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Autore: anonimaG    16/11/2011    6 recensioni
Il nuovo alunno della scuola che cambia la tranquillità di Elisa "Un ragazzo con i capelli neri, gli occhi verdi, alto con una T-shirt a righe, un giubbotto in pelle e i jeans neri che al posto della cintura avevano delle piccole catene.
Il classico bullo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUANTO DURERA’?
 

 
 
 
   Il giorno dopo a scuola ero sempre intenta a spiare Antonio ed Erica.
Sta volta ero nascosta dietro una colonna.
-Ancora con la solita storia?-. Mi chiese Riccardo dietro di me intento pure lui a non farsi vedere.
-Sssh!-. Dissi in tutta risposta a Riccardo.
   Suonò la campanella ed entrammo a scuola.
Riccardo mi prese per baciarmi e poi ci separammo per entrare nelle nostre classi.
Barby mi guardava male e io, per provocarla, la salutai sorridendole e lei si girò dall’altra parte per mandarmi a quel paese.
Erica mi sorrise.
-E allora come va con Antonio?
-Cosa vorresti dire?-. Mi chiese diventando rossa.
-Eh dai! Si vede che state bene insieme.
-Tu dici?
-Certo!
-Senti se sabato non vai a fare la baby-sitter per me io…
-Lo faccio perché ti voglio bene e voglio farti compagnia.
-Si ma non ti devi preoccupare, io sto bene.
-Ne sei sicura?-. C’era sempre un po’ di malinconia nel suo cuore, lo sentivo anche se non me lo diceva.
-Certo.
    Usciti da scuola mi sentii toccare il sedere, Erica era già andata verso casa.
Mi girai e davanti a me c’era “l’amico” di Riccardo.
Era quello a cui io e Riccardo avevamo fatto due occhi neri.
-Senti un po’; metti le tue luride mani al suo posto.
-Oh ma dai, Riccardo aveva ragione; hai un bel sedere!
-Non mi toccare!-. Dissi levandogli la mano dal mio sedere.
Mi ritrovai bloccata al muro con tutte e due le mani bloccate dalla sua mano.
Non riuscivo a muovermi e lui mi stava addosso.
-Non fare la furba con me, Riccardo si è fatto picchiare da te perché è un fesso ma a me per fesso non mi ci prendi.
-Ok, lasciami ora.
-Lo sai mi hanno escluso dal gruppo da quando ti ho detto quelle cose…
-Oh ma poverino!-. Mi ero accorta di non essere nella posizione migliore per tirare fuori il mio sarcasmo.
Con la sua mano libera mi accarezzò i capelli e il collo.
-Sai sei carina in fondo, ti va di divertirti un po’ con me?
-Lasciami! AAA…-. Mi tappò la bocca con la mano.
-E dai, non fare la dura… Tanto lo sai com’è Riccardo no? Sicuramente voi non starete insieme più d’un mese.
-Lasciala in pace bastardo!-. Sentii Riccardo parlare.
L’amico mi lasciò e si girò verso Riccardo.
Riccardo gli diede un pugno dritto in faccia e poi mi prese per mano accompagnandomi a casa.
-Cosa significava?
-Che cosa?-. Mi chiese.
-Il tuo amico ha detto: “Tanto lo sai com’è Riccardo no? Sicuramente voi non starete insieme più d’un mese” che cosa significava?
-Niente!
-E invece si!-. Dissi liberandomi anche dalla sua mano:-Come sei?
-Lui dice così perché tutte le ragazze che ho avuto non mi sono durate più di tre o quattro settimane, alcune pure qualche giorno.
-Ah…-. Risposi quasi sospirando e diventando triste.
   Mi prese le mani.
-Ecco di cosa hai paura!
-Ma che stai dicendo?
-Quando ci siamo messi insieme io avevo capito che avevi paura, paura che noi ci lasciassimo.
-M-ma che dici? Io non ho paura di niente-. Mentivo.
   Si avvicinò ancora a me.
-Allora ciao!-. Salutai dandogli un bacio sulla guancia e prendendo l’altra strada.
   
 
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