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Autore: ryuzaki eru    14/11/2011    7 recensioni
(Nel cap. 1 scheda in stile "Death Note 13 How to read")
Un lento crescere di strani ed apparentemente trascurabili eventi. Una ragazza comune, preda di una situazione incomprensibile. L’apparente iniziale assenza di tutto ciò che riguarda il mondo di Death Note, così come voi lo conoscete. Ma tutto quell’incredibile mondo c’è! Kira, Tokyo, il quaderno. Ed Elle arriverà… Perché volevo continuare a vederlo parlare, muoversi, ragionare.
Elle era in piedi sul marciapiede e con gli occhi spenti la osservava, mentre strusciava svogliatamente il dorso del piede su un polpaccio...
«Ciao, Ryuzaki…» tentennò Emma «Allora…sai dove vivo… Ed io non te l’ho mai detto! Quindi…»
«Quindi?» le chiese lui vagamente irriverente.
«Quindi immagino tu sappia altro... Il punto è da quanto tempo sai!»
Elle smise di grattarsi il polpaccio e portò il piede a terra «No. Il punto è che da ora la smetterai di giocare da sola a questa partita.» la gelò.
La voce le arrivò dritta alla testa, come una tagliola affilata.
Il suo sguardo impassibile e freddo la trapassò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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Ho pochissimo tempo ma, con l’acqua alla gola e pittosto tardino, aggiorno in tempo! ;D
Grazie di essere qui!


Alcuni dei personaggi che appariranno non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 11. Lo spirito giusto

 
I fiocchi di neve ondeggiavano lentamente davanti al volto di Emma.
Era ferma.
Era sola sul marciapiede.
In lontananza qualcuno si affrettava a passo spedito, desideroso di tornare a casa ed al caldo.
E lei non si era mossa da lì, da dove Naomi Misora l’aveva salutata.
È servita a qualcosa tutta questa fatica!? Light ha preso il quaderno e lei morirà ugualmente!
Ho interagito, ho cambiato qualcosa, ma lei è sparita lo stesso, determinata ad uccidersi…
Che cosa orribile!!
Quella donna si volatilizzerà nel nulla ed io ora le ho parlato…
Non riesco a reggere tutto questo…
Io non sono abituata, non sono psicologicamente preparata a sopportare tutto questo…
Cadono come mosche davanti ai miei occhi! Ed io sono una persona normale!!!
Non lo tollero!
Quel mostro di Light ce la fa perché il quaderno lo rende di ghiaccio… Ma io, ringraziando il cielo o qualunque altra cosa si debba ringraziare in questo mondo, non ho un quaderno…
Lei morirà ugualmente…
Se sono stata così triste dopo aver letto la morte di Elle, come potrei stare se lui effettivamente… 
Oddio…Ho visto che posso interagire e cambiare qualcosa, quindi se facessi tutto quello che ho programmato, se ogni cosa si incanalasse così come ho sperato, lui mi sarà molto più vicino, passerò più tempo con lui e…
Ma se poi non potessi modificare proprio il risultato finale, se questo dovesse essere necessariamente lo stesso… Elle morirebbe ugualmente…
Ed io non… io… io a quel punto non so proprio come potrei reagire…
Mi sto lentamente trascinando in un buco nero? Volendomi avvicinare di più a lui sto costruendo con le mie stesse mani la mia futura disperazione??!!

