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Autore: Lady__Ko    17/11/2011    2 recensioni
Ciel si voltò.
Di fronte a lui, una giovane donna lo fissava con un’ espressione stupita. I suoi grandi e profondi occhi verdi lo colpirono fin dentro al cuore. Era un’espressione conosciuta, già vista da qualche parte.
Cercava di catturare con il suo occhio tutta la fisionomia della ragazza; non voleva perdersi nulla di quella figura così famigliare.
Eppure dove l’aveva vista?

Che cosa accadrebbe se Ciel ...?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Riassunto chapter precendente : una sera, mentre il Ciel sta cenando, un’ospite fa’ visita al conte Phantomhive. Dice di essere sua sorella … come reagirà Ciel?


Quel maggiordomo, ascolta.
23 Settembre, venerdì sera.


« Mio fratello.».
Quelle parole nella testa del giovane conte rimbombarono con un grido lanciato tra le montagne. Lo colpirono in pieno volto come se fosse un schiaffo.
Eppure … no! Lui era l’unico discendente dei cani da guardia della regina, non vi erano dubbi!
Doveva solamente sbatterla fuori a calci. Come osava mettere in dubbio che lui, Ciel Phantomhive, non fosse figlio unico?
Ma allora … perché continuava a pensare ancora a ciò? Perché lui, il conte, non ancora aveva detto una sola parola ma si limitava a fissarla come perso in quei grandi occhi verdi così famigliari?

« No.», si limitò a pronunciare abbassando il capo.

Sebastian trattenne una risata. Amava vederlo in difficoltà. Ma si meravigliò che il suo bocchan non si fosse girato per lanciargli un’occhiataccia. Non proferì parola, alla fine lui era un comune maggiordomo.
Quella ragazza si ritrasse un attimo.
« Ciel  … io …».
« Non chiamarmi per nome! Non prenderti troppa libertà con me!» gridò offeso.
« La prego, signorino, mantenga ritegno con un ospite.».
« Sta zitto.». ordinò.
Sebastian tacque facendo un passo indietro.
« Come osa venire in questa casa, nella mia residenza dicendo una cosa del genere, lady?»  esordì Ciel.
« No, no. Non sto mentendo. Sto dicendo la verità.», rispose serissima.
Ciel guardò Sebastian. Uno sguardo d’intesa che non sfuggì alla ragazza.

« Prego, si accomodi, porterò del the.», fece il demone dando una mano alla giovane invitandola ad avanzare nella sala.

« E’ strano a dirsi. Ma è così, Ciel.».
Fece poggiando la tazza sul tavolino. Pronunciò ancora il suo nome senza nemmeno badare all’espressione urtata del conte.
« Continua, ma ti avverto. Non ho voglia, ne’ tempo da perdere con i ciarlatani. Non sono i benvenuti a casa mia.», disse gelido Ciel tentando di spaventare la ragazza che, di tutta risposta, sorrise.

A Ciel tutto questo non andava giù. Quella ragazza aveva qualcosa di magnetico, qualcosa di famigliare e misterioso allo stesso tempo. Aveva voglia di capire che cosa volesse. Ma perché poi? Era solo una  comune persona che voleva i diritti della Phantom e perciò si fingeva sua sorella, semplice no?
No.
Questa volta era diverso. Se lo sentiva.
E anche Sebastian.

« Sono nata cinque anni prima della tua nascita, nel 1880. I nostri genitori, Racheal e Vincent credo che non ti abbiano mai parlato di me. C’è molto da dire su di loro .. erano le persone più amorevoli del mondo. Non ricordo molto dei balli, delle feste in beneficienza che organizzavano qui, alla residenza.  Non ricordo i viaggi che facemmo … ma ricordo l’amore, l’amore che provavo nel guardarli assieme, io, loro le zie e Sebastian(*). Il giardino, i fiori, le rose. Eravamo  così .. perfetti. Una bella famiglia…», la ragazza si interruppe.
Ciel notò quell’esitazione.
« … fino a quando mi presero. Anzi, mi prese, lei, Claudia. Purtroppo la mia memoria termina qui. Tutti i ricordi relativi a lei sono scomparsi. Quella donna … è morta da tre anni e non ancora ho capito che cosa volesse da me. So solo che mi prese un giorni, chissà quale, e mi portò via con sé strappandomi dalla nostra famiglia. Ricordo che ero nel giardino a giocare quando la vidi apparire tra gli alberi e … era così bella che mi rimasi colpita dalla sua bellezza angelica.».

