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Autore: AlexDavis    12/11/2011    13 recensioni
Se la nuova compagna di tuo padre fosse la donna più bella che hai mai visto? Se la nuova compagna di tuo padre fosse la donna più dolce, gentile ed intelligente che hai mai conosciuto? Cosa faresti se ti innamorassi della nuova compagna di tuo padre?
Bhe Edward si è trovato in questa situazione e non è andata come avrebbe sperato...
Se volete sapere cosa è successe, leggete la storia.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Salve angeli miei, questa è l'ennesima settimana che posto, ma non rispondo alle vostre recenzioni e mi sento uno schifo.
A casa non ho ancora la linea e quando riesco a trovare qualcuno che mi fa appoggiare posso stare solo qualche secondo e mi dispiace davvero tanto perchè voi scrivete ed io non vi ripago con nulla.
Cmq in questi giorni mentre ero immersa sotto la doccia ho pensanto: 'Vorrei tanto incontrare i miei angeli'.
E' vero ragazze vorrei tanto incontrarvi e parlare con voi apertamente senza nessuna pagina a separarci. Sarebbe bello, no?
Cmq un'altra cosa prima che me ne vado.... Avete già i biglietti per BD? Io si, già da una settima e non vedo l'ora di andare, questa attesa mi sta logorando dentro.
Vabbè basta adesso, vi lascio alla lettura....
Buona lettura, vi adoro sempre di più.
xoxo Alex
Ps. tra un pochetto posterò una storia originale, se vi va andate a leggerla.



Capitolo 11




 