È una scelta molto coraggiosa decidere di iniziare a “conoscere veramente” una persona che dovrà morire entro breve tempo… È una scelta coraggiosa perché tutti hanno paura di soffrire… La paura e la sofferenza sono le due più terribili emozioni del genere umano.
Uno starnuto risvegliò Emma da quello stato.
Realizzò che ormai il naso non se lo sentiva praticamente più. Avrebbero potuto anche staccarglielo e lei non se ne sarebbe accorta.
Starnutì di nuovo.
Devo tornare a casa…
Tanto lo so che andrò avanti lo stesso, che non mi fermerò, anche a costo di soffrire…
Tanto non posso sapere se tutto ciò che è accaduto è dipeso da un destino inesorabile o solo da una fastidiosa ed inquietante casualità infausta…
Ormai sono in ballo. E questo è solo un altro punto interrogativo…
Ho solo l’imbarazzo della scelta ormai! Su quale domanda assurda ed irreale voglio accanirmi ancora?!
Uno: “Perché sono qui?”
Due: “Come ci sono finita?”
Ed ora si è aggiunta anche la numero tre: “Potrò cambiare in modo determinante gli eventi e quindi costruire un futuro sulla base delle mie azioni e della mia presenza qui?”
Fantastico! Dovrò tatuarmi da qualche parte la risposta cumulativa, così smetterò di arrovellarmi ogni volta inutilmente. Sì, un bella scritta tatuata e passa la paura: “Boh!!”
In fondo, ripensandoci, ogni essere umano si pone queste domande ogni tanto, anche senza bisogno di ritrovarsi nell’assurda situazione in cui mi trovo io… Ed ogni essere umano non trova le risposte, proprio come me…
Posso solo vivere…
Devo andare a casa, altrimenti non potrò fare proprio un bel niente… Se mi faccio venire il febbrone poi non potrò uscire e non potrò farmi rivedere da Elle…

Si incamminò spedita verso la fermata della metropolitana e lasciò la questura. Era cinico a dirsi, ma a spese di Naomi Misora adesso sapeva che per “quel” giorno Elle non avrebbe lasciato l’albergo. Era tumulato lì dentro con la squadra “anti-kira”.
«Emma… ma dov’eri finita?!» le chiese Misao ancora mezza assonnata, appena Emma rientrò in casa «E…ma… sembri un ragazzino… cosa ti sei messa…?» I capelli nerissimi di Misao erano un po’ scompigliati e le salivano per questo di parecchio sopra le spalle, più su del consueto.
«Ehm…A Roma non nevica mai… a me piace la neve… Mi sono incappottata, ma sono riuscita a congelarmi ugualmente…» Farfugliò Emma, senza mentire… «Ho bisogno di uno doccia bollente!» e si defilò di corsa verso la sua camera.
«Più tardi andiamo al tempio, vieni?!» Chiese Misao, seguendo con lo sguardo Emma che le passava affianco.
«Sì!! Fantastico, ho sempre desiderato andarci il primo dell’anno!! Se non farò in tempo vi raggiungerò dopo, ora devo assolutamente riscaldarmi un po’ e riprendermi prima di riuscire!» Sì, e magari dovrò pure dormire, se no collasserò!!
Entrò in bagno, si tolse le lenti a contatto e le buttò. Nella penombra della casa Misao non le aveva notate. E poi ora non le servivano più!
Mi sembro una ladra…
 
