Truth.. (La verità..)
I quattro giorni successivi sembravano non passare
mai.
Stranamente, i sogni di Draco si erano
completamente interrotti. Draco attribuiva
la colpa al fatto che dormiva appena, nella paura che ci fosse un altro
attacco
di un Dissennatore. Ma non accadde. Cominciava a sembrare che fosse
stato un
attacco isolato.
Non ne parlò più con
Hermione, esaudendo il suo desiderio di far finta che
non fosse mai successo. E non andò da Silente, anche se
avrebbe voluto farlo in
molte occasioni. La seguiva, per quanto potesse farlo senza destare
sospetti,
da una lezione all’altra per assicurarsi che fosse al sicuro.
Non era un lavoro
piacevole, ma non aveva niente di meglio da fare.
Durante la settimana, Harry continuò ad
aggiornarlo sullo stato della
pozione. Il sabato sera, sul tardi, l’aveva provata su se
stesso e aveva detto
che andava bene, e che l’avrebbero usata con Hermione la
domenica. Non voleva
smettere di parlare, e Draco aveva pensato che fosse un buon segnale.
Quando Draco si era svegliato, la domenica mattina,
Hermione era già
uscita. Aveva l’impressione che fosse già in giro
con Ginny, il che andava bene
per lui, perché non gli andava proprio di vederla quando di
lì a poche ore
avrebbe tradito la sua fiducia.
Nelle ore che trascorsero, Draco cercò
qualcosa per distrarre la mente
della nuova Hermione,
perciò fece
l’unica cosa che si era promesso di non fare mai
più: cominciò a leggere il
diario della vera Hermione. Decise
che sarebbe stato meglio partire dall’inizio, e lo
aprì alla prima pagina:
19 settembre 1997
Caro Diario,
Non ho mai avuto un
diario prima. Mi sono sempre sembrati così, non so, inutili.
Voglio dire,
perché perdere tempo a scrivere i miei pensieri e i miei
sentimenti, quando
potrei studiare – sai, imparare qualcosa, non
pensi? E poi,
scrivere in un diario mi è sempre sembrata una cosa
così da ragazze. Di cosa
dovrei scrivere? Dei ragazzi? Ah! Sarebbe assurdo. Io, Hermione Granger
– che
pensa ai ragazzi. È troppo buffo, persino per immaginarlo.
Comunque, questo
diario me l’ha regalato Harry. Non sono certa del
perché. Non può aver pensato
che ti avrei usato davvero come un diario, vero? Secondo me, pensava
che ti
avrei usato semplicemente per prendere appunti a lezione. Ma in tal
caso,
perché non ha risparmiato i soldi e non mi ha comprato un
semplice blocco? Sono
sicura che questo diario fosse costoso – non che Harry Potter
abbia davvero
bisogno di risparmiare, ma.. oh mamma. Sto parlando a vanvera. Vedi?
Questa
cosa di tenere un diario si rivelerà abbastanza senza senso,
direi.
Malfoy pensa che ti
userò per confessare i miei veri sentimenti per Harry Potter
– sentimenti che
NON provo. Va bene, ok, forse PROVO qualcosa, una piccola, minuscola
cotta per
Harry Potter, ma – beh, come diavolo ha fatto MALFOY ad
accorgersene? Ho sempre
pensato che fosse intelligente, ma chi avrebbe mai pensato che fosse
capace di
leggere le persone in questo modo? Sono sorpresa dal fatto che
addirittura riconosca
sentimenti del genere, quando li vede. Di certo quel brutto idiota non
ha idea
di cosa si provi a essere innamorati – o a essere AMATI, a
dirla tutta –
Respirando pesantemente, Draco voltò
immediatamente pagina.
21 settembre 1997
Caro Diario,
Chiunque abbia pensato
che fosse una buona idea, mettere me e MALFOY insieme come Caposcuola,
certamente non era lucido. Vorrei strozzare quel pomposo idiota!
Davvero, quel
ragazzo avrebbe bisogno di mettere un cuore in quel petto vuoto che si
ritrova.
Anche il più piccolo del mondo sarebbe sufficiente
–
Ahia. Draco cominciò immediatamente a
sforzare la mente, cercando di
ricordare cosa poteva averle fatto per farla arrabbiare
così. Ovviamente, era
passato troppo tempo per ricordarlo, ma pensò che
probabilmente dovesse essere
una cosa semplice, tipo chiamarla ‘mezzosangue’ per
la trecentesima volta.
