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Autore: Akemi_Kaires    12/11/2011    8 recensioni
Spesso la scuola non rappresenta solamente il sinonimo di "Condanna" o di "Noia".
Vi sono numerose occasioni ove lo studio si tramuta in gioia immensa, e dove quell'edificio tanto odiato si tramuta nel teatro ove i nostri protagonisti dovranno recitare scene d'amore su differenti palcoscenici.
{Rocketshipping}: Eppure James lo sapeva: avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di vedere felice la sua amata.
{Isshu/Ferriswheelshipping}: In quel preciso istante, comprese che loro l’avrebbero amato per quello che era, senza giudicarlo dalle apparenze.
{Chosenshipping}: Non si sarebbe di certo tirato indietro se, in un futuro remoto, avessero osato sfiorare ancora una volta la sua Blue, anche solo a parole.
{Specialshipping}: E doveva ammettere che aiutare Red era qualcosa di molto più appagante di cento disegni finiti.
{Masakudoshipping}: Per qualche inspiegabile motivo, Pino diventò amante dello sport. Essere il tecnico della squadra di Karen gli donava una gioia indescrivibile.
{Ikarishipping}: Alla fine, l’amore vince su tutto.
{Dragonshipping}: Forse un buon motivo per amare la matematica l’aveva trovato davvero.
{Contestshipping}: Era piuttosto appagante smorzare la soddisfazione di Vera, specie se questo gesto poteva comportare momenti così gratificanti in futuro.
{Pokèshipping}: Neanche tutta la buona volontà della compagna sarebbe riuscita a far emergere la voglia di studiare di Ash.
{Rangershipping}: Condividere quella Responsabilità con Lunick le donava un appagamento ben maggiore dell’essere giunta all’apice del successo.
{Cavaliershipping}: Per la prima volta nella sua vita, Gary aveva trovato una ragione per svolgere a pieno il suo dovere scolastico.
{Franticshipping}: Dopotutto, era il giusto prezzo da pagare per poter godere di quella genuina allegria che solo la presenza di Sapphire comportava.
{Resistanceshipping}: Avrebbe superato quel momento difficile, e tutto grazie al suo amore. Lo avrebbe fatto per lei, per quel ragazzo che tanto amava, e per il loro futuro.
{Alexandrianshipping}: Mai come allora l’Ingegneria Meccanica li aveva appassionati così tanto.
[Partecipante al Pokèmon Special Challange indetto da nihil no kami su EFP]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, James, Jessie, Lucinda, Paul
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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- Questa storia fa parte della serie 'With You, My Love'
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Dato il successo riscontrato dalla prima fase di questa raccolta di Flash, ho deciso di pubblicare un secondo capitolo a riguar

Dato il successo riscontrato dalla prima fase di questa raccolta di Flash, ho deciso di pubblicare un secondo capitolo a riguardo. Alla faccia che doveva essere completa, questa fiction. Vabbè, è lo stesso. Almeno mi diletterò nel comporre qualche altro mio pensiero e tramutarlo in testi. Speriamo che non esca qualche schifezza.

Mi auguro di non combinare un gran pasticcio! Buona lettura!!!

 

Dedicate a tutti i ragazzi che compongono LS Blog, la mia grande famiglia, e a coloro che mi concedono i loro appoggio

 

{Contestshipping} Soddisfazione

 

Otto. Vera non poteva quasi credere ai suoi occhi: quel voto corrispondeva davvero alla realtà tanto bramata? Era davvero riuscita, dopo tante peripezie e altrettanta fatica, ad ottenere un esito così alto?

Dopo immane impegno, il lauto compenso era finalmente giunto in tutta la sua radiosità e bellezza. Non avrebbe mai potuto desiderare di meglio, dall’esito di quel dannato e temuto compito in classe di greco. Tutti quei giorni spesi attraverso traduzioni e studio avevano dato i loro frutti, così gustosi e appaganti. Non trovava alcun termine per descrivere la gioia provata nel profondo del cuore in quel preciso istante. Mai come allora si era sentita così soddisfatta di sé stessa e delle sue capacità.

