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Autore: ladyghostmilky    17/11/2011    0 recensioni
-La metterò al sicuro. Te lo prometto.-
Delicatamente Piton, prese la bambina dalle braccia di Alessa.
Alessa sospirò, prese una specie di diario, e lo diede a
Piton.
-Fai in modo che lo riceva...ti prego.- sorrise a Piton, mentre
prendeva il libriccino
e lo metteva in tasca.-Piccola mia.So che non capisci quello che ti sto
dicendo
ma ti voglio tanto bene...- sospirò sorridendo alla bambina
che batteva le manine divertita, capendo chissà che.
Sorrise alla madre, e poi a Piton ,quando la strinse sotto il suo nero
mantello.
-Severus vai. Te ne prego, adesso. Non voltarti, prima che io...io mi
penta...- si portò
una mano alla bocca dando le spalle all'uomo.
-Capisco il tuo dolore. Sarà al sicuro, e a undici anni,
frequenterà Hogwarts come previsto. Sarà proprio
come te, nei Grifondoro.-
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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5:L'identità di S.

Era sul letto, Hadel quando sentì un becchettare alla finestra.
Sobbalzò quando vide un gufo che stava picchiettando con il suo becco il vetro.
Guardò quell'animale con un sorriso dolce mentre andava ad aprire la finestra.
Era un gufo grigio con un mantellino, e su questo mantellino vi era lo stemma di Serpeverde.
-E...che?- si meravigliò la giovane mentre imitava il gufo che aveva preso a muovere la testa a destra e a sinistra.
Notò che teneva legata alla zampa una lettera che riconobbe subito dal sigillo.
-Oh, allora tu devi essere il gufo di S!-sorrise e si apprestò a prendere la lettera, mentre faceva entrare il gufo e chiudeva la finestra.
La lesse tutta. La lettera parlava del passato di S, e di come veniva preso in giro da molti studenti di Grifondoro.
Hadel rimase colpita da ciò che scrisse S, era praticamente quello che le facevano molte persone, compresa la sua sorellastra, la prendevano in giro per il suo aspetto e per i suoi poteri.
Si scusò anche per come si era comportato il professore, e parlava di lui, come se lo conoscesse molto bene.
-S conosce davvero bene il professor Piton, è come se fosse stata scritta da lui in persona...-rise e rise.
Mentre leggeva quella lettera, voleva avvicinarsi sempre di più a quella persona molto simile a lei.
Finì di leggere la lettera e la ripose assieme alle altre nella scrivania che vi era nella camera.
Aprì la finestra e fece andare via il gufo.
Hadel, sospirò, poiché il tempo passò molto velocemente.
Iniziò così a scendere le scale per i sotterranei. Il suo cuore batteva all'impazzata.
Sperava che S sarebbe andato, e sperava ancora di più di non finire nei guai con il professor Piton, lui non doveva sapere che aveva dato appuntamento ad S.
Harry Ron ed Hermione volevano andare a trovare la ragazza, per farle almeno un po' di compagnia. I tre erano in biblioteca che scrivevano una pergamena per Erbologia.
-Harry, pensi che Hadel sia ancora in punizione?-chiese Ron al ragazzo dai capelli neri il quale annuì.
-Si credo di si, Ron...- alzò un attimo la testa dalla pergamena per guardare negli occhi il rosso che era un po' preoccupato.
-Non possiamo andare a trovarla?- sbuffò Hermione anche lei preoccupata.
-E farci mettere in punizione Hermione?No, non sono d'accordo...-scosse la testa un po' intimorito Ron.
-Già...-sospirò Harry mentre si lasciava cadere in avanti sul grande tavolo.
-Secondo me, ci converrebbe aspettarla davanti l'entrata per i sotterranei..- cercò di spronare i due Hermione.
-Secondo me è meglio prima finire Erbologia e poi aspettarla alla torre...-annuì Harry quasi disperatamente.
-Antipatici...-sbuffò Hermione e continuò il saggio di Erbologia in silenzio.
Hadel era nei sotterranei, e il professor Piton non si era fatto vivo.
Lo stava aspettando davanti alla porta dell'aula, quando la giovane decise di entrare lo stesso.
Entrò e si richiuse la porta alle spalle. L'aula era buia e tutta in disordine.
-Da dove inizio?-si chiese quasi disperatamente.
