Come un angelo
all’inferno
A Wynne,
che non solo è senza faccia,
ma ha addirittura
giustificato questo passaggio al Lato Oscuro
con “Oh, beh. Loro hanno i
biscottini!”
Lot of Love, dear <3
“Mi
nasconderò, tu già dormi e
non sai
quale maschera avrò.
Notte
d’incubo, io nell’ombra ti spio,
guardo
quello che fai…”
Il
volume della musica è alto, assordante. Ti entra in testa e si diffonde in
tutto il corpo come se fosse veleno. L’atmosfera fumosa del locale rispecchia
perfettamente la notte londinese: nebbiosa e buia.
Le
discoteche di fine anni settanta sono così, in fondo: corpi che si muovono a
tempo, alcol, qualche pasticca qua e là.
Non
ci sono rumori al di fuori della musica pulsante, talmente alta che, a lungo
andare, sembra quasi silenzio.
Sirius si aggira per il locale con un bicchiere in
mano; scivola tra i corpi silenziosamente, passando tra una ragazza vestita da
diavola e un giovane con dei denti da vampiro finti di pessima qualità. Trova
che il modo dei Babbani di festeggiare Halloween sia
curioso: si vestono da mostri – come se quelli veri non fossero ad un passo da
casa – e si riuniscono andando in giro per Londra chiedendo dolci a chiunque.
Remus, Lily e James tardano ad arrivare.
Hanno
deciso di festeggiare Halloween insieme, tanto per distrarsi un po’, vista la
guerra che infuria fuori. Silente ha
raccomandato loro di essere attenti: sfiora delicatamente la bacchetta
all’interno del mantello.
Un
lampo rosso attira la sua attenzione verso il lato opposto della sala. Lily è
in mezzo alla pista e si guarda intorno. Lo sta cercando ed è sola.
Si
infila dietro ad una colonna e sbircia dalla sua parte: i capelli rossi le
ricadono sulle spalle. E’ vestita da strega – che fantasia – ed è fasciata da
una veste verde stretta in vita che fa a pungi con i suoi capelli e che non
eguaglierà mai il colore dei suoi occhi.
Si
volta a sinistra, scivola tra un paio di persone e si dirige dalla sua parte. Sirius si nasconde di più dietro alla colonna, senza sapere
bene perché. Da quando ha paura di farsi vedere da Lily?
Eppure
lo sa, da quando.
Prende
un bel respiro e salta fuori dal suo nascondiglio cercando di ostentare una
parvenza di dignità. E’ pur sempre un Black.
Lily
lo nota subito e lo raggiunge in due falcate. Ha delle gambe lunghissime, e Sirius non riesce a distogliere lo sguardo dall’orlo del
suo vestito, appena sopra la coscia.
Lei
lo squadra da capo a piedi e ghigna in maniera molto malandrina.
«Alla
faccia del “non vi dico il mio costume”» lo scimmiotta, urlando per sovrastare
il rumore. «Sei davvero vestito da te
stesso?»
Sirius sbuffa cercando di evitare di arrossire come
una donnicciola e si da mentalmente dell’idiota. Si sta trasformando forse in
James?
“Io che
vivo il mio tormento
come un
angelo all’inferno…”
Lily
gli sorride nervosamente guardandosi intorno e rivelando finalmente l’ansia nei
suoi occhi. Sirius non può fare a meno di notarlo:
conosce Lily come conosce sé stesso.
«James
e Remus?» domanda allora senza particolari inflessioni
della voce, cercando di tenere a bada il crescente senso di panico. Lo sguardo
di Lily si indurisce.
«C’è
stata un’emergenza con l’Ordine » dice. «Sono stati mandati in missione».
Sirius si immobilizza, colto da un guizzo di terrore.
Emergenza?
Lily
deve aver letto la muta richiesta di dettagli nei suoi occhi, perché aggiunge:
«Nulla di grave. Ci hanno detto di rimanere qui.»
E’
stizzita perché James non l’ha voluta al suo fianco, Sirius
può leggerglielo nello sguardo. Lo sa perché è esattamente quello che prova
lui: fastidio. James, con quella sua
mania dell’eroe, non fa altro che lasciarli indietro ogni volta che va in
missione per l’ordine.