Il tre di Gennaio Emma uscì dall’università piuttosto tardi e di corsa.
Era diventato sempre più difficile mollare il lavoro in orari umani…
Tutti sapevano che andava agli allenamenti. Per Misao e Kei Emma si allenava tutti i giorni… Un’irriducibile dello sport e delle arti marziali…
Di questo passo mi organizzeranno un incontro con Mike Tyson e si aspetteranno di vedermi vincere!!! E invece io non arriverò al prossimo mese se questo periodo non si sbriga a finire!!
Comincio ad essere troppo “sola” in questa storia… Meno male che quando lavoro non ci penso…
E si infilò nella metro.
Guardava fuori dal vetro, nell’ormai solito bar, con una tazza di tè fumante davanti.
Ormai avrebbe potuto anche lavorarci in quel posto. Conosceva a memoria il menu, tutti i clienti abituali ed anche il sistema di prendere le ordinazioni! La ragazza che ci lavorava la salutava contenta, perché ogni tanto si facevano due chiacchiere.
Non ci pensò nemmeno a prendere il pc per lavorare.
Non se ne parlava proprio di sgobbare ancora.
Quindi tirò fuori il libro “da comodino” del momento e si appoggiò allo schienale della sedia, rivolta verso l’esterno.
Ormai si era allenata anche a controllare con la coda dell’occhio l’ingresso dell’albergo e, quando la vista intercettava irrazionalmente un’auto davanti all’entrata, alzava lo sguardo.
Dopo un po' lasciò le pagine del suo libro e pensierosa scrutò l'esterno, ma lo fece solo perché aveva gli occhi stanchi…
Ma tu, diavolo di un “detective del secolo”, quando hai intenzione di levare le tende da questo posto?! Io non ne posso più!!!
E, quella volta, le cose non avvennero nel peggiore dei modi, di corsa, all’improvviso o in un momento inappropriato.
La Rolls Royce nera si fermò davanti all’ingresso.
Cavolo!!! Ma che veramente sta uscendo proprio ora??!!
Emma mollò il libro sul tavolo, schizzò in piedi, lasciò la borsa sulla sedia, arraffò il cappotto e la sciarpa e si diresse di corsa verso l’uscita.
«Devo uscire un attimo!!! Lascio tutto qui!!!» Gridò alla ragazza della cassa mentre apriva la porta, che smise di scampanellare quando ormai Emma era già dall’altra parte della strada…
Il gelo le entrava nei polmoni mentre respirava, la sciarpa avvolta in modo approssimativo si schiacciava in parte sotto il cappotto ed in parte le pendeva abbondantemente da un lato… Una ciocca di capelli scuri  le sfuggiva dal nodo che aveva fatto sulla nuca, si infilava avvitata nella sciarpa e arrivava a lambirle il fondo schiena, rivelando così tutta la lunghezza della sua chioma.  
Si appoggiò al muro, proprio affianco all’entrata, leggermente spostata rispetto alle porte a vetri ed al tappeto che ne usciva, vicina, ma non tanto da farsi cacciare dagli uscieri…
Ed Elle uscì.
Emma si sentiva un’idiota a pensare sempre le stesse cose. Ma non poté non sospirare, emozionata, e non poté non rimuginare su quanto lui fosse fantastico…
Vederlo soltanto è molto più destabilizzante che parlarci… In fondo ci ho anche chiacchierato e… e ora me la sono quasi scordata quella sensazione di tranquillità davanti a lui…
Naturalmente lui aveva le mani in tasca e camminava adagio. Emma percorse tutta la sua singolare e dinoccolata figura, ancora una volta…
Ci saranno stati almeno due gradi sotto zero…
E lui indossa la sua maglietta di cotone bianco a maniche lunghe!!!!
È proprio un alieno!

Emma lo fissò rimanendo appoggiata, lo seguì incollata con lo sguardo.
Lui le passò molto vicino, ma guardava davanti a sé, verso la macchina. Aprì la portiera. Salì nell’auto, si appollaiò agilmente sul sedile e lasciò le scarpe a terra.
Osservò per un solo istante fuori, verso di lei, col capo chino e lo sguardo rivolto verso l'alto
quasi per sbaglio
Poi richiuse lo sportello ed Emma vide solo il vetro oscurato. Continuò però a fissare il finestrino nero.
Mi devi vedere! Forza, guardami!
L’automobile si mise in moto.
 
«Watari» disse Elle guardando nello specchietto retrovisore gli occhi dell’anziano inventore.
«Sì» gli rispose calmo l’uomo.
«Dovresti fare un controllo. Ma è un’altra di quelle cose che dovrà rimanere sigillata in quest’auto.»
«Certamente. Di cosa si tratta?»
Elle incrociò languidamente le braccia e le appoggiò sulle ginocchia, girò il capo verso il finestrino, abbassò lievemente il mento, serio e gelido,  ed i suoi occhi si piantarono ancora più penetranti, luminosi e concentrati verso quella ragazza col cappotto scuro ed i capelli tirati su alla buona che guardava la macchina. E, continuando a fissarla, rispose a Watari…
La sua mente aveva già cominciato a viaggiare ad una velocità sorprendente…
 
Eh eh eh! Che testa!!!
E’ alquanto interessante seguirlo nei suoi ragionamenti…
Be’, che dire?
Emma ce l’ha fatta…
Non avete bisogno che io vi dica che non c’è proprio nulla di romantico nella richiesta che Elle fa a Watari. Troppo banale e fuori contesto. E soprattutto assolutamente non “da Elle”. Questo voi lo sapete meglio di me e sarebbe un insulto alla vostra intelligenza tediarvi ancora con ulteriori note a riguardo.
Però Emma ce l’ha fatta lo stesso.
A fare cosa?
È ovvio che il farsi vedere sotto l’hotel in quel modo, di sfuggita, per ben due volte, aveva un preciso scopo, come peraltro credo di avervi già detto.
Ma qual era questo scopo che Emma ora avrebbe raggiunto?
Per il momento voglio concedervi un regalo, palesandovi il primo pensiero che fece Emma a riguardo, in Italia, nel momento in cui iniziava a pianificare tutto il suo progetto e si arrovellava sul come riuscire ad avvicinare ed interessare Elle: “Uhm…allora, andiamo in ordine eliminando le cose che normalmente attirano in una donna. Uno: potrei anche essere Charlize Theron, per lui sarebbe lo stesso, cioè non avrei comunque alcuna speranza di avvicinarlo. Due: Non sono un genio. Tre: non c’è assolutamente nulla di particolare in me che lo possa incuriosire. Sarebbe già un’impresa in un momento normale, figuriamoci nel momento in cui sarà presissimo dal caso Kira! Cavoli, è difficilissimo interessarlo…
Però… Elle deve stare costantemente attento alla sua incolumità… Uhm…”