Decise di iniziare spolverando i vecchi banchi.
Andò verso un armadietto per cercare un panno, ma non fece in tempo a mettere la mano sulla maniglia che la porta dell'aula di pozioni venne aperta e richiusa velocemente.
Hadel sobbalzò.
Si girò verso la porta per vedere una figura incappucciata.
-Hadel, sono io...S...-
Hadel sospirò.
-Non ti conviene stare qui, S. Te l'ho detto. Ho una punizione con il professor Piton...e...-
si preoccupò.
-Tranquilla, il professore è stato mandato a prendere delle erbe nella foresta proibita.
Abbiamo un po' di tempo...-
Hadel sospirò. -Spero solo che il vecchio Gazza non ci becchi...-scosse il capo guardando la porta con un po' di timore.
-Tranquilla, niente vecchio con gatto in giro...- annuì cercando di rassicurarla.
-Bene...allora...-sospirò Hadel cercando di vedere il volto di S, ma erano lontani dalla poca luce  che filtrava quel pomeriggio dalle sporche finestre dell'aula.
Hadel era molto agitata e a disagio, era molto timida e non sapeva che dire.
-Siediti..- le espose S tranquillamente.
Hadel si sedette su un banco che scricchiolò.
-S, vorrei parlarne con qualcuno...e...- cercò di iniziare la conversazione.
-So tutto. Il professor Piton si confida con me...-tagliò corto lui.
-Bene...ecco io...-
-So che ci sei rimasta male dal comportamento del professore, ma vedi...lui è fatto così...-
-Si, l'ho capito...però io non ho fatto proprio niente. E' per il fatto che io sia una Grifondoro?- sospirò quasi tremando.
-Lui, odia, i Grifondoro. Sicuramente sarà per quello...- annuì S però fece spallucce.
-Capisco, però secondo me non dovrebbe...ecco...-scosse il capo cercando di trovare una motivazione valida per cui il Professore non doveva avercela con i Grifondoro, ma non ci riuscì.
-Cambiando discorso. Vorrei sapere della tua infanzia...- annuì S, Hadel sobbalzò.
-Si. Non ricordo nulla di quando ero molto piccola. Ho vissuto la mia infanzia in un orfanotrofio, poi mi hanno adottata. La mia vita dai miei genitori babbani non è stata molto rosea. Un inferno. Li sentivo aver paura di me, decidere cosa era meglio fare, se affogarmi o abbandonarmi, o addirittura...bruciarmi..- Hadel stava quasi iniziando a piangere.
-So come ti senti. Molta gente ha pensato questo di me...- sempre in voce fredda però comprensiva disse il tutto S.
-Mi dispiace...-scosse il capo Hadel mentre una lacrima le stava quasi per scivolare da un occhio.
S, si avvicinò a lei e le scacciò la lacrima dagli occhi con l'indice.
-Vuoi sapere altro su di me?-chiese la ragazza mentre cercava di riprendere serietà e scacciare quella tristezza.
-Come mai non hai frequentato prima?-chiese S sospirando.
-Arrivò Silente quando compii undici anni, e beh...mi disse che dovevo aspettare...per un motivo che lui solo sa. Mi disse però chi ero...- la ragazza tremò.
-Ehi, non tremare...almeno sai che sei una strega, no?- le carezzò i capelli dolcemente S.
-Si, ma...-
-Niente, ma. Sei ad Hogwarts adesso, non devi sentirti a disagio per i tuoi poteri...-le disse iniziando a camminare per l'aula lentamente. Hadel rise.
-Cosa c'è da ridere?-si irritò un po' S.
-Niente, è che mi sembri il professor Piton da come ti muovi. Sai, mi sono accorta che tu devi ammirarlo molto, non è che vuoi assomigliare a lui?- rise dolcemente e S sospirò.
-Io trovo che sia un ottimo professore. Problemi con lui?- chiese dubbioso.
-Problemi?Si. Come ti ho già detto sembra che mi odi. Non so. Sembra quasi che voglia portarmi via la mia felicità...almeno da quanto mi da a vedere. Abbiamo caratteri troppo diversi, e credo che non potrò mai piacergli come studente. Alle volte, vorrei davvero che non ci fosse proprio, che sparisse da Hogwarts da un giorno all'altr...- si bloccò ricordandosi che S lo trovava un ottimo professore.
