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Autore: millicent    14/11/2011    1 recensioni
Rufy non vede più niente, non sente più niente. Sente solo le lacrime di Ace cadere sul suo volto e le sue preghiere disperate di non morire. Comincia a tremare. Sente freddo. Il suo cuore perde un battito, poi due , poi silenzio. Il suo respiro si fa irregolare fino a spegnersi del tutto. Solo il suo sorriso non muore. Le urla di ace squarciano il cielo. Chi muore muore una sola volta. Chi invece invece resta in vita muore ogni giorno sempre più dolorosamente.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                CAPITOLO 5

 

 
 
 
 
 
Per ogni passo che faceva, un nuovo ricordo affiorava nella sua mente. Guardava i volti della gente: c'era chi era sorpreso, chi sorrideva e lo salutava e chi non si preoccupava di nascondere il proprio disprezzo. Ormai tutti sapevano chi era, ma questo non sembrò preoccupare Ace. Era tornato a Foosha, dove era cresciuto; dove erano cresciuti insieme lui, Rufy e Sabo. Rufy e Sabo... cominciò a chiedersi se erano insieme in quel momento. Ricordò la morte di Sabo, quando aveva scelto come scopo della sua vita di proteggere Rufy. L'avrebbe fatto anche per Sabo. Si toccò la "S" tatuata sul braccio: aveva fallito.
 
"Mi dispiace di averti deluso Sabo".
 
Si sentì stringere la mano e si voltò a guardarla: Felicia lo guardava preoccupata. Ace gli sorrise debolmente per poi riportare lo sguardo avanti. Tra la folla vide farsi largo il sindaco:
-"Ace! Sono felice che tu stia bene e che sia tornato!"
-"Grazie signor sindaco! Non si può dire che pensino lo stesso molte persone".
-"Sciocchezze! Sai? Anche tuo nonno è tornato ieri. Adesso è alla locanda..."
Ace si rabbuiò, lasciò la mano di Felicia  e fece per andare.
-"Dove stai andando?" gli urlò dietro Felicia.
Ace non rispose, continuò a correre fino a quando vide la locanda. Gli sembrò uguale a come l'aveva lasciata.
-"Ace!".
Gli sembrò di sentire Makino, ma era troppo occupato a schiantare il vecchio Garp sul pavimento e prenderlo a pugni. Quando vide che la sua faccia era piena di sangue si fermò.
-"Che razza di uomo sei? Quale uomo può restare impassibile mentre gli uccidono a sangue freddo il nipote? Come hai potuto?..."
-"Ace smettila!" Felicia lo aveva raggiunto, ma lui no ne volle sapere di ascoltarla.
-"Vuoi uccidermi Ace?". Garp aveva le lacrime agli occhi; non per dolore, non erano lacrime di dolore quelle. Era il pianto di un nonno che aveva perso il suo nipotino.
-"Forse dovrei farlo, proprio come hai fatto tu con Rufy" sussurò Ace.
-"Adesso basta Ace, stai esagerando. - Felicia cominciò a piangere- Tu hai perso tuo fratello, lui suo nipote! Come credi che si senta? Nessuno ha responsabilità in questa storia! è stata una scelta di Rufy, solo sua. Dovresti ringraziarlo e continuare a seguire il tuo sogno". Felicia sospirò per poi continuare:" glielo devi".
Ace si alzò e lasciò che anche Garp lo facesse, poi andò da Makino: " Scusa i modi Makino, mi sono dimenticato di salutarti: sono felice di vederti".
Makino cominciò a piangere e lo abbracciò. Alle sue spalle Ace vide il manifesto da ricercato di Rufy con vicino dei fiori.
Poi Ace sciolse l'abbraccio e guidò Makino verso Felicia:
-"Makino, lei è Felicia" la presentò Ace.
Felicia sorrise  asciugandosi le lacrime."Piacere!" disse Makino.
-"Potresti affittarci una stanza? Non so per quanto ci fermeremo, comunque i soldi non sono un problema".
-"Cosa dici? Non prendo soldi da te; potete stare fino a quando volete".
-"Grazie" disse Felicia.
Makino li accompagnò alla loro stanza e tornò di sotto.
-"Felicia, io esco ma non mancherò molto".
-"Dove vai?" chiese Felicia.
-"A trovare una persona".



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Ad Ace sembrò di camminare per ore, mentre seguiva quello che un tempo era stato un sentiero. La strada battuta che Ace conosceva non esisteva più; la natura si era ripresa il piccolo spazio che l'uomo, tempo prima, le aveva sottratto. Ace inciampò non poche volte mentre realizzò che pochi di recente dovevano aver fatto quel tragitto. In fondo, da quel che ricordava, i banditi di montagna non ricevevano molte visite, per non dire nessuna. Ricordò i tempi di quando tre monelli correvano a perdifiato, scappando da macellai, tavernieri, pescivendoli e fruttivendoli, dalle vittime delle marachelle dei bimbi. Poi i bambini erano diventati due. 


-"VENITE QUA! SE VI PRENDO..."
-"Ace, ce lo stiamo scordando!
I bimbi si fermavano di colpo e, sotto gli occhi increduli del taverniere furioso, si inchinavano dicendo:
-"Grazie per il pranzo".


Ace scoppiò a ridere, mentre intanto cadeva giù una lacrima solitaria: di quei tre bambini ne era rimasto uno solo.
Intanto era arrivato all'accampamento. Era tornato dalla sua famiglia.
Ace fu felice di riabbracciare Dogura e tutti gli altri. Sarebbe stato arduo contare tutti quelli che piangevano. Ace sapeva bene che quelle lacrime non erano solo di gioia, non erano solo per lui. Cosa avrebbero dato per vederli tornare entrambi?

-"Dogura- chiese Ace - dov'è Dardan ?". 
-"Non esce dalla vostra stanza da quel giorno".

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Aprì piano la porta scorrevole e fu investito da un grande tanfo. La stanza era rimasta chiusa da almeno, dedusse Ace dall'odore, tre settimane. Ace scorse nel buio della stanza un'imponente figura seduta sul pavimento.
-"Dadan..."
-"Sei tornato" disse la donna.
Ace entrò, spalancò le finestre e la luce invase l'intera stanza. Dadan si coprì gli occhi con le mani mentre Ace potè vedere foto e articoli di giornale sul pavimento. Ne prese uno e cominciò a leggere: parlava di una delle tante imprese di Rufy. Più in là ce nerano altri a proposito di lui.
-"Vi ho tenuti d'occhio per tutto questo tempo"disse Dadan." Ho pianto come una bambina quando è arrivata la tua prima taglia, così anche per quella di Rufy. Quel folle ha combinato un sacco di casini". Ace notò che la sua voce era incrinata. Era inevitabile che... sembravate invincibili ed invece..." Dadan si interruppe. Le parole le morivano in gola, soffocate dalle lacrime.
-"Dimmi- disse dopo uno sforzo- ha sofferto tanto?".
Ace cadde in ginocchio e la sua fronte toccò terra.
-"Mi dispiace MAMMAAAAAAAAAAA".





Eccomi dopo un bel pò di tempo. Spero che il capitolo sia di tuo gradimento Ria-chan, dato che leggi solo tu. Cmq sono felicissima delle tue recensioni e del tuo supporto che non mi hai fatto mai mancare.
GRAZIE!
Millicent
  
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