era davvero così accondiscendente quello?

“Pete… non si attacca il nemico mentre dorme” la voce di Sirius la stupì: non aveva cominciato lui tutto quel discorso? “sei il solito stupido, mi hai fatto innervosire! Andiamo o no in Biblioteca?” dove voleva andare?! Ma se quei due non studiavano mai!

“Infatti, Peter… riesci sempre a rovinare l’umore” Lily non lo sapeva, ma mentre i due le fissavano avevano pensieri ben diversi dal ‘fare scherzi’. Sentì James alzarsi e, nell’alzarsi, sentì la sua mano sfiorarle la fronte, spostandole leggermente la frangetta da davanti agli occhi: un gesto involontario? Eppure le sembrava che si fosse soffermato un istante in più. Sentì il quadro della Signora Grassa chiudersi e si andò a sedere sul divano, con l’aria un po’ stralunata. Quei ragazzi erano davvero strani. Portò la mano sulla sua fronte, andando a sfiorare anche lei la frangetta, con un’espressione curiosa.

“Mh… che bella dormita! Ohi!” Kalie finalmente si era risvegliata “ma perché mi fa male la fronte?” si stava passando velocemente una mano su di questa, e, da sotto la frangetta appena spostata della bionda, Lily vide un piccolo segno rosso. Evidentemente Sirius, alla fine, lo scherzo aveva comunque deciso di farlo. Più o meno.

“Certo che tu hai davvero un sonno pesante, eh?” rise Lily, scacciando via il pensiero dei tre ragazzi appena usciti, ed andandosi a sedere vicino all’amica. Non c’era niente da fare, dovevano stare lontane da loro ad ogni costo. Anche se questo avesse dovuto strappare Kalie dalle grinfie amorevoli di James. Lei doveva stare lontano dal Cercatore, e l’amica da Black. Sì. Se fossero andate avanti così, sarebbero di certo impazzite.




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Ciao a tutti! ^.^
eccomi di ritorno con il nuovo capitolo! <3 so che è una vita che non l’aggiorno (come altre mie fic) ma ultimamente mi è ripresa la voglia di scrivere il capitolo e quindi eccomi qui. Avendo anche più tempo penso proprio che aggiornerò più spesso! Vorrei ringraziare innanzitutto chi ha messo la storia tra le seguite <3 spero che continuerete a leggere gli sviluppi di questi tonni, che pian piano si vanno ad intrecciare nelle loro vicende amorose *_*
Vorrei dire qualcosa su Mulciber, beh… ma per ora non è il momento! Ahahah come sono cattiva! Dopotutto sarebbe uno spoiler!
Concluderei ringraziando Peyton Sawyer, che ha recensito il primo capitolo: GRAZIE *_* sono contenta che ti piaccia sia la storia che il modo in cui scrivo! Spero apprezzerai anche questo capitolo e quelli che verranno! Bacini <3

ora ringrazio anche tutti quelli che l’hanno letta e la leggeranno! ^_______^
a prestissimo! <3

Kalie

  
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