Era riuscita egregiamente a compensare i fallimenti e i cali precedenti, riportando alla luce della sufficienza quella tanto odiata materia che si presentava in tutta la sua crudeltà nei suoi peggiori incubi, facendo capolino nella sua mente per coglierla in fallo.

Quel giudizio era anche il modo per ringraziare Drew, suo amico e compagno di classe, per averle inculcato e trasmesso alcuni trucchetti e segreti riguardo certi esercizi da svolgere. Se non fosse stato per lui e per i suoi appunti minuziosi e ricchi di approfondimenti, forse quella situazione sarebbe stata completamente differente.

Eppure, il suo orgoglio le impartiva l’ordine di non osare abbassarsi ad un infimo livello, a non sottomettersi alla figura di colui che possedeva una delle medie scolastiche più alte fra tutte le quinte Liceo. Affermare che il suo aiuto era stato decisivo per lei era come ammettere la sua superiorità.

No. La giovane aveva una dignità da preservare e un onore da salvaguardare. L’arroganza del suo compagno l’avrebbe sicuramente umiliata dinnanzi a tutti gli sguardi curiosi ed indagatori, offendendola con la sua antipatia; tutto questo solo perché lui, grazie al suo intuito, aveva compreso ciò che realmente la diciottenne nutriva nei suoi confronti.

- Allora? Un’altra insufficienza ha lasciato il segno del suo passaggio? – sussurrò una voce tagliente e ricolma di sarcasmo alle sue spalle. Non appena la riconobbe, le guance della giovane si imporporarono di rosso, accentuando l’imbarazzo che ella provava nel sentire il fiato caldo di colui che aveva parlato sul suo collo.

- Rimangiati la parola! – esclamò lei, per ripicca, mostrandogli la verifica come se fosse un trofeo. – Questa volta devi ammettere che sono stata alla tua altezza!

- Notevole – dichiarò l’altro, sorpreso dalla grinta e dalla bravura di colei che lo amava. – Peccato che abbia meritato un giudizio nettamente superiore al tuo. Nove, mia cara. Qualcosa da ridire?

Di fronte alla malizia e all’ostentata cattiveria dell’amico, Vera non seppe come reagire.

Solamente quando lui fu lontano, già sul ciglio della porta dell’aula, trovò il coraggio di riscattarsi e di farsi valere. – Vedrai! Un giorno sarò capace di batterti!

Era piuttosto appagante smorzare la soddisfazione di Vera, specie se questo gesto poteva comportare momenti così gratificanti in futuro.

~*~*~

{Pokèshipping} Volontà

 

Con gli occhi lucidi e un’espressione affranta e ricolma di tristezza, Ash si avvicinò al banco di Misty, la quale fu piuttosto sorpresa di notare questa sua condizione alquanto insolita e inaspettata.

Non aveva mai avuto modo di vederlo così afflitto e depresso prima d’allora, sebbene non si conoscessero da molto tempo. Lo ricordava come un ragazzo allegro, pieno di entusiasmo e sicuro di sé.

- Cos’è successo? – chiese meccanicamente, colta da un puro istinto interiore che, con stizza, cercò di scacciare. Non poteva di certo abbandonarsi ai sentimenti, in un momento apparentemente così delicato e fragile.

Senza proferir alcuna parola, il giovane le mostrò il prospetto dei suoi esiti scolastici. La ragazza rimase allibita, sbiancando di fronte ai suoi giudizi a dir poco fallimentari e negativi. Non aveva mai visto una pagella peggiore, prima di allora.

- Ma…! Cosa diavolo hai combinato?! – domandò indispettita, piuttosto irritata dal comportamento che il suo amico aveva assunto durante l’anno. – Non dirmi che sei rimasto in bambagia per tutto il quadrimestre!

