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Autore: jessica80    17/11/2011    3 recensioni
Fragile e trasparente come cristallo, questa è la vita di Sarah a 15 anni di distanza dal suo "sogno" di Labyrinth. Ma è stato davvero un sogno?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Allora ragazzi, questa sarà la vostra stanza.-
Karen aprì la porta di quella che una volta era la camera di Sarah, poi rivolgendosi alla ragazza, continuò con un sorriso.
– Tu la dovresti conoscere molto bene.-
Sarah non rispose, limitandosi ad entrare.
Era rimasto tutto come allora: lo scaffale con i suoi libri, la toletta con le sue boccette di profumo, l’armadio; solo il letto era stato sostituito con uno matrimoniale, mentre il comodino era stato spostato sotto la finestra.
Poi Karen si rivolse a Rose prendendola per mano.
- Tu invece signorina dormirai da questa parte.-
Disse, accompagnandola nella stanza degli ospiti, di fianco a quella dei genitori.
La bambina gridò di gioia quando vide la sua cameretta.
Dalla soffitta erano stati recuperati i giocattoli che una volta appartenevano a Toby e a Sarah: un cavallo a dondolo, le bambole, un carillon dalla dolce melodia  con una ballerina vestita di bianco. Con una mano Sarah sfiorò i peluches che erano stati posti con cura sopra una mensola, soffermandosi su uno in particolare.
- Lancillotto…-
Sospirò immersa nei ricordi.
Jack la guardò per un istante in silenzio, rivolgendo poi l’attenzione a sua figlia.
- Ti piace la tua cameretta amore mio?-
Chiese mentre le accarezzava i capelli.
– Che ne dici di ringraziare i nonni?-
La piccola si voltò verso Karen.
- Grazie nonna.-
Robert si affacciò improvvisamente alla porta.
- Beh? Non vorrete mica rimanere rinchiusi qui dentro per tutta la giornata spero! Ho una fame…-
Sarah si voltò verso Jack sorridendo, era davvero felice di rivedere i suoi cari dopo tanto tempo. Suo padre non era mai stato molto espansivo e spesso le sue poche parole inducevano sua figlia a credere che a quell’uomo non importasse nulla di lei. Era tutto il contrario di sua madre, donna di mondo, di carriera e carismatica.
Linda ormai era sparita da tempo e il suo posto di moglie, di madre e di nonna era stato definitivamente sostituito da Karen.
Alcune voci sostenevano che avesse avuto un figlio da Jeremy ma Sarah non aveva mai avuto né la voglia, né la forza di indagare.
Linda aveva letteralmente tagliato fuori Sarah dalla sua vita.
La ragazza, d’altro canto, aveva dovuto adeguarsi alla situazione serbando però nel cuore un rancore represso di cui lei stessa non si rendeva conto.
- Nonno, ho tanta fame!-
Esclamò Rose saltellando verso Robert.
 
