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Autore: lolagirl    15/11/2011    4 recensioni
"Solo.. non dimenticarti di me."
"Non potrei mai dimenticarmi di te" rispose. "E lo sai. È per questo che sei qui. È per questo che ti vedo ogni notte nello stesso momento in cui chiudo gli occhi. È per questo che mi fa male il cuore ogni volta che passo davanti alla tua stanza - o ogni volta che un professore fa una domanda particolarmente difficile, e tu non sei lì pronta a rispondere. È per questo che passo tutto il giorno, ogni giorno, a lottare per superare la giornata. Passo così tanto tempo a pensarti, che a volte mi dimentico di respirare."

Ho sistemato il secondo capitolo, chiedo scusa per il disagio.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Truth.. (La verità..)

 


I quattro giorni successivi sembravano non passare mai.

Stranamente, i sogni di Draco si erano completamente interrotti. Draco attribuiva la colpa al fatto che dormiva appena, nella paura che ci fosse un altro attacco di un Dissennatore. Ma non accadde. Cominciava a sembrare che fosse stato un attacco isolato.

Non ne parlò più con Hermione, esaudendo il suo desiderio di far finta che non fosse mai successo. E non andò da Silente, anche se avrebbe voluto farlo in molte occasioni. La seguiva, per quanto potesse farlo senza destare sospetti, da una lezione all’altra per assicurarsi che fosse al sicuro. Non era un lavoro piacevole, ma non aveva niente di meglio da fare.

Durante la settimana, Harry continuò ad aggiornarlo sullo stato della pozione. Il sabato sera, sul tardi, l’aveva provata su se stesso e aveva detto che andava bene, e che l’avrebbero usata con Hermione la domenica. Non voleva smettere di parlare, e Draco aveva pensato che fosse un buon segnale.

Quando Draco si era svegliato, la domenica mattina, Hermione era già uscita. Aveva l’impressione che fosse già in giro con Ginny, il che andava bene per lui, perché non gli andava proprio di vederla quando di lì a poche ore avrebbe tradito la sua fiducia.

Nelle ore che trascorsero, Draco cercò qualcosa per distrarre la mente della nuova Hermione, perciò fece l’unica cosa che si era promesso di non fare mai più: cominciò a leggere il diario della vera Hermione. Decise che sarebbe stato meglio partire dall’inizio, e lo aprì alla prima pagina:

19 settembre 1997

Caro Diario,

Non ho mai avuto un diario prima. Mi sono sempre sembrati così, non so, inutili. Voglio dire, perché perdere tempo a scrivere i miei pensieri e i miei sentimenti, quando potrei studiare – sai, imparare qualcosa, non pensi? E poi, scrivere in un diario mi è sempre sembrata una cosa così da ragazze. Di cosa dovrei scrivere? Dei ragazzi? Ah! Sarebbe assurdo. Io, Hermione Granger – che pensa ai ragazzi. È troppo buffo, persino per immaginarlo.

Comunque, questo diario me l’ha regalato Harry. Non sono certa del perché. Non può aver pensato che ti avrei usato davvero come un diario, vero? Secondo me, pensava che ti avrei usato semplicemente per prendere appunti a lezione. Ma in tal caso, perché non ha risparmiato i soldi e non mi ha comprato un semplice blocco? Sono sicura che questo diario fosse costoso – non che Harry Potter abbia davvero bisogno di risparmiare, ma.. oh mamma. Sto parlando a vanvera. Vedi? Questa cosa di tenere un diario si rivelerà abbastanza senza senso, direi.

Malfoy pensa che ti userò per confessare i miei veri sentimenti per Harry Potter – sentimenti che NON provo. Va bene, ok, forse PROVO qualcosa, una piccola, minuscola cotta per Harry Potter, ma – beh, come diavolo ha fatto MALFOY ad accorgersene? Ho sempre pensato che fosse intelligente, ma chi avrebbe mai pensato che fosse capace di leggere le persone in questo modo? Sono sorpresa dal fatto che addirittura riconosca sentimenti del genere, quando li vede. Di certo quel brutto idiota non ha idea di cosa si provi a essere innamorati – o a essere AMATI, a dirla tutta –

Respirando pesantemente, Draco voltò immediatamente pagina.

