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Autore: LeftEye    17/11/2011    3 recensioni
Cercò di riportare alla mente cosa avesse visto nel sonno di tanto sconvolgente da farlo svegliare di soprassalto, ma tutto ciò che vedeva ancora del sogno erano degli occhi rossi.
Tanti occhi rossi.
E anche… ora ricordava! Una giovane donna.
***
Fanfic corretta e modificata! Il pianeta Vegeta è alle prese con un virus che trasforma tutti in zombie, come andrà a finire?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Livello uno: scintilla



Nello stesso preciso istante, in un’ala riservata del sontuoso edificio, c’era qualcun altro che era stato destato dal proprio sonno, e non da sogni indecifrabili.
«Mio Signore, sono desolato di disturbarvi a quest’ora, ma ci sono giunte voci di una rivolta che un gruppo di Saiyan ribelli sta organizzando.»
Ginger, una spia che si era infiltrata tra un gruppetto di recidivi per conto di Freezer, era appena tornata dalla sua missione per esporre il solito rapporto, ma con tre giorni d’anticipo e ad un’ora certamente inadeguata.
Tuttavia, Lord Freezer apparteneva ad una razza che non necessitava di molte ore di sonno, ancora meno di quelle bestie dei Saiyan, e non si dimostrò abbastanza infastidito perché Ginger dovesse temere di perdere la vita di lì a pochi istanti.
Le notizie che aveva portato interessavano il suo padrone, che se ne stava seduto su una sedia dal taglio barocco, importata da chissà quale pianeta, ora distrutto o abitato da soli schiavi.
Non la guardava in faccia, ma un ghigno gli illuminava il volto scarno e dalla pelle grigiastra, cadaverica.
«Bene, mia cara Ginger, hai fatto bene a venire subito. Questo mi fa pensare che sia giunto il momento di sperimentare il mio nuovo giocattolo.»
Ginger deglutì nervosamente; non sapeva esattamente perché si trovasse lì, a spifferare tutto a quello che era considerato dalla sua razza il nemico più odiato. Sapeva solo che sua sorella minore, Kauli, si trovava in qualche cella sotterranea, o all’interno di qualche botola nascosta, incatenata e sottoposta a terribili torture.
La lasciavano in pace per qualche giorno, addirittura per una settimana, se lei riferiva notizie interessanti ed utili.
Kauli aveva solo sei anni.
Ginger si guardò bene dal domandare quale fosse il “nuovo giocattolo”, ma il tono in cui Freezer pronunciò quella frase la fece rabbrividire e, per una come lei, ce ne voleva per provocarle una reazione del genere.
«Vattene» la congedò bruscamente. «Ah, tua sorella è libera. Può tornare a casa... e nemmeno tu mi servi più.»
La ragazza si sentì mancare il fiato dalla felicità e i suoi occhi brillarono di commozione, ma non disse niente.
Non doveva nulla a Freezer: ringraziarlo sarebbe stato troppo; inoltre, quando uscì dalla stanza, si rese conto che qualcosa non la convinceva.
Perché Freezer aveva liberato sia lei che la sua sorellina senza prima chiederle di fare qualcos'altro? Non era certo il tipo da concedere la grazia pura benevolenza.
Che cosa avrebbe comportato il suo tradimento, per il suo popolo?
Un nodo le strinse la gola quando realizzò che presto sarebbe successo qualcosa di terribile.
Forse avrebbe dovuto avvertire qualcuno, ma non conosceva nessun Saiyan che potesse prendere provvedimenti al riguardo. Il principe Vegeta era il più forte tra loro, ma era praticamente impossibile riuscire ad avvicinarlo.
Ciononostante, quando poté finalmente riabbracciare Kauli, i suoi timori le passarono di mente, e dedicò tutta la sua attenzione alla sorellina.


