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Autore: Josie_    17/11/2011    3 recensioni
Ora permettetemi di introdurvi i nostri personaggi, i protagonisti di questa storia semplice ma turbolenta, di amicizia e di amore. Due giovani ragazzi con una passione ed un taglio di capelli in comune che senza neanche accorgersene illuminarono pian piano l'uno il mondo dell'altro.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati più di due mesi da quando Jack, Rian e Alex avevano messo in piedi la band eppure ancora non avevano trovato un nome. O meglio, ognuno la chiamava a modo suo. Jack si limitava a chiamarla "La Band"; Rian, invece, insisteva con "No Name" e Alex aveva unito i due nomi in "La No Name Band". La faccenda era effettivamente ridicola, ma nessuno dei tre se ne preoccupava. La loro priorità era fare musica, un nome è solo un nome. 
In ogni caso, quel venerdì pomeriggio Alex e Jack avevano intenzione di incontrarsi al parco, Rian era ammalato -poverino- e non avrebbero suonato, ma vedersi per loro era inevitabile. Dovete sapere, miei cari lettori, che in questi due mesetti i nostri protagonisti erano diventati a dir poco inseparabili. Immaginateveli come un sorriso e un paio d'occhi; scegliete voi chi sia cosa, non è rilevante, l'importante è che capiate quanto sia inutile un sorriso senza uno sguardo a coglierlo e come allo stesso modo siano inutili degli occhi che non possono deliziarsi con un sorriso. Immaginateveli, dunque, incollati ogni giorno, come se non potessero più fare a meno l'uno della presenza dell'altro. E così era, effettivamente. 
Ma torniamo a noi. Torniamo ad Alex che stava guardando per l'ennesima volta il cellulare aspettando un qualche segno di vita da parte dell'amico che stava tardando da più di tre quarti d'ora ormai. E torniamo a Jack che correva a perdifiato lungo la via principale fino a quella diamine di panchina che non gli era mai sembrata così lontana dal centro città. Stringeva in mano un frullato e stava attento a non rovescirselo addosso mentre salutava con la mano un Alex decisamente sorpreso.
"Oh mio dio, Jack! Che diavolo...? Che figata, amico! Stai benissimo!"
Jack aveva un sorriso largo tutto il viso e sfoggiava il suo nuovissimo ciuffo biondo come una ragazza col suo anello di fidanzamento.
"Scusa se ho fatto tardi, ma mi era venuta quest'idea e allora sono andato subito dal parrucchiere! Ti ho portato un frullato per farmi perdonare!"
Gli porse con entrambe le mani il bicchiere di carta e Alex si stupì di sentire quanto fosse leggero.
"Ma è praticamente vuoto!"
"Correre fa venire sete!" -si giustificò Jack ridacchiando- "Però te ne ho lasciato un po'. Visto come sono gentile?"
"Troppo! Comunque, da dove cavolo l'hai presa l'idea di farti il ciuffo biondo?"
"L'ho sognato! Il biondo in realtà eri tu, ma quando mi sono svegliato ho sentito dal profondo del cuore il desiderio di esserlo anch'io, perciò...!"
"Sono sicuro che ero più figo io!"
"Ma tu non avresti mai il coraggio di tingerti i capelli, il che fa di te tutto fuorché un figo!"
"Soltanto perché poi mia madre non mi farebbe più entrare in casa! Ma vedrai, un giorno quando ce ne andremo da qui mi farò biondo, amaranto, aubergine, leopardato e persino fosforescente!"
"Oddio una tinta fosforescente non so quanto possa andare bene. Voglio dire, non sarà radioattiva o robe del genere?"
"Ti fai troppi problemi, Jack." ovviò Alex alzando le spalle e gettando il frullato già finito nel cestino lì accanto.
"Mio fratello mi ha detto una cosa." cambiò totalmente argomento lui facendosi stranamente più serio e prendendo posto sulla loro panchina.
"Ha detto che potremmo suonare in qualche locale, cominciare nei piccoli pub in città tanto per farci conoscere in giro..."
Jack imponeva a sè stesso di mostrarsi indifferente all'idea di suonare dal vivo davanti a delle persone, ma la verità era che stava morendo dalla voglia di farlo. Solo che conosceva Alex. E conosceva sua madre, che se avesse saputo che suo figlio andava in giro per locali a suonare quella musica assolutamente indecente lo avrebbe chiuso in casa fino ai quarant'anni. Sapeva perfettamente quanto Alex soffrisse per quella situazione, lo aveva stretto spesso tra le braccia mentre piangeva e singhiozzava il suo dolore. 
E comprovando la sua tesi Alex non rispose. Guardava alto nel cielo come se con il suo sguardo potesse squarciare l'anima celeste e andare oltre, in un universo parallelo dove tutto andava secondo i suoi desideri. Quello che non poteva vedere Jack, però, era che Alex stava sì guardando sè stesso, ma non in un altro universo. Guardava il suo io che non gli apparteneva, quello che odiava con tutto il cuore, che avrebbe tanto voluto uccidere. Era l'Alex succube delle pressioni di una madre egocentrica, l'Alex che non aveva il coraggio di assecondare le idee di Jack, l'Alex che lo trascinava ancora, nelle notti più buie, in un baratro senza fine. 