Non frequentavano lo stesso corso, eppure l’adolescente aveva avuto modo di interessarsi più volte dell’andamento dell’altro. Era come un fratello minore, per lei, e riserbava non poche attenzioni nei suoi confronti. Notare i suoi cali e i suoi pessimi voti era una vera e propria stilettata al cuore.

- Allora?! – lo incalzò, non avendo ottenuto risposta. Furiosa, dovette trattenere l’istinto di premiarlo con un bello schiaffo. Non avrebbe certamente contribuito a migliorare la situazione attuale.

Automaticamente, intuendo la rabbia della rossa, il moro annuì. Debolmente, cercò di soffocare un singhiozzo. – Mi bocceranno – mugugnò a denti stretti, cercando di ricorrere all’orgoglio per non scoppiare in piangere dinnanzi alla ragazza.

- Se dici così, non risolverai nulla! Non serve crogiolarsi nel dolore! – cercò di riscuoterlo lei, alzandosi di scatto dalla sedia, facendo sobbalzare dallo spavento il povero Ash. – Se davvero ci hai messo il tuo impegno, oggi pomeriggio ti aiuterò a farlo fruttare! Vedrai, con un po’ di volontà sistemeremo la situazione!

Gli occhi del giovane si irradiarono di speranza.

 

Mai si sarebbe immaginata a che condanna aveva fatto appello. Se solo fosse stata conscia di ciò a cui sarebbe andata incontro, a quel destino funesto dal quale non sarebbe riuscita a scampare, forse avrebbe avuto ripensamenti riguardo la sua decisione.

Non appena fece ingresso nella camera di Ketchum, i libri le caddero immediatamente dalle mani. Non aveva neppure la forza di chinarsi a raccoglierli: ciò che aveva visto l’aveva letteralmente spiazzata.

- Ash… e questo sarebbe il tuo impegno? – domandò, mentre sentiva una tempia pulsare convulsamente.

Il giovane, letteralmente incollato allo schermo del suo videogame, era talmente concentrato da non poterla degnare di risposta. Nei suoi occhi, ipnotizzati da luci e colori, si riflettevano le immagini dello strano gioco nel quale era impegnato profondamente.

- Mettilo immediatamente giù! – esclamò Misty, avvicinandosi minacciosamente a lui, pronta a strappargli la console di mano. – Dobbiamo esercitarci!

- No! – ribatté l’altro, difendendo il suo tesoro dalla grinta della giovane. – Non possono bocciare il più grande allenatore di Pokèmon, il Campione in assoluto!

Neanche tutta la buona volontà della compagna sarebbe riuscita a far emergere la voglia di studiare di Ash.

~*~*~

{Rangershipping} Responsabilità

 

Solana osservò con orgoglio la tabella ove era segnato l’esito delle votazioni per l’elezione dei nuovi rappresentati d’ Istituto per l’anno scolastico corrente. Leggere il suo nome in cima alla classifica le donò una sensazione impagabile, un appagamento che non aveva mai avuto modo di assaporare prima di quel momento.

Commossa, ringraziò mentalmente tutti coloro che avevano riposto fiducia in lei, affidandole quel compito importante e ricolmo di grande responsabilità. Promise a se stessa che avrebbe condotto con impegno quel suo impiego, pronta a guidare il suo Liceo sulla retta via, risolvendo i problemi e le difficoltà che gravavano sugli alunni suoi compagni e non.

Ricordò quanto sconforto l’aveva assalita allo scoprire di quanti rivali si sarebbero ritorti contro di lei, aggiudicandosi punteggi ben più alti del suo grazie alla popolarità e alla simpatia. Ripensò a come, con enorme tristezza, si era trovata sul punto di rinunciare a questo suo grande sogno, cedendo il posto a qualche altro temerario più coraggioso e sfrontato.

Eppure, in quegli attimi di cedevolezza, tutti l’avevano consacrata col loro appoggio, spronandola a dare il meglio di sé, facendola ricredere riguardo tutti i suoi pensieri negativi e ai suoi tentennamenti.

Era grata, in particolare, ad una persona: Lunick.