S non parlò ma fece notare che rimase un po' irritato dalle parole della giovane.
-M...mi dispiace aver detto così, ma lui mi ha trattata molto male. Anzi...-sorrise un po' tristemente e continuò a parlare. -Gli chiederò scusa per avergli risposto male.- annuì.
-Credo che gli darai motivo di averti più in antipatia, secondo me. Non c'è da chiedergli scusa per una cosa così banale...- sospirò e scosse il capo incappucciato.
-Banale?S, io vorrei capire perché il professore ce l'ha con me!Io capisco che ha un carattere che non piace a nessuno, ma non vedo perché dovrebbe odiarmi senza nessun motivo.
Se posso in qualche modo comprendere il professore, e cercare di fargli cambiare carattere, lo farò credimi, ma prima è necessario un dialogo tra me e il professore, giusto?-chiese Hadel impuntandosi un po'.
-Si, hai ragione. Il dialogo è quello che ci vuole. Però perché cambiare carattere?Beh, la vedo ardua, ma, io lo farò per te...- disse in tono molto serio alla giovane.
Hadel sospirò.
-No, io credo che il...eh?- lo guardò stupita. -...S...?Cosa?Tu non hai bisogno di cambiare carattere...- lo guardò non capendo.
S, si calò il cappuccio e andò sotto la poca luce delle finestre.
Hadel sobbalzò quando riconobbe i lineamenti del professor Severus Piton.
Hadel iniziò a piangere portandosi le mani al volto.
Non capiva. Era uno scherzo? Se lo era, era uno scherzo di cattivo gusto.
-Professore!E' uno scherzo, vero?Uno scherzo di cattivo gusto!- si irritò tra le lacrime.
Scosse la testa, Piton non parlò. Hadel capì che era tutto calcolato.
Il medaglione, il metodo di farle avere le lettere, le battutine per coprire la sua identità.
-Hadel...- sospirò lui serio. -Non è uno scherzo. Sono io, S...- lui fece un passo avanti.
-Perché?Perché...?-tremò lei mentre indietreggiava un po'.
-Capisco che tu non voglia darmi una possibilità perché sono un professore e...-
-Io...-scosse il capo piangente. -Non lo dica neanche per scherzo, professore...è IMPOSSIBILE darle una possibilità. I nostri ruoli...io...-scosse il capo disperatamente.
-Potremo anche far finta, Hadel...potremo avere una relazione segreta...- sospirò Piton freddamente.
-Già geniale!E se poi ci scoprono professore!?HA PENSATO A QUESTO!?- sbattè un piede impuntandosi.
-Ho già pensato a tutto, fidati di me, Hadel...-sospirò lui.
-Va bene. Mi fido di lei, professore...-tremò un po' preoccupata.
Si avvicinò timidamente a lui e lo abbracciò.
-Chiamami Severus quando siamo soli, Hadel.-
la ragazza annuì e lo baciò dolcemente guardandolo negli occhi.
-Però...io...-guardò per terra un po' titubante.
-Cosa c'è?- chiese lui.
-Mi hai trattata male, e...non ti dico di non continuare a farlo, perché so che è il tuo carattere, ma un po' meno potresti?-chiese dolcemente Hadel al professore il quale sorrise.
-Ti ho detto che piano piano inizierò a cambiare...-sorrise e le carezzò la mano.
Hadel sorrise e strinse forte la sua mano.
-So quello che ti serve per cambiare. Devi imparare a comprendere gli altri...-lo guardò negli occhi e lui scosse il capo in una negazione convinto.
-Non voglio che tu cambi, però...credo che dovresti essere severo al punto giusto, e di non trattare gli studenti come macchine...-sospirò la ragazza.
-So che non ti va a genio questo mio comportamento, ma ormai...-
-Capisco...-sorrise e sospirò.
-Dovrò purtroppo comportarmi come sempre con te...-sospirò.
-Lo so, per coprire la cosa giusto?- sorrise Hadel dolcemente mentre carezzava la mano di Piton.
-Come, siamo, perspicaci, eh?- le chiese ironicamente e la guardò esasperato.
-Già, lo sono fin troppo...-rise lei dolcemente.