Non avete capito nulla? Vi aspettate che vi dica altro? Be’, aspettate pure, ma tanto per il momento non parlerò!
Sappiate che Emma ce l’ha fatta. Sappiate che il primo obiettivo del suo piano è andato a buon fine, proprio come lei desiderava e proprio grazie alle mosse che aveva pianificato.

 
L’auto partì e si allontanò.
Mi avrà vista…? Non lo so… Mi sembra che abbia guardato almeno un secondo…
Vista o meno ormai ha poca importanza… Non posso fare più nulla, se non sperare che lo abbia fatto e che la sua testa abbia cominciato a fare il suo dovere!
 

Be’, siete avvantaggiati rispetto a lei. Cos’altro volete?!
Voi almeno sapete che Elle l’ha vista e che proprio in seguito a questo i suoi super-neuroni hanno iniziato a muoversi, proprio come Emma voleva… Lo sapete perché ve l’ho detto io, quindi siate pazienti, che vi ho detto fin troppo e ne sapete più di lei, almeno su questo.
Uhm… Emma cara, stai attenta.
Hai potuto prevedere molto perché sei intelligente, perché sei a conoscenza di molte cose, perché in qualche modo conosci Elle, forse meglio di chiunque altro su questo mondo.
Ma io ripeto ancora una volta che Elle è sempre Elle.
E tu devi stare attenta, perché stai giocando col fuoco.

 
Sì, ora posso solo aspettare e sperare che lui abbia pensato ciò che io ho immaginato lui possa pensare. Uhm… Sì certo… Perché io posso arrivare a prevenire i suoi pensieri… Come minimo, se qualcosa ha pensato, sarà andato talmente oltre che io mi ritroverò ad annaspare senza più capire assolutamente nulla!
Sì, devo aspettare, ma perlomeno posso respirare un po’per due settimane e dopo il lavoro potrò andarmene a casa. Sì, due settimane d’aria, fino al test d’ingresso alla Todai…