Sebbene si fosse proposto anche lui per quella candidatura di gran valore, l’aveva assistita, trascurando quasi la sua condizione, dandole sostegno durante la presentazione delle proposte dinnanzi a tutto il consiglio scolastico. Un po’ si dispiacque di avergli strappato di mano quell’opportunità che lui tanto bramava sin da quando si trovavano in prima, nonostante l’immensa contentezza che l’avvolgeva nel suo caldo abbraccio.

Cercò con lo sguardo il suo nome nella tabella, fino a quando non avvertì una presenza alle sue spalle. Voltò leggermente la testa, stupendosi alquanto non appena si trovò proprio al fianco del suo amico dagli stupendi occhi color mare.

- Sei fiera del tuo risultato? – le domandò amichevolmente, chinandosi sul foglio, puntando il dito contro il numero assegnato al nome della ragazza. – Alla faccia che non avresti riscosso alcun successo!

L’altra sorrise, abbassando lo sguardo non appena avvertì le sue guance imporporarsi pian piano. – Senza il tuo aiuto, non sarei mai riuscita a raggiungere questo traguardo.

Il diciassettenne le diede un pugnetto amichevole sulla spalla, ridendo a quella che alle sue orecchie appariva come una stupida battuta generata dalla modestia. – Quindi il merito sarebbe mio? – domandò poco dopo, poggiando le mani sui fianchi, guardandola sottecchi. – Non scherzare, per favore, su cose così serie.

La giovane sbuffò, alzando gli occhi al cielo. A volte il ragazzo pareva possedere un lato infantile che celava sotto le mentite spoglie di lodevole e responsabile studente. – In ogni caso – riprese, assumendo un’espressione dispiaciuta. – Mi spiace di averti privato di questa responsabilità. Era il tuo sogno…

- Chi ti dice che sia solamente tu la rappresentante? Che il tuo compagno sia un perfetto sconosciuto? – ribatté lui, incrociando le braccia al petto. Le sue labbra si curvarono in un sorriso vittorioso e beffardo.

La ragazza fissò con stupore il nome del secondo classificato, trattenendo a stento l’incredulità. Istintivamente, si gettò tra le braccia dell’amico, gridando dalla gioia.

Condividere quella Responsabilità con Lunick le donava un appagamento ben maggiore dell’essere giunta all’apice del successo.

~*~*~

{Cavaliershipping} Motivazione

 

Gary sbuffò per l’ennesima volta, oramai stanco dal dover ascoltare con dovuta attenzione un’altra noiosa ed interminabile ora di storia. Pigramente, riprese in mano la penna, cercando di prendere qualche appunto riguardo la lezione, o almeno fingere di farlo per compiacere l’insegnante.

Detestava dover indossare sempre e costantemente quella maschera che si portava appresso ogni qualvolta metteva piede in quell’edificio, per poter appagare le aspettative fatte dai professori, per essere quel lodevole e diligente ragazzo nel quale tutti riponevano grande fiducia.

Odiava ancor più essere la vittima sacrificale dell’interrogazioni, ed aver sempre accanto al proprio banco tutti i compagni bisognosi delle sue perle di saggezza e di un qualsiasi consiglio riguardo un corretto modo di studiare e di approcciarsi alle materie.

Anche quel giorno, era stato obbligato a compiere la sua cosiddetta “opera di carità umana”, ossia assistere la nuova compagna arrivata nel loro istituto la mattina stessa.

Con la coda dell’occhio, osservò la ragazzina che sedeva al suo fianco, studiando con attenzione il suo comportamento e i suoi movimenti. Non aveva avuto modo di poterle rivolgere la parola e, sinceramente, per la prima volta nella sua vita non riusciva a trovare un pretesto per farlo. Non che gli importasse un granché stabilire un legame con quella sconosciuta, però non era nei suoi interessi rientrare nella categoria degli asociali per colpa di un’entrata di scena a dir poco imprevista e poco gradita da parte di una novizia.

