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Autore: Valar Morghulis    14/11/2011    3 recensioni
Attenzione: storia di mia pura invenzione che ha come protagonista un personaggio di Naruto.
La storia del passato di Madara Uchiha. Come è nato, come ha passato la sua infanzia...
Tutto questo per capire come è diventato l'uomo spietato che ha ucciso suo fratello, l'uomo spietato che ha scatenato la quarta grande guerra ninja.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Tobi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Uchiha Madara'
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the story

8° Capitolo

Il piccolo Madara si era dimostrato fin da subito un bambino calmo e tranquillo.

Dormiva quando c'era da dormire, mangiava quando c'era da mangiare, giocava spesso e volentieri, stava buono quando era sveglio. Insomma, era perfetto.

Misaki era molto contenta di ciò, era entusiasta del suo piccolo angelo moro, non riusciva a rimanere troppo tempo senza di lui.

Ayano all'inizio era stata molto restia all'avvicinare il piccolo nipote, per un paio di settimane era insofferente alla sola vista del bambino. Pian piano, però aveva iniziato ad ascoltare con più attenzione i discorsi entusiastici della sorella, ad osservarlo da vicino, a prenderlo in braccio. Non gli voleva ancora bene, ma non lo odiava neanche.

Akuma era stato quello più deluso dei tre. Infatti dopo la nascita Madara non aveva più attivato lo Sharingan, si era addormentato subito e al risveglio i suoi occhi era color pece.

In più l’Uchiha non aveva mai davvero dimostrato vero e proprio affetto per il figlio, non gli aveva mai sorriso, preso in braccio, dato da mangiare, cullato o anche solo dato una carezza niente di niente.

Misaki era rimasta molto perplessa per questo. Anche Ayano non riusciva a spiegarselo, Akuma aveva sempre dimostrato di volere il bambino e adesso sembrava non dimostrare alcun interesse per lui.

In realtà Akuma covava la speranza segreta che lo Sharingan sarebbe ritornato presto a colorare di scarlatto le iridi di Madara ma, finché non fosse successo, non provava alcuna attrattiva per il piccolo.

Ma non era solo quello il comportamento strano che caratterizzava le sue azione. Dopo neanche una settimana di tempo dalla nascita del nuovo Uchiha aveva iniziato a trattare freddamente la fidanzata.

Non la baciava più, non le diceva più ti amo, non faceva più l’amore con lei, scompariva per giorni interi e al suo ritorno non voleva saperne di discutere su dove era stato.

Quello che nessuno sapeva era che Akuma andava ogni qual volta all’accampamento Uchiha per informare tutti della buona riuscita della sua “missione”.

I membri più importanti del clan sapevano quello che il giovane combattente aveva in mente. All’inizio erano contrari all’idea di mischiare il loro sangue con quello di una Hyuuga ma ben presto avevano cambiato idea: un “ibrido” –come l’avevano chiamato loro- nato dall’unione delle due famiglie guerriere più forti sarebbe stato per loro un ottimo acquisto. Sinceramente ai vecchi saggi non importava il destino della fanciulla che avrebbe portato in grembo la creatura, per loro poteva anche morire.

Erano stati entusiasti del buon proseguimento della“missione”. Il giovane Akuma sarebbe stato coperto di gloria e onore se sarebbe riuscito a plasmare il bambino come un crudele assassino.

...

A quattro anni Madara aveva subito un mutamento: da bambino tranquillo e calmo divenne vivace e pestifero.

Quando cominciò a gattonare prima e a muovere i primi passi poi, si mise in testa di esplorare tutta la casa a costo di farsi male, cadere dalle scale o dal letto. Misaki lo seguiva, disperata, dappertutto cercando di evitare di farlo ferire gravemente. Madara era un bambino piuttosto curioso, metteva mani, denti e piedi dove non doveva e più volte era stato rimproverato da Akuma per questo suo comportamento.

