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Autore: the ghost of Bonnie    13/11/2011    2 recensioni
Cosa accade un anno dopo la scomparsa di Goku? E se ci fosse un nuovo nemico?
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Dal testo:
- Sei così... cambiata.
Disse Trunks, guardandola dalla testa ai piedi.
- In che senso?
- Sei cresciuta!
- E cosa ti aspettavi?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pan, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La navicella doveva essere riparata, ad ogni costo. Così, papà la fece atterrare sul pianeta più vicino.
- Tenetevi forte!
Urlò. Tirò una leva, e, tra scosse e sobbalzi, arrivammo sul nuovo pianeta salvi. Un po' indolensiti, certo, ma salvi.
- State bene?
Chiese papà, alzandosi da terra e facendo aprire uno sportello.
- Certo...
Rispose Pan, e tutti e due raggiungemmo papà sull'erba viola di quel pianeta. Mi guardai intorno: il panorama non era poi così male... il cielo era come bucato con delle forbici, non c'era sole, gli alberi erano davvero piccoli, quasi delle miniature...
- Che bel posto!
Esclamò Pan, sorridendo. Ancora quello stupido, maledetto brivido.
- Papà, dici che questo... nemico, abbia conquistato anche questo pianeta?
Chiesi, mio padre mi fissò per qualche secondo.
- Dobbiamo prima conoscere gli abitanti del posto, quindi dobbiamo abbandonare la navicella. Sentite, andate voi due, io rimango qui per controllarla.
Annuii, ma per qualche strano motivo, ero agitato. Osservai Pan, camminava sicura, dritta davanti a sè, come se conoscesse perfettamente la strada verso un qualsiasi villaggio. Camminammo a meta sconosciuta per dieci minuti buoni, quando finalmente lei parlò, distruggendo quel silenzio:
- Trunks.. anche a te ricorda tutto come l'anno scorso?
- Oh.. si. Se non sbaglio, questo pianeta non l'avevamo visitato.
- No, infatti... Trunks, guarda!
Aggiunse urlando, indicando un punto lontano. All'orizzonte c'era un villaggio, piccole casette bianche e tonde... Pan iniziò a correre, e io la seguii, urlandole di fermarsi. Lei si fermò di botto, portandosi le mani alla bocca... probabilmente per l'orrore di quello che si presentava davanti ai nostri occhi. Un brivido di paura mi attraversò la schiena, non potei fare a meno di inginocchiarmi e assistere a quello spettacolo: decine, centinaia, migliaia di morti dispersi lungo le vie del villaggio, il sangue riempiva la stradina...
- Ai..aiuto...
Mi voltai di scatto: un bambino poco lontano da noi stava cercando di allungare la mano verso me e Pan, ma non ci riuscì, il piccolo emise un ultimo respiro, poi non si mosse più.
- Mio Dio... cosa è successo?
- Credo che... siamo finiti su un pianeta conquistato dal nuovo nemico.
Pan si voltò verso di me: gli occhi lucidi, potevo leggervi paura, forse speranza che quello che entrambi infondo credevamo fosse solo una bugia... Un urlo squarciò l'aria, un tuono, e qualcosa cadde dal cielo, proprio davanti a noi, con uno schianto.
Feci un passo indietrò e tirai Pan con me. Assomigliava tanto a quegli alieni che ci avevano distrutto la navicella, solo che era molto, decisamente più grande, alto... Si alzò davanti a noi, e lì mi resi conto che era alto quattro volte quanto me.
- E voi perché siete ancora vivi?
Chiese, guardandosi intorno, compiaciuto del massacro.
- Noi non...
Balbettò Pan, fissando il mostro che fece un passo verso di noi.
- Cosa sei?
Chiesi, indietreggiando ancora.
- Io? Sono Kairin. Io e il mio popolo siamo potenti, ma... siamo anche i membri più deboli dell'esercito del grande Alazar.
- Avete fatto voi tutto questo?