La giornata era trascorsa in maniera tranquilla e Toby era rientrato da scuola nel tardo pomeriggio felice di rivedere sua sorella.
Per quasi tutta la cena suo fratello aveva parlato con Jack di baseball, il suo sport preferito.
Toby e Jack erano sempre andati molto d’accordo e Sarah non poteva negare che suo marito ci sapeva davvero fare con quel ragazzo.
Karen e Robert avevano raccontato a Jack, per l’ennesima volta, di quanto Sarah amasse la recitazione quand’era ragazzina, dell’amore per i costumi e della gelosia per i suoi balocchi.
Linda Williams, famosa attrice, non veniva mai menzionata in questo genere di discussione e la ragazza era grata per questo.
-Perché hai smesso di recitare?-
Chiese improvvisamente Jack mentre si accomodava sul divano del salotto.
Sarah era seduta su una poltrona di fronte a lui.
In effetti nessuno le aveva mai posto questa domanda.
Cosa avrebbe dovuto rispondere?
Sai, ho desiderato che mio fratello fosse rapito dai goblins...
Magari aggiungere anche un breve racconto sulla sua avventura e di quanto importante fosse stato recitare la parte dell’eroina in quel momento.
No, decisamente non era una soluzione e nessuno le avrebbe mai creduto.
- Sì Sarah.- Intervene Karen. – In effetti un giorno, di punto in bianco, hai deciso di portare costumi e balocchi in soffitta. Davvero un cambiamento repentino…-
Sarah, torna in camera tua, va a giocare con i tuoi balocchi e i tuoi costumi, dimentica il bambino”.
Scosse la testa per ricacciare indietro quel ricordo.
- Mi ero improvvisamente resa conto di essere cresciuta Karen.-
Rispose Sarah in maniera decisa.
Con una mano si scostò una ciocca di capelli dal volto, riportandola dietro l’orecchio e abbassando lo sguardo.
Poi con voce più bassa continuò:
– Avevo un fratello a cui badare nelle sere in cui tu e papà uscivate e dovevo impegnarmi per essere un esempio per lui. Tutto qui.-
Aveva detto la verità, ma non aveva raccontato tutto. Ovviamente non poteva.
Non hai che da temermi, amarmi, fare ciò che io ti dico e io diventerò il tuo schiavo”.
Dannazione, sempre quel maledetto ricordo del re dei goblins che le martellava nella mente, non ne poteva più.
E se il labirinto fosse stato in pericolo? Se fosse successo qualcosa ai suoi amici?
Doveva contattarli al più presto.
Si alzò dalla poltrona sotto lo sguardo preoccupato di suo marito.
Jack riusciva sempre a capire quando qualcosa non andava semplicemente guardandola negli occhi.
- Sarah, va tutto bene? Sei strana, non vorrei…-
- Sì Jack sto bene. Abbiamo fatto un lungo viaggio e ora sono semplicemente stanca. Scusate…-
Si voltò verso i suoi familiari e li liquidò con uno sguardo prima di salire le scale e rifugiarsi in camera.
Chiuse la porta della stanza appoggiandosi contro di essa con la schiena.
Chiuse gli occhi e per un istante si pentì del suo atteggiamento.
Aveva reagito ad una semplice domanda come una stupida, come una ragazzina viziata di quindici anni.
Jack non aveva nessuna colpa, lui non sapeva nulla dei suoi ricordi e delle sue scelte.
Tu non hai alcun potere su di me”.
I ricordi, quei ricordi, la irritavano.
Ora aveva lasciato suo marito al piano di sotto con i suoi familiari e con l’incombenza di mettere a letto Rose, mentre lei si comportava così.
D’altro canto, se voleva contattare Hoggle al più presto non aveva altra scelta.
Si avvicinò alla toletta, si sedette e fissò lo specchio di fronte a lei.
- Hoggle, Hoggle mi senti…-
Con una mano sfiorò la sua immagine riflessa mentre, a poco a poco, appariva il volto del nano.
In pochi istanti due occhi azzurri come il cielo la fissarono.
- Certo che ti sento, non sono mica sordo!-
Rispose Hoggle seccato.
– Finalmente ti sei ricordata che esisto pure io. Credevo fossi stata sbranata da un orso o peggio ancora, da quel pivello di tuo marito.-
Sarah gli sorrise.
- Beh, adesso non esagerare. A Memphis non ci sono gli orsi e Jack mi ama! La verità è che chiunque avessi sposato a te non sarebbe andato bene comunque. Tu piuttosto come stai? Va tutto bene?-
Hoggle uscì dallo specchio e si sedette sul bordo della scrivania, le gambe penzoloni. Puntò un dito contro Sarah alzandolo ed abbassandolo mentre parlava.
- Di un po’ signorina, tu come mi vedi, eh? Ti sembra che stia male? Ti sembra che abbia una brutta cera?-
Sarah gli bloccò la mano stringendola con affetto tra le sue, guardandolo teneramente.
- No amico mio, devo riscontrare che stai benissimo. Ho solo fatto un brutto sogno e credevo…- Distolse lo sguardo da quello del nano, ricordare il re le faceva male.
- E credevi?- La incalzò Hoggle. Sarah riportò lo sguardo su di lui
- No niente, non credevo niente. Ludo Ambrosius e Sir Dydimus? Stanno tutti bene?-Il nano divincolò la mano dalla stretta di Sarah, cominciando a gesticolare con le braccia in aria, spazientito.
- Ma certo che stiamo tutti bene, ma ti pare? Se fosse successo qualcosa ti avremmo avvisata e, credimi, saresti stata la prima a saperlo. Ma cosa sono tutte queste domande sulla salute?-
Forse avrebbe potuto raccontare a Hoggle del suo incubo, magari l’avrebbe aiutata ad interpretarlo. O forse erano solamente semplici presentimenti senza senso. Prima però doveva sapere.
- E… lui come sta?-
A questa domanda il nano si puntellò le mani sui fianchi, serio.
- Lui chi?-
Sarah piegò la testa da un lato, il tono incerto.
- Sai perfettamente di chi sto parlando Hoggle, del tuo re.-
Hoggle scese dalla toletta con un balzo e andò a sedersi sul letto.
- Perché vuoi sapere come sta? Non mi hai mai chiesto di lui prima d’ora…-
Sarah andò a sedersi sul letto di fianco a lui.
- Non c’è un motivo preciso, solo curiosità.-
Rispose alzando le spalle in finta indifferenza. Hoggle si grattò una guancia pensieroso.
- Se c’è una cosa in comune tra te e Jareth è proprio il fatto che nessuno di voi due fa mai niente senza un motivo.-
Lei non rispose e si limitò a sorridere.
- Comunque lui sta bene. A causa dei desideri degli umani è sempre un va e vieni tra il sopramondo e il sottosuolo, ma va bene. Tutto nella norma. Ora… - Le disse guardandola dritto negli occhi.- Mi vuoi dire cosa c’è? Che sogno hai fatto?-
Sarah abbassò la testa mentre stringeva le mani l’una nell’altra, nervosamente.
- La verità Hoggle è che la mia vita è troppo perfetta.-
L’amico la guardava attentamente, valutando ogni parola come una perla preziosa. Sarah, dopo un primo momento di esitazione, continuò:
– Jack non mi fa mancare nulla, mi ama e adora sua figlia. Rose è una bambina sana, intelligente, felice. Economicamente stiamo bene, non abbiamo problemi ma mi sembra tutto così surreale, così forzato…-
Hoggle appoggiò una mano rugosa su quelle di lei.
- Volevi forse essere infelice? Da quello che so hai già sofferto abbastanza nella tua vita Sarah. Essere felice non era quello che volevi veramente? Avere una bella famiglia, essere amata, amare…-
Sarah alzò la testa ed incontrò lo sguardo dell’amico.
- Sì Hoggle, avere una famiglia felice era tutto ciò che volevo ma…-
In quel momento Sarah sentì la voce di Jack che salutava i suoi genitori e Rose che dava la buonanotte a tutti.
Molto presto sarebbero saliti.
- Hoggle, sta arrivando mio marito, devi andartene. –
Si alzarono in fretta dal letto e Hoggle ritornò dentro lo specchio.
– Ti prometto che in un altro momento ne parleremo, ok? – Lo rassicurò.
Hoggle non sembrava molto convinto ma, suo malgrado, accettò la situazione.
- Ok, ma sta attenta!.-
E con ciò il nano scomparve.
Stare attenta? E a cosa doveva stare attenta?

*** *** ***

Come sempre grazie a Federica e a Paola per l’aiuto ed il betaggio. ^_^

  
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