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Autore: Ziggie    11/11/2011    2 recensioni
It's never too late to mend, perchè non è mai troppo tardi per redimersi. Un'avventura per i fratelli Blues lunga una vita, ma al loro fianco non vi era solo la Banda, ma anche Ziggie. Recensite se vi va :) Buona lettura.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Holà fratelli e sorelle Blues, come andiamo? Eccomi qui con un nuovo capitolo delle avventure dei nostri giovani Fratellini e di Ziggie...  Ormai Zig, si sta inserendo bene nel contesto dell'orfanotrofio e come leggerete, l'influenza dei due, non è proprio così positiva, ovviamente in senso buono, eh! Buona lettura dunque e, se volete, spero di si, recensite ;)    
 

           3.Dolcetto o scherzetto?
 

Più i giorni passavano, più ringraziavo la direttrice della mia vecchia catapecchia per  avermi spedito al Sant’Elena del Benedetto Sudario.

Più il tempo passava e più l’amicizia, che mi legava a quelle due canaglie di Jake e Elwood, accresceva.

Più il tempo passava e più imparavo, o meglio,  miglioravo, a suonare l’armonica, fatto che dovevo a due maestri come Curtis e Elwood.

Eravamo nella settimana di Ognissanti, l’indomani sarebbe stata la festa delle streghe, degli spiriti, Halloween e tutti erano impegnati  con i preparativi, nonostante la Pinguina non fosse molto propensa: okay, era festa nazionale, ma pur sempre pagana e non cristiana, ma, come ogni anno, avrebbe chiuso un occhio.

Stavamo in fila per metterci in ghingheri, toccava lavarsi e, siccome l’orfanotrofio non era così ricco per permettersi un vasto numero di vasche da bagno e noi eravamo una marea, l’unico modo per fare il bagno era lavarsi in enormi catini di plastica.

- Occhio a non sbirciare, El – lo punzecchiò Jake volutamente, ad alta voce, alludendo a me dietro di loro – altrimenti gli occhiali scuri li dovrai portare per cecità-. Arrossii fin la radice dei capelli, che diavolo!! Okay, era qualche tempo che ero lì, l’amicizia con Elwood si stava consolidando e non poco, ma insomma lui era così … disponibile, un duro dal cuore tenero, è vero! Era così palese notare che gli sbavassi dietro?!?!!??? Forse, per gli occhi di Jake,era più facile …

- Ja… - sia io che Elwood cercammo di rimproverarlo, o quantomeno avvertirlo di chi aveva alle sue spalle, ma la Pinguina fu più svelta delle nostre voci e gli diede una bacchettata in testa.

- Moderiamo i termini, giovanotto, o gli unici santi che vedrai, tra domani e dopodomani, saranno quelli della cappelletta nel sottotetto -.
Il ragazzo sbiancò a sentire nominare il luogo più cupo di tutto l’orfanotrofio, ma si poteva scorgere una patina sui suoi occhi: la voglia di combinare guai stava prendendo piede nella sua testa, così come le sue solite grandi idee.

- Due tinozze si sono liberate – comunicò la suora – Jake, Elwood, tocca a voi -.
I due entrarono nella sala da bagno come sottoscorta, ma ne uscirono quasi subito, correndo all’impazzata in mutande, petto nudo e occhiali da sole. Che non adoravano fare il bagno era risaputo, ma che tentassero una fuga a rotta di collo in quella maniera, sapendo bene della futura punizione insomma, non era proprio una cosa buona e giusta.
- Coprici la fuga, Zig – mi fece l’occhiolino Elwood, abbassandosi appena gli occhiali e, vedendomelo passare a fianco in quello stato, dopo le parole di Jake, fu una dolce visione. Ma orsù, basta! Sto delirando e, soprattutto, apparendo troppo sdolcinata!

La Pinguina uscì di corsa dalla saletta, urlando i nomi dei ragazzi e agitando in aria la propria bacchetta di legno: un’arma non troppo simpatica. Deglutii a vuoto, un po’ timorosa, ma dovevo trattenerla in qualche maniera.
- Suor Mary, suor Mary – mi aggrappai alla sua tonaca nera – Charlie si sente poco bene – comunicai, avvicinandomi alla mia vittima.
- Ma non è v… - fece per dire il ragazzo, ma, la frase gli morì in gola, dato che gli sferrai una gomitata nello stomaco piuttosto forte – Ah! Che male, che male, che male! –
- La aiuto a portarlo in infermeria – mi offrii volenterosa, con un sorriso spontaneo, il più sincero che riuscii a mostrarle.
- Sappi, Ziggie, che non occorre coprire quei due mascalzoni dei tuoi amici; una punizione, gli spetta di diritto – mi fece notare sospettosa.
- Sorella, mi sto solo prodigando per Charlie, non vedete quanto gli fa male? – continuai a recitare con sguardo convincente, mentre sorreggevo Charlie, uno dei ragazzetti che mi doveva un favore, dato che, nei primi giorni che stavo lì, mi aveva scaricato sulle spalle il suo turno di corvè serale.

Charlie venne portato in infermeria ed io saltai il bagno perché la Pinguina mi aveva messa di guardia al capezzale del ragazzo. Poco male, chiarii con lui il motivo per cui l’avevo colpito, rassicurandolo sul fatto che non avevamo più conti aperti.
La suora era appena uscita quando entrò nella sala un’altra figura nera, slanciata. Sia io che Charlie osservammo, la nuova arrivata, sospettosi.

- Ziggie, Ziggie, Ziggie! Sei nei guai, ragazza – disse una voce, ben nota, da sotto quella massa di tessuto scuro.
- Mai quanto voi, ragazzi – li presi in causa entrambi, perché sapevo benissimo che, sotto quel vestito, si nascondevano tutti e due: Jake sulle spalle di Elwood. – Che diavolo ci fate nelle, e con, le vesti della Pinguina? –
- Ma che domande! Ci facciamo Halloween! – specificò Jake – E’ un’interpretazione perfetta! –
L’interpretazione perfetta sfociò in una punizione di un mese e, trenta giorni senza musica, per i fratellini erano un vero supplizio. 
  
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