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Autore: xheyme    16/11/2011    10 recensioni
Quel ragazzo di cui Nora era innamorata le faceva battere il cuore, più di chiunque altro.
Il suo, però, era un amore non corrisposto, un amore che portava avanti da ormai troppo tempo.
Mi piaceva osservarlo, ma quella sera qualcosa si era incrinato, più del dovuto.
«Sei esattamente della stessa pasta dei tuoi amici. Pensavo che tu potessi essere diverso, ma mi sono solo illusa. Sei uno stronzo, esattamente come loro».

AVVISO: temporaneamente interrotta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TELL ME A LIE.
 

Capitolo 1

X marzo 2008.

Quella sera mi ritrovai a correre per le stradine di Salisbury nell’intento di non inzupparmi più del dovuto. Pioveva, come d'altronde ormai accadeva da più di una settimana. Avrei volentieri preferito non uscire, ma purtroppo era necessario. Correvo in direzione dell’Old House, il vecchio pub della città, dove sicuramente lo avrei trovato. Quando intravidi la porta d’ingresso, aumentai il ritmo della mia corsa, pregustando già il tepore e il solito chiacchiericcio all’interno del locale.
Aprii la porta e una volta entrata mi ritrovai a sperare che fosse davvero lì, seduto al suo solito posto intento a bersi la sua solita birra. Se così non fosse stato, la mia corsa fino al locale sarebbe stata inutile.
Presi a scrutare in direzione del bancone: notai un vecchio signore intento a leggere un giornale, una donna sulla trentina con in mano un cocktail e poi lui. Il resto del locale, nel momento in cui scorsi la sua figura, parve scomparire; osservai il suo look impeccabile, i suoi capelli composti. Era perfetto, come sempre.
Notai che era solo e ringraziai per questo. Iniziai ad avvicinarmi con fare impacciato, come sempre accadeva quando lui era nei paraggi. Avevo una cotta per quel ragazzo da quasi un anno ormai, ma non avevo mai avuto il coraggio di dichiararmi, fondamentalmente per due motivi: il primo è che non ero molto brava nelle questioni di cuore, il secondo è che non ero il suo tipo. A dire la verità ero fermamente convinta di non essere il tipo di nessuno, per questo non osavo dichiararmi.
Tra un pensiero e l’altro mi avvicinai a lui, ma non si accorse della mia presenza fino a quando non pronunciai il suo nome.
«Zayn» dissi cercando di attirare la sua attenzione. Il solo pronunciare il suo nome faceva aumentare i battiti del mio cuore.
Lui staccò le sue labbra dal collo della bottiglia di birra e si girò verso di me. «Ah, sei tu» disse con tono indifferente. Bevve l’ultimo sorso rimanente e poi poggiò la bottiglia sul bancone. «Che ci fai qui?» mi chiese.
Sbuffai e aprii la mia tracolla estraendone un plico di fogli che appoggiai sul bancone. «Devi mettermi una firma qui» dissi indicando lo spazio vuoto. In quel plico era contenuta la nostra ricerca a coppie che io avevo svolto. Lui non aveva alzato un dito ed io sapevo di aver sbagliato a lasciarglielo fare, ma ormai il dado era tratto. Sfilai una penna dalla tasca della tracolla e gliela porsi; lui la guardò e, roteando gli occhi, la impugnò ponendo poi una firma sulla prima pagina di quei fogli.
«Se firmavo domani, non era la stessa cosa?» mi chiese, poggiando la penna sul plico.
Io annuii prendendo il tutto e riposizionandolo all’interno della tracolla; in seguito estrassi un altro plico molto più sottile rispetto al precedente e glielo porsi. «Se non fossi venuta stasera, però, non avrei potuto darti questo. Tieni» dissi infine.
«Cos’è?» domandò inarcando un sopracciglio.
«Solamente un riassunto dettagliato e semplificato di tutto il plico che ti ho fatto firmare in precedenza» dissi, un po’ fiera di me. «Non occorre ringraziarmi» aggiunsi sorridendo.
Mi prese in parola, senza accennare a nessun ringraziamento.
Sapevo di essere una tortura per lui, che stare in coppia con me in questa ricerca non lo entusiasmò più di tanto, ma speravo di ricevere un po’ di gratitudine con questo mio gesto.
«Ehi Zayn, amico!» lo sentii chiamare.
Immediatamente mi si gelò il sangue: avrei preferito affrontare qualunque cosa in quell’istante, tutto tranne loro. Liam e Harry, gli amici di Zayn.
Liam appoggiò un suo braccio sulla sua spalla, mentre fu Harry a parlare. «Che fai Zayn, hai un appuntamento segreto con Winnie?» chiese sghignazzando. Liam lo seguì a ruota, mentre Zayn non sembrò gradire la battuta. Pensai che avrebbe preso l’iniziativa di difendermi, ma pensai l’errato.
«Smettila, lo sai che non potrei mai uscire con una come lei. Né ora né mai»
Una come lei. Né ora né mai.
Erano le parole che continuavano a riecheggiarmi nella mente.
Abbassai il capo e iniziai ad allontanarmi lentamente da quel gruppo.
«Che fai Winnie, già te ne vai?» disse ridendo Liam.
Non lo calcolai; uscii solamente da quel locale prendendo a camminare lentamente sotto la pioggia, facendo mescolare le mie lacrime a essa.
Ero completamente inzuppata quando scorsi la via che portava alla mia casa e, sfortunatamente, anche a quella di Zayn. Eravamo vicini, forse questo contribuì anche a farmi avere una cotta nei suoi confronti: il poterlo vedere la mattina presto alle prese con i suoi esercizi mattutini, prendere lo stesso pullman per andare a scuola, aspettare di vederlo rientrare la sera prima di andare a letto. Mi piaceva osservarlo, ma quella sera qualcosa si era incrinato, più del dovuto.
Sentii dei passi e poi qualcuno fermò la pioggia che incessantemente scendeva su di me. Riconobbi le sue scarpe: Zayn stava condividendo il suo ombrello, con me. Un attimo prima quel gesto mi avrebbe reso la ragazza più felice della terra, ma ora…
«Ti accompagno fino al cancello» disse, mentre prese a camminare ed io al suo seguito.
Solo quando raggiungemmo il cancello di casa mia parlò. «Senti, mi dispiace per prima...»
Lo interruppi prima che potesse continuare, ne avevo abbastanza. «Non scusarti Malik» dissi, pronunciando questa volta il suo cognome. «Sei esattamente della stessa pasta dei tuoi amici. Pensavo che tu potessi essere diverso, ma mi sono solo illusa. Sei uno stronzo, esattamente come loro» dissi aprendo il cancello ed entrando in casa mia, richiudendolo poi dietro di me. «Spero che tu sappia abbastanza bene la ricerca, così bene da esporla da solo» aggiunsi.
«Che stai dicendo?» disse, con un tono leggermente preoccupato. Ciò che lo preoccupava era il pensiero di esporre tutto quel plico da solo.
«La qui presente Winnie sarà assente domani, così come i giorni a seguire. Le prossime ricerche, mi dispiace, ma dovrai fartele da solo» terminai, avviandomi finalmente verso l’interno di casa mia.

 
  
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