Una spinta, due spinte, tre spinte e venni tra le gambe di Kate che si stava contorcendo per l’orgasmo appena ricevuto.
Rotolai sfinito di fianco a lei e sospirai. << Bel modo di scaricare la tensione. >> dissi e la sentii ridacchiare.
Dopo aver conseguito il colloquio con i professori io e mio padre eravamo andati a pranzo insieme e quando ero ritornato a casa di Rosalie avevo tra le mani un documento che attestava che l’appartamento nell’Upper Est Side era mio a tutto gli effetti. Quando Kate lo aveva saputo mi aveva sorriso e mi aveva abbracciato, ma l’astinenza di quei giorni in cui avevo passato ogni secondo a studiare, a ripetere e a prepararmi il discorso si era fatta sentire e approfittando della mancanza dei padroni di casa l’avevo presa e ci avevo fatto l’amore per ore intere senza mai staccarmi da lei.
<< Sono davvero stanca, ho i muscoli tutti doloranti. >> si lamentò Kate girandosi e gemendo.
Fu il mio turno di ridacchiare. << Sono il mago del sesso, baby. >>
Kate mi diede un buffetto sul braccio. << Ho avuto di meglio, ragazzo, non vantarti troppo. >>
Le lanciai un’occhiataccia. << Non mi sembrava quando qualche ore fa hai detto che mai nessuno ti aveva fatto urlare così. >>
Lei incassò in silenzio e si girò dall’altra parte offesa, ridacchiai e l’abbracciai da dietro stringendola al mio petto. Le diedi dei piccoli bacetti sul collo poi mi avvicinai al suo orecchio. << Sei la migliore, non devi arrabbiarti. >> e le diedi un bacio sul lobo.
Lei si accoccolò meglio al mio petto e intrecciò una mano con la mia. << Anche tu. >> e si girò verso di me con il viso dandomi un bacio sulle labbra.
Restammo ancora un po’ a letto a parlare, a coccolarci o restando in silenzio semplicemente godendo ognuno del contatto e del respiro dell’altro. Io e Kate raramente ci lasciamo andare alle smancerie, non eravamo i tipi da esternare i nostri sentimenti in modo naturale. Noi più che una coppia sembrava dei semplici amici, stavamo sempre a parlare, a divertirci e prenderci in giro.
Erano ormai le sette quando scendemmo dal letto e cominciammo a prepararci per la cena organizzata da Alice. Non vedevo l’ora di andarci perché Isabella aveva parecchie cose da spiegarmi, tipo l’accanimento su di me di quella mattina. Era chiaramente una sfida che mi aveva lanciato ed io l’avevo afferrata senza timore, ma adesso doveva pagarne lo scotto.
Ero ormai pronto da un’oretta e stavo aspettando Kate che come il suo solito stava ritardando. Rosalie ed Emmett erano già scesi perché dovevano andare a prendere Jasper e poi si sarebbero avviati al ristorante dove li avrebbero aspettati mio padre, Alice e Bella.
Quando Kate scese le scale pensai che quella perdita di tempo era valsa tutta la pena. Aveva un vestito blu senza spalline che le arrivata sopra al ginocchio e una stoffa velata nera cucita sopra con tanti disegni floreali a finire tutto un nastro nero con un fiocco sotto al seno. Al piede aveva un paio di decolté altissime nere e lucide. I capelli erano acconciati in morbide onde e il trucco era leggero, ma fatto a posta per risaltare i suoi occhi blu. Era bellissima.
Le sorrisi dolcemente. << Sei bellissima, tesoro. >> e mi avvicinai a lei.
Lei mi sorrise maliziosa. << Anche tu, ragazzo. >> e mi indicò il cappotto che io le aiutai ad indossare.
Dopo aver preso tutto quello che ci serviva e aver chiuso la porta di casa, partimmo verso uno dei locali più lussuosi di New York. Mia sorella quando ci si metteva, non la fermava più nessuno e poi era sempre mio padre a pagare, povero.
Quando arrivammo fuori ad aspettarci c’era Emmett che si stava fumando una sigaretta, ne aveva approfittato visto che Rose glielo impediva in casa e quando era con lei. Parcheggiai la macchina e dopo aver fatto scendere Kate e averle preso una mano tra le mie lo raggiungemmo.
Emmett ci sorrise. << Fatto i porcellini, eh? >> chiese in tono malizioso.
Alzai gli occhi al cielo. << Sei incredibili. >> commentai mentre Kate rideva divertita.
Quando entrammo dentro Emmett ci fece da cicerone e ci accompagnò al tavolo dove trovai tutti tranne Isabella. Perché non c’era?
Salutai tutti e poi mi accomodai. << Sbaglio o ci manca una testa? >> chiesi.
Mio padre annuì. << Ha ritardato all’Università, ma sta per arriv… Ah, eccola, giusto in tempo. >> commentò guardando qualcuno venire verso di noi.
Mi gira, come fecero tutti e il fiato mi si mozzò in golo. Era una visione, ti toglieva il respiro tanto era bella.
Era fasciata da un tubino bianco, stretto e attillato che le faceva quasi da seconda pelle e arrivava fino a sopra il ginocchio. La parte di sopra del vestito era nera e lucida intrecciata in modo da creare una specie di fiocco storto e poi aveva due sottilissime spalline, quasi dei fili che lo manteneva sulle spalle. Al piede aveva un paio di scarpe alte nere e lucide con la borsetta. I capelli le ricadeva lunghi fino a sotto il seno ed erano acconciati in morbidi boccoli larghi, il trucco era pesante, ma chissà come sul suo viso faceva un effetto bellissimo. Era la più bella donna che i miei occhi avessero avuto il piacere di vedere ed ogni cosa sparì quando i nostri occhi si incatenarono. Kate, mio padre, la scena della mattina, tutto. C’eravamo solo io e lei e i nostri sguardi che si stavano studiando.
