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Autore: Lilith_chan    16/11/2011    4 recensioni
Una Sakura amante dell'arte, durante un giorno d'estate, conosce un ragazzo, che tanto ragazzo non sembra, strano e misterioso. Lui ha capelli neri come la notte e occhi d'ossidiana che vedono il mondo in modi diversi e contrastanti tra loro. La sua identità per la nostra protagonista dagli occhi smeraldini sembra essere un enigma senza soluzione. Sarà lei il tipo di persona da lasciar perdere tutto al primo ostacolo?
Solo allora si accorse che non era sola. Inginocchiato davanti al suo album da disegno c’era infatti un ragazzo, che le dava la schiena, dai capelli scuri come la notte ma con una leggera quanto strana sfumatura blu.
Rimase a guardarlo ancora un po’ senza muoversi, incantata da quella figura misteriosa; però quando lo vide allungare una mano verso la sua tavolozza, con un movimento fulmineo l’afferrò, bloccando così le intenzioni del ragazzo.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Rassegnazione, la crudele assassina di ogni nostra speranza [...], d'ogni nostra disperazione.
·  Landolfi, Tommaso (1908-1979)
Un amore del nostro tempo: II, 14

 
 

Il suo risveglio fu dolce: un caldo raggio di sole, che filtrava attraverso le tapparelle, era andato a darle il buongiorno.
Erano le nove del mattino e fuori l’aspettava una bellissima giornata d’estate.
Strascicò i piedi fino in bagno, lavandosi e vestendosi velocemente.
Una bella doccia fredda le era servita per schiarirsi le idee e per ritrovare un po’ del buonumore che aveva perso la sera precedente.
Lei non era mai stata il tipo da scoraggiarsi per qualunque cosa negativa le accadesse. Cercava di affrontare il nuovo giorno con un sorriso, sebbene molte volte fosse difficile. Nella sua breve vita aveva superato tanti momenti più o meno difficili. Quello che più l’aveva segnata era stata la morte del padre, a cui era terribilmente affezionata, ma era riuscita ad andare avanti fino ai suoi diciassette anni e in fondo viveva una vita serena con sua madre accanto.
Sicuramente adesso non avrebbe mica permesso a un ragazzo, sbucato da chissà dove, con seri problemi di coerenza, di abbattere in quel modo tutto ciò in cui aveva sempre creduto.
Avrebbe dimostrato che lei, Haruno Sakura, era capace di tenere testa a qualunque situazione le si presentasse di fronte.
La sera prima si era lasciata andare alle lacrime, e questo non se lo sarebbe mai perdonato. Ma non sarebbe mai più successo, né con quell’essere,né con nessun’ altra persona sulla faccia della terra.
Si era fatto una promessa, lei, prima di addormentarsi. Aveva promesso che si sarebbe dimenticata di lui e sì, ne era consapevole, adesso lo stava pensando, ma ora come ora era inevitabile. Pian piano, grazie all’azione del tempo, avrebbe sempre meno pensato a quegli ultimi tre giorni, fino a vederli sparire per sempre dai suoi ricordi.
 
