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Autore: VidelB    12/07/2006    11 recensioni
Una vecchia fanfiction rispolverata e continuata. L'arrivo della madre di Shampoo in Giappone porterà Akane e Ranma a fingere in accordo fra loro, tutto per una stupida tradizione, e il loro rapporto ne risentirà fortemente.
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Happosai, Ranma Saotome, Shan-pu
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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15°cap.

***

Il dottor Tofu bussò educatamente alla porta del bagno di servizio.

- Akane, come stai?

Ormai era passati almeno cinque minuti da quando la ragazza si era rinchiusa lì dentro in quel modo brusco e il medico iniziava a preoccuparsi seriamente. Un colpo di tosse venne dall’interno, seguito dalla voce debole dell’interessata:

- Sto per uscire...- rispose tirando lo sciacquone, qualche istante prima di abbassare la maniglia e farsi avanti nello studio, esponendosi alla luce fredda: carnagione bianca, quasi cadaverica… i due uomini la osservarono preoccupati. Tofu, che era il più vicino, si offrì immediatamente di aiutarla a camminare ma la giovane rifiutò scuotendo appena la testa.

- Non è successo niente di grave, lasci stare.- rispose, mentre si dirigeva a passo malfermo verso l’attaccapanni- E poi si è fatto tardi, è ora di togliere il disturbo- aggiunse prendendo fra le mani il cappotto e infilandoselo.

- Non vuoi fare altri controlli?- domandò il dottore stupito.

- No, io… sono sicura che passerà presto. Vorrei solo prendere un po’ d’aria. Se ci saranno altri problemi la informerò, d’accordo?

- D’accordo.- sospirò il suo interlocutore rassegnato- Però, al minimo sintomo non esitare, a qualunque ora.

Lei annuì, stirando le labbra in un sorriso spento.

- Ranma, vieni anche tu a casa o hai intenzione di rimanere qui?- fece quindi con aria stufa e le mani poggiate sui fianchi.

Il ragazzo, fino ad allora titubante, la raggiunse vicino all’uscio, per poi infilarsi anche lui il cappotto.

- Mi raccomando…- il tono autoritario del dottore li portò a voltarsi di nuovo entrambi-… state attenti, mi fido di voi.

- Certo. Grazie di tutto.- si accomiatò il giovane con un rapido cenno della testa, seguito a ruota dalla fidanzata.

Tofu rimase con sguardo impenetrabile a fissare la soglia semichiusa dello studio mentre i passi leggeri dei due iniziavano a risuonare per le vie deserte.

*

- Ha nevicato…- notò meravigliata Akane guardandosi intorno ed emozionandosi alla vista del velo bianco che ricopriva i tetti e il cemento della stradina in cui si trovavano.

- Già.- rispose inespressivo il compagno, sorpassandola durante il suo momento di immobilità.

- Che caprone.- commentò lei sentendosi automaticamente offesa da quel comportamento, fissando stizzita l’ampia schiena a poca distanza.

Il giovane si fermò e inclinò all’indietro la testa corrucciato:

- Adesso che vuoi?

- Nulla. Semplicemente non è possibile fare un discorso con te.- borbottò.

- Quello doveva essere un discorso?- inarcò un sopracciglio l’altro.

- No, ma poteva diventarlo, insomma… lasciamo stare!- disse infastidita riprendendo a camminare rapida, scossa dai brividi.

- Chi ti capisce è bravo!- scrollò le spalle Ranma, infilandosi le mani in tasca e seguendo come un’ombra la sagoma che si affrettava davanti a lui.

Dopo qualche minuto giunsero finalmente a casa.

Davanti al portone di legno c’era una grossa scatola gialla che, posta sotto la luce di un lampione, attirò subito la loro attenzione. La giovane incuriosita si stava avvicinando per prenderla, ma il ragazzo fu più veloce di lei e le sbarrò la strada, rubandogliela da sotto il naso e balzando via.