Poi così all’improvviso distolse lo sguardo da me e sorrise dolcemente agli altri. << Scusate il ritardo. >> e si accomodò accanto a Carlisle.
Osservai ogni su mossa, dal sorriso che rivolse a mio padre, le labbra che si arricciarono quando gli sfiorarono le labbra in un fugace bacio, le sue labbra ancora che si mossero per dirgli qualcosa. Un calcio negli stinchi mi riscosse e mi girai verso Rosalie che mi stava fulminando con gli occhi e finalmente mi resi conto di quello che stavo facendo. Mi girai verso Kate che fortunatamente non si era resa conto di nulla troppo presa dalle chiacchiere inutili di Emmett che mai come in quel momento trovai una manna dal cielo.
<< Che ne dici di ordinare? >> chiese mio padre attirando l’attenzione di tutti.
Tutti fummo d’accordo e Emmett fece cenno ad un cameriere che subito venne e prese appunti man mano che parlavamo, quando arrivò a Bella gli lanciò un’occhiata che lasciava poco spazio ai dubbi. Qualcosa dentro di me si mosse, un’irritazione inopportuna irruppe in me e mi schiarii la voce riportando il cameriere sui binari giusti.
Kate mi guardò strana. << Che succede? >>  mi chiese.
Scossi la testa e cercai di sorridere. << Nulla. >> e le accarezzai un braccio.
Lei mi guardò per ancora un attimo poi mi sorrise ritornando a parlare con Emmett e Jasper che si era unito al gruppo. Rosalie era seduta al mio fianco e mi diede un pizzicotto sul fianco facendomi sussultare, mi girai verso di lei e le lanciai un’occhiataccia. << La smetti? >> le sussurrai stizzito.
<< Solo se la smetti tu. >> mi rimproverò riportando poi la sua attenzione ad Alice che stava parlando di vestitini e culle.
<< Edward, contento dei risultati? >> mi chiese proprio chi non doveva farlo.
Mi girai verso di lei e tutta la rabbia che avevo accumulato in quel giorno nei suoi confronti ritornò facendomi dimenticate per un attimo quanto fosse bella e desiderabile quella sera.
<< Poteva andare meglio. >> dissi in tono acido.
Lei sorrise compiaciuta e mi irritai ancora di più. << Potrebbe sempre andare meglio. >> commentò.
<< Già. >> poi presi un sigaretta dal pacchetto di Emmett e mi scusai con gli altri alzandomi. << Vado fuori. >> dissi ed era sottinteso che volessi restare da solo.
Quando uscii fuori presi una grossa boccata d’aria, dopodiché chiesi ad un paio di ragazze se avevano d’accendere e dopo mi appoggiai al muro fumando. Non sono un fumatore incallito, ma quando ne ho bisogno un sigaretta la fumo volentieri.
<< Non dovresti fumare, fa male. >> mi disse una voce.
Non mi girai verso di lei, non volevo vederla, in quella giornata aveva minato già troppo il mio autocontrollo.
<< Non vedo questo come possa interessarti. >> le dissi freddo.
La sentii sospirare e avvicinarsi a me. << Stamattina ho fatto solo il mio lavoro. >>
Mi girai di scatto verso di lei e la trucidai con lo sguardo tanto che si allontanò di un passo spaventata. << No, tu ti sei vendicata. >>
Lei si irrigidì e lo sguardo rilassato che aveva fece spazio ad uno sguardo freddo e distaccato. << E di cosa, di grazia? >>
Sorrisi amaramente. << Di quello che ti ho detto un mese fa a casa mia. >>
<< Ah già, vedo che ti è passata. >> mi disse un po’ troppo acida riferendosi a Kate e dentro di me gongolai.
Quella sera quando era venuta a casa mia e le avevo fatto quella confessione avevo smosso qualcosa dentro di lei e adesso era lì che si stava buttando la zappa sui piedi. Stupida.
Mi avvicinai pericolosamente a lei fino ad avere il suo viso a qualche centimetro di distanza e sorrisi compiaciuta vedendola boccheggiare e cercare di non guardarmi negli occhi. << Gelosa, dottoressa? >> chiesi sorridendo beffardo.
Lei mi guardò negli occhi e una luce di fierezza illuminò i suoi che erano diventati ancora più belli e profondi. << Ti piacerebbe, Cullen. >> e se ne andò lasciandomi lì con l’odore dolce dei suoi capelli.
Rimasi lì e ridacchiai per aver ottenuto almeno una vittoria. Me la doveva pagare la stronzata che aveva fatto quella mattina e già dal giorno dopo, cioè il mio primo giorno all’ospedale l’ avrei fatta pentire di tutto.
Quando ritornai dentro mi accomodai sulla sedia e mi girai verso Kate catturando le sue labbra in un bacio caldo e passionale a cui lei rispose con entusiasmo. Quando si staccò da me mi guardò maliziosa e sentii la sua mano posarsi sulla mia gamba pericolosamente vicino all’inguine. Le sorrisi malizioso e le diedi un altro bacio a stampo, poi ritornai a guardare i presenti e trattenni a stento un sorrisetto quando notai lo sguardo assassino di Bella.
Ah mia bella dottoressa, questo è ancora niente, pensai.
 