"Alex..?" -lo chiamò Jack preoccupato per quel silenzio così lungo- "Capisco che sei preoccupato, ma se vogliamo andare fino in fondo prima o poi dovrai affrontarla..."
"Lo so, Jackie. Ti chiedo solo un po' di tempo. Un po' di tempo e saprò dirgli addio."
Jack intuì che Alex non stesse parlando più di sua madre. Quello che il ragazzo intendeva dire era più che altro in senso metaforico. Avrebbe detto addio a quel maledetto Alex che gli stava rovinando la vita ogni giorno sempre di più e per farlo avrebbe avuto bisogno di Jack, Rian, della loro musica, ma anche di tempo. Non era così semplice.
"Tutto il tempo che vuoi, 'Lex. Che ne dici, andiamo a trovare quello sfigato malato?" cambiò argomento Jack ancora una volta alla velocità della luce.
"Chi, Rian? Ma vorrà riposare immagino."
"E noi lo lasceremo riposare! Voglio giocare con il suo nuovo Halo!"
Jack rise e lasciò la panchina impugnando un fucile fantasma. Iniziò a correre come un pazzo, nascondendosi tra alberi e saltando siepi e cespugli. Si voltò facendo segno ad Alex di raggiungerlo mentre camminava all'indietro verso l'uscita laterale del parco. Lui sorrideva guardando il suo amico-soldato che passo dopo passo si allontanava. E fu proprio perché lo guardava fisso che non si accorse subito di quell'altro ragazzo che sopraggiungeva dalla strada a tutta velocità su uno skateboard.
"Jack! Attento!" gli gridò. Ma lo fece troppo tardi perché in quell'esatto istante Jack mise piede sul marciapiede e venne travolto dal ragazzo. 
Era successo tutto talmente in fretta che Jack non riuscì nemmeno a capire come diavolo fosse finito a guardare le nuvole da un momento all'altro. Gli faceva male dappertutto, ma riuscì a mettersi seduto relativamente in fretta.
"Oddio, stai bene?" Alex gli fu subito accanto e si inginocchiò accanto a lui.
"Cazzo, no! Alex stai ridendo? Vaffanculo, non ridere! Mi sono fatto male!"
Il ragazzo più grande non resistette più e scoppiò a ridergli in faccia.
"Scusa, ma è più forte di me!"
"Ehi!" -intervenne il ragazzo dello skateboard- "Perdonami! Non ti ho visto, sei sbucato dal nulla!"
"E ci credo, stava camminando all'indietro!" rispose Alex sghignazzando, mentre Jack si sforzava di non mettersi a piangere. Si era fatto veramente male! 
"Alex, porca troia, ascoltami! Ti dico che mi sono fatto male!" 
Sentendo la voce instabile di Jack, Alex si decise a dargli retta e seguì il suo sguardo preoccupato fino alla mano destra.
"Oh, cazzo." -commentò molto poco finemente il ragazzo dello skate- "Sbaglio o il tuo mignolo non è in una posizione...naturale?"
"Giuro che se è rotto e me lo devono ingessare ti uccido!" lo minacciò Jack più spaventato che arrabbiato.
"Stà zitto, Jack! Mica è colpa sua se un coglione esce dal parco camminando all'indietro!"
"E' rotto...è rotto..." -ripeteva Jack cercando di non pensare al male- "Non potrò più suonare, Alex!"
"Ma smettila, esagerato! Non ti amputeranno una mano! Ti steccheranno il mignolo e basta, in un mese sarai come nuovo."
"Non potrò suonare per un mese, allora! Come faremo con la band? Non possiamo stare fermi per un mese, dovevo convincerti a suonare nei pub!" 
Jack stringeva la maglia di Alex con la mano intatta e strillava in preda al panico frasi sconnesse fino a sembrare un pazzo delirante. 
Alex lo ignorò momentaneamente e si informò sullo stato di saluto dell'altro ragazzo che fortunatamente era uscito indenne da quello scontro.
"Avete una band? Scusate se vi sembro sfacciato, ma se...Jack non può suonare e avete bisogno di provare, potrei...uhm...sostituirlo...Che cosa suona?" domandò timidamente il ragazzetto rivolgendosi ad Alex che prontamente rispose con un sorriso.
"Guarda, conoscendolo non penso che voglia che tu lo sostituisca."
"Ehilà? Mi vedete? Perché cazzo parlate di me come se non ci fossi? Ho un mignolo rotto, non sono sordo! E Alex ha ragione! Chi diavolo sei TU per pretendere di sostituirmi nella MIA band?"
"Ehi, volevo solo dare una mano...mi era sembrato di capire che avete bisogno di provare costantemente e siccome so suonare il basso e la chitarra pensavo di poter essere d'aiuto." si giustificò mortificato il giovane che non sapeva più che pesci pigliare.