Per proteggerli, dice lui. Non capisce,
sembra impossibile che non abbia mai capito, eppure succede ogni volta: Sirius rimane indietro – proprio lui che ama dare
battaglia, e che detesta con tutto sé stesso essere escluso quando chi ama è in
pericolo. Lily, se possibile, odia questa situazione più di lui. In quel
momento è come uno specchio: pare riflettere tutte le sue sensazioni, tutte le
sue paure, e amplificarle al massimo.
Deve
costringersi però a rilassarsi e a sospirare, perché ormai James li ha lasciati
indietro, come sempre. Non può corrergli dietro se non ha idea di dov’è andato.
Il suo patetico tentativo di proteggerli
finisce sempre per separarli, in un modo o nell’altro.
Lily
gli posa una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione e Sirius freme a quel contatto, ma non si sposta.
«Balliamo,
allora» dice prendendola per mano e trascinandola in pista. Lily gli allaccia
le mani dietro al collo e lui sente la nuca andargli semplicemente a fuoco.
Mentre
ballano, pressati dalla folla, con la musica che li stordisce, Lily si stringe
sempre di più a lui, sfiorandogli il mento con i capelli.
I
fianchi sono premuti contro i suoi, la testa appena piegata all’indietro,
mentre gli sfiora il bacino con la pancia. Intorno a loro sembra l’inferno: i Babbani si nascondono dietro alle loro maschere, ignari
della guerra che c’è fuori; ballano e non pensano ad altro.
Sirius cerca di respirare aria pura, ma il profumo di
Lily gli è entrato in testa e non ne vuole sapere di andarsene. Il suo corpo
tra le braccia è troppo caldo per tenerlo così
vicino, ma ne ha troppo bisogno per lasciarla semplicemente andare.
Come
può non sentirsi un bastardo traditore? James inizia a prendere le stesse,
sfumate connotazioni di Regulus. Un fratello, un
tradimento.
Eppure
Lily è stretta a lui come se fosse un angelo sceso all’inferno: è un tormento
dolce e strazia il cuore, lo riduce in mille pezzi con ogni movimento e ogni
sguardo. Tutto quello che Sirius riesce a fare è
stringerla ancora più a sé, cancellando James quasi con stizza, cacciandolo dai
propri pensieri.
Lily
si appoggia a lui come se potesse mai provare lo stesso, come se semplicemente
guardarla non fosse uno sporco tradimento.
Si
sentono entrambi all’inferno.
“Tu
sei luce nel mio cielo scuro,
rosso
tramonto che incendia il nero…
Tu sei
acqua che scorre nel tempo,
sei
l’invisibile male al cuore che io sento…”
Ballano
e non si fermano nemmeno quando finisce la prima canzone, o la seconda, o la
terza. I capelli di Lily sembrano l’unica fonte di luce in tutta la discoteca,
nera e buia.
Lo
attirano come un faro attira una nave persa tra il cielo scuro e il mare. Il
rosso sangue si perde nel nero e nel buio e ogni volta che un ciuffo ribelle
gli sfiora inavvertitamente il viso Sirius si sente
bruciare.
I
riflessi non sono più delicati e luminosi: è un rosso che cola ovunque e non si
può guardar altro.
Lei
piega appena il viso e le luci psichedeliche del locale le illuminano le
lacrime che brillano sulla guance. A Sirius sembra di
essere parte del meccanismo di una fotografia. Scatta e il flash lo acceca e
illumina la ragazza stretta a lui per un istante, poi torna il buio. Il rosso
dei suoi capelli, però, è inconfondibile. Farebbe luce anche in una stanza
buia.
Non
deve chiedere perché piange: lo sa già.
E’
possibile stringerla ancora più forte? Sembra di sì, e Lily affonda il viso
nell’incavo tra il suo collo e la spalla. Ormai Sirius
sta ardendo e non gli importa. Il senso di colpa se n’è andato, bruciato
insieme al nero: James è meno che cenere al vento, in questo momento.
Fa
male, ma pur di averla così addosso Sirius passerebbe cent’anni all’inferno.