Sospirò. Sapeva che
sarebbe stata una
cattiva idea leggere pagine così vecchie.
Sfogliando le pagine, si fermò a
metà novembre. Una pagina, in particolare,
catturò la sua attenzione:
14 novembre 1997
A dire il vero, penso
che tecnicamente sia il 15 novembre, visto che sono le prime ore del
mattino. È
stata una giornata molto lunga. Dovrei proprio dormire adesso, ma sono
troppo
eccitata per pensare di chiudere gli occhi.
So che sarà
difficile
da credere, ma Draco Malfoy mi ha salvato stasera – e non in
un unico senso.
È cominciato
tutto
quando stavo nella Sala Comune di Grifondoro con Harry, Ron e Ginny.
Abbiamo
cominciato a parlare del Ballo del Ceppo, ed è stato allora
che Harry si è
deciso a girarsi verso Ginny e le ha chiesto di accompagnarlo!
Ovviamente, lei
ha accettato. Dopotutto, credo che stesse aspettando che Harry le
chiedesse un
appuntamento da più di sei anni ormai. Onestamente, dovrei
essere felice per
lei. E lo sono! Ma ero così.. ferita. Avere la conferma che
Harry non mi
considera che un’amica è abbastanza doloroso. O,
perlomeno, all’inizio pensavo
che lo fosse.
Ma poi Malfoy mi ha
salvato la vita.
Forse ‘mi ha
salvato
la vita’ è una parola grossa. Onestamente non
credo che la mia vita fosse
davvero in pericolo, stasera, quando Tiger e Goyle mi hanno messo in un
angolo
nel corridoio. Certo, avevano intenzione di spaventarmi un
po’ – e forse anche
farmi del male. E a dirla tutta, ero MOLTO spaventata. Ma quando
è arrivato
Malfoy, sapevo che mi avrebbe aiutato. Se fosse successo
l’anno scorso, invece,
avrei pensato che fosse arrivato per unirsi a loro. Ma era davvero
furioso con
quei due imbecilli – così tanto che ha addirittura
tolto dei punti alla sua stessa
Casa! Certo, era abbastanza furioso anche con ME – e per una
buona ragione. In
qualche modo, era tutta colpa mia. Non avrei dovuto andarmene in giro
così
tardi tutta sola.
Ma non è
questo
l’unico modo in cui Malfoy mi ha salvato, stasera. In qualche
modo è riuscito a
convincermi che non vale la pena perdere tempo dietro Harry Potter. Ha
detto
che Harry è uno stupido per non essersi accorto di quello
che provo per lui, ed
io sono completamente d’accordo. Mi ha convinto che devo
andare avanti. E che
merito molto più di Harry Potter. Riesci a crederci? Se non
mi sto sbagliando,
penso che Malfoy mi abbia fatto un complimento, a
dire il vero.
E poi gli ho dato un
bacio sulla guancia. Non so CHE diavolo mi abbia posseduta, per fare
UNA COSA
DEL GENERE.
Draco sorrise, ricordando quel bacio. Probabilmente
era stato grazie a quel
piccolo gesto che aveva cominciato a piacergli – o, almeno,
che gli aveva fatto
ammettere che cominciava a piacergli.
Voltò ancora pagina. Il foglio
successivo era corto e conciso – solo due
frasi – ma probabilmente fino a quel momento era quello che
Draco preferiva.
17 novembre 1997
Caro Diario,
Pansy Parkinson
è solo
una sciattona. E onestamente, non è neanche così
carina come dicono.
Draco ghignò. Sembrava così
strano che Hermione avesse cominciato a
spettegolare su un’altra ragazza, ma immaginava che Pansy
doveva aver fatto
qualcosa per provocarla. Non era certo, ma poteva giurare di
riconoscere un
pizzico di gelosia nelle sue parole – anche se Hermione non
aveva motivo di
essere gelosa di Pansy.
Sospirando, rimise il diario sul tavolo. Avrebbe
voluto continuare a
leggere, ma aveva detto a Harry che si sarebbero incontrati ai Tre
Manici di
Scopa a mezzogiorno. Da quanto aveva capito, Harry aveva chiesto a
Ginny di
portare Hermione alla locanda verso mezzogiorno, e di raggiungerlo al
suo
tavolo. Quando Draco si era lamentato perché Harry aveva
coinvolto Ginny, lui
gli aveva assicurato che non solo non le aveva detto niente del piano
– ma
anche che quando lei gli aveva chiesto perché voleva che lo
facesse, le aveva
mentito e le aveva detto che voleva conoscere meglio la nuova Hermione,
ma
aveva paura a chiederglielo lui.
