Serie TV > Bones
Ricorda la storia  |       
Autore: xNewYorker__    11/11/2011    0 recensioni
Broken Bones 2. Che altro?
Quando si è sicuri di qualcosa, non si va più alla ricerca della verità, ci si abitua, si va avanti. Ma se in realtà non si fosse mai stati veramente convinti? Se si iniziasse a cercare la verità, si troverebbero le risposte?
Tre anni dopo continuava a sentire che qualcosa dentro le mancava
________________________________
Non passava giorno in cui non rimpiangesse quegli occhi azzurri che piangevano una morte finta.
Semi crossover Bones-Castle.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Broken Bones'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ormai era fin troppo chiaro che non riuscisse più a piangere. Aveva utilizzato i pomeriggi di un intero anno per quello.
E sembravano non bastare mai, sentiva che non bastavano, lo sentiva da quando aveva smesso.
Lo sentiva da quando non era più riuscita ad avere lo spazio materiale per le lacrime. Quindi, così, da un minuto all’altro, Temperance Brennan aveva smesso di piangere.
Per due anni nessuna lacrima aveva più toccato quelle guance gelide, nessuna lacrima era riuscita a fare arrossare quel piccolo cielo che portava con sé negli occhi.
Non era una persona felice, ma andava avanti, e questo era l’importante, o secondo lei lo era diventato.
Nella sua mente, il suo storico collega e compagno d’avventura non era altro che il protagonista di un meraviglioso romanzo, di quelli che non riusciva a dimenticare.
Era chiaro che non avrebbe mai potuto dimenticarlo, da quando lo aveva salutato mentalmente l’ultima volta in quell’ospedale.
Da quel pomeriggio non era mai più tornata in quell’edificio.
Non l’avrebbe più fatto. Il primo anno, invece, ci tornava tutti i giorni, così come tornava al cimitero a trovare quella lapide.
Era così difficile, per lei, poter credere di parlare veramente con il suo collega soltanto fissando quel pezzo di marmo infilato nella terra. Non riusciva neppure a pensare che davvero lui fosse lì sotto. Lo sentiva ancora troppo vicino a sé, per pensare che fosse lì.
Lo sentiva al posto del passeggero ogniqualvolta saliva in macchina.
Tre anni dopo continuava a sentire che qualcosa dentro le mancava. La cosa terribile era sapere cosa fosse senza poter rimediare.
Sapeva che se ne era andato attraversando un corridoio buio che l’avrebbe condotto lontano.
Sapeva che se ne era andato nell’incertezza che fosse fatta giustizia per suo figlio. Sapeva persino che lui non avrebbe mai potuto ringraziarla per aver sbattuto in prigione quei bastardi che avevano ucciso il suo piccolo Parker.
L’aveva fatto due anni prima.
Li aveva arrestati il giorno dell’anniversario della scomparsa di Seeley Booth, e aveva guardato il cielo pregando che se ne fosse accorto. “Per te, Booth” aveva detto.
“E per Parker, perché so che adesso siete insieme e potete abbracciarvi, come una volta”.
Non riusciva neppure a guardare più negli occhi Hannah, che lo aveva abbandonato qualche mese prima per andare a lavorare all’estero.
Però se la ritrovava davanti talmente spesso che aveva dovuto inventarsi una lista di scuse per togliersela di torno.
Giornalmente ne raccontava una nuova, e lei ci credeva. E andava via, senza guardarsi indietro, senza accorgersi che in realtà stesse mentendo perché il dolore la divorava viva.
Tutti sapevano di Booth, tutti avevano percepito un profondo cambiamento al Jeffersonian, tutti avevano capito che senza di lui le indagini non sarebbero state la stessa cosa.
Mancava una parte in ognuno di quei cervelloni senza cuore.
Era fin troppo chiaro che senza di lui nessuno avrebbe continuato a vivere allo stesso modo.
 
Buttò giù qualche riga per completare il rapporto che avrebbe consegnato a Camille, poi si alzò.
Prima di andare verso l’uscio osservò la foto che teneva sulla scrivania, e ricordò il momento ritratto: teneva in mano il distintivo di Booth e rideva di lui che indossava il suo camice.
La scritta “T. Brennan” sul camice e quella “Seeley Booth” sul distintivo erano gli elementi principali della fotografia, insieme ai loro sorrisi.
 
Prima che potesse uscire, bussarono. «Avanti» Disse.
«Dottoressa Brennan! Ho i riscon…cosa è successo?»
Daisy si rabbuiò solamente vedendo l’espressione che la dottoressa aveva assunto. Sembrava che non se la sentisse proprio, di lavorare.
Non dissero nulla per qualche istante, non si guardarono neppure. Il telefono squillò, e fu esso ad emettere il rumore che spezzò il silenzio.
Tremante, Brennan afferrò la cornetta e la portò all’orecchio. «Pron…» si schiarì la gola.
«Pronto. Dottoressa Temperance Brennan del Jeffersonian» Una pausa.
Si sentì qualche sommesso rumore di sottofondo, poi un cigolio. «Bones…»
Le due non ebbero neppure il coraggio di rispondere.
Nessuno la chiamava in quel modo da ben tre anni e qualche giorno.
Non ci era più abituata. «Sono impazzita, sono impazzita, sono impazzita» Sussurrò. Daisy poté sentirla.
Conosceva quella voce, l’aveva risentita tempo prima dalla segreteria telefonica.
Aveva ancora i suoi messaggi registrati.
E non ebbe il coraggio di cancellarli, non voleva dimenticare la sua voce, anche se probabilmente non ci sarebbe comunque riuscita.
Avrebbe almeno voluto poterla riascoltare.
Credeva di essere davvero impazzita. Non poteva assolutamente essere quella, la voce che aveva sentito.
 
Per ore la comparò a quella dei messaggi registrati.
Era la stessa, diversa solo per qualche minuscolo punto di suono per via della linea disturbata e del tempo trascorso.
Non poteva neanche essere una registrazione, risaliva al suo oggi.
Sorrise. Aveva sempre pensato che non potesse finire in quel modo, e adesso aveva le prove che non era davvero finita in quel modo.
Ma nessuno le avrebbe creduto. Non importava, l’importante era riuscire a trovarlo.
Un inconveniente: il numero non c’era.
Però si dice che due cuori si trovano anche a distanza di anni e di battiti. Lo avrebbe trovato anche non cercandolo.

Angolo autrice:
Benissimo, sono tornata!
Se eravate delusi dal gran finale (?) del primo Broken Bones,
mi auguro che questo possa sorprendervi e coinvolgervi,
se il primo l'ha fatto. 
Spero di ricevere qualche recensione. Non limitatevi a leggere,
mi fa molto piacere sentire i vostri pareri, anche negativi.
Beh...non vi dirò nulla sui sviluppi, leggerete.
A presto! 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Bones / Vai alla pagina dell'autore: xNewYorker__