- Ehi!- si contrariò Akane- Almeno si può sapere per chi è?- domandò vedendo Ranma sfilare una bustina dall’intreccio di spaghi e aprirla.

- Cara Akane, mi trovo a Kyoto… tempo brutto… blablabla… sì pare che sia per te.- ammise lanciandole il foglietto che stava leggendo con poco interesse.

- Ah… è di Ryoga!- esclamò lei, una volta agguantato al volo il pezzo di carta- Chissà cosa ci manda stavolta… qui dice che è una sorpresa.- proseguì lanciando continue occhiate ai caratteri scritti in bella calligrafia- Strano non sia venuto a portarcelo di persona. C’è l’indirizzo lì?

Ranma rigirò lo scatolone fra le mani, osservandolo da varie angolazioni:

- No.

- Sarà venuto senza trovarci… mi dispiace, magari aveva bisogno di un posto dove dormire stanotte.- rifletté a voce alta.

- Figurati, sa come arrangiarsi un tipo come lui.- replicò tranquillamente il suo interlocutore, avviandosi per il cortile.

Akane indugiò sul posto, finendo di leggere la lettera e cercando di immaginare in quale luogo sperduto potesse trovarsi in quel momento il loro amico, quando un’aria allegra si fece spazio sul suo viso ‘Torna pure quando vuoi, speriamo di poterti ospitare la prossima volta che passerai di qua. Sei un amico affettuoso Ryoga, ti vorrò sempre bene.’ rispose mentalmente alla lettera, ripiegandola con cura nella tasca del cappotto.

Quando la ragazza raggiunse il fidanzato, quest’ultimo la aspettava impaziente nel corridoio.

- Beh, ti eri pietrificata là fuori o cosa?

- Ho semplicemente finito di leggere… ma dove l’hai messo?

- Di là in cucina, così ora l’apriamo.- disse voltato da tutt’altra parte, a braccia incrociate. Akane interpretò quell’atteggiamento come vagamente offeso e una scintilla di malizia le brillò nelle pupille:

- E chi ti dice che voglia aprire la scatola davanti a te?- chiese levandosi giacca e scarpe.

- … Come?... Perché mai non dovresti?- fece lui allarmato, rivolgendole di nuovo gli occhi.

- E’ personale, non so cosa contenga… potrebbe essere di tutto e magari…- sfumò la frase ad arte.

- Ehi, magari che? Ho… ho il diritto di vedere cosa ti arriva da quel rimbambito.

- Ora non insultarlo senza motivo.- rispose lei avvicinandoglisi minacciosa.

- Ah, quindi… questo significa… io…- farfugliò confuso e sbigottito da ciò che stava intuendo, arretrando un pochino. Sobbalzò nel vedere l’espressione di Akane trasformarsi completamente in pochi istanti, diventando all’improvviso dolce e comprensiva.

- Bene bene.- commentò lei dirigendosi in cucina con aria soddisfatta, lasciandolo in quello stato imbambolato.

Ranma si riscosse nel momento in cui udì un rumore di carta strappata e preso dalla curiosità andò in cucina anche lui.

- Mi prendi in giro brutto maschiaccio?- sbottò contro la giovane immobile di spalle, andandole accanto e sbirciando sul tavolo. Ciò che vide lo fece rimanere di sasso.

Poggiati accanto alla scatola di cartone c’erano due pupazzetti di gomma a forma di animale, un paio di scarpine di stoffa e un ciuccio decorato a orsetti… era uno scherzo? Lo sguardo del ragazzo si spostò sulle mani della giovane: un nuovo biglietto e una piccola statuetta buddista.

- E’ convinto anche lui… come gli sarà arrivata la notizia?- mormorò Akane, porgendo a Ranma ciò che impugnava. Il messaggio sulla striscia di carta era sintetico: in poche parole faceva i migliori auguri ad Akane per la gravidanza e affinché mettesse al mondo un bambino sano e bello, sperando che i doni le fossero piaciuti; come post scriptum minacciava il fidanzato di morte nel caso non si fosse preso cura di lei. Ranma lasciò scivolare sconvolto il foglietto dalle dita e poggiò sul piano la statuina benedetta.

