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Autore: Nijinsky    13/11/2011    3 recensioni
Se riesci a guardarmi negli occhi, vuol dire che ho ancora qualcosa da nascondere
Pubblicazione settimanale, in giorni compresi tra venerdì e domenica.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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MANGIANO SOLO MELE. L, LO SAI CHE GLI SHINIGAMI HANNO LE MANI ROSSE?

«E che mi dici delle foto?»

«Queste sì che sono interessanti»

“Bah! Con questo trucco fregherebbe a malapena un bambino!

 

 

 

 

 

MANGIANO SOLO MELE. L, LO SAI CHE GLI SHINIGAMI HANNO LE MANI ROSSE?

 

 

Il vero L dovrebbe trovarsi sempre da qualche parte al sicuro.

Il vero L dovrebbe trascorrere le sue ultime giornate districandosi fra i rompicapo con cui mi prendo gioco di lui.

Il vero L non dovrebbe giocare all’Indovina Chi? con il suo esecutore.

Il vero L non dovrebbe giocare con le lame, rischierebbe di tagliarsi.

Tu non sei L- non prendermi in giro.

Non puoi essere così ingenuo, così infantile.

Eppure nessun uomo ha le tenebre negli occhi e il gelo nella voce, pertanto l’idea che tu possa essere il mio nome più ambito mi accarezza ed eccita.

Non immagini quanta rabbia e quanto sdegno suscitano in me i tuoi giochetti, i tuoi tranelli, le tue stupide trovate, tuttavia preferisco incanalare e lasciar fluire la rabbia, trasformarla in flemmatica trepidazione di vederti sbiadire.

I effetti non è una scelta errata: focalizzo lo sguardo sul tuo volto da cadavere, da uomo morto che presto sarai: noto

Che ti sei come incantato a fissarmi, immobile nella tua patetica espressione, con il cucchiaino del gelato a mezz’aria.

Mi disgusti, L.

Sei inqualificabilmente irritante,

L’idea di strangolarti, di sentire il tuo respiro lentamente scolorare mi seduce, ma nella mia integrità e statura professionale stoicamente la scaccio: Kira non si sporcherebbe mai le mani per L.

Uno come te al massimo merita un nome, ammesso che tu ne abbia uno.

Continuerai a fissarmi ancora a lungo? Ah, no, ti sei risvegliato dal coma.

Mi propini l’epica barzelletta della foto: che infame che sei. È una foto fasulla, e avrei dovuto stare al tuo gioco e rendermene conto.

L, il mio odio nei tuoi confronti sfiora l’illimitato. Cosa c’è? Che fai? Tremi?

Quanto godrò nel vederti spirare, miserabile, quanto vorrei farlo ora!

Ringrazia lo squillo del telefono, altrimenti la Medusa dei miei occhi di sicuro avrebbe paralizzato il tuo, di sguardo!

 

 

 

Il vero L è qui davanti a te, Kira, cercando prove cui appendersi per render Giustizia a… a chi? ai tuoi nomi, forse? A me? A chi, a chi devo rendere Giustizia?

Ascolto la tua recita, osservo i tuoi muscoli facciali danzare un’espressione rilassata.

Una parte un po’ forzata, non trovi?

Il tuo volto è una maschera di tungsteno e diamante. Espressioni che non riesco a sciogliere, né a scalfire. Le mie parole più taglienti non corrodono la tua calma.

Mi concentro sul tuo sguardo, e sono completamente incapace di proseguire il discorso.

Sono rimasto incantato a guardarti, a smarrire le mie certezze nei tuoi bronzei occhi a mandorla.

Ho mai notato la fierezza dei tuoi tratti? Ho mai perso il respiro nel rubino delle sfumature delle tue iridi? Mi sono mai ferito nel desiderio di mordere il tuo tagliente ghigno?

Non so più chi sei, non so più chi sono io.

Non so più dove sono…

Scuoto la testa e riprendo a parlarti, celando dentro i miei vuoti le improvvise paure che discole mi fanno tremare la voce.

Il mio cervello è però altrove: viaggio oltre il tempo e lo spazio, viaggio nei meandri della metafisica e scopro nuovi universi, dove non esiste questo orrore.

Ammiro ancora il tuo volto attento a non tradirsi, ma quando provo  a incrociare il tuo bronzeo sguardo i tuoi occhi fuggono verso un trillante telefonino. Non avevo notato che anche il mio stesse squillando.

Ho sfiorato le tue pupille e mi sono sentito come pietrificato: una gelida tramontana spira dentro di me.

 Freddo, fredda la mano, le ossa e il cuore, freddo è il corpo del viaggiatore. Non vede quel che il futuro gli porta quando il sole è calato e la luna è morta.

 

 

 

ECCE HOMO DI METALLO E DI ODIO

ECCE HOMO IN ESSO SMARRITO

 

 

 

Le note non sono scritte a scopo autocelebrativo, ma solo per far luce su alcune espressioni e suggerire fonti mitologiche, scientifiche, musicali e cinematografiche che potrebbero risultare gradite.

Yours sincerely

 

 

Secondo la mitologia greca arcaica, lo sguardo di Medusa, creatura con serpi al posto dei capelli, per mani dei pezzi di bronzo, zanne di cinghiale al posto dei denti, ali d’oro e scaglie su tutto il corpo, aveva il potere di pietrificare( nel senso letterale del termine) chiunque lo incrociasse. Si invita il lettore a non citare “Harry Potter e la Camera dei Segreti”, la sottoscritta potrebbe avere reazioni poco piacevoli, data la scadenza qualitativa che attribuisce ai libri di Harry Potter dal IV in poi, e data la nostalgia che prova nel ricordare i primi.

Il tungsteno( simbolo W) è l’elemento puro con il più alto punto di fusione, ovvero la bellezza di 3695 K/3422°C, ha grande capacità di schermare le radiazioni e di resistenza alla corrosione degli acidi.

Il diamante è una forma allotropica( ovvero i diversi modi in cui un elemento si presenta) del carbonio, ed è il materiale più duro in natura.

“Dentro i miei vuoti puoi nasconderti, le tue paure addormentale con me” Dentro i miei vuoti – Subsonica

Fredda è la mano, le ossa e il cuore, freddo è il corpo del viaggiatore. Non vede quel che il futuro gli porta quando il sole è calato e la luna è morta” Il Signore degli Anelli, Le due torri - Gollum

  
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