La cena era trascorsa tranquillamente sostenuta dalle chiacchiere un po’ di tutti, eravamo un gruppo abbastanza chiassoso, ma senza disturbare. Emmett ci si metteva con le sue battute stupide a cui dava corda Kate; Rosalie ed Alice intrattenevano più che altro le donne con discorsi come bambini, culle e quant’altro ed io, mio padre e qualche volta Jasper parlavamo di tutto e di più. Jasper era un ragazzo abbastanza intelligente e acuto, gli riusciva facile sostenere una conversazione con dei dottori senza per niente andare in fallo. Avrei voluto spezzargli le gambe per aver fatto l’amore con mia sorella, ma comunque era un ragazzo okey e quindi lasciai perdere anche se una piccola chiacchierata non guastava mai.
Avevamo appena finito di mangiare e stavamo aspettando il dolce quando la piccola orchestra che animava la serata attaccò con una canzone lenta e romantica. Qualche coppia si alzò e cominciò a ballare nello spazio adibito a pista da ballo quindi anche mia sorella e Jasper si alzarono seguiti da Emmett e Rosalie. Rimanemmo noi quattro e stavo per domandarlo a Kate quando mio padre allungò la mano verso la mia ragazza precedendomi. << Vuole concedermi questo ballo, signorina? >>
Kate sorrise, poi guardò me ed io annuì. << Certo, signore. >> rispose ritornando a guardare mio padre e si alzò seguendolo in pista dove cominciarono a ballare e a parlare.
Rimanemmo io e Bella e sorrisi divertito dal suo modo di far finta che il fatto non fosse suo, spostava lo sguardo dal bicchiere  di vino che aveva tra le mani, alla sala e alla pista da ballo cercando di non scontrarsi con i miei occhi. Così mi alzai e silenziosamente mi avvicinai a lei porgendole la mano. << Andiamo a ballare. >> non era una domanda o un’offerta era un ordine.
Lei guardò la mia mano poi i miei occhi e mi fissò per qualche secondo, poi sospirò e si alzò offrendomi la sua mano e seguendomi. Nel tragitto notai lo sguardo assassino di Rosalie, ma io feci spallucce ed indicai mio padre e la mia ragazza. Perché loro potevano ballare e noi no? Certo nella mia situazione c’era Bella per cui avevo avuto una cotta esorbitante e non ero sicura si fosse tolta completamente. Ma comunque era un innocuo ballo, non poteva fare del male a nessuno.
Quando la strinsi a me e le posai la mano sulla schiena Bella rabbrividì ed io sorrisi compiaciuto. << Hai freddo? >> chiesi sorridendo sghembo.
Lei sbuffò. << Smettila di fare così. >> sussurrò a denti stretti.
Ridacchiai e mi avvicinai di più a lei, fino a sfiorarle l’orecchio con le mie labbra e la sentii irrigidirsi e forse per riflesso involontario si strinse ancora di più a me e la cosa non poteva che farmi piacere.
<< Ti rendo nervosa, dottoressa? >> le sussurrai.
La sentii deglutire. << N-no. >> mi rispose balbettando.
Bella era nervosa, stare vicino a me la rendeva nervosa come rendeva nervoso me. Questo voleva dire una sola cosa, non mi era indifferente, provava anche lei qualcosa per me e la cosa non poteva che farmi gongolare contento.
La canzone stava quasi per finire così le sussurrai un’ultima cosa prima di lasciarla.
<< A me è passata, dottoressa, ma a te è venuta. Ci divertiremo molto, promesso. >> le dissi per poi lasciarmi andare e darle un piccolo morso sul lobo.
La sentii trattenere il respiro e una specie di mugolio le uscì dalle labbra. La lasciai lì in mezzo alla pista e me ne andai ridacchiando soddisfatto della mia prima vittoria ed euforico alla prospettiva di averne altre.
Ah Isabella Swan, sarò il tuo tormento come tu lo sei stata per me.  



Vestito Kate                 Vestito Bella



 

   
 
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