 
«Ragazzi, io scendo. Ho fame, passo al bar e prendo qualcosa, altrimenti non ragiono…Lo so che è presto, ma oggi non è giornata! E poi voglio dare un’occhiata alle future matricole!» Se ne uscì ad un certo punto Emma, sommersa come sempre dalla documentazione.
Kei e Misao annuirono, concentrati, senza alzare lo sguardo.
Dopo poco però Misao sollevò gli occhi «Era ora che anche tu avessi una giornata di cedimento! Io ne ho di continuo e cominciavo a considerarti un po’ un’aliena! Vai, vai e non farti veder per un bel po’, che sei troppo stacanovista, poi dicono che lo siamo noi giapponesi!» Le sorrise e poi riprese a smanettare sulla tastiera del computer.
Quella mattina l’università era un trambusto. Era il 17 Gennaio.
Tutti coloro che avrebbero dovuto sostenere il primo turno del durissimo esame di ammissione attendevano che scattasse l’ora d’inizio delle procedure di registrazione e vociavano in ansia, sparpagliati nel corridoio e davanti alle porte ancora chiuse dell’aula. Molto giovani, preparati, impauriti, in fondo inconsapevoli di essere sul punto di compiere il primo passo in un altro mondo e verso il loro futuro. La scelta che avevano compiuto una volta terminata la scuola, se fosse andata a buon fine e avesse dato i suoi frutti, avrebbe condizionato tutta la loro esistenza…
Lo studio e poi il lavoro definiscono la vita degli esseri umani. E non lo fanno solo perché essi passano gran parte del loro tempo impegnati nell’una o nell’altra attività.
Emma guardava quei ragazzi un po’ dall’alto, seduta sui primi gradini della prima rampa di scale che portavano al primo piano, e pensava che lei, quella scelta, l’aveva fatta parecchio tempo prima ed ora tutta la sua vita stava girando intorno ad essa. Le sue amicizie, i suoi interessi, le sue aspettative, le sue giornate, i suoi orari. Tutto era stato condizionato da quella scelta professionale compiuta ad appena diciotto anni… Anche le cose apparentemente più marginali, come gli hobby o l’attività sportiva. Emma conosceva i ragazzi della palestra che frequentavano la lezione delle 20:00, perché tutti gli altri, tutti quelli che affollavano gli allenamenti negli altri orari, Emma non li aveva mai visti… Forse erano ugualmente favolosi ed affettuosi, ma Emma avrebbe potuto saperlo solo se avesse fatto un altro lavoro, un’ulteriore attività che le avesse permesso di scegliere altri orari di lezione ed allora, ad esempio, “quelli delle 14:30” sarebbero stati i suoi “amici della palestra”. Ma in quella vita, in seguito a quella scelta, Emma non conosceva neppure le loro facce e non le avrebbe mai conosciute…. Magari tra quelli avrebbe potuto esserci un ragazzo speciale, uno perfetto per lei… Ma lei non lo avrebbe mai incontrato.
Questa è la vita. Scelte, bivi, opzioni che portano ad altre possibilità, ad altre scene, ad altri teatri, ad un'altra esistenza. Un’intricata rete che si inizia a tracciare lentamente. Ma tutto, in un modo o nell’altro, deriva da quella scelta iniziale.
Ed Emma era in Giappone anche perché aveva fatto quella scelta… Perché aveva deciso che voleva essere un’archeologa; perché quindi aveva scavato con il prof. Usui e con Misao negli anni dell’università; perché era stata proprio quest’ultima a dirle di leggere Death Note, quando in Italia non era ancora uscito; perché, dopo averlo letto, Elle era rimasto nella sua mente; perché a causa del suo lavoro non aveva incontrato l’uomo della sua vita in palestra, tra “quelli delle 14:30”; e quindi perché era libera di dedicarsi incondizionatamente ad Elle…
Le scelte sono incredibilmente importanti. Tuttavia, se si dovesse ogni volta ragionare sulla valanga di conseguenze e semplicemente sulla “vita” che ne deriverà, nessuno avrebbe più il coraggio di compierle.
Le porte dell’aula si aprirono, i ragazzi si zittirono all’unisono ed iniziarono ad entrare come una mandria ordinata e ben gestita.
In bocca al lupo a tutti…
La folla che aveva riempito le adiacenze dell’aula fino a quel momento si era diradata velocemente e allora, dal fondo del corridoio, arrivò Elle.
Arrivò in orario, naturalmente, ma all’ultimo momento, perché lui, a differenza degli altri, non era affatto in ansia.
La sua camminata rilassata e svogliata ed il suo sguardo placido ma deciso avrebbero fatto venire i nervi a molti di quelli che erano già entrati, perché quell'atteggiamento denotava sicurezza di sé e distacco. Due stati d’animo a volte odiosi per chi invece cuoce nel timore e nell’ansia da prestazione. Emma invece si limitava ad ammirarlo per questo. L’invidia non era nella sua natura, non lo era mai stata e comunque lui non era "invidiabile", perchè era semplicemente "irragiungibile". Ma questo tutti quei ragazzi non potevano saperlo...
Elle le passò davanti.
Con questo gesto stai facendo una scelta molto più decisiva di quella che stanno compiendo tutti gli altri ragazzi che sono qui per il test… Perché tu, ora, stai varcando la linea del non ritorno… Entrando lì dentro stai firmando la tua condanna a morte…
Come sono melodrammatica…
Ed io allora che ci sto a fare qui se non proprio per arginare le conseguenze di questa tua scelta e per salvarti quella pelle candida?!
Non ne posso più di vedermelo sfilare davanti e non potergli dire niente! Va be’, ancora per poco!