Ormai
il fuoco lo ha consumato del tutto e capisce che non riuscirà più a fermarsi.
Non sa se è perché è Halloween o perché ha paura. Magari è perché il tradimento
non è più forte del senso di colpa, o semplicemente perché muore dalla voglia
di baciarla da anni. Mentre una mano continua a fare su e giù sulla curva del
suo fianco – non ricorda nemmeno quando ha cominciato – l’altra sale lungo la
spalla, la scapola, fino al mento.
Lei
gli afferra la maglia, e per un magnifico, orribile
istante Sirius crede che lo spingerà via, che metterà
fine a quella follia.
Invece
si ritrova a pochi centimetri dal suo viso, dai suoi occhi e dalle sue lacrime,
e spegne tutto. Spegne il frastuono della musica e quello scompare. Il bruciore
aumenta, implacabile, fino a consumarlo
del tutto.
Si
piega appena in avanti, un movimento minuscolo, insignificante, e chiude gli
occhi mentre posa le labbra sulle sue.
Lily
sembra prendere fuoco al contatto. Mentre una mano ancora gli stringe la
maglietta l’altra sale tra i suoi capelli, sfiorandogli di nuovo la nuca. I
brividi lungo la spina dorsale costringono Sirius a
metterle una mano sulla schiena mentre la bacia e ad accarezzarle una guancia
senza riuscire a fermarsi. Le passa la lingua sul labbro inferiore inclinandosi
in avanti, mentre lei si stringe a lui. Muove un passo all’indietro, poi due.
Si staccano per un breve istante, ma la presa di Lily sul suo braccio è così
forte che non può fare altro che seguirla. Nessuno fa caso a loro mentre escono
dalla discoteca e finiscono fuori, sotto la pioggia scrosciante.
Sirius quasi si aspetta che lei dica qualcosa di
terribile – qualsiasi cosa – ma Lily gli prende il volto fra le mani e continua
a baciarlo come se non aspettasse di fare altro da tutta la vita.
Ormai
sono bagnati fradici, ma non ci sta nemmeno facendo caso. Il calore del corpo
di lei è troppo invitante per pensare a qualsiasi altra cosa che non inizi
dalla mano sulla sua schiena e non finisca dalle sue labbra bollenti.
La
sospinge appena verso il vicolo di fianco al locale e lei non oppone
resistenza. Una volta al buio lo spinge contro il muro e gli stringe il viso
talmente forte che Sirius pensa di esplodere. Le
passa una mano intorno alla vita e ribalta le posizioni, scendendo a baciarla
sul collo. Quando alza gli occhi sul suo viso lei ancora piange, ma non si
ferma. Sirius vorrebbe che lei mettesse fine a questa
follia, perché lui non ne è in grado, non più.
Lily
invece gli si lancia letteralmente sulle labbra, mentre si stringe a lui con
disperazione.
Gli
bacia una guancia scendendo fino al mento mentre le mani vagano sotto la sua
maglietta.
Sirius si allontana di un millimetro dalle sue labbra
e apre gli occhi, ritrovandosi con lo sguardo nel suo. Le passa il pollice
sulla guancia per asciugarle le lacrime e lei gli posa un altro bacio a fior di
labbra.
«Volevo
farlo da…dio, da una vita» mormora lui sulle sue labbra con voce rotta. Un
altro bacio lo distrae, di quelli che durano una vita e ti trascinano
all’inferno.
«Sirius» risponde semplicemente lei, riprendendo a baciarlo
con foga. Lui si lascia annientare perché non può fare nient’altro, il calore è
troppo forte e sta bruciando: vuole bruciare, e vuole che sia lei ad alimentare
le fiamme. Le passa una mano tra i capelli, stringendola tra le sue braccia.
L’altra mano scivola addosso ai suoi vestiti bagnati e Lily sospira sulle sue
labbra.
Si
ferma solo per appoggiare la fronte alla sua, sfiorandole gli zigomi con i
pollici per poi prenderle il viso tra le
mani.
Pensare
al futuro fa male, anche solo immaginare che ci sia un qualcosa dopo sembra sbagliato, un errore.