Misaki lo difendeva sempre dicendo che, essendo ancora piccolo, non capiva nulla di quello che il padre stava urlando. L’Uchiha si limitava a sbuffare e lanciare un occhiataccia alla fidanzata per poi scomparire chissà dove.

Quello che i due genitori non sapevano era che il loro bambino era più intelligente di quanto sembrasse: capiva tutto –o quasi- quello che loro gli dicevano o insegnavano. Aveva imparato che la mamma gli voleva tanto bene e che lo avrebbe protetto a costo della sua vita, che il papà non doveva essere disturbato in certi suoi momenti bui –come li chiamava Misaki- perché si arrabbiava tanto e che la zia Ayano provava un grande affetto per la mamma, che era per lei se passava a trovarli di tanto in tanto.

Più volte Madara si era trovato a pensare ai componenti della sua famiglia, non riusciva a considerare Akuma suo padre perché lui non gli voleva bene, non lo abbracciava, non gli sussurrava paroline dolci e colme d’amore come la sua mamma, era completamente assente dalla sua vita. Si ripeteva che non importava, che bastava sua madre a colmare le sue giornate, ma infondo questa sua assenza gli faceva male, lo faceva soffrire. Non lo avrebbe mai ammesso però, era troppo orgoglioso per farlo.

Una volta aveva chiesto a Misaki il significato di orgoglio e di amore, ne aveva sempre sentito parlare ma non sapeva darvi un senso. Più tardi, però, avrebbe voluto non essere stato così curioso per una volta. Un semplice interesse si era trasformato in un momento di orrore per lui.

Misaki aveva preso in grembo il suo bambino, che in quel momento la guardava con i suoi splendidi occhioni neri, e aveva sorriso.

<< Una persona è orgogliosa quando ha tanto amore e rispetto per se stesso, può sembrare una cosa positiva –e forse lo è- ma diviene negativa quando per il troppo orgoglio questa persona non accetta neanche le cose più evidenti >> chiarì accarezzando la chioma corvina del figlio che annuì serio.

<< L’amore invece… l’amore è uno dei sentimenti più puri che una persona può provare. Non so dirti cos’è di preciso, si può solo provare. L’amore è quella cosa che riesce a farti trovare la forza per diventare forti e proteggere le persone verso cui proviamo questo sentimento. Se è vero niente e nessuno lo può distruggere >> spiegò guardando le iridi dilatate dalla sorpresa di Madara. Il piccolo rimase in silenzio per qualche minuto, riflettendo.

<< Alloa io i amo! >> esclamò battendo le manine a guardando sorridente la madre.

<< Ti amo anch’io! >> ricambiò Misaki posandogli un tenero bacio sulla guancia.

<< Madara! Esci subito fuori di qui, devo parlare con tua madre! >> tuonò Akuma sulla soglia della cucina, stanza in cui si ritrovavano i due.

Madara annuì e, accarezzata la guancia della sua mamma, zampettò fuori abbassando appena la testa difronte al padre.

L’Uchiha si avvicinò a Misaki e con uno strattone la fece alzare dalla sedia su cui si era seduta.

<< Amore? Ti proibisco di insegnare a mio figlio certe stronzate! >> Akuma era infuriato, continuava a scuotere la povera Misaki come se fosse una bambola di pezza.

<< C-cosa stai dicendo? Io, io volevo... >> sussurrò piano con gli occhi lucidi.

<< Sta zitta! >> urlò il moro e, alzata un mano, colpì forte il volto della ragazza.

Misaki rimase ferma, imbambolata. Akuma uscì velocemente dalla stanza senza degnarla più di una occhiata.

La Hyuuga si portò una mano sulla guancia offesa, toccandola lievemente.

Era incredula, il ragazzo che amava l'aveva ferita. Di proposito per giunta.

Sentì gli occhi pizzicare, cercò di trattenere le lacrime, non poteva permettersi un qualche segno di debolezza.

" Sono una Hyuuga, ho un orgoglio da difendere. Mio padre me l'ha sempre detto: l'orgoglio viene sempre prima di tutto, mantieni la testa alta e vai avanti, non mostrarti debole, non singhiozzare inutilmente " si mise a pensare serrando a pungo le mani e mordendosi forte il labbro inferiore.