Elle entrò nell’aula. Il corridoio adesso era vuoto.
Emma salì velocemente le scale, voltò il pianerottolo e si mise ad aspettare sulla seconda rampa, da dove chi fosse ancora passato per raggiungere l’aula non avrebbe potuto vederla.
Infatti sarebbe arrivato anche Light. Anche lui in orario, ma anche lui all’ultimo momento, calmo.
Emma attese poco e poi sentì i passi sul pavimento del corridoio. Era lui, certamente.
C’è sicuramente anche Ryuk con lui… Che cosa inquietante… Meno male che mentre parlavo con Naomi Misora non ci ho pensato per niente, se no mi sarei inibita ancora di più… Come se fosse servito a qualcosa poi...
Poco dopo sentì che le porte dell’aula venivano chiuse. Il test stava iniziando. Erano le 9:30.
Allora Emma scese, percorse il corridoio e si avvicinò al piccolo vetro della porta che permetteva di scrutare l’interno dell’aula. Lo fece con cautela, tenendosi di lato…
Questa non me la voglio perdere…
Tutti erano a testa bassa.
E poi… Il professore fece una faccia contrariata e si avviò tra i banchi… «Tu, numero 162, siediti composto!»
Light si voltò. Ed Elle lo stava fissando.
Si guardarono per qualche istante.
Accidenti! Lo sta trafiggendo come se solo guardandolo potesse carpire qualche indizio in più…
Ed Elle non si muoveva, non ci pensava proprio a sedersi composto…
Solo dopo un po’, con calma, tirò giù i piedi nudi ed infilò le scarpe, e allora girò il capo per guardare in faccia il professore, che era rimasto in piedi accanto lui, sempre più spazientito.
«Fatto.» gli disse calmo, gentile e sicuro. Poi, senza aspettare un replica, posò lo sguardo sul foglio e, tenendo la matita per il fondo, appesa ed incerta tra il pollice e l’indice, iniziò a riempire mollemente ma rapidamente i quadratini delle risposte multiple….
Emma si scostò dalla porta e si appoggiò con la schiena al muro. Sospirò, guardando verso l’alto e sorridendo.
Che forza!!! Questa seconda parte dopo lo sguardo tra loro non c’era sul manga! Che forza!!
Be’, ovvio, ora sono qui e posso assistere a tutto, anche a quello che non viene descritto nel fumetto!!! Non avrebbero senso i miei piani altrimenti…
Adesso me ne posso anche andare.

Questo era lo spirito giusto.
Emma guardò l’ora. Il tempo per il test sarebbe scaduto alle 10:50.
Uscì fuori e si sedette sulle scale dell’ingresso, con la vista del bellissimo parco alberato davanti a sé. Faceva freddo, ma c’era il sole e le foglie ramate degli alberi si ammucchiavano sporadiche qua e là seguendo l’umore delle folate di vento.
Accese una sigaretta ed attese stropicciando tra le dita i fogli col suo programma…

3. Test d’ingresso alla Todai: 17 Gennaio --> Elle!!!!

- ulteriori turni d’esame per l’accesso alla Todai --> sfrutta bene questo periodo
- Aprile --> cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico (accertati della data precisa per quest’anno) --> L vs Light
 
L’ho aspettato così tanto questo momento… Adesso dovrò dare il meglio di me, perché altrimenti i prossimi tre mesi potrebbero essere praticamente sterili ed invece sono fondamentali… Ogni volta che lo rincontrerò qui, quando verrà a sostenere i turni successivi dell’esame di ammissione, dovrò dare il meglio di me!
È incredibile il buco temporale del manga! Non l’avevo proprio percepito mentre lo leggevo… Dal test al giorno della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico trascorre un sacco di tempo ed invece lì tutto avviene in sequenza, come se si trattasse di un giorno… Tre mesi saltati come nulla fosse! Questo è un altro momento di gap, un momento in cui non posso sapere cosa avverrà, anche se sono quasi certa che le indagini saranno spente e limitate e non procederanno. Per la risoluzione del caso Kira deve essere necessariamente un momento di attesa. È quindi un periodo tutto da costruire, è l’unico in cui ho la possibilità di intervenire in libertà. Elle avrà più tempo ed io avrò “libera scelta”.
Dopo però le cose saranno molto diverse… Quando entrerà in ballo anche Light, Elle sarà completamente assorbito ed io non avrò alcuno spiraglio…
Quindi, quando Elle sarà alla cerimonia di apertura del nuovo anno accademico, io dovrò essere molto avanti nell’impresa! Sì, dovrò aver fatto passi da gigante, altrimenti non ci sarà il tempo per… per salvarlo… E speriamo bene… Sempre che questo possa avvenire… Dovrò proprio farmi quel tatuaggio!!