Ciel e Sebastian si guardarono di nuovo. Che storia strana.

« Non ricordo esattamente quello che successe in quel periodo in cui rimasi da lei. Non so dove mi portò. Io non riesco a ricordare. Ho come un grande buco nella mia testa che non riesco a riempire.  L’unica cosa che ricordo è quando mi rapì e poi quando scappai. Ma non penso che mi trattasse bene quella donna li. Quando mi risvegliai mi ritrovai in un vicolo di Londra vestita di un abito bianco ormai logoro, sporca e provata. Avevo quindici anni, e della mia vita non sapevo nulla, non avevo ricordo e non l’ho tutt’ora. Ma ero a Londra! La mia casa era lì! Non ci misi moltissimo per raggiungerla, certo se avessi avuto una carrozza ci avrei messo pochissimo. Ero entusiasta, davvero! Finalmente dopo dieci anni avrei rincontrato mamma, papà, tutti! Correvo, correvo per quelle campagne.. infondo la residenza era in periferia. Era dicembre ed era freddissimo ed io ero vestita con una semplice camicia da notte … sembravo una mendicante, ma questo non scalfiva affatto la mia allegria! Loro mi avrebbero riconosciuto sicuramente!», si fermò.
« Ma poi …» abbassò il capo «… lo vidi. Vidi il rosso, il fuoco le fiamme. Era la fine.».

A Ciel per poco non gli venne un colpo.
“L’incendio? Com’è possibile?” Si limitò a pensare. Assunse un’espressione spaventata, quasi come se anche lui riuscisse a vedere quello stesso fuoco. E quella fine che fece dopo. Le persone con le maschere, il dolore, il sangue, le violenze … no!

« La residenza era bruciata e distrutta.» la voce della ragazza lo risvegliò da quell’incubo.
« Rimasi a fissare quel fuoco fin quando anche l’ultima tegola, l’ultimo albero lì intorno fosse bruciato. Quella era casa mia, lì dove stavano tutti i ricordi, tutto l’amore. Tutta me stessa, i miei ricordi, tutto. Da lì in poi rimasi a mendicare come una poveraccia. Io la contessina Phantomhive, quella bambina gioiosa e felice non c’era più, la contessina che attirava l’attenzione e palazzo, era scomparsa definitivamente.
Per le strade di Londra non si faceva che parlare della morte dei “Cani da guardia della regina” ah! Se mamma avesse potuto leggere quel manifesto e quei giornali, si sarebbe infuriata, sai? Non aveva mai amato quel nomignolo. » sorrise.

Ormai Ciel era preso dal racconto della ragazza, così come Sebastian che, da semplice maggiordomo, non tradiva alcuna emozione.

« Quel giorno riuscii a comprare il giornale. “ Assassinio dei Phantomhive”,  così era il titolo. E poi quelle foto … Mamma, papà e un bambino. Ciel Phantomhive, figlio di Racheal e Vincent Phantomhive. » si avvertiva un velo di rabbia nelle sue parole.

« Sai Ciel, non ti nascondo che era davvero gelosa di te. Loro erano i miei genitori. E non so francamente, che cosa fecero per trovarmi, ma il fatto che fossi nato tu, bhè, mi urtava e non poco. Anche se il tuo cadavere non fu mai ritrovato, e anche se provavo gelosia dei tuoi confronti, sperai che tu fossi ancora vivo! Volevo conoscerti, infondo eri mio fratello. E fu questa la cosa che mi fece andare in banca, finalmente. Entrai nel mio conto che i nostri genitori mi avevano fatto e presi tutti i soldi che avevano messo da parte per me. Ero di nuovo ricca. Si! Affittai una camera ad un albergo londinese, comprai dei vestiti e feci tutto da sola. Ma nemmeno il tempo di iniziare la ricerca che sei riapparso. “Ritrovato Ciel Phantomhive, figlio dei Cani da guardia della regina”. Che felicità! Aveva qualcuno di nuovo!».
La ragazza prese la mano di Ciel che strabuzzò gli occhi non aspettandosi una reazione del genere.
« Non sapevo dove trovarti! Ma ogni 23 settembre, il giorno del mio compleanno, mi recavo qui in questo posto dove sorgeva la nostra casa. Ed oggi ho avuto una fortuna a trovarla bellissima, intatta come lo era una volta! Ho lasciato andare via la carrozza che mi aveva scortata qui … finalmente ti conosco, fratello!».

Avevano ancora le mani intrecciate.