21 settembre 1997

Caro Diario,

Chiunque abbia pensato che fosse una buona idea, mettere me e MALFOY insieme come Caposcuola, certamente non era lucido. Vorrei strozzare quel pomposo idiota! Davvero, quel ragazzo avrebbe bisogno di mettere un cuore in quel petto vuoto che si ritrova. Anche il più piccolo del mondo sarebbe sufficiente –

Ahia. Draco cominciò immediatamente a sforzare la mente, cercando di ricordare cosa poteva averle fatto per farla arrabbiare così. Ovviamente, era passato troppo tempo per ricordarlo, ma pensò che probabilmente dovesse essere una cosa semplice, tipo chiamarla ‘mezzosangue’ per la trecentesima volta. Sospirò. Sapeva che sarebbe stata una cattiva idea leggere pagine così vecchie.

Sfogliando le pagine, si fermò a metà novembre. Una pagina, in particolare, catturò la sua attenzione:

14 novembre 1997

A dire il vero, penso che tecnicamente sia il 15 novembre, visto che sono le prime ore del mattino. È stata una giornata molto lunga. Dovrei proprio dormire adesso, ma sono troppo eccitata per pensare di chiudere gli occhi.

So che sarà difficile da credere, ma Draco Malfoy mi ha salvato stasera – e non in un unico senso.

È cominciato tutto quando stavo nella Sala Comune di Grifondoro con Harry, Ron e Ginny. Abbiamo cominciato a parlare del Ballo del Ceppo, ed è stato allora che Harry si è deciso a girarsi verso Ginny e le ha chiesto di accompagnarlo! Ovviamente, lei ha accettato. Dopotutto, credo che stesse aspettando che Harry le chiedesse un appuntamento da più di sei anni ormai. Onestamente, dovrei essere felice per lei. E lo sono! Ma ero così.. ferita. Avere la conferma che Harry non mi considera che un’amica è abbastanza doloroso. O, perlomeno, all’inizio pensavo che lo fosse.

Ma poi Malfoy mi ha salvato la vita.

Forse ‘mi ha salvato la vita’ è una parola grossa. Onestamente non credo che la mia vita fosse davvero in pericolo, stasera, quando Tiger e Goyle mi hanno messo in un angolo nel corridoio. Certo, avevano intenzione di spaventarmi un po’ – e forse anche farmi del male. E a dirla tutta, ero MOLTO spaventata. Ma quando è arrivato Malfoy, sapevo che mi avrebbe aiutato. Se fosse successo l’anno scorso, invece, avrei pensato che fosse arrivato per unirsi a loro. Ma era davvero furioso con quei due imbecilli – così tanto che ha addirittura tolto dei punti alla sua stessa Casa! Certo, era abbastanza furioso anche con ME – e per una buona ragione. In qualche modo, era tutta colpa mia. Non avrei dovuto andarmene in giro così tardi tutta sola.

Ma non è questo l’unico modo in cui Malfoy mi ha salvato, stasera. In qualche modo è riuscito a convincermi che non vale la pena perdere tempo dietro Harry Potter. Ha detto che Harry è uno stupido per non essersi accorto di quello che provo per lui, ed io sono completamente d’accordo. Mi ha convinto che devo andare avanti. E che merito molto più di Harry Potter. Riesci a crederci? Se non mi sto sbagliando, penso che Malfoy mi abbia fatto un complimento, a dire il vero.

E poi gli ho dato un bacio sulla guancia. Non so CHE diavolo mi abbia posseduta, per fare UNA COSA DEL GENERE.

Draco sorrise, ricordando quel bacio. Probabilmente era stato grazie a quel piccolo gesto che aveva cominciato a piacergli – o, almeno, che gli aveva fatto ammettere che cominciava a piacergli.

Voltò ancora pagina. Il foglio successivo era corto e conciso – solo due frasi – ma probabilmente fino a quel momento era quello che Draco preferiva.

17 novembre 1997

Caro Diario,

Pansy Parkinson è solo una sciattona. E onestamente, non è neanche così carina come dicono.

Draco ghignò. Sembrava così strano che Hermione avesse cominciato a spettegolare su un’altra ragazza, ma immaginava che Pansy doveva aver fatto qualcosa per provocarla. Non era certo, ma poteva giurare di riconoscere un pizzico di gelosia nelle sue parole – anche se Hermione non aveva motivo di essere gelosa di Pansy.