Dopo nemmeno dieci minuti e dopo la seconda sigaretta di Emma,  Elle varcò le porte d’ingresso dell’edificio.
Perché lui, naturalmente, non aveva avuto assolutamente bisogno di tutto il tempo a disposizione per completare in modo eccellente il test. E quindi, appena inserita l’ultima risposta, aveva consegnato ed era uscito…
Ed Emma, questo, l’aveva previsto. Proprio per questo aveva atteso fuori, sicura che lui sarebbe uscito molto prima delle 10:50…
Lui le passò davanti, scendendo le scale e lei, finalmente, non si limitò a guardarlo…
Adesso tocca a me!
Si alzò, deglutì, infilò le mani in tasca…
«Ehi!» esordì con voce squillante avvicinandoglisi. Ancora un passo e lo affiancò, sull’ultimo gradino delle scale.
Elle si fermò, ruotò il capo, continuando a mantenere il resto del corpo di profilo e guardò negli occhi la ragazza che aveva al fianco…  «Sì.» le rispose. Le rispose in italiano…
Assolutamente spiazzante! Questo Emma non se l’era aspettato… O meglio, non ci aveva proprio sperato… Ma Elle è Elle ed entrambi, in quell’istante, stavano iniziando la loro partita, determinati a sfruttare ciascuno le proprie armi…
Emma ricacciò immediatamente indietro la sorpresa e lo sgomento e proseguì.
«Io ti conosco! Ed a questo punto non ho dubbi. Anche tu ti ricordi di me. Non vedo perché altrimenti mi avresti risposto in italiano!»  e parlò in inglese, mantenendo fissi i suoi occhi in quelli di lui, non temendo di dirgli schiettamente ciò che aveva pensato…
«Sì. Suppongo che tu mi conosca.» anche lui in inglese questa volta…Risposta netta ma ambigua, perlomeno agli occhi di Emma, che lo notò e proseguì senza timore…
«Tu eri a Roma, nell’area archeologica del Palatino, eri seduto sul tronco sotto gli abeti e hai mangiato i miei biscotti.»
«Sì. Ed ora siamo entrambi a Tokyo, casualmente.» e la fissò più intensamente. Secco, serio, ma forse impercettibilmente provocatorio?
Emma iniziava stranamente a divertirsi e fece un sorrisetto beffardo «Già. È improbabile, no?!» Questo era lo spirito giusto.
«Potrebbe essere improbabile, sì. Ma potrebbe anche non esserlo.» sentenziò lui, continuando a guardarla.
Sembrava stessero assurdamente parlando in codice…
Poi Elle sfilò una mano dalla tasca e la portò sulla nuca, la massaggiò appena sotto i capelli, sempre con le sue spalle appese ed il collo dritto e proteso in avanti… Era forse rilassato in fondo…?
 
 
 
 
Non uccidetemi…
Ho dovuto per forza chiudere il capitolo qui, altrimenti sarebbe stato chilometrico e se avessi proseguito mi avreste odiato ancora di più perché avrei dovuto comunque tagliarlo, ma magari  troppo in mezzo… e soprattutto sarei stata costretta a pubblicare più in là coi giorni ;D
Spero tanto che vi sia piaciuto… Come sempre incrocio le mie dita, che ormai, a forza di annodarsi, sono diventate mollicce stringhe di liquirizia ;)
 
Allora, a distanza di tempo inserisco questa immagine, che ho faticosamente costuito con l'ausilio del manga e di tanti bei programmini, perchè non so disegnare... :| E' un'idea, questa della "striscia di manga", che ho partorito grazie ai consigli ed alla mente della mia sensei delle immagini Amaterasu82, che ringrazio tanto!!!! Vorrei farne anche degli altri... Vedremo col tempo.... Spero vi piaccia...


Grazie infinite a TUTTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII, nessunissimo escluso!! Siete fantastici!!
A presto!!!
 

Eru

 
 

   
 
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