La giovane appariva di nuovo bianca come un cencio e aveva le braccia abbandonate sul tavolo.

- Mah, è l’ultimo dei nostri problemi in questo momento!- esclamò abbassandosi sulle punte dei piedi, nel tentativo di incrociare il suo sguardo basso.

- Ma tutte queste cose… non possiamo tenerle.- disse lei scuotendo il capo.

- Perché no? Dopotutto ce le ha mandate in buona fede! Conserviamole.

- Appunto, non è giusto. A meno che tu… non voglia… aspetta, vorresti conservarle per quando noi…- rifletté, lasciando che i pensieri le tingessero le guance di cremisi, mentre lo guardava scombussolata.

- N-no… ehi, non farti strane idee, è che sarebbe un peccato! E poi, finché non verrà a trovarci comunque non potremmo ridargliele…- cercò di districarsi avvampando e nascondendo il volto sotto il bordo del tavolo.

- Va bene.- fece lei convinta d’un tratto.

- Uhm, cosa?- disse il giovane riemergendo appena.

- Terremo queste cose, anche perché se Ryoga si ripresentasse prima dello scadere della settimana, dovremmo fingere anche con lui.- rispose lisciandosi la stoffa di una manica-… Inoltre sarebbe da maleducati rifiutare delle cose tanto carine.- proseguì con una nota di entusiasmo, accostando le dita alle scarpine di una taglia improbabile, lunghe quanto il suo indice.

- Non sono adorabili?- esordì lanciandogli un’occhiata sfavillante, tanto da renderlo incapace di risponderle in malo modo.

- S-sì, certo.- sussurrò l’artista marziale deglutendo e rimanendo incantato mentre lei sognante esaminava la confezione con il ciuccio colorato all’interno.

- Mi farò insegnare da Kasumi a ricamare, così avrà le iniziali sulla copertina e il bavaglino…- parlò soprappensiero.

‘Poverino, spero non escano come le iniziali “ricamate” da Akane su quell’asciugamano…’ ricordò lui con uno strano disagio.

- Imparerò a cucinare e lo imboccherò…- proseguì imperterrita.

‘ Non vorrà avvelenarlo spero.’

- E quando sarà ora di dormire gli canterò la ninna nanna… se non dovesse funzionare dormirà nel nostro letto, tra me e Ranm…- si bloccò improvvisamente, pigiandosi una mano sulla bocca, nell’istantanea consapevolezza di star dicendo tutto ciò a voce alta, col fidanzato di fronte, per di più, che la osservava imbarazzato.
- Ah, non…. Non far caso a quello che ho detto, stavo scherzando eheh!- ridacchiò stupidamente, desiderando di sprofondare nel pavimento.

- F-figurati. Non ti stavo ascoltando nemmeno.- fece lui nel tentativo di recuperare la situazione.

- Oh, meglio.- balbettò quindi riponendo tutto sul piano e incrociando le braccia sullo stomaco, mentre si appoggiava allo schienale della sedia.

- Come ti senti comunque? Sei ancora un po’ pallida.

- Abbastanza bene, la camminata al fresco ci voleva.

Ranma annuì e si rialzò del tutto in piedi.

- Andiamo a dormire?- chiese prima di fare uno sbadiglio, ricollegando senza volerlo le fantasie di Akane alla propria frase. Evidentemente anche lei doveva averci ripensato, poiché si alzò di scatto fissandolo col volto bordeaux.

Lui si voltò agitato e s’incamminò verso la propria stanza:

- Buonanotte.- proferì nel chiudere frettolosamente la porta scorrevole.

La giovane Tendo, sebbene un po’ stranita da quel modo di fare, decise di andare a dormire anche lei e così fece.

  
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