“
ragazzi,
insomma, vi volete sbrigare? Vostro padre vorrebbe essere a casa per il
tardo
pomeriggio, dai, venite a fare colazione” ci implora mamma
dalla cucina.
“ arriviamo!!”
urla mio fratello ma prima di terminare la frase, è
già seduto a tavola a bere
la sua tazza di cappuccino, lo raggiungo anche io e prendendo il mio
latte e i
miei adorati biscotti inizio a fare mente-locale per assicurarmi di
aver
preparato tutto, sì, sono pronta per partire..a parte il
fatto che sono tutta
spettinata, come sempre a prima mattina, indosso il mio pigiama e le
ciabatte e
devo farmi una doccia… sono pronta.
“ Louis il bagno
è mio!” anticipo mio fratello. “ noooo,
ma dai, ci metti tanto tu!” protesta
lui.
“ no, non è
vero, non sono una di quelle ragazze che si fanno attendere
io…perfavore Lou!!”
gli faccio gli occhioni dolci, so che a quelli non resiste.
“uuuuf..così non
vale, mi corrompi! Comunque d’accordo ma non prendertela con
troppa calma!” mi
raccomanda.“certo fratellone.”
Apro la porta
del bagno e la sbatto alle mie spalle, mi rendo conto che è
l’ultima volta che
ci entro in questo bagno e in tutte le altre stanze della casa, nella
mia
camera e mi viene subito una fitta di malinconia, mi
mancherà, lo so; la camera
che ne ha viste di tutti i colori, dai pianti disperati alla risate a
squarciagola, la camera che sa di me in tutto e per tutto, accidenti,
non ci
avevo mai pensato che avrei dovuto lasciarla, che stupida! Ok, cara
Allie, devi
pensare solo al futuro in questo momento e nel tuo futuro
c’è la meravigliosa
città che hai sempre sognato, tutto il resto, passa in
secondo piano. Così
dicendo mi infilo sotto la doccia e cerco di sbrigarmi il
più possibile, quando
esco dal bagno, sono davvero pronta. “ Loius, è
libero”avviso mio fratello e mi
dirigo subito nella mia camera, ho intezione di salutarla per bene ma
proprio
quando sto per varcarne la soglia, suona il campanello e mi fiondo
giù ad
aprire.
“ lo so che ci
siamo già salutate, ma boh…volevo abbracciarti
un’altra volta e dirti che mi
mancherai tantoo” la mia migliore amica è sulla
soglia di casa mia, sull’orlo
del pianto. Lo stringo fortissimo e lei ricambia. L’unica
vera ragione di vita
qui, in questo paese del cavolo è lei, Emily Park, la mia
migliore amica e
compagna di banco; so di non averla menzionata, ma l’ho fatto
solo perché
parlare di lei e di tutto quello che abbiamo passato insieme, nel bene
e nel
male, mi rattrista, perché da oggi in poi non potremo
più confrontarci per i
compiti, non potremo più ridere delle cavolate dei prof, non
potremo più condividere
pacchetti e pacchetti di taralli e patatine…ecco lo sapevo,
lo so che è da
egoisti; insomma io desidero Londra e la mia nuova vita con tutte le
mie forze
ma se penso che saremo costrette a separerarci…credo che per
il momento sia
meglio concentrarmi solo su quello che accadrà quando
metterò piede in quella
terra ancora sconosciuta, tuttavia, non posso fingere che lei non
esista,
cavolo quanto mi mancherà!
“Em.(così la
chiamo io), ti chiamerò tutti i giorni, ti
racconterò tutto e anche tu dovrai tenermi
informata su ciò che accade qui, e poi, siamo ormai vicini a
Natale, magari
riusciamo a convincere i tuoi a farti passare le vacanze da me.
Pensaci: sarà
meraviglioso, io e te, due amiche per la pelle in giro per le strade
più cool
di Londra!” la abbraccio ancora.
“ siiii!! Te lo
prometto Alison Tomlinson, sarai per sempre la mia migliore amica e
poi…siii, è
un’idea grandiosa, li convincerò!” dice
entusiasta mentre siamo ancora
abbracciate.
“ ci vediamo
domani a scuola? Dimmi di si! Hai fatto il riassunto e storia, pensi ci
interrogherà? Quanto vorrei che domani fosse un
lunedì di fine novembre come
tutti gli altri…ok, basta, sono pazza, lo sai, ma questo
è solo il mio modo per
dirti che ti voglio un bene che va oltre ogni limite.”dice
con una sincerità
disarmante. “ ma quanto sei meravigliosa Em.? Ma quanto sono
fortunata ad
averti come migliore amica?” sto per commuovermi. “
si, sei tanto fortunata,
Allie.” Un ultimo abbraccio tra amiche, vere amiche e poi
rimango impalata
sulla porta a fissare incredula Emily che si allontana, voltandosi
indietro e
salutandomi a ogni passo con la mano. Sto piangendo, come ho potuto
credere di
poter cambiare città da un momento all’altro col
sorriso sulle labbra, come ho
potuto pensare che lasciare qui la mia migliore amica sarebbe stato
facile…forse, fino ad adesso, non mai compreso fino in fondo
cosa voleva dire
trasferirsi, o meglio, ho visto e ho voluto vedere solo il lato bello
della
faccenda…non resisto, corro e raggiungo Emily e la stringo
da dietro, abbiamo entrambe
le lacrime agli occhi e piangiamo abbracciate, poi mia madre mi chiama
dalla
finestra e siamo costrette a salutarci, questa volta, non per vederci
più tardi
o domani, ma tra un mese, due o anche di piu.. rientro in casa, ancora
con gli
occhi lucidi, mia madre comprende ciò che mi sta accandendo
e mi stringe forte
a sé, mi consola e mi dice che ci ha scattato una foto,
mentre stavamo piangendo
abbracciate sul vialetto di casa, dice che eravamo bellissime e tutto
sommato
avere Em. per casa mancherà anche a lei… Ho
deciso, quella foto, da oggi in poi
sarà sul mio comodino per ricordarmi dell’unica
vera migliore amica che ho mai
avuto in ogni istante dellla giornata.
Dopo un’oretta,
siamo tutti pronti, io e Louis facciamo un giro per le stanze di casa e
poi,
con un colpo secco sbatto il portone d’ingresso e mi siedo in
macchina vicina
al finestrino, osservo ogni singolo particolare di quelle stradine di
campagna
che ho giurato di odiare per anni e quando papà imbocca
l’autostrada, direzione
Londra, prendo il mio i-Pod e mi rilasso, con la musica a tutto volume,
immaginando quello che sarà.