Eppure
sente di dover chiedere, sente di voler sapere,
perché ormai non c’è più James, che se n’è andato come cenere, bruciato
dall’inferno dentro di lui.
«E
adesso?» sussurra sulle sue labbra. Quando lei gli posa una mano sulla guancia
si accorge che ha smesso di piangere.
«Ti
amo, Sirius» dice lei, e si sente morire dentro.
Riprende a baciarla con foga, come se fosse un angelo affidato al peggiore dei
dannati dell’inferno e finisce per non distinguere più dove inizia l’uno e dove
finisce l’altra.
«Lily,
io…»
Lei
alza gli occhi su di lui, spaventata, mentre il buio intorno a loro si tinge di
rosso e il mondo inizia a vorticare. Sirius non
riesce a terminare la frase, così la abbraccia stretta perché immagina cosa sta
per succedere, lo sente nell’aria e nell’oscurità scarlatta che si stringe
intorno a loro.
Improvvisamente
il peso tra le sue braccia si annulla e avverte contro la guancia il freddo
dell’umido pavimento di pietra sotto di lui.
Si
alza in ginocchio e si guarda intorno con le lacrime agli occhi. La cella è
buia e di Lily non c’è traccia, e non sa neppure se quello che ricorda è
successo davvero o è frutto della sua mente annebbiata, distrutta e straziata
dai Dissennatori. Sirius cerca disperatamente la luce,
quel rosso che era capace di incendiare qualsiasi buio, ma non la trova: sa di
non meritarla. Non lui, non il dannato, il traditore, il fratello. Ormai è stato troppo tempo al buio e i suoi occhi si sono
abituati all’oscurità. Ha guardato talmente tanto nelle tenebre che le tenebre
hanno iniziato a guardare dentro di lui, e la sua discesa all’inferno è stata
inesorabile.
Ad
Azkaban il tempo non esiste. Esistono solo le grida dei pazzi, l’oscurità e i
ricordi che ti scivolano via dalla mente. Lily però è sempre lì, nella sua
cella. Lo osserva con gli occhi verdi spalancati dall’orrore, proprio come la
notte in cui è morta. Lo guarda con la bocca aperta, come se stesse per
gridare, ma non lo fa mai. Sirius vorrebbe abbracciarla, baciarla, gridarle di essere
innocente. Vorrebbe dirle che non ricorda se quella sera l’ha baciata o meno,
non ricorda se le ha confessato di essere innamorato di lei da sempre. Vorrebbe
dirle anche che almeno ricorda perfettamente la consistenza delle sue labbra,
la curva del fianco, l’incavo del collo, e che quello no, no potrebbe mai
dimenticarlo.
Non
ci riesce mai. La voce gli rimane incastrata in gola e cade in ginocchio. Non
ha più nemmeno la forza di piangere.
Per
una volta, poi, conosce con esattezza il giorno,
nonostante ad Azkaban nessuno può
permettersi di contare il tempo.
E’
il 31 ottobre, l’anniversario del suo ingresso all’inferno.
“Io che
vivo il mio tormento,
come un
angelo all’inferno.”
Note
dell’Autore
Ehm.
Ok, sono un po’ fuori dagli schemi con questa Sirius/Lily, però l’idea c’era e questa sfida con me
stessa non poteva essere abbandonata al caso, proprio no.
Era
stata inizialmente scritta per il contest di Halloween di SereILU
e vavvina, ma alla fine non avevo più partecipato per
mancanza di tempo. Eh, eccoci qui.
Si
capisce qualcosa? Sirius è OOC?
E’
come se vivesse una sorta di sogno, credo. Non ricorda se è successo
davvero o no (a voi la scelta) e alla
fine è come se fosse più un’allucinazione di Azkaban che un ricordo.
E’
tanto confusa, fa schifo?
Ah,
la canzone è “Dall’inferno” di Marco Mengoni :D Mi ha
fatto pensare subito a loro due, nonostante io sia una Lily/James
convintissima. Oh beh, si fa per provare!
Grazie
a tutti quelli che lasceranno un commentino a questa…ehm, storia.
Baci!