Ovviamente, la Weasley era superfelice per il fatto
che Harry volesse darle
una possibilità, e aveva promesso che avrebbe portato
Hermione a mezzogiorno
esatto, e che avrebbe trovato un’ottima scusa per lasciarli
soli. Draco, nel
frattempo, si sarebbe nascosto finché Harry e Hermione non
fossero rimasti
soli, e poi avrebbe trovato un motivo apparentemente buono per unirsi a
loro –
magari per mettere Hermione più a suo agio.
Quando Draco aveva proposto a Harry di essere lui a interrogarla – e senza
Harry presente – Harry aveva
immediatamente respinto l’idea, sostenendo che non voleva che
Draco lo facesse
da solo, e non si fidava.
Draco non poteva biasimare Harry per la scarsa
fiducia, ma pensava che
tutto quel piano fosse un errore. Pensava che farla confessare in un
posto
pubblico non fosse corretto. Molto probabilmente, sarebbe stato meglio
farla
parlare in privato, ma Harry aveva fatto notare che un locale era
l’unico posto
in cui avrebbero potuto somministrarle la pozione senza farla
insospettire sul
motivo per cui le offrivano da bere. Draco non poteva che essere
d’accordo su
questo, ma lo metteva comunque a disagio. Gli sembrava di colpire
questa
ragazza alle spalle. Ed era abbastanza certo che la vera Hermione non
avrebbe
approvato tutta la faccenda.
Ma Harry era determinato. Se Draco non lo avesse
aiutato, lo avrebbe fatto
da solo, ad ogni modo. E Draco pensava di potersi ritenere fortunato a
essere
stato almeno coinvolto.
Erano passati solo pochi minuti da mezzogiorno,
quando arrivò ai Tre Manici
di Scopa. Quando entrò nel pub, si guardò intorno
finché non intravide Harry,
Ginny e Hermione seduti a un tavolo in un angolo. Draco
immaginò che Harry lo
avesse scelto perché abbastanza isolato.
Si avvicinò al bancone e li
guardò. Ginny stava dicendo qualcosa, e
un’espressione inquieta apparve sul volto di Hermione.
Scuoteva la testa mentre
Ginny si alzava – probabilmente protestava per la sua
partenza. Ma Ginny
aggiunse qualcosa – probabilmente per costringere Hermione a
restare – e poi
sorrise, agitò la mano e si allontanò in fretta.
Hermione sembrava abbattuta
mentre guardava l’amica andarsene.
Ginny aveva un sorriso compiaciuto sul volto,
mentre si avviava verso
l’uscita del locale. Il suo sguardo incrociò
quello di Draco mentre gli passava
accanto, e il suo sorriso vacillò un po’.
“Malfoy,” gli disse fredda.
“Donnoletta,” disse lui con un
cenno del capo.
Ginny roteò gli occhi mentre continuava
sulla sua strada. Quando fu andata,
Draco immaginò fosse giunto il momento di entrare in scena.
Non sapeva quanto
poteva sopravvivere Hermione da sola con Harry.
Perciò si avvicinò al tavolo,
incrociando lo sguardo di Harry.
“Potter,” disse quando
arrivò al tavolo.
Hermione alzò lo sguardo con
un’espressione sollevata. “Malfoy!”
“Granger,” mormorò.
Si voltò verso Harry e disse, “Potter, quando hai
intenzione di cominciare il progetto di Pozioni? Se ti aspetti che lo
faccia da
solo, allora sei più stupido di quanto sembri.”
“Smettila Malfoy,”
sbottò Harry. “Come puoi vedere, sto cercando di
fare
conversazione con qualcuno, e quel qualcuno non sei tu.”
“Oh, beh, in tal caso, penso che mi
unirò a voi.” Allontanò una sedia dal
tavolo e si sistemò accanto ad Hermione. “Allora,
di cosa stavate parlando?”
“Nessuno ti ha invitato,
furetto,” disse Harry. Stava facendo un buon
lavoro, facendo finta che non volesse Draco fra i piedi. Certo,
probabilmente
non era proprio una recita per lui.
“Può restare,” disse
Hermione velocemente.
“Grazie, Granger,” disse Draco,
spallandosi sulla sedia. “Visto, Potter? Sono
stato invitato, dopotutto.”