Lord Freezer aveva avuto, al contrario di quanto si potesse pensare, un buon risveglio. Da tempo aspettava che gli si presentasse un’occasione del genere, un qualsiasi pretesto per sperimentare un nuovo prodotto di laboratorio che gli avrebbe finalmente dato il controllo totale su quelle bestie indomite che erano i Saiyan.
L'idea di avere controllo su tutti i Saiyan, di essere l’unico a detenere il potere di manovrarli come burattini, a suo piacimento, senza rischio di pericolose ritorsioni, gli trasmetteva una piacevolissima sensazione che mai, un essere appartenente alla sua razza dal sangue freddo, avrebbe potuto sperare di sperimentare.
Quelli che erano i guerrieri più forti – e stupidi – delle Galassie attualmente conosciute, erano la fonte di molte sue vittorie, ma quando diventavano turbolenti e arroganti potevano portare disturbo, dunque era giunto il momento di mettere un guinzaglio più stretto attorno al loro collo fiero e nerboruto.
A lungo tempo aveva cercato una soluzione per mettere definitivamente ai suoi piedi quel popolo combattente e testardo in modo facile e sicuro: dal momento che Freezer non aveva intenzione di gestire le persone con le buone, se non con la corruzione, e che tentare di ricattare i Saiyan era praticamente impossibile – tranne per qualche eccezione, come Ginger –, la faccenda si faceva complicata, ma poi uno dei suoi scienziati gli aveva presentato un’idea a dir poco innovativa.
Riteneva che il suo impero non avesse bisogno di progredire nella tecnologia, se non quella delle armi, ma si serviva di medici e ricercatori unicamente per diletto: gli piaceva vedere due esseri di razze diverse unite in una sola, abominevole e terrificante, grazie a qualche trucchetto di genetica, o anche con un semplice taglia e cuci; provava un sadico piacere, poi, nel vederlo combattere con un altro mostro, o con un essere più debole.
Sì, c’erano tante cose che sapevano far divertire Lord Freezer, come anche portarsi in camera da letto un paio di ragazze.
La sua razza non apparteneva alla specie dei mammiferi – sarebbe stato disgustato da se stesso alla sola idea – ma gli interessava il modo in cui quegli sporchi animali si riproducevano, dandosi allo stesso tempo piacere l'un l'altro.
Lui si sedeva in un angolino e guardava, lì sul pavimento, quello spettacolo bestiale che era l’accoppiamento tra un uomo – di solito un Saiyan di basso livello – e una donna – spesso una cosina fragile e piagnucolosa, facile a rompersi, o una volgare sgualdrina affamata, che entrava arrogante e presuntuosa ed usciva a testa china –, o tra due uomini, due donne, tre, quattro, sopra, sotto, dietro, insomma, un po’ di tutto.
Spesso, durante l’amplesso, i poveri malcapitati sentivano una risata provenire dalle labbra di Freezer, che li terrorizzava: non sapevano mai se sarebbero usciti vivi da quella stanza e trovava terrificante quel suo depravato passatempo.
Lo scienziato che aveva convocato entrò nella sala del trono, avvicinandosi timidamente.
«B.» lo interpellò Freezer, chiamandolo con la sola iniziale del nome, come a ricordargli che non aveva identità se non con il suo permesso. «Ricordi quel progetto che ti avevo commissionato qualche mese fa? Quali risultati hai ottenuto?»
«Ho sperimentato il batterio su topi da laboratorio» riferì l’anziano uomo che, non appena si metteva a parlare del suo lavoro, perdeva ogni timore e si rivolgeva a chicchessia con tono neutro, tranquillo. «Ho dovuto sopprimerli tutti tranne uno, erano diventati incontrollabili e c’era il rischio che spaccassero il vetro delle gabbie. Il virus ha avuto su di loro effetti veramente… sconvolgenti.»
«Quali sono i sintomi?»
«Inizialmente, un rigurgito di sangue e bava alla bocca, come i sintomi dell'idrofobia, poi è sopraggiunta una rabbia incontrollata, aggressività e… cannibalismo. Ma, la cosa più interessante, è che quando un topo infetto ne attaccava uno sano, se non riusciva a smembrarlo completamente, questo restava a terra per qualche istante, come morto, ma poi si rialzava e, nonostante le gravi ferite ricevute, si comportava come l’aggressore, senza dare alcun segno di debolezza, e presentando una coagulazione istantanea di tutto il sangue. Ho fatto l’autopsia di uno dei cadaveri e questa coagulazione si ritrova in tutto il circolo sanguigno, cosa assolutamente impossibile, per un essere vivente. Teoricamente, il topo doveva essere morto già da un pezzo. Non riesco a capire di che genere di virus si tratti, dunque non posso nemmeno trovare un vaccino, anche se, dalle ultime analisi fatte, il topo superstite sembra non aver contratto la malattia: probabilmente è un portatore sano.»
«All’antidoto ci penseremo dopo. Voglio che tu sperimenti il virus su di un Saiyan» annunciò secco Freezer, lasciando lo scienziato sbigottito.
«Ma Lord Freezer, è una follia! Se un topolino è riuscito a sfondare una scatola di plexiglas, cosa mai potrà fare un Saiyan infetto? Se solo dovesse graffiare un altro essere, si scatenerebbe un contagio immediato e letale!»
Ricevette un’occhiata gelida e il gattino nero che portava accovacciato sulla spalla miagolò, spaventato. B. gli accarezzò il capo, tirando su una grossa boccata di fumo dalla sigaretta che teneva penzoloni sulle labbra.
«Tu fai quello che ti dico io. Non credo ti sia mai stato permesso di replicare ad un mio ordine, vecchio.»
«Chiedo perdono, Lord Freezer. Farò ciò che mi avete chiesto, Signore. Chi devo usare come cavia?»
«Come cavia, dici? Te ne manderò una oggi stesso.»
Sogghignò, pregustando lo svago che lo aspettava, poiché non aveva alcuna intenzione di usare un Saiyan come cavia, ma come untore.
Avrebbe risparmiato Vegeta, la migliore delle sue creazioni: lo avrebbe tenuto al proprio fianco per osservare da vicino quale sarebbe stata la sua reazione, ovvero se avrebbe assistito in modo freddo e passivo alla trasformazione dei suoi simili in cani da guardia privi di volontà o se avrebbe tirato fuori da un angolo remoto della sua anima nera un piccolo accenno di spirito patriottico e avrebbe anticipato, rischiando un penoso insuccesso, di salvare il suo popolo.
Il ghigno di Freezer si allargò in un sorrisetto divertito e malizioso: sapeva già qual era la risposta.
Vegeta non era tanto stupido da sacrificarsi per un branco di scimmioni semplicemente perché condivideva con essi una parte di DNA, né da lasciarsi sfuggire la sua unica occasione per fronteggiare il suo padrone.
Freezer fremeva di trepidazione, in attesa del giorno in cui il principe non gli sarebbe stato più utile e avrebbe dunque deciso di farlo a pezzi, facendogli provare quel tipo di morte lenta ed estremamente dolorosa che Vegeta stesso aveva inflitto, sotto suo ordine, a centinaia di vittime.
   
 
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