A dire la verità Ciel era ancora imbambolato per la lunga storia della fantomatica sorella. Era così maledettamente … vera.
Ma non poteva caderci. Troppe volta già era caduto in situazioni poco convenienti.
Giocò d’anticipo.
« Se dici di essere mia sorella, nata cinque anni prima di me, dovresti conoscere chi era lo steward di mio padre, immagino. » fece un sorrisino.
« Il signor Tanaka, Ciel.» rispose
Affilò lo sguardo. « Perfetto. Sebastian, portalo qui.».
« Yes my l-».
« E’ VIVO?», gridò la ragazza spalancando gli occhi.
Ciel e Sebastian si guardarono.
« Mi stai dicendo che è vivo? Il signor Tanaka!? »
« Certo Lady. E’ vivo e vive con noi. Adesso lo chiamo. Con permesso.».
Il maggiordomo uscì dal salotto. Si allontanò leggero con ancora stampato in faccia quel sorriso arrogante di chi la sa lunga.
Perché? Lui sapeva?
Evidentemente si, Sebastian sapeva .

Bussò alla porta del vecchio che, di tutta risposta, aprì velocemente. Era intento a contare con un’antica calcolatrice le entrate e le uscite della casa.
« Dimmi, Sebastian», la sua forma grazie a Dio, era normale.
« Può venire con me? E’ urgente, la vuole il signorino» disse “Prima che si trasformi in quel pupazzo strano, signor Tanaka, sbrighiamoci!” pensò.
« Certo.», e sorrise.

Intanto Ciel non diceva una parola. Era intento a fissare quella ragazza e un vuoto ed uno strano dolore allo stomaco lo presero.
“Non è assolutamente possibile. Se Tanaka dice che lei è effettivamente mia sorella …”

« Signorino, mi ha fatto chiamare?».
Il signor  Tanaka irruppe nella stanza; era sulla porta preceduto da Sebastian. Entrarono tutti e due.
«Si, Tanaka. Riconosci questa Lady?», chiese Ciel.
Tanaka fissò la figura che le dava le spalle. Questa si alzò lentamente e piano, si voltò verso l’anziano maggiordomo.

« Signor Tanaka …» lo chiamò lei.
Tanaka per poco non si prese un infarto. Spalancò gli occhi. Nemmeno una parola.
« Tanaka! E’ vivo! Mi … mi riconosce?» fece lei avanzando entusiasta.
« Sign…signorina … è … è lei?» balbettò il povero vecchio
« Si, sono io!> gridò avanzando.
« Signorina Adrian! La credevano tutti morta! Io … io non riesco a credere ai miei occhi! È .. è un miracolo!» anche l’uomo prese a camminare verso di lei.
La ragazza corse tra le braccia del vecchio Tanaka.
« Che bello riverla Tanaka! » esclamò la giovane
« Il piacere è tutto nostro! La credevamo sparita nel nulla! Non si avevano più notizie di lei! Ma dove è stata? Ah, se i padroni potessero vedere come sei cresciuta diventando una bellissima Lady!»
I due si scambiardono un abbraccio interminabile.

Fino a quando …
*PUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUFFF !!! *

« Eh? » la presa della ragazza divenne più piccola e, al posto del vecchietto si ritrovò una sorta di pupazzo.
« Oh.oh.oh »
Una goccia si materializzò sulla testa della ragazza.

« Aahahahahahahah! Tanaka ma quanto è stupido! Ahahahah! Aveva questo vizio anche quando ero piccola! Ahahahahah! »
Iniziò a spupazzarsi quel vecchietto che intanto era diventato piccolo piccolo e a ridere come una matta.
L’altmosfera divenne improvvisamente ilare e strappò un sorrisino a Sebastian.

Ma Ciel, rimase a fissare la scena e, senza battere ciglio, rimaneva immobile.

« Non è possibile.», sospirò.



TO BE CONTINUED …

Angoletto dell’autrice!

Un po’ lunghi questi capitoli eh? Si, ma sto scrivendo la fan fiction della mia vita ahahha! Cercherò di ridurre il volume! T.T
Allora quel (*) si intende per il cane dei Phantomhive, di nome Sebastian. *piccolo spoiler inevitabile*
Il nome della sorella è Adrian … bhè, dato che la ficcy è la mia, perché non darle il mio nome in inglese? XD
Se avete dubbi, delucidazioni, scrivetemi!
Se avete da fare critiche su qualsiasi cosa (interente alla storia, sia chiaro) fatele! Che siano costruttive, eh?
 
COMMENTATEEEEEEEEE *____*

Baci a tutti :*

Kokomoriiiiii 
  
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