Sospirando, rimise il diario sul tavolo. Avrebbe voluto continuare a leggere, ma aveva detto a Harry che si sarebbero incontrati ai Tre Manici di Scopa a mezzogiorno. Da quanto aveva capito, Harry aveva chiesto a Ginny di portare Hermione alla locanda verso mezzogiorno, e di raggiungerlo al suo tavolo. Quando Draco si era lamentato perché Harry aveva coinvolto Ginny, lui gli aveva assicurato che non solo non le aveva detto niente del piano – ma anche che quando lei gli aveva chiesto perché voleva che lo facesse, le aveva mentito e le aveva detto che voleva conoscere meglio la nuova Hermione, ma aveva paura a chiederglielo lui.

Ovviamente, la Weasley era superfelice per il fatto che Harry volesse darle una possibilità, e aveva promesso che avrebbe portato Hermione a mezzogiorno esatto, e che avrebbe trovato un’ottima scusa per lasciarli soli. Draco, nel frattempo, si sarebbe nascosto finché Harry e Hermione non fossero rimasti soli, e poi avrebbe trovato un motivo apparentemente buono per unirsi a loro – magari per mettere Hermione più a suo agio.

Quando Draco aveva proposto a Harry di essere lui a interrogarla – e senza Harry presente – Harry aveva immediatamente respinto l’idea, sostenendo che non voleva che Draco lo facesse da solo, e non si fidava.

Draco non poteva biasimare Harry per la scarsa fiducia, ma pensava che tutto quel piano fosse un errore. Pensava che farla confessare in un posto pubblico non fosse corretto. Molto probabilmente, sarebbe stato meglio farla parlare in privato, ma Harry aveva fatto notare che un locale era l’unico posto in cui avrebbero potuto somministrarle la pozione senza farla insospettire sul motivo per cui le offrivano da bere. Draco non poteva che essere d’accordo su questo, ma lo metteva comunque a disagio. Gli sembrava di colpire questa ragazza alle spalle. Ed era abbastanza certo che la vera Hermione non avrebbe approvato tutta la faccenda.

Ma Harry era determinato. Se Draco non lo avesse aiutato, lo avrebbe fatto da solo, ad ogni modo. E Draco pensava di potersi ritenere fortunato a essere stato almeno coinvolto.

Erano passati solo pochi minuti da mezzogiorno, quando arrivò ai Tre Manici di Scopa. Quando entrò nel pub, si guardò intorno finché non intravide Harry, Ginny e Hermione seduti a un tavolo in un angolo. Draco immaginò che Harry lo avesse scelto perché abbastanza isolato.

Si avvicinò al bancone e li guardò. Ginny stava dicendo qualcosa, e un’espressione inquieta apparve sul volto di Hermione. Scuoteva la testa mentre Ginny si alzava – probabilmente protestava per la sua partenza. Ma Ginny aggiunse qualcosa – probabilmente per costringere Hermione a restare – e poi sorrise, agitò la mano e si allontanò in fretta. Hermione sembrava abbattuta mentre guardava l’amica andarsene.

Ginny aveva un sorriso compiaciuto sul volto, mentre si avviava verso l’uscita del locale. Il suo sguardo incrociò quello di Draco mentre gli passava accanto, e il suo sorriso vacillò un po’.

“Malfoy,” gli disse fredda.

“Donnoletta,” disse lui con un cenno del capo.

Ginny roteò gli occhi mentre continuava sulla sua strada. Quando fu andata, Draco immaginò fosse giunto il momento di entrare in scena. Non sapeva quanto poteva sopravvivere Hermione da sola con Harry.

Perciò si avvicinò al tavolo, incrociando lo sguardo di Harry.

“Potter,” disse quando arrivò al tavolo.

Hermione alzò lo sguardo con un’espressione sollevata. “Malfoy!”

“Granger,” mormorò. Si voltò verso Harry e disse, “Potter, quando hai intenzione di cominciare il progetto di Pozioni? Se ti aspetti che lo faccia da solo, allora sei più stupido di quanto sembri.”

“Smettila Malfoy,” sbottò Harry. “Come puoi vedere, sto cercando di fare conversazione con qualcuno, e quel qualcuno non sei tu.”

“Oh, beh, in tal caso, penso che mi unirò a voi.” Allontanò una sedia dal tavolo e si sistemò accanto ad Hermione. “Allora, di cosa stavate parlando?”