 
Uscì di casa armata di album da disegno e pastelli a cera.
Imboccò la strada che portava al parco più o meno vicino a casa sua e, adocchiata una panchina libera, vi si sedette.
Alzò per un attimo il viso verso il sole, lasciandosi accarezzare dai suoi gentili raggi, poi, sistemato tutto l’occorrente, si guardò lentamente intorno.
Su una panchina poco lontano da lei c’era una coppietta intenta a scambiarsi effusioni, beccandosi puntualmente le occhiatacce indignate delle mamme che accompagnavano i figli al piccolo parco giochi lì vicino. Ma quei due ragazzi sembravano totalmente estraniati dalla realtà e parevano immersi in un mondo tutto loro. Anche Sakura, inizialmente, aveva guardato la coppia con aria sconcertata, ma poi si era data un contegno, e aveva rivolto le iridi smeraldine altrove.
Fece quindi scorrere lo sguardo attorno a sé e, socchiudendo leggermente gli occhi, riuscì a distinguere in fondo al parchetto, dal lato ovest, i contorni di una piccolissima cappella.
E quella da quando in qua è lì?
Stette a fissarla ancora un po’.
Mah.
Dalla parte opposta invece c’era un gruppo di ragazzini che giocava a calcio, urlando ogni tanto insulti l’un l’altro.
Non aveva tanta ispirazione quel giorno, quindi decise di ritrarre il piccolo parco giochi, che aveva di fronte, gremito di bambini che gridavano e giocavano spensierati.
Mentre la mano, che sembrava animata di vita propria, andava a disegnare, cercò di tenere la mente occupata da pensieri  più o meno futili.
Improvvisamente, battendosi la mano destra sulla fronte, si ricordò che doveva al più presto recarsi a scuola per dare quel progetto alla sensei .
Ma come ho fatto a dimenticarmene completamente?, pensò sconsolata.
Aveva promesso a Kurenai-sensei di consegnarle uno schizzo sul tema che avrebbero poi presentato al festival scolastico, che si sarebbe tenuto poco dopo la ripresa delle lezioni. E lei, giustamente, non aveva la più pallida di cosa elaborare.
Diamine! Non posso deludere la sensei…
Un velo di tristezza le oscurò lo sguardo.
La professoressa, infatti, insegnava arte e, inutile dirlo, Sakura era la sua allieva prediletta. Vedeva nella ragazza una sensibilità e un’attenzione minuziosa ai dettagli che ormai era poco diffusa tra i giovani.
Kurenai si fidava così tanto di lei, che aveva deciso di lasciarle la decisione del tema centrale del festival, e di questo Sakura non poteva fare altro che andarne fiera. Tuttavia si sentì indegna di quel compito per averlo letteralmente rimosso dalla mente; ma non se ne sarebbe di certo restata con le mani in mano.
Beh credo proprio che sia ora che mi rimbocchi le maniche!
Non se n’era neanche accorta che a poco a poco il parco giochi aveva iniziato a svuotarsi e la rosa capì che doveva essere ora di pranzo. Così riprese tutto il suo materiale e si avviò verso casa.
Se non sbaglio ha detto la sensei che sarebbe rimasta a scuola fino a circa metà agosto…
Bene! Per fortuna ho ancora  sacco di tempo disposizione!, pensò con sollievo.  
Quindi varcò la porta di casa con tutta l’intenzione di buttare giù qualche idea, ma non aveva previsto che il sonno l’avrebbe colta impreparata.
 

***

 
Tra una cosa e l’altra, i giorni erano trascorsi troppo velocemente.
Sua madre ad esempio era ritornata portandosi dietro un paio di assistenti, le quali dovevano aiutarla a risistemare qualche capo che, evidentemente, non aveva riscosso il giusto impatto in passerella. Nonostante ciò la sfilata era stata un successo e la donna era stata più che felice di condividere con Sakura i dettagli.
Ma - ovviamente c’è sempre un ma – non ebbe nemmeno modo di trascorrere una giornata con la sola compagnia della figlia, che sarebbe dovuta partire di nuovo per portare anche in Occidente le sue creazioni.
- Tesoro, mi spiace ma questa volta non posso proprio portarti con me. – aveva detto a Sakura con tono dispiaciuto – Vedi… - aveva continuato poi accarezzandole una guancia - I miei capi hanno riscosso più successo del previsto e non avrò un attimo libero una volta in Francia. –
E di nuovo Sakura aveva finto di non dispiacersene e che fosse tutto a posto, rintanandosi poi nella sua cameretta quando vide le valige della madre venire caricate sul taxi giallo, che l’avrebbe condotta dritta in aeroporto.
 