-Mi dispiace doverlo fare però...-
-No, non ti preoccupare. Ah, Severus...vorrei che mi promettessi che non te la prenderai molto con Harry Ron ed Hermione...potresti...?- chiese un po' con paura di una sua negazione.
-Per l'astuzia di Salazar Serpeverde...e io che ci stavo prendendo gusto...-scosse il capo sospirando. -...vedrò quello che posso fare...-sospirò Piton.
Hadel sorrise e gli diede un bacio sulla guancia.
I giorni passarono e Hadel e Piton erano sempre in disaccordo e lui la metteva sempre in punizione per avere la possibilità di starle accanto.
-Hadel, non dovresti argomentare più del dovuto con il professor Piton, ti mette sempre in punizione!E non va bene!-sbuffò Hermione preoccupata per la ragazza.
-Hermione, mi dispiace. Saremo sempre in disaccordo io e lui, non ci posso fare niente...-sospirò Hadel facendo spallucce.
-Almeno cerca di non attaccarlo su cose che sai che potrebbero dargli fastidio.- pigolò
Ron.
-E che divertimento c'è se non posso farlo arrabbiare?Io mi diverto a punzecchiarlo...-rise e rise.
-Però ci fai perdere punti, Hadel...-sospirò Harry.
-Già...mi scuso...-sospirò Hadel.
-Non ti preoccupare Hadel, non è colpa tua...-sorrise Hermione dandole una pacca sulla spalla.
-Adesso vado. Devo consegnare il compito a Piton...il mio non l'ho consegnato in tempo e mi ha dato  trenta righe in più...-sospirò.
Hadel andò verso i sotterranei.
-Povera Hadel...-sospirò Hermione.
-Hermione..?Non ti sembra che Hadel adesso sia un po' troppo sicura di se?Le prime volte non riusciva e non voleva tenergli testa... e diceva di odiarlo....mentre...-
-Oh, Harry. Si lo so. Si è solamente accorta che può farcela. Anche se non mi piace che ogni volta venga messa in punizione...-sospirò Hermione scuotendo il capo e assottigliando gli occhi.
-Andiamo ragazzi, o faremo tardi ad Erbologia...-sospirò Ron.
Hadel passava molto tempo in sala pozioni e anche nella stanza del professor Piton, ma  nessuno lo sapeva, Piton e Hadel riuscivano a mantenere la cosa segreta.
Hermione e Harry stavano passeggiando quel pomeriggio per il cortile di transfigurazione.
Notarono Hadel che stava puntando la bacchetta contro Malfoy.
-Hadel!- sussurrò Harry correndo assieme ad Hermione verso di lei, mentre Malfoy rideva e canzonava Hadel.
-Non ti sembra di dar fastidio al professor Piton?Ti fai mettere sempre in punizione e lo dice anche lui che è stanco delle tue bravate, Schifosa Grifondoro!-
Hadel scosse il capo.
-Tu non sei il Professor Piton, e anche se fosse?Dovrebbe LUI smettere di importunare me e di conseguenza comportarsi equamente!Si!Comportarsi equamente con tutte le altre case!Non solo privilegiare la sua casa!- sbuffò con la bacchetta in mano.
-Sentitela!Girano anche voci che tu ti sia innamorata di lui!-
Hadel sgranò gli occhi e poi si mise a ridere.
-IO?!Di LUI?!Stiamo scherzando?!Lo sanno tutti che odio OGNI SINGOLO Serpeverde di questo mondo!- ringhiò e si adirò.
-Cos'è...la tua mammina era Serpeverde?Oppure il tuo paparino?Oppure è solo invid...-
-STUPEFICIUM!- urlò la ragazza.
-Mia madre, era una bravissima e bellissima Grifondoro!E....IO NON HO UN PADRE!NON CE L'HO!CAPITO?!CAPITO!?- si gettò su di lui e lo prese per la cravatta e iniziò a scuoterlo.
-Signorina Jones!-urlò una voce.
Hadel si sorprese, era il professor Piton.
Si alzò e guardò Piton negli occhi un po' spaventata.
Harry ed Hermione restarono fermi, volevano intervenire ma videro che Hadel ce l'aveva fatta da sola.
-Professor Piton!Jones!Si!Lei!Mi ha insultato pesantemente e mi ha schiantato...io le ho detto che non si attacca all'improvviso uno studente....e lei...ha continuato...-piagnucolò Malfoy.