"Hai già fatto troppi danni, grazie."
"Jack, smettila di essere scortese!"
"Cazzo, Alex, mi ha rotto il mignolo!"
"E' stato un incidente! Su, non legartela al dito!" ridacchiò Alex che si beccò inevitabilmente uno sguardo assassino da parte dell'amico.
"No, ma aspetta un attimo." -si illuminò il cantante un secondo dopo- "Hai detto che sai suonare il basso?"
"Sì...esatto."
"Jack! Hai sentito? Oddio, questo è destino! Come ti chiami?" si esaltò immediatamente Alex.
"Zachary...Zack."
"Chi cazzo se ne frega di come si chiama?! Sto morendo dal dolore, io!"
"Adesso ti porto in ospedale, Jack, un momento!"
Alex prese il cellulare e si fece scrivere da Zack il proprio numero con la promessa che gli avrebbe scritto il prima possibile.
Aiutò Jack ad alzarsi e si voltò un'ultima volta verso Zack prima di andare.
"Fidati, questo qui è proprio un ragazzo insolito. Anche se nelle circostanze in cui l'hai conosciuto tu può sembrare una bugia, posso garantirti che ha veramente un cuore d'oro. Sono sicuro che il destino lo faccia incontrare con le persone che hanno più bisogno di sorridere o di una ragione per vivere e non sopravvivere. Zack, se pensi di aver bisogno di lui -e anche della musica, la nostra musica-, c'è un posto libero da bassista nella nostra band." gli fece l'occhiolino facendogli credere di aver capito cose di lui che nessun altro aveva notato, e si avviò verso la macchina sostenendo il ragazzo più piccolo.
"Alex...hai detto delle cose bellissime. Le pensi davvero?"
"E' esattamente quello che ho pensato quando ti ho conosciuto. Con la piccola differenza che mi stavi sulle palle."
"Oh, bè, credo di stare sulle palle pure a 'sto Zack."
"Meglio! Spero che sia un bravo bassista."
"Per me è un brocco."
"Lo dici solo perché ti ha rotto un mignolo."
"Smettila di ridere!"
Alex lo ignorò bellamente e continuò a sogghignare.
"Potremmo essere una vera band, ci pensi? Jack, Rian, Alex e Zack. Ti giuro che mi suona quasi familiare."
"Solo a te. A me suona deprimente, come quella canzone degli New Found Glory, com'è che fa? «And it feels like I'm at an all time low, slightly bruised and broken from our head on collision»" canticchiò Jack più che altro per distrarsi dal male allucinante.
"«Slightly bruised and broken»! È proprio la tua canzone!" rise a sua volta Alex alludendo al povero mignolo caduto in battaglia.
"Amico, facciamo pena." -commentò Jack scuotendo piano la testa- "Un cantante che ride da solo, un batterista che non sa nemmeno riconoscere la destra dalla sinistra, un chitarrista col mignolo rotto e un bassista appena reclutato che sicuramente fa schifo. Wow. Non è che siamo noi 'sto famoso «All time Low»?"
"Puoi dirlo forte, Jack! Ma io sono fiero di far parte del livello più basso!"
"Oh bè, effettivamente anch'io!"
Si guardarono un momento e si sorrisero l'un l'altro fieri della piega che aveva preso la situazione. Avevano la certezza che sarebbero stati insieme, dovunque e comunque. Si volevano bene e questo era tutto ciò che contava.


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N.d.A
Ebbene, siamo giunti all'ultimo capitolo. Mi sono divertita particolarmente a scriverlo, ho un'immagine di Zack pazzesca! Un misto tra terrorizzato/preoccupato/timido/speranzoso che me lo fa amare! Ahahah! Povero Jack, in ogni caso, che ha dovuto pagare a sue spese l'entrata nella band del nostro caro bassista! xD Ma non mi dilungo, sembra che mi sto recensendo da sola! xD
Lo so che può sembrare che non ci sia un finale in questa FF, ma è voluto. Nel senso che, come dice anche il titolo, questa non è la fine. Semplicemente il resto è storia: gli ATL diventano sempre più bravi e famosi e niente, saranno quel che sono ora. Sarebbe stato noioso e inutile scrivere oltre. Per quanto riguarda Alex e sua madre, bé, è sottinteso che trovino un equilibrio. Anche qui, non mi sono dilungata a descrivere tutti i passaggi della sua vita che se no sarebbe stato veramente troppo. 
In conclusione, vi lascio così, con un finale un po' aperto e un po' guidato sperando che vi sia piaciuta! Grazie a chiunque abbia letto e recensito, mi ha fatto davvero piacere leggere i vostri commenti! 
A presto!

P.s.
Io la traduzione di quella diamine di canzone l'ho intesa così, con All Time Low che sta per 'livello più basso', se non vi va bene v'attaccate. È la mia FF #js (Oddio, sembro molto scazzata ma giuro che non lo sono. Peace&Love. Vi amo tutti! xD) Okay, me ne vado sul serio. Adieu!
  
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