Harry lo guardò in cagnesco.
“Bene. Vado a prendermi da bere.” Guardò
Hermione. “Posso portarti qualcosa?”
“Oh.. certo,” disse Hermione.
“Una Burrobirra va bene.”
“Ok,” disse Harry alzandosi.
Mentre si allontanava, Draco disse, “Beh,
non mi chiedi se anche io voglio
qualcosa?”
Senza né fermarsi né
guardarlo, Harry sbottò, “Se vuoi qualcosa,
vattela a
prendere da solo.”
Draco sorrise. Quando Harry se ne fu andato, si
voltò verso Hermione. “È
proprio un ragazzo di compagnia, non è vero?”
“Grazie,” disse lei,
sorridendogli calorosamente.
Draco la guardò curioso. “Per
cosa?”
“Oh, per tutto,” rispose.
“Ma per cominciare, grazie per essere venuto qua.
Solo che l’hai fatto solo perché mi hai vista da
sola con Harry.”
“Ah sì?”
Hermione annuì.
“Sì, è così. E lo apprezzo
molto. Perciò, grazie. Ma.. beh,
volevo ringraziarti per gli ultimi giorni – sai, come hai
gestito tutta questa
situazione, quello che è successo nella mia stanza.. So che
sei curioso di
sapere perché sia successo, eppure non mi hai fatto
pressioni per saperlo. E il
fatto che tu non sia andato da Silente, anche se avevi tutti il diritto
di
farlo – significa molto per me. E in più, so
benissimo che mi hai tenuto
d’occhio negli ultimi giorni, assicurandoti che non venissi
attaccata di nuovo,
e questa è la cosa più importante per
me.”
Draco grugnì interiormente.
“Granger, non devi ringraziarmi -”
“No, devo,” disse lei.
“Voglio dire, comincio a vederti quasi come un.. amico. So che non pensi lo stesso di me, ma -”
“Granger,” la interruppe.
“Per favore..”
Lo stava uccidendo. Se prima
non
si era sentito in colpa per tutta quella faccenda, adesso
lo era sicuramente. E il senso di colpa non era un
sentimento che Draco Malfoy aveva provato molto spesso –
anzi, non lo aveva mai
provato. Ma improvvisamente, si sentiva tremendamente in colpa, e non
gli
piaceva.
“Sei ancora qui?”
Draco alzò lo sguardo e vide Harry
tornare al tavolo. Mise un boccale di
Burrobirra di fronte ad Hermione prima di sedersi.
“Grazie,” disse Hermione
educatamente, ma non si affrettò a bere.
Lo sguardo di Draco si soffermò sul
boccale e cuore immediatamente cominciò
a battere più veloce. Guardò Harry, sperando di
catturare il suo sguardo e in
qualche modo dirgli telepaticamente di annullare tutto. Ma Harry non lo
stava
guardando. Guardava con impazienza Hermione, aspettando che bevesse il
primo
sorso.
“Uh, Granger,” disse Draco. Si
fermò – cosa pensava di fare? Impedirle di
bere la Burrobirra? Mandare all’aria il loro piano per
ottenere informazioni? Chi
voleva prendere in giro? Era curioso quanto Harry – forse
anche di più.
L’avrebbe lasciata bere. Non la stavano avvelenando, come
aveva fatto Blaise.
Questo non le avrebbe fatto alcun male..
“Hm?” disse lei, portandosi il
boccale alle labbra.
Ma non poteva
lasciarglielo fare
– non poteva lasciarla bere.
“Aspetta,” disse,
“non -”
Avrebbe voluto dire “non
bere”,
ma era troppo tardi – quando aveva detto la prima parola, lei
aveva già bevuto.
“Non
cosa?”
Draco guardò Harry, che cercava
disperatamente di nascondere un sorriso.
Era senza dubbio soddisfatto che il suo piano fosse andato a buon fine.
“Potter,” lo
avvertì. Ma Harry non gli prestava attenzione.
“Dimmi un po’,
Hermione,” disse Harry. “È da un
po’ che voglio chiedertelo
-”
“Potter,” sibilò
Draco. “Non farlo.”
“Malfoy, chiudi il becco e lasciami
fare.”
Draco scosse la testa. “No. Ti sto
avvisando, non farlo.”
Hermione spostava lo sguardo da uno
all’altro, abbastanza confusa. “Non
fare cosa? Che sta succedendo?”