-Signorina Jones. Stasera, in punizione nei sotterranei. Lei signor Malfoy, in infermeria...scattare....- disse freddamente e arcignamente il tutto.
-Pro...-Harry stava per dire qualcosa quando Piton con uno scatto si voltò verso di lui ed Hermione.
-E voi due non c'entrate niente. Andate, prego...-
-Una foto professor Piton!- una voce e poi un Flash prima che Piton potesse voltarsi verso la voce che si sentì dietro una grande macchina fotografica.
-Colin...-sospirò Harry preoccupato.
Piton strinse gli occhi a fessure.
-Niente,foto,grazie.- apostrofò arcignamente prendendo e buttando la macchina fotografica per terra, rompendola.
Harry ed Hermione sobbalzarono mentre Hadel sospirò.
Se ne andò sempre in malomodo Piton, mentre Colin Canon prese la sua macchina fotografica e andò via un po' triste.
Hadel, stava piangendo scuotendo il capo una volta da sola con Harry ed Hermione.
-Cosa ti prende, Hadel?-chiese Harry.
-Niente. Niente...-scosse il capo -...E' solo che non mi piace che gente che non sa, si permetta di parlare dei miei genitori...-sospirò.
Hermione le si avvicinò lentamente.
-Che tipi erano i tuoi genitori?Te li ricordi?-le chiese dolcemente.
-No. Non li ricordo. Mia madre...solo in foto. Mio padre...beh non ne voglio parlare. Io non ho un padre...-scosse il capo quasi adirandosi.
Hermione indietreggiò un po' tristemente.
-Hermione, scusami davvero...ma non mi va di parlarne...-scosse il capo.
-Ti capisco...-sospirò Hermione. -I miei invece sono dentisti...-ridacchiò lei.
-Hadel, invece i miei sono morti, sono stati uccisi...-sospirò Harry.
-Oh, Harry, mi dispiace...-gli prese le mani.
-No non ti preoccupare Hadel...-sorrise un po' tristemente Harry.
-Chi è stato?-chiese lei quasi come se la cosa fosse successa da poco.
-Un mago potente...che si fa chiamare Lord Voldemort...-
Hadel impallidì, e lasciò le mani di Harry lentamente, era come in trance.
I suoi occhi sbarrati che guardavano Harry, il quale era incredulo.
-Hadel..?Tutto bene?-chiese preoccupato Harry mentre metteva le mani sulle spalle della ragazza.
-Non toccarmi!NON TOCCARMI!Vattene!-gli urlò scappando via, piuttosto arrabbiata.
-Hermione, non vi capisco...voi ragazze siete così...isteriche alle volte!- si spaventò un po' Harry.
Hermione impallidì.
-Forse si è arrabbiata perché non gli e lo hai detto prima...-sospirò facendo schioccare la lingua e ricominciò a riprendere colore.
Quella sera a cena, Hadel era seduta davanti ad Harry ed Hermione era accanto a lei.
-Hadel...-sospirò Hermione.
-Si, Hermione?-chiese cortesemente la ragazza come se quello che era successo quel pomeriggio lo aveva come rimosso.
-Beh, stasera...tu hai una punizione con Piton, giusto?-chiese la ragazza titubantemente.
-Si. Cosa c'è?-non capì.
-Oggi pomeriggio...sai...l'incidente con la macchina fotografica...-
-Ah si!Quello!Harry mi ha detto che sei scappata...cosa ti è preso, Hadel?- chiese Ron inserendosi al discorso delle due. Hadel lo guardò malissimo.
-Scusami Ron, ma non sono fatti che ti interessano... Hermione...stavi dicendo?-chiese cambiando umore.
-Beh, volevo chiederti se potresti distrarre il professore mentre io Harry e Ron andiamo a mettere a soqquadro la dispensa con gli ingredienti per le pozioni...sai per fargliela pagare...-sorrise.
-Va bene. Distrarrò il professor Piton, ma voi non mettetevi nei guai...-rise e rise stringendo le mani dell'amica.
Harry non parlò, ma si chiedeva come mai Hadel aveva avuto quella reazione contro di lui al sentir il nome di Voldemort.
Decise che l'indomani avrebbe comunque chiarito la questione, anche se Hadel sarebbe stata riluttante a farlo da come la vedeva lui.