Stupito, notò come la giovane comparisse del tutto disinteressata nei confronti delle parole della donna che sedeva alla cattedra, nonostante si trattasse del suo primo giorno. Si sarebbe aspettato tutt’altro comportamento da parte sua: quella visione non corrispondeva ai classici indugi, all’insicurezza e alla compostezza che componevano le classiche entrate di scena. La sorprese intenta a disegnare, con grande impegno e dedizione, fregi e simboli simili a tatuaggi tribali.

Trovò altrettanto assurdo come l’apparenza della giovane non corrispondesse, a prima vista, alle presupposizioni che una qualsiasi persona poteva porsi a riguardo. I suoi lunghi capelli blu, i suoi vestiti graziosi ed eleganti, lasciavano indurre a credere che fosse una persona alquanto diligente, efficiente e lodevole.

Solitamente non si sarebbe mai interessato a come i suoi compagni si ponevano o apparivano di fronte ai professori, eppure era quasi certo che udire un rimprovero rivolto a quell’angelo dagli occhi color mare gli avrebbe recato dispiacere e tristezza.

- Non ti conviene farlo – sussurrò infatti, facendola sobbalzare appena dallo stupore. – Aralia è tutto, ma non è paziente.

Colta in fallo e smascherata, la giovane infossò il collo dentro le spalle, mentre le sue guance si imporporavano pian piano di rosso.

In quel preciso istante, la campanella suonò, e l’insegnante, poco prima di recarsi nell’aula dove avrebbe trascorso l’ora successiva, si apprestò ad avvicinarsi alla nuova venuta, per accertarsi che avesse seguito diligentemente la sua lezione.

Non appena Gary Oak scorse l’arrivo di questa, mise tra le mani della vicina di banco i suoi appunti, senza proferir alcuna parola. Ella restò a bocca aperta, non trovando neppure le parole adatte per spiegare il malinteso dinnanzi alla donna che si era posta al suo fianco per osservare ciò che era sparso su quel piccolo banco azzurro.

Non appena notò che quest’ultima si era congratulata con la ragazzina, le labbra del ragazzo si curvarono in un sorriso compiaciuto.

Per la prima volta nella sua vita, Gary aveva trovato una ragione per svolgere a pieno il suo dovere scolastico.

~*~*~

{Franticshipping} Noia e Allegria

 

Ruby fece ingresso nell’aula, poggiando svogliatamente lo zaino rosso sul suo piccolo banco.

In quella stanza aleggiava un insolito silenzio, facilmente giustificabile attraverso la mancanza degli altri compagni. Dopotutto, guidato da una strana e inspiegabile voglia di giungere presto in quel dannato edificio con la vana speranza di uscirvene il prima possibile, era stato il primo ad entrare in quel piccolo tugurio angusto e gelido.

Si apprestò ad estrarre i quaderni e l’astuccio, in vista di una possibile interrogazione di scienze. Sbuffando, ripercorse a memoria lo schema dei possibili casi particolari di chimica, notando con orgoglio come li ricordasse piuttosto perfettamente. Non provava affatto alcun tipo di entusiasmo al leggere tutto l’insieme di lettere, segni e di numeri al pedice.

Per un attimo, si augurò di potersi dirigere al più presto possibile nel laboratorio di chimica, per creare così una dose di Cianuro di Potassio da somministrare agli insegnanti durante le interrogazioni. Sospirò, scuotendo la testa, sdegnato nei confronti di quel pensiero malvagio e crudele.

Se considerava la scuola sinonimo di noia, non era certamente dovuto alla presenza dei professori. Anzi, a giudicare dalle espressioni affrante che dipingevano il loro volto ogni qualvolta che avevano occasione di entrare nella classe, dovevano essere vittime indirette di quella condanna.

La sua attenzione fu catturata dal cigolio della porta che era sul punto di aprirsi, per permettere a qualcuno di entrare in quel posto macabro e freddo. Si irrigidì, e un brivido gelido percorse la sua schiena, al presentimento di un arrivo anticipato da parte del loro insegnante.