“Nessuno ti ha invitato, furetto,” disse Harry. Stava facendo un buon lavoro, facendo finta che non volesse Draco fra i piedi. Certo, probabilmente non era proprio una recita per lui.

“Può restare,” disse Hermione velocemente.

“Grazie, Granger,” disse Draco, spallandosi sulla sedia. “Visto, Potter? Sono stato invitato, dopotutto.”

Harry lo guardò in cagnesco. “Bene. Vado a prendermi da bere.” Guardò Hermione. “Posso portarti qualcosa?”

“Oh.. certo,” disse Hermione. “Una Burrobirra va bene.”

“Ok,” disse Harry alzandosi.

Mentre si allontanava, Draco disse, “Beh, non mi chiedi se anche io voglio qualcosa?”

Senza né fermarsi né guardarlo, Harry sbottò, “Se vuoi qualcosa, vattela a prendere da solo.”

Draco sorrise. Quando Harry se ne fu andato, si voltò verso Hermione. “È proprio un ragazzo di compagnia, non è vero?”

“Grazie,” disse lei, sorridendogli calorosamente.

Draco la guardò curioso. “Per cosa?”

“Oh, per tutto,” rispose. “Ma per cominciare, grazie per essere venuto qua. Solo che l’hai fatto solo perché mi hai vista da sola con Harry.”

“Ah sì?”

Hermione annuì. “Sì, è così. E lo apprezzo molto. Perciò, grazie. Ma.. beh, volevo ringraziarti per gli ultimi giorni – sai, come hai gestito tutta questa situazione, quello che è successo nella mia stanza.. So che sei curioso di sapere perché sia successo, eppure non mi hai fatto pressioni per saperlo. E il fatto che tu non sia andato da Silente, anche se avevi tutti il diritto di farlo – significa molto per me. E in più, so benissimo che mi hai tenuto d’occhio negli ultimi giorni, assicurandoti che non venissi attaccata di nuovo, e questa è la cosa più importante per me.”

Draco grugnì interiormente. “Granger, non devi ringraziarmi -”

“No, devo,” disse lei. “Voglio dire, comincio a vederti quasi come un.. amico. So che non pensi lo stesso di me, ma -”

“Granger,” la interruppe. “Per favore..”

Lo stava uccidendo. Se prima non si era sentito in colpa per tutta quella faccenda, adesso lo era sicuramente. E il senso di colpa non era un sentimento che Draco Malfoy aveva provato molto spesso – anzi, non lo aveva mai provato. Ma improvvisamente, si sentiva tremendamente in colpa, e non gli piaceva.

“Sei ancora qui?”

Draco alzò lo sguardo e vide Harry tornare al tavolo. Mise un boccale di Burrobirra di fronte ad Hermione prima di sedersi.

“Grazie,” disse Hermione educatamente, ma non si affrettò a bere.

Lo sguardo di Draco si soffermò sul boccale e cuore immediatamente cominciò a battere più veloce. Guardò Harry, sperando di catturare il suo sguardo e in qualche modo dirgli telepaticamente di annullare tutto. Ma Harry non lo stava guardando. Guardava con impazienza Hermione, aspettando che bevesse il primo sorso.

“Uh, Granger,” disse Draco. Si fermò – cosa pensava di fare? Impedirle di bere la Burrobirra? Mandare all’aria il loro piano per ottenere informazioni? Chi voleva prendere in giro? Era curioso quanto Harry – forse anche di più. L’avrebbe lasciata bere. Non la stavano avvelenando, come aveva fatto Blaise. Questo non le avrebbe fatto alcun male..

“Hm?” disse lei, portandosi il boccale alle labbra.

Ma non poteva lasciarglielo fare – non poteva lasciarla bere.

“Aspetta,” disse, “non -”

Avrebbe voluto dire “non bere”, ma era troppo tardi – quando aveva detto la prima parola, lei aveva già bevuto.

Non cosa?”

Draco guardò Harry, che cercava disperatamente di nascondere un sorriso. Era senza dubbio soddisfatto che il suo piano fosse andato a buon fine.

“Potter,” lo avvertì. Ma Harry non gli prestava attenzione.

“Dimmi un po’, Hermione,” disse Harry. “È da un po’ che voglio chiedertelo -”

“Potter,” sibilò Draco. “Non farlo.”

“Malfoy, chiudi il becco e lasciami fare.”

Draco scosse la testa. “No. Ti sto avvisando, non farlo.”