Una volta finita la cena, Hadel salutò Hermione e Ron, non contando Harry.
-Guardala Hermione!Non le ho fatto nulla, ho solo detto che Voldemort...ehm...Noi Sappiamo Chi, ha ucciso i miei genitori...e ce l'ha con me adesso...-sospirò un po' innervosito, e si corresse perché vide che i suoi compagni restarono quasi basiti.
-Andiamo, Harry....-sospirò Ron.
Harry Ron ed Hermione corsero via per i corridoi e andarono nel dormitorio maschile.
Per fortuna non vi era nessuno ancora e Harry prese il suo mantello.
-Mi raccomando. Niente incantesimi sotto il mantello!- rammentò Hermione ai due suoi amici che annuirono.
Harry e i suoi due amici e sgusciarono via senza far rumore.
Scendevano le scale con la paura che qualcuno li sentisse.
I ritratti però, dormivano della grossa e quindi i tre non sentirono nulla oltre al
russare continuo di ognuno dei signori che vi era su ogni quadro.
-Guardate!Russano tutti come tromboni!- ridacchiò Ron beccandosi una gomitata da
Hermione.
Continuarono a scendere sperando proprio di non incontrare Gazza, però fu in quel momento che Hermione sobbalzò vedendo la gatta di Gazza.
-Oh Miseriaccia, adesso ci scopre!Adesso ci scopre!- piagnucolò sottovoce Ron con una faccia alquanto disperata.
-Zitto!- lo sgridò Hermione.
Passarono silenziosamente il gatto, anche se questi soffiava e miagolava stranamente.
Trovarono la dispensa di Piton.
Aprirono la porta ed entrarono dentro. Una volta dentro, uscirono da sotto il mantello.
-Eccoci...-sospirò Hermione.
-Dai sbrighiamoci...- ammise con fretta Ron.
-Abbiamo tutto il tempo, Ron!- scosse il capo divertita Hermione.
Hermione iniziò a mischiare gli ingredienti e a fare davvero un caos nella dispensa.
Dopo pochi secondi, la ragazza sentì un rumore strano.
I tre si misero in allerta.
-Ragazzi è meglio filare, e alla svelta...-deglutì il rosso.
-Hai ragione, Ron...forse è meglio...-annuì Harry.
Hermione raggiunse i due e di nuovo sotto il mantello iniziarono a percorrere
il percorso a ritroso.
Sentirono Hadel piangere mentre passavano.
Harry era tentato di entrare.
-Harry no!- sbuffò Hermione.
-Ma...- cercò di ribattere.
-Harry, amico...lascia perdere per una volta ti prego...-annuì Ron preoccupato di essere beccato.
Harry sbuffò e tirò dritto.
Tornarono nel dormitorio, in sala comune non c'era anima viva.
Scivolarono via da sotto il mantello.
Dopo pochi istanti tornò Hadel con gli occhi rossi.
-Ehi Hadel...successo qualcosa?Il professore ti ha maltrattata?- chiese Hermione
preoccupata.
-No, sto bene Hermione, sto bene. Non ti devi preoccupare...-sorrise.
-Scusaci se siamo preoccupati per te, eh!- si innervosì Harry.
-Tu non puoi parlare!Non hai voce in capitolo. Non dovresti neanche preoccuparti per me!-sbuffò in preda all'ira.
-Cosa diamine ti prende, eh!?Solo perché ho detto che Voldemort ha ucciso i miei, ti sei arrabbiata con me?!Cos'è hai paura a starmi accanto?Hai paura di lui?!
Beh allora te lo ripeto mille e cento volte il suo nome: Voldemort VOLDEMORT, VOL-DE-MORT!- le urlò contro.
-BASTA!-urlò Hadel dandogli uno schiaffo.
Harry sospirò.
-S...scusami Harry...-singhiozzò e scappò via piangendo.
Hermione e Ron rimasero scioccati.
-Scusatemi ragazzi...buonanotte...- spiccicò Harry prima di andare verso il dormitorio maschile di Grifondoro.
-Notte Harry...-sospirò Hermione mentre scosse il capo.
Quella sera Harry dormì malissimo. Se Hadel d'apprima gli parlava poco, adesso non gli avrebbe sicuramente rivolto la parola, lo avrebbe sicuramente ignorato.
  
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