Un aroma di cappuccino invase il luogo, smorzando così la tensione provata dal giovane.

- Ehilà, secchione! – esclamò Sapphire, sorseggiando la sua bevanda bollente, mentre esibiva un sorrisetto compiaciuto. – A quanto pare abbiamo un volontario, oggi, per le interrogazioni! Da quando in qua fai il martire?

Ruby si portò una mano alla fronte, scuotendo il capo. Non esisteva mattina in cui i suoi compagni lo salutassero garbatamente senza avere un secondo fine per rivolgergli parola.

- Mi spiace, ma credo che dovrai cercare qualche altro pazzo – asserì lui, invece, curioso riguardo una possibile reazione della giovane.

La castana lo osservò sbigottita, sedendosi sul banco accanto a quello del suo amico, sporgendosi per leggere il quaderno ricolmo di formule e regole. – Hai paura di prendere otto e rovinare la tua media perfetta? – domandò ironica, strappando una risatina al compagno.

- Ok, ok! – disse lui, sfoderando un sorriso beffardo. – Lo farò a patto che tu mi aiuti durante la verifica di matematica.

- …allora vuoi proprio rovinarti la media – mormorò lei, guardandolo sbigottita, annuendo leggermente con il capo. – Masochista. Però, se vuoi, lo faccio davvero.

- Bada che voglio prendere nove, in quel compito – affermò Ruby, scoppiando in una sonora risata alla sola vista dell’occhiata furente che l’amica gli aveva riservato.

- Come no! Ringrazia il cielo se avrò sei in pagella.

- Allora ti aiuterò io.

Dopotutto, era il giusto prezzo da pagare per poter godere di quella genuina allegria che solo la presenza di Sapphire comportava.

~*~*~

{Resistanceshipping} Sicurezza

 

L’attesa era alquanto estenuante, e il peso dell’ansia gravava sul capo degli alunni come una perenne minaccia mortale.

Angelo chiuse gli occhi, lasciando che calma e compostezza rilassassero il suo animo in burrasca. Si era preparato con gran cura e devozione, in previsione del repentino arrivo degli esami di Maturità, e non poteva permettersi di vanificare tutti i suoi sforzi a causa dell’agitazione.

Poggiò una mano sul dizionario di Latino, pronto ad usufruirne non appena avrebbe avuto tra le mani la prima prova riguardante quella materia. Era piuttosto ferrato riguardo quell’argomento, però l’inconoscibilità di ciò che avrebbe dovuto affrontare lo inquietava alquanto.

Sobbalzò, colto alla sprovvista, non appena udì dei singhiozzi disperati provenire dal banco appena dopo il suo. Si voltò leggermente, posando i suoi occhi purpurei sulla figura piangente di una ragazza dai capelli rosa.

- Chiara – mormorò lui, richiamando immediatamente l’attenzione della fidanzata. – Stai tranquilla, andrà tutto bene.

- Ho l’impressione di non ricordare nulla! – ribatté lei, terrorizzata, poggiando una mano sulla fronte, mentre sfogliava frettolosamente le pagine del libro nel tentativo di carpire ancora qualche briciolo di regola utile per l'esame. – Come riuscirò a fare la versione, se non so niente?!

- Non ci devi pensare – la rassicurò, carezzandole delicatamente una guancia per asciugare quelle piccole perle salate che sgorgavano dai suoi begli occhi rosei. – E’ solo un impressione.

L’altra discostò lo sguardo, chinando leggermente la testa, soffocando l’ennesimo gemito di dolore. Il terrore la colse il fallo, tormentandola e torturandola tra le sue spire ammalianti e cocenti, facendole desiderare di fuggire a gambe levate da quel dannato edificio.

Se non fosse stata per la presenza di Angelo, unico amore della sua vita, forse sarebbe scappata davvero, da codarda, anche a costo di rinunciare ad un anno di dura fatica, per scampare a quell’evento significativo per la sua vita.