***

 
Sobbalzò non appena sentì il campanello di casa suonare.
Erano le otto di sera e lei non aspettava visite.
Chi poteva mai essere?
Andò ad aprire e si ritrovò di fronte un fattorino, al quale alzò interrogativa un sopracciglio.
- Consegna! Sono…. 2.800 yen. – disse quello.
- Ma io non ho ordinato niente! –
- E’ lei Haruno Sakura? – chiese l’uomo perplesso.
- Sì, esatto. –
- E non è stata lei ad ordinare italiano? –
- No… -
- Sono stata io! – urlò una voce squillante mentre avanzava dal fondo del vialetto verso la porta d’ingresso con assoluta nonchalance.
Ino… Avrei dovuto immaginarlo!
- E perché mai hai ordinato qualcosa a nome mio? –
- Come perché? In una serata tra ragazze, la cucina italiana non può certo mancare! – proferì l’altra come se fosse la cosa più ovvia al mondo. – Ecco a lei. – disse mentre porgeva al fattorino i soldi mentre poi si accomodava sul divano del soggiorno, lasciando la rosa sulla soglia di casa ancora un po’ sorpresa.
- Si può sapere perché io non ne sapevo niente? – chiese poi con voce falsamente seccata.
- Perché l’ho deciso tipo trenta minuti fa! –
- Tipico… E Hinata? –
- Oh Hinata domani mattina parte alla volta della sconosciuta terra australiana! – spiegò, mimando con le braccia un aereo. – Pensavo che te l’avesse detto. –
- In effetti non l’ha fatto. – disse un po’ contrariata Sakura.
- Vedrai che ti manderà un messaggio. E’ molto timida e riservata, lo sai. Io ne sono venuta a conoscenza solo perché l’ho telefonata. –
- Sì hai ragione. –
- A proposito di viaggi… Io tra due giorni approderò prima nella romantica Francia e poi nella patria della buona educazione! –
- Che sarebbe a dire l’Inghilterra? -
- Perspicace come sempre. – disse ironica.
- Spiritosa. – le fece la linguaccia Sakura – …Ma allora te ne vai anche tu? –
- Mi spiace lasciarti da sola proprio adesso  fronte spaziosa, ma i miei desideravano fare questo viaggio da tanto tempo! – si giustificò - Ed io con loro. – aggiunse poi.
- Ehy non dispiacertene, Ino pig! Mi stai parlando di questo viaggio da mesi ormai! – sorrise – E poi non sarò da sola! – l’altra la guardò interrogativa e quindi si affrettò ad aggiungere: - Ci sarà ancora Naruto.  –
- Certamente. Beh che ne dici di mangiare guardando un bel film d’azione? –
- Trovo che sia un’ottima idea. –
 