Hermione spostava lo sguardo da uno all’altro, abbastanza confusa. “Non fare cosa? Che sta succedendo?”

“Harry ha messo del Veritaserum nel tuo boccale,” sbottò Draco.

Hermione spalancò la bocca. “Che cosa?”

“Dannazione, Malfoy!” ringhiò Potter. “Ma che cazzo -”

Spingendo indietro la sedia, Hermione si alzò velocemente in piedi. “Mi hai drogato?”

“Granger, non rivolgergli la parola,” la ammonì Draco. “Se ti fa una domanda, risponderai la verità, e non sarai in grado di fermarti.”

Harry scosse la testa. “Sapevo che  non potevo fidarmi di te, Malfoy!” Voltandosi verso Hermione, disse, “Hermione, perché sei -”

“No!” strillò lei, coprendosi le orecchie. “Non farlo. Per favore, smettila.”

Detto questo, si voltò e cominciò a camminare il più velocemente possibile per uscire dal locale.

“DANNAZIONE!” esclamò Harry, saltando su. “Hermione!” la chiamò, cominciando a seguirla.

“Potter, lasciala andare,” disse Draco. Ma Harry non lo stava ascoltando. Con un sospiro esasperato, Draco li seguì entrambi fuori dal pub, sperando di riuscire a raggiungere Harry prima che lui raggiungesse Hermione.

Sfortunatamente, Harry l’aveva raggiunta appena uscito dal pub. Quando Draco uscì dai Tre Manici di Scopa, Harry era in piedi di fronte all’entrata, furioso, e teneva saldamente il braccio di Hermione. 

“Toglile le mani di dosso, Potter,” grugnì Draco. Si allungò per togliere la mano di Harry dal braccio della ragazza, ma Harry lo allontanò con l’altro braccio.

“Questa faccenda non ti riguarda più, Malfoy.”

“Col cavolo che non mi riguarda,” sbottò Draco.

Harry lo ignorò. “Hermione, perché sei venuta nel nostro mondo?”

Un lampo di paura attraversò gli occhi di Hermione mentre la sua bocca si apriva per parlare.

Velocemente, Draco disse, “Granger, combatti.”

“Io-io.. non posso,” riuscì a balbettare.

“Hermione,” ripeté Harry ad alta voce, “perché c’era un Dissennatore nella tua stanza l’altra notte?”

“Granger, non rispondergli.”

“Perché i-io -”

“Dannazione, Potter, smettila -”

“Hermione, perché i Dissennatori ti danno la caccia?”

“P-per favore, non costringermi,” singhiozzò Hermione. Draco poteva vederla lottare contro gli effetti della pozione con tutte le sue forze, ma sapeva che non sarebbe stata in grado di resistere a lungo.

Ma improvvisamente, Draco si ritrovò incapace di impedirle di parlare. Non perché non potesse, ma perché non voleva. Improvvisamente, la sua curiosità stava avendo la meglio su di lui, così vicino a scoprire la verità..

Harry, che probabilmente aveva capito che si stava comportando da idiota insensibile, non sembrava più infuriato, e quando le porse la domanda un’altra volta, parlò con voce molto più morbida.

“Hermione, per favore, diccelo – perché sei scappata dal tuo mondo?”

Hermione singhiozzava senza controllo, ma non rispose subito. Ovviamente, la loro pozione fatta in casa non era potente come un Veritaserum serio, altrimenti lei non sarebbe stata in grado di resistere così a lungo. Ma era pur sempre una pozione della verità, e aveva il suo effetto.

“Granger,” cominciò Draco, ma lei lo interruppe.

“Mi dispiace,” disse, guardando Harry negli occhi. Le lacrime le scivolavano ai lati del viso, ma lei non fece niente per asciugarle. “Il motivo per cui sono scappata dal mio mondo.. il motivo per cui i Dissennatori mi danno la caccia..” La sua voce divenne un sussurro, fino a spegnersi del tutto.

All’improvviso, sul mondo scese il silenzio più totale. Ogni singolo rumore sembrava sparire, mentre i due ragazzi stavano lì, aspettando ansiosi le parole della ragazza.

Con un sospiro di resa, Hermione chiuse gli occhi e parlò; la sua voce era appena più forte di un bisbiglio: “Perché io.. io..” Riaprì gli occhi e guardò Draco.

Io ho ucciso Harry Potter.”

  
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