- Ho paura di non farcela – ammise infine, apprestandosi ad accasciarsi sul banco per abbandonarsi al buio totale del sonno. – Ci lascerò le penne, qui.

- Qualunque cosa accada, io sarò sempre al tuo fianco – affermò con convinzione il ragazzo, sfoderando un sorriso dolce e sereno. – Anche a costo di farmi bocciare.

- Sei impazzito?! – esclamò la giovane, sgranando gli occhi con immenso stupore, picchiando un pugno sul banco con furia. – Non puoi gettare così i tuoi sogni!

- Nemmeno tu – rispose, spiazzandola, apprestandosi a tornare al suo posto non appena notò il consiglio distribuire la prima prova. – Si comincia! Buona fortuna e… morituri te salutant!

- Ma hai usato il plurale! – sussurrò lei, seriosa come non mai, sicura riguardo ciò che aveva affermato con certezza.

L’ultima cosa che vide, prima di chinare il capo sulla fotocopia, fu il sorriso beffardo del suo ragazzo, e le sue labbra che mimavano “Vedi che sei in grado di farcela?”.

Avrebbe superato quel momento difficile, e tutto grazie al suo amore. Lo avrebbe fatto per lei, per quel ragazzo che tanto amava, e per il loro futuro.

~*~*~

{Alexandrianshipping} Passione

 

Corrado avanzò lentamente nei numerosi e intricati corridoi della biblioteca, con le mani serrate a pugno dentro le tasche dei suoi jeans, mantenendo lo sguardo fisso verso il soffitto macchiato di umidità.

Adorava quel luogo, ove poteva godere di pace e tranquillità, e vi trascorreva la gran parte del tempo a studiare, o più semplicemente per abbandonarsi alla placida quiete che aleggiava in quell’antico castello ospitante quegli scaffali ricolmi di libri.

Indugiò un attimo, dinnanzi ai tomi di meccanica che tanto lo appassionavano, indeciso su quale tecnica applicare le sue conoscenze. L’elettricità, quel mistico luccichio che quell’energia misteriosa generava, lo aveva sempre interessato sin da quando era un tenero infante.

Ne afferrò uno riguardante argomenti correlati all’informatica, sfoderando l’ombra di un sorrisetto compiaciuto. Si apprestò immediatamente a sfogliarlo, mentre si dirigeva verso un tavolo dove poteva poggiarsi, senza provar necessità di osservare la strada che stava percorrendo.

Totalmente immerso in quell’insieme di formule e competenze, catturato dalle parole vergate su quelle pagine ingiallite dal tempo, urtò qualcuno che viaggiava contromano, facendo cadere la figura rovinosamente a terra.

Preoccupato e imbarazzato, distolse lo sguardo dal libro, per dedicarsi alle cure di colui che aveva involontariamente spinto a terra. Si sorprese nel scorgere l’esile ed elegante figura di una giovane ragazza, avente lunghi e setosi capelli color nocciola.

Ammaliato dalla sua delicata bellezza, porse la mano silenziosamente, invitandola ad aggrapparsi ad essa per rialzarsi. “Scusami” mimò con le labbra, non appena lo sguardo stupito e confuso della giovane si posò sul suo essere.

- Non stavo guardando dove andavo – si giustificò sotto voce lei, spolverandosi il vestito bianco, mentre sistemava il vistoso fiocco che giaceva appena sotto il collo sottile. – E’ colpa mia.

- Neppure io ci ho fatto caso: stavo leggendo – mormorò lui, chinandosi per raccogliere gli spessi libri che erano scivolati dalle mani della ventenne. Si stupì, non appena scorse fugacemente i titoli dei suddetti. – Meccanica? Studio della composizione dell’acciaio?

Ella arrossì, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, strappando frettolosamente i volumi dalle mani del biondo. Discostò istintivamente lo sguardo, imbarazzata. – Mi… mi piace studiare i miracoli che le macchine possono fare – ammise, riassumendo coraggio. – E’ la mia passione, ed è per questo che frequento corsi all’università a riguardo.