 
Quando si è in buona compagnia le ore passano veloci e per Sakura e Ino, alle due di notte, era arrivata l’ora di andare finalmente a dormire.
- Sai Sakura – ruppe la bionda il silenzio, che era andato a crearsi una volta spente le luci della stanza – Non mi hai fatto proprio parola di quello che è successo quella sera. - 
Sakura sobbalzò, voltandosi lentamente verso l’amica, creando un fruscio di lenzuola.
- Perché non c’è niente da dire. – disse semplicemente.
- Ma tu non ci sei rimasta male? –
- Certo che sì. Non me l’aspettavo un simile comportamento, tutto qui. Ma alla fine non è che lo conoscessi poi così bene da poter dire tipo: “No, tu non sei così, e io lo so.”. O qualcosa del genere insomma. –
- Beh ma non mi pare neanche il caso di trattarti in quel modo! Voglio dire, non è da persona civile! – s’infervorò Ino.
- Su questo hai ragione, ma sai ci ho pensato in questi giorni. Non è altro che un povero ragazzo che si atteggia tanto a fighetto davanti agli amici, tormentato poi dalla perenne paura che scoprano la sua vera personalità che, credimi, è diversa da quella che ha dimostrato al locale. –
- Oh, su questo non ci piove! – affermò sbattendo una mano sul materasso - E’ falso.  – decretò infine riferendosi al ragazzo.
- E’ penoso. – aggiunse Sakura.
- E’ squallido. – dissero le due ragazze all’unisono, per poi ridacchiare.
- Ehy Ino. – la chiamò la rosa.
- Mmh? –
- Grazie. –
- Ma cosa dici fronte spaziosa? Ti sto semplicemente restituendo il favore! –
- Cioè? – chiese con aria di sfida Sakura, sapendo benissimo che quella di Ino era solo una scusa perché si era imbarazzata.
- Ah… ehm… Oh, sì! Ti ricordi il periodo in cui ero continuamente giù di morale poiché Shikamaru stava uscendo con quella puttanella di Temari? Beh tu mi sei stata sempre vicino e mi hai aiutata a superare con successo quella fase. –
- Non potevo fare altrimenti, visto che non c’era più gusto nello stuzzicarti! – ridacchiò Sakura.
- Grazie eh?! – le diede una gomitata. – Comunque sono contenta di vedere che l’hai presa piuttosto bene tutta quella faccenda. –
- Ovviamente! Alla fine ci ho parlato a stento due volte con quello! Sono solo rimasta sbalordita e perplessa da quel modo di fare. –
- Beh mi pare anche giusto. –
Sbadigliarono contemporaneamente e capirono che adesso era davvero ora di dormire.
Sarà davvero così?, si chiese involontariamente la rosa un attimo prima di venire accolta tra le braccia di Morfeo.
 

***

 
Era la mattina del giorno dopo e Ino era da poco ritornata a casa sua.
Sakura aprì di malavoglia la dispensa della cucina per iniziare a prepararsi il pranzo ma tutto quello che vi trovò al suo interno erano solo tanti, troppi pacchi di pasta e nient’altro.
- Oh bene. Sono proprio curiosa di vedere cosa mangerò oggi! – disse ad alta voce con tono stizzito.
 Pazienza. Andrò a fare la spesa.
 