Chiese Pan, la voce rauca.
- I miei uomini hanno fatto un buon lavoro. Ma... non hanno sistemato voi due!
Non riuscii a controllare il movimento di Kairin, sentii solo qualcosa comprimermi lo stomaco, le ginocchia cedettero e caddi a terra, tenendomi la pancia. Qualche secondo dopo, Pan urlò e io alzai lo sguardo: Pan aveva gli occhi socchiusi, mi fissava, Kairin la teneva in mano, presa per una manica della sua maglietta.
- Pan!
Riuscii a vedere della lacrime arrivare ai suoi occhi, attraversarle il viso. Sentii qualcosa in me, solo voglia di distruggere Kairin.
- Lasciala stare!
Continuai, ma lui sorrise.
- Oppure?
Chiusi gli occhi. Era una delle due tecniche che Goku mi aveva insegnato prima di sparire. Feci incontrare le mie dita alle punte, e qualcosa di caldo e luminoso comparve fra di esse. Allargai le mani, al centro un'enorme sfera di fuoco, molto più potente dell'onda energetica.
- Trunks... non serve a nulla...
Balbettò Pan. Sgranai gli occhi. Lei tossì, Kairin la strinse al collo più forte.
- Non ric..ricordi? Loro le... mangiano...
La delusione mi scivolò addosso. Il viso di Kairin si avvicinò a quello di Pan in una maniera impressionante. Lasciai perdere la sfera, mi lanciai contro il mostro, che portò Pan avanti come scudo. Stavo per colpirla in pieno viso quando lei si riparò con le mani.
- Codardo!
Gli urlai. Forse questo colpì il suo orgoglio, perché gettò Pan a terra e si concentrò su di me.
- Cosa hai detto, moccioso?
- Sei sordo? Ho detto che sei solo un codardo!
Scandii bene l'ultima parola tirandogli un pugno in viso, lo vidi sputare del sangue verde dalla bocca. Pan si alzò immediatamente, pronta a darmi una mano. Prima che il mostro potesse reagire, anche lei si lanciò contro di lui, ma fu troppo veloce, una sfera di luce la colpì in pieno viso e cadde a terra. Non sapevo il motivo, ma non mi ero mai sentito più arrabbiato. Urlai, urlai, ancora, sempre più forte, finché un'aura splendente non mi circondò e i miei capelli divennero biondi.
- Sei un Sayan!
Esclamò Kaisir, sgranando gli occhi.
- Già.
Sorrisi. Sferrai un altro pugno, un altro, un altro ancora, non riuscivo a controllare la forza e la velocità... non potevo chiamare papà, mi avrebbe dato dell'incapace, Pan era a terra, ferita, il viso coperto di sangue dovuto all'esplosione della sfera proprio davanti a lei, e in quel preciso momento, quando pensai di non esserci riuscito, il mostro cadde a terra. Sentii qualcosa di pesante alla mia schiena e mi voltai: la mia spada argentea. La estrassi velocemente, e con un taglio netto, la testa di Kaisir volò qualche metro più in là. Ansimando e distrutto, caddi a terra.
***
- Trunks... Trunks!
La voce di Pan mi fece svegliare. Aprii lentamente gli occhi e sorridi quando vidi il suo viso sorridente. Eravamo poco lontani dal villaggio, accanto a un ruscello d'acqua. Infatti, il volto di Pan non era più coperto di sangue, ma era pulito come sempre.
- Ce l'ho fatta?
Chiesi, temendo la risposta. Quando Pan annuì, sentii la gioia crescere dentro di me.
- Sei stato davvero bravo... io... mi sono arresa subito...
Aggiunse, con una nota di tristezza nella voce.
- Pan, - le dissi, appoggiando una mano sulla sua spalla. - Non combattevi da un anno. Io mi sono allenato con papà per tutto questo tempo...
Lei sorrise di nuovo, e un pensiero mi attraversò la mente, ma... non era nulla di importante, per adesso.
   
 
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