Gli occhi del giovane si accesero di una luce di soddisfazione, e si pose al suo fianco, accompagnandola lungo il tragitto. – Anche io studio Ingegneria Meccanica – affermò lui, con orgoglio. – Potremo studiare assieme per gli esami, no? Io sono qui tutti i giorni.

La giovane sfoderò un sorriso radioso, col cuore traboccante di gioia. Annuì, esaltata, mentre le gote si imporporavano lentamente di rosso.

- Che sgarbata! – esclamò, portandosi due dita sulle labbra, per poi porgere una mano al suo nuovo amico. - Mi chiamo Jasmine.

- Corrado – rispose, mettendo il libro sottobraccio, mentre il suo volto si dipingeva di un’insolita espressione di soddisfazione mista a felicità. – Piacere di conoscerti.

Mai come allora l’Ingegneria Meccanica li aveva appassionati così tanto.

~*~*~

 

Paroline di un’autrice oppressa dalle fatiche della scuola:

Dopo tre mesi (?!) ho trovato finalmente il tempo di concludere questa piccola fictions avente due capitoli riguardanti il campo della scuola e dell’Università.

Innanzitutto volevo ringraziare tutti i miei compagni del Life’s Space, e volevo dedicare queste quattordici fic ad ognuno di voi miei cari amici.

E volevo ringraziare in particolare: lampadina, Rozen Kokoro, Cheche, berserker eagle, Dark Empiress, A k a n e, Lady_Blair, Emy96, TeddyBiBBy, nihil no kami e a tutti coloro che hanno seguito queste piccole flash.

 

Contestshipping (480 parole): Sono piuttosto soddisfatta di questa mia primissima contest. Dopotutto, mi pareva giusto esprimere quei due personaggi secondo il tema che ho trattato per loro. Drew l’ho reso il classico perfettino della classe, sempre pronto però ad aiutare la sua dolce Vera. Spero di aver reso i personaggi IC!

Pokèshipping (523): Ma io ho sforato. Voglio prendere a capocciate la tastiera. Ok, ammetto di aver sfruttato la prima idea della Special per loro… ma chi, meglio di Ash, poteva rappresentare il classico ragazzo svogliato e disperato riguardo i suoi esiti? Misty, poi, era perfetta per il ruolo dell’amica sempre pronta ad aiutarlo…

Rangershipping (531): MA HO SFORATO ANCORA!!! Mi impicco. Però, davvero, questa flash mi ha totalmente catturata. Volevo finirla a tutti i costi, perché questi personaggi mi parevano perfettamente idonei a quel ruolo. Non li conosco molto, però li ho amati durante questo piccolo sketch. Spero valga lo stesso per voi!

Cavaliershipping (574): …qui non ho nulla da dire, perché ho davvero superato il limite. Non ho mai trattato Cavalier, perciò non so neppure se Gary è IC. Non sapevo come far agire Lucinda, perciò ho voluto fare una piccola flash riguardante il tema dell’arrivo di una sconosciuta in classe. Inutile dire che è amore a prima vista, no?

Franticshipping (501): Richiedo il perdono per quella piccola parolina. In ogni caso, chiedo venia nel caso questa flash non piaccia. Volevo farla, ed è anche il mio primo tentativo di Frantic. Non conosco i personaggi, però mi pareva giusto rappresentarli come due opposti.

Resistanceshipping (474): Inizialmente mi aveva totalmente presa, però col finale mi sono un po’ rovinata. Non sapevo come concluderla, se non in modo dolce… eppure, non so perché, mi lascia perplessa. Questo capitolo rappresenta tutti primi tentativi, per chi non lo avesse capito…

Alexandrianshipping (484): Questa Sì che l’ho amata! Mi piace questa coppia, e devo ammettere che desideravo fare una piccola flash riguardante questi personaggi. Mi auguro siano IC, poiché li ho curati con dovuta attenzione. Ho scelto Ingegneria Meccanica per la loro affinità con i tipi dei Pokèmon… a voi è piaciuta?

  
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