 
Un’ora dopo camminava per le strade della città con tutta tranquillità mentre reggeva le buste della spesa contenenti di tutto e di più: dalla frutta e verdura ai biscotti e alla cioccolata.
Decise poi di tagliare per il parco che sicuramente era più calmo e meno affollato.
Successivamente rimpianse quella decisione.
Perché?
Semplice: passando per la grande fontana, che si trovava proprio a metà del parchetto, notò che, seduto sulle ginocchia intento a guardare l’acqua scorrere dall’alto in basso, c’era proprio l’ultima persona sulla faccia del pianeta che avrebbe voluto incontrare.
Una fitta al cuore la portò a fermarsi di botto, fissando ancora un po’ quella schiena che, in soli tre incontri, aveva sempre visto allontanarsi da lei. Scosse poi decisa la testa e riprese a camminare, sorpassandolo, e ringraziando poi quel fantomatico Jashin per aver fatto in modo che lui non la notasse.
E invece quel dio del cavolo, come per farle un dispetto, fece accadere esattamente il contrario.
- Sakura-chan! – si sentì chiamare.
E no, Sakura. Questa volta non ti farai fregare!, si disse sorprendentemente decisa.
Infatti continuò a camminare, affrettando forse un po’ il passo, ignorando quella persona così falsa e meschina.
- Sakura-chan! – ancora.
Ma lei sapeva essere tremendamente testarda.
Sentì dei passi avvicinarsi finchè un viso a lei già conosciuto, non le si parò davanti, bloccandole il passaggio. Notò che aveva un cerotto sulla guancia, dove Naruto gli aveva lasciato un bel livido, mentre il resto della faccia sembrava essere a posto, compreso il naso.
Beh era comunque passata una settimana da quel giorno e la maggior parte delle ferite avevano avuto tutto il tempo di guarire.
- Guarda un po’ chi si vede. Certo che il mondo è proprio piccolo, eh? -disse ironica.
- Che vuoi dire? – chiese lui non capendo il motivo di quel tono di voce.
- Oh niente. Non vorrei che ti venisse il mal di testa per pensarci. – proferì acida.
Il ragazzo la guardò interrogativo, ma poi con un’alzata di spalle sembrò decidere di lasciar cadere l’argomento.
- Adesso se vuoi scusarmi, dovrei andare. E poi non vorrei mai rovinare la tua reputazione di bello e impossibile. –
- Aspetta! – le impedì lui di allontanarsi afferrandole il polso.
Sakura si girò a guardarlo nelle iridi nere e vi lesse solo dispiacere e mortificazione.
… Dispiacere? … Mortificazione?  
Ma che cavolo vado a pensare?, si riscosse da quei pensieri.
- Perché non ti sei girata quando ti ho chiamata? – le chiese.
- Credevo che mi avessi detto di girare alla larga da te. Ed è quello che sto facendo. – disse a testa alta.
- Eh? Quando avrei detto una cosa del genere? –
- Ancora con questo giochino del “io non ricordo”? –
- Non conosco questo gioco. – disse lui perplesso.
- Mi stai prendendo di nuovo in giro? Non ti sei divertito abbastanza, facendomi fare la figura dell’idiota davanti a tutti l’altra volta? – s’infervorò.
Che faccia da schiaffi…
Sasuke sgranò gli occhi sorpreso da tanta rabbia.
- Io… -
- Tu niente! – lo interruppe. – Và al diavolo, okay? – lo spintonò per aprirsi il passaggio.
Lui arretrò di qualche passo sbalordito e rammaricato mentre Sakura lo sorpassava furiosa proseguendo per la sua strada.
Era arrabbiata, sì.
Con quale coraggio le si presentava di fronte, come se nulla fosse successo?
Che ragazzo presuntuoso e viziato!
Nessuno ha mai osato contraddirlo finora, ci scommetto. Ecco perché si è dimostrato così dispiaciuto.
Ben gli sta!
Pensò mentre si dirigeva a grandi falcate verso casa, ignorando completamente quella vocina nella sua testa, che le suggeriva che la reazione più appropriata per una persona che veniva contraddetta per la prima volta in vita sua,  sarebbe stata quella di infuriarsi.
 

***

 
Questa volta toccò a Sasuke guardare la schiena di Sakura allontanarsi velocemente da lui.


***

Salve a tutta la bella gente :D
Ebbene sì: chi non muore si rivide XD
Alloooora prima di tutto mi scuso per il ritardo, ma ho avuto poco tempo a disposizione e, ad essere sinceri, anche qualche difficoltà nella stesura del capitolo :S  Infatti, l'avrete notato anche voi, fa letteralmente schifo .__.
Oh beh pazienza... Comunque c'è una Sakura che sembra determinata nel lasciarsi alle spalle un certo moro di nostra conoscenza, c'è una Ino che si comporta da amica e uno Shikamaru che tempo fa ha spezzato il cuore a quest'ultima, c'è una Kurenai che ha assegnato alla rosa il simpatico compito di fare uno schizzo sul tema da presentar eal festival scolastico (ma forsa questa non vi interessa più di tanto XD) e infine c'è un Sasuke che non si sa se sia (troppe "s" O__O) un doppiogiochista o uno psicopatico.
Vabbè scherzi a parte, cosa ne pensate della decisione di Sakura? Secondo voi riuscirà a tenere fede alla promessa?
Intanto ha avuto la forza di reagire e quel "và al diavolo" ci stava tutto per come è stata trattata... ma sarà davvero così?
E Sasuke? No comment :P
Un grazie particolare a tutti coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli, e che hanno aggiunto la fic tra le preferite o semplicemente tra le seguite :D
Spero che il capitolo non vi abbia annoiato più di tanto ^^''

PS: ho postato il capitolo un po' di fretta, quindi è probabile che ci sia qualche errorre grammaticale .__.


Xoxo :3

  
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