" Non devo piangere, non voglio piangere... " prese a ripetersi come un mantra.

" Non posso dargli anche questa soddisfazione, dopo ciò che ha fatto... Ma perché mi ha picchiata? Perchè quelle parole? " si domandò mentre una lacrima solitaria, sfuggita al suo controllo, le solcava il volto. Se l'asciugò con rabbia, impedendo che altre gocce d' acqua salata le rigassero il viso.

<< Mama >> una vocina infantile infranse il silenzio che si era creato. La giovane non se ne accorse mentre serrava con forza gli occhi e respirava a grandi boccate.

Deboli passi ovattati si avvicinarono alla figura femminile che rimaneva immobile.

<< Mama! >> provò a richiamarla la stessa voce con tono più alto.

Misaki aprì di scatto gli occhi e guardò ai suoi piedi. Il piccolo Madara la fissava con la testa inclinata da un lato.

Si sforzò di sorridere mentre si accosciava per arrivare all'altezza del figlio.

<< Ehi, tesoro >> mormorò con voce arrochita accarezzando dolcemente la zazzera nera e spettinata di Madara.

<< Tu trite? >> domandò il bimbo scrutando il volto della madre.

<< No! Sto bene amore >> cercò rassicurarlo Misaki con scarsi risultati.

<< Alloa perchè tu piangele?>> insistette lui con voce incrinata dalla tristezza.

Misaki si toccò il viso e costatò sorpresa di sentirlo umido. Senza accorgersene era scoppiata a piangere silenziosamente, troppo presa nei suoi pensieri.

Si maledisse mentalmente. Non voleva che il suo bambino la vedesse in quel momento di debolezza. Come avrebbe spiegato al suo Madara che era stato suo padre a farle del male?

<< Niente cucciolo, non è niente! >> disse piano abbracciandolo di slancio e nascondendo il volto nei capelli di lui.

<< Non peoccupae mama, ci tono io con te! >> proclamò fiero Madara aggrappandosi con le manine alla stoffa del kimono della madre.

Misaki ridacchiò sommessamente inspirando profondamente e riempendosi i polmoni con l'odore del figlio.

Madara aveva un profumo particolare, non facile da descrivere. Niente a che vedere con la fraganza floreale di Misaki, di quello alla cannella di Ayano o quello di polvere e talvolta sangue di Akuma.

No, Madara profumava di pulito. Un odore fresco che ogni volta riempiva di tranquillità la madre. Sembrava che niente e nessuno potesse sporcare quella purezza infantile.

Misaki non poteva neanche lontanamente immaginare che presto quell'innocenza si sarebbe spezzata. E le mani del suo piccolo Madara, le stesse mani che ora la stringevano, sarebbero state macchiate di scarlatto.

E l'odore di Akuma si sarebbe riversato su di lui, cancellando ogni parvenza di pulito.



Angolo Autrice:
Ma quanto è lungo questo capitolo? Mamma mia O_O
Come sempre ringrazio chi ha letto e recensito la storia, soprattutto 
w_akatsuki  per aver inserito la storia tra le preferite e HelenaTurner per averla messa nelle seguite.
Un immenso e grandissimo grazie va, però, a 
valemiki85 per averla segnalata tra le scelte. Devvero, non ti ringrazierò mai abbastanza.
Come sempre mi scuso per eventuali errori.

Devo ammettere di essere piuttosto fiera di questo capitolo, di tutte le storie che ho scritto è quello che mi piace di più.
Madara: non deve piacere a te, ma al lettore... anche se non è proprio da buttare, va.
Speriamo che piaccia...
Madara: sono troppo stanco per litigare con te oggi, salutiamo e andiamocene. Prego i pii lettori di divenire recensitori e lasciare un segno del loro passaggio.

Baci (Ossequi)
Angel_Madara12 (Madara Uchiha)
  
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