...Chi sono? Dove sono? Perchè sono qui? O_O Gente, credetemi, anch'io ancora non posso credere di aver scritto una NaruSaku. Scioccante, scioccante. E sapete cos'è ancora più scioccante? Che questa coppia qui, è stata la mia prima coppia. E che, tutto sommato, sotto sotto, un po' mi piace ancora ò_ò Ma la SasuNaru sarà sempre la SasuNaru ♥
E, mmmh, che altro dire? E' soltanto una piccola flash, ambientata alla fine della guerra Ninja, intitolata con una frase della canzone di Avril Lavigne "Goodbye Lullaby".  Spero vi piaccia *///*   E, bhe... Goodbye! ♥

***

E se…?

Un semplice pensiero, un semplice dubbio. Due paroline senza nessun valore, veloci come un soffio di vento, leggere, trasparenti. Ma che ripetute in continuazione, insieme, a ritmo coi battiti del cuore, diventavano rumorose, assordanti, vive.
E Sakura se le sente scoppiare forti in petto, le bruciano fino a far male, nell’istante in cui i suoi grandi occhi verdi si posano sulla figura di Naruto, steso al suolo a qualche metro da lei. Sembra quasi una scena di un film, una di quelle al rallentatore: nuvole di polvere marroncina si dissolvono sbiadite nell’aria; folle di persone esultano in ogni dove –la guerra è finita!; un sorriso amico, un abbraccio, una lacrima; e poi lì, proprio davanti a lei, al centro di tutto quel caos, circondato da alcuni ragazzi, lui. Immobile, a terra, coi vestiti strappati, arancione. Naruto.
Le gambe faticano a muoversi, sembrano pesanti quanto un macigno –ma di certo non per la stanchezza. E, allora… per cosa?-, costringendola a camminare piano, lentamente, un sorriso congelato sulle labbra. Un passo. E se…? Un altro passo. E se…?
 
Inciampa proprio accanto a lui, al suo fianco, cadendo rovinosamente, graffiandosi le mani. I capelli corti, rosa, le schiaffeggiano dolcemente le guancie, in un battito di ciglia. Il cuore che rimbomba furioso nelle orecchie. E se…? E se…? E se…?
 
Dita bronzee, calde, callose, le sfiorano delicate il naso, in una carezza che profuma d’affetto. Sakura alza di scatto il capo, il volto bagnato –non si era neppure accorta di essere scoppiata a piangere- affondando, quasi con disperazione, lo sguardo in quello blu di Naruto.
E “Sei vivo” mormora, meravigliata. Con stupore, con gioia, felice.
Naruto sorride appena, con le labbra incrostate di fango e di sangue, i capelli dorati che gli circondano il capo come un’aureola, gli occhi che ridevano. Rideva. Aveva rischiato di morire, di lasciarla, e rideva.
Stringe i pugni sulla tuta distrutta del ragazzo, ricominciando a piangere come un’isterica. “Brutto stupido!” singhiozza “Sei un’idiota! Come hai potuto farmi preoccupare così tanto? Ti odio! Sei… sei…”
“Sakura” le dita di Naruto si fermano sulla sua bocca, interrompendola. Nessun “chan”, nessuna battutina stupida. Soltanto il suo nome: Sakura. E, per la prima volta, come se per tutti quegli anni avesse avuto la vista offuscata, vede l’uomo che ha davanti. Non più un bambino, non un ragazzino, un uomo. Un uomo, un eroe. Per lei, per proteggerla.
“Scusa” le sussurra, un attimo prima di chiudere gli occhi, stanco.

Ma non capisci, Naruto?

“Non scusarti” Sakura gli accarezza i capelli con una mano, mentre con l’altra si strofina gli occhi “Grazie, …eroe”
 
Un semplice pensiero, un semplice dubbio.

E se…?
Se questo fosse amore, Naruto Uzumaki?