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Autore: IlFicter    16/11/2011    0 recensioni
Una vecchia maledizione risalente alla caccia delle streghe si risveglia e minnaccia una cittadina vicino Chicago. Una battaglia presto sta per iniziare per impedire a New Island di venire distrutta.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mylena si concentrò e guardò fisso Keil. Improvvisamente apparve una catena che gli legò le braccia.
-Ma cos....
-Devi romperla. Usa la forza della mente. Concentrati sulla catena e rompila. Questo ti serve per affinare il potere della tua mente.-
Keil iniziò a tirare forte con le braccia.
-Fermo! Devi usare la mente. Un qualcosa creato col potere della psicomaterializzazione non può essere rotto con la forza bruta e nemmeno con le armi umane. Se continui a tirare con le braccia finirai con lo strapparle.-
Un brivido freddo attraversò la schiena di Keil che smise subito di tirare.
“Mi spiace mentirvi. Ma Mylena ha ragione, non mi credereste o comunque vi spaventereste per nulla. Io proteggerò la famiglia e l’ inter New Island, lo giuro!”
Era più facile a dirsi che a farsi. Keil chiuse gli occhi e iniziò a concentrarsi sulle catene. Restava concentrato e ora riusciva a sentire il freddo del ferro come se stesse entrando nella sua carne. Quella sensazione lo obbligò a riaprire gli occhi.
-Aiuto! Le catene stanno.....-
-Tranquillo, non succede nulla. Quella sensazione che hai provato vuol dire che la tua mente si sta concentrando. Non preoccuparti, almeno che non viene ordinato dal suo creatore, nessuno oggetto psicomaterializzato ferisce.-
Keil ritornò a concentrarsi e ancora una volta sentì come se il freddo del ferro gli entrasse nella carne. Continuava a concentrarsi e vedeva nella mente formarsi l’ ombra delle catene. Lentamente l’ ombra prendeva forma e ora le vedeva chiaramente. Senza fare sforzo iniziò a tirare con le braccia e riuscì a rompere le catene.
-Ci sei riuscito, molto bravo.- “Ci ha messo meno di quanto credessi. E’ davvero bravo.”
Keil aveva il fiatone. –E’ stancante..... però ce l’ ho fatta......-
-All’ inizio è ovvio che ti senti stanco ed è ovvio starci tanto. Ora prenditi una piccola pausa.-
Mylena portò un bicchiere d’ acqua che Keil bevve in un sorso.
Delle strisce di metallo spesse qualche centimetro apparvero dal nulla e come una specie di camicia di forza legarono il torso di Keil.
-Adesso levati di dosso quella. Questa volta usa la forza pura della mente. Prima l’ hai passata alle braccia riducendone la forza, ora usando solo la tua concentrazione liberati da quelle fasce di metallo.-
Keil chiuse gli occhi e si concentrò sulle fasce che lo bloccavano. Aumentò la concentrazione e sentiva come se le fasce stessero penetrando nel suo torso esattamente come le catene. Non fece nulla e continuava a concentrarsi con la mente ormai si sentiva tutt’ uno con le fasce di metallo che lentamente apparivano nella sua mente. L’ immagine era sempre più nitida fino a che le vide chiaramente nella sua testa.
-Adesso pensa di romperle. Immaginati che le fasce si spezzano.-
Seguendo ciò che gli ha detto Mylena iniziò a concetrarsi sulle fasce e lentamente riuscì a vedere che si stavano rompendo.
Delle crepe apparvero su quella camicia di forza fatta con fasce di metallo fino a quando non andò in frantumi.
- Anf!  Anf!  Anf!  Anf!  Anf! Ci sono riuscito.- 
-Molto bene Keil. Per oggi può bastare così.-
Il ragazzo era stravolto, si sentiva stanchissimo.
-Se appare un altro di quegli spiriti cosa faccio?-
-Quello che hai fatto ora. Concetrati su di lui e immaginati di distruggerlo. La volta prossima ti insegnerò qualcos’ altro. Direi che ci vediamo martedì alle quattro del pomeriggio.-
Keil si alzò dalla sedia.
-Mi raccomando a non parlarne con nessuno. Nemmeno con Jack e Hanna. Nessuno deve sapere. A parte che non saresti molto creduto ma è meglio evitare di spargere inutili paure.-
-Ok allora  a martedì.-
Keil prese l’ autobus e tornò a casa dai genitori.
-Ti vedo molto più rilassato Keil.- osservò il padre.
-Mi ha detto che era un’ allucinazione. Quando si crede di vedere una cosa si finisce con il vederla davvero.- aveva pensato bene al tipo di scuse da usare.
-Mamma, papà. Martedì alle quattro devo uscire. Ho un apputamento con una ragazza.-
-Ti sei fidanzato? Sono così contenta per te.- la madre lo abbracciò forte.
-Bravo figliolo.-
-Devi tirare ma non con la forza dei muscoli. Prima devi concentrare la tua mente e poi tirare, facendo così userai la forza della mente e non delle braccia.-
  
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