“Harry ha messo del Veritaserum nel tuo
boccale,” sbottò Draco.
Hermione spalancò la bocca. “Che cosa?”
“Dannazione, Malfoy!”
ringhiò Potter. “Ma che cazzo -”
Spingendo indietro la sedia, Hermione si
alzò velocemente in piedi. “Mi hai
drogato?”
“Granger, non rivolgergli la
parola,” la ammonì Draco. “Se ti fa una
domanda, risponderai la verità, e non sarai in grado di
fermarti.”
Harry scosse la testa. “Sapevo che
non potevo fidarmi di te, Malfoy!” Voltandosi
verso Hermione, disse,
“Hermione, perché sei -”
“No!” strillò lei,
coprendosi le orecchie. “Non farlo. Per favore,
smettila.”
Detto questo, si voltò e
cominciò a camminare il più velocemente possibile
per uscire dal locale.
“DANNAZIONE!”
esclamò Harry, saltando su. “Hermione!”
la chiamò,
cominciando a seguirla.
“Potter, lasciala andare,”
disse Draco. Ma Harry non lo stava ascoltando.
Con un sospiro esasperato, Draco li seguì entrambi fuori dal
pub, sperando di
riuscire a raggiungere Harry prima che lui raggiungesse Hermione.
Sfortunatamente, Harry l’aveva raggiunta
appena uscito dal pub. Quando
Draco uscì dai Tre Manici di Scopa, Harry era in piedi di
fronte all’entrata,
furioso, e teneva saldamente il braccio di Hermione.
“Toglile le mani di dosso,
Potter,” grugnì Draco. Si allungò per
togliere
la mano di Harry dal braccio della ragazza, ma Harry lo
allontanò con l’altro
braccio.
“Questa faccenda non ti riguarda
più, Malfoy.”
“Col cavolo che
non mi riguarda,”
sbottò Draco.
Harry lo ignorò. “Hermione,
perché sei venuta nel nostro mondo?”
Un lampo di paura attraversò gli occhi
di Hermione mentre la sua bocca si
apriva per parlare.
Velocemente, Draco disse, “Granger,
combatti.”
“Io-io.. non posso,”
riuscì a balbettare.
“Hermione,” ripeté
Harry ad alta voce, “perché c’era un
Dissennatore nella
tua stanza l’altra notte?”
“Granger, non rispondergli.”
“Perché i-io -”
“Dannazione, Potter, smettila -”
“Hermione, perché i
Dissennatori ti danno la caccia?”
“P-per favore, non
costringermi,” singhiozzò Hermione. Draco poteva
vederla
lottare contro gli effetti della pozione con tutte le sue forze, ma
sapeva che
non sarebbe stata in grado di resistere a lungo.
Ma improvvisamente, Draco si ritrovò
incapace di impedirle di parlare. Non
perché non potesse, ma
perché non voleva.
Improvvisamente, la sua
curiosità stava avendo la meglio su di lui, così
vicino a scoprire la verità..
Harry, che probabilmente aveva capito che si stava
comportando da idiota
insensibile, non sembrava più infuriato, e quando le porse
la domanda un’altra
volta, parlò con voce molto più morbida.
“Hermione, per favore, diccelo
– perché sei scappata dal tuo mondo?”
Hermione singhiozzava senza controllo, ma non
rispose subito. Ovviamente,
la loro pozione fatta in casa non era potente come un Veritaserum
serio,
altrimenti lei non sarebbe stata in grado di resistere così
a lungo. Ma era pur
sempre una pozione della verità, e aveva il suo effetto.
“Granger,” cominciò
Draco, ma lei lo interruppe.
“Mi dispiace,” disse, guardando
Harry negli occhi. Le lacrime le
scivolavano ai lati del viso, ma lei non fece niente per asciugarle.
“Il motivo
per cui sono scappata dal mio mondo.. il motivo per cui i Dissennatori
mi danno
la caccia..” La sua voce divenne un sussurro, fino a
spegnersi del tutto.
All’improvviso, sul mondo scese il
silenzio più totale. Ogni singolo rumore
sembrava sparire, mentre i due ragazzi stavano lì,
aspettando ansiosi le parole
della ragazza.
Con un sospiro di resa, Hermione chiuse gli occhi e
parlò; la sua voce era
appena più forte di un bisbiglio:
“Perché io.. io..” Riaprì gli
occhi e guardò
Draco.
“Io ho ucciso
Harry Potter.”