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Autore: Sherlock Holmes    18/11/2011    7 recensioni
Watson ha in mano “Uno studio in rosso”, il suo primo romanzo.
L’editore ha organizzato una festa per la presentazione del libro, chiedendo l’intervento del protagonista: Sherlock Holmes.
C’è solo un piccolo problema… Il dottore non ha ancora rivelato a Holmes di aver scritto un intero romanzo su di lui e sulle avventure che entrambi hanno condiviso…
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lasciai il pastrano al cameriere.
Il Royal era pieno di uditori, quella sera.
Quando il mio editore mi vide entrare da solo, si allarmò.
A passo svelto, mi raggiunse prima che io potessi arrivare al tavolo.
- Dottor Watson, mi pareva di essere stato chiaro…- mi disse Gilbert Smith, il direttore della casa editrice.- Dov’è Mr. Holmes?
Ridacchiai.
- Devo dire che sono stato molto bravo a caratterizzare il mio personaggio!- esclamai.
L’omone mi tirò per una manica.
- Che cosa vuole insinuare?- chiese in un sussurro.
Continuai a sghignazzare. – Davvero lei ci è cascato?
Mi fissò stralunato.
- Sherlock Holmes non esiste! E’ una figura immaginaria, Mr. Smith!-
Non pensavo di essere un tale attore!
- Cosa?-
- Ha compreso alla perfezione. Perdipiù, non sono stato molto sincero con lei…-
- L’ho già notato…- disse, furibondo.
- C’è un’altra piccola cosa che deve sapere…-
- Sentiamo.- disse, fosco.
- Io non ho scritto “Uno studio in rosso”…-
Oh, che menzogna…Mi pianse il cuore dirlo. Avevo passato così tante ore chino sui miei taccuini per poter elaborare un intero romanzo…
L’editore divenne paonazzo.
- E allora chi ne è l’autore?- chiese tetro.
- L’autore ha preso il mio nominativo per uno dei personaggi e mi ha chiesto di utilizzarlo anche come suo pseudonimo: J.H.Watson suona bene, mi ha detto, e così...-
Gilbert Smith iniziò a camminare per i corridoi del Royal, avanti e indietro.
- Io ho promesso a quelle persone di far conoscer loro l’autore e il protagonista di “Uno studio in rosso”!-
- Beh, evidentemente posso risolvere solo il suo primo problema…-
Come se avesse aspettato l’imboccata, fece il suo ingresso un uomo piuttosto robusto, con un paio di folti baffi ed una bombetta nera sulla nuca, cappello che consegnò al guardarobiere.
- Mr. Smith, le presento il dottor Arthur Conan Doyle, un mio compagno di college con la passione per la scrittura… Nonché scrittore del prossimo caso editoriale londinese dell’anno!-
I due si strinsero la mano.
- Quindi è lei l’autore del romanzo di Sherlock Holmes…- gli chiese conferma l’editore.
Arthur mi gettò un’occhiata e gli feci un cenno col capo.
- Sì, sono io. E’ un piacere essere qui stasera…-
- Allora io vi lascio alla vostra cena… E alla presentazione del romanzo al pubblico!-
Smith indicò il posto a Doyle, esattamente in centro sala. Venne poi ad appostarsi di fronte a me:- Ringrazi che portando qui il vero autore ha riparato al suo scherzo infantile…
- Sì, ringrazierò. Buona serata!- dissi, prendendo il mio cappotto dal cameriere.
Con un ultimo sguardo d’astio, l’editore si avviò al tavolo.
Io, invece, uscii dal ristorante.
Un gelido vento s’abbattè sul mio viso, al che mi strinsi il pastrano al petto, sollevandone il colletto.
Non feci nemmeno due passi: sbattei, infatti, contro un uomo.
- Oh, mi scusi…- balbettai.
L’uomo mi tirò giù il colletto.
- Holmes!- esclamai.
Lui annuì, sorridente.
- Vogliamo star qui al freddo ancora per molto?- disse.
Scossi la nuca.
 
Rientrai nel locale con Holmes.
Posati gli indumenti ingombranti, l’investigatore mi prese sotto il gomito, conducendomi nella sala della presentazione di “Uno studio in rosso”.
Ci sedemmo nel tavolo alle spalle di quello centrale, dove svettavano Arthur Conan Doyle e Gilbert Smith.
- Allora, Mr.Doyle…- cominciò un giornalista al tavolo accanto al nostro.
- Dottor Doyle, prego.- lo corresse l’editore.
- Oh, mi perdoni. Dottor Doyle, come le è venuto in mente di creare un personaggio come Sherlock Holmes?-
- Beh, vedete…- iniziò, affabile – Volevo creare un uomo dedito alla giustizia, saggio, acuto e sagace. Così è nato il detective Sherlock Holmes!-
Holmes, accanto a me, sospirò:- Sono un consulente investigativo, non un detective…
- E Watson?- chiese lo stesso articolista.
- E’ ispirato ad un mio compagno di studi… Anch’egli dottore.-
Ammirai Doyle ed il suo modo di sostenere le domande su un libro che non aveva scritto…
- Mi scusi, Dottor Conan Doyle.- chiamò una signora seduta ad una tavolata di fronte alla finestra.
- Dica.- la incitò.
- Perché si è firmato con il nome del suo personaggio, cioè Watson? Personalmente, credo che il suo nome sarebbe più d’effetto… Arthur Conan Doyle è un epiteto importante…-
Gilbert Smith rise:- In effetti, ha ragione. Che ne dice? Le prossime copie avranno il suo vero nome in copertina!
Doyle soppesò la proposta.
- Accetto il consiglio della signora. Le prossime avventure di Sherlock Holmes saranno firmate “Arthur Conan Doyle”!-
 
- A lui la gloria, a noi la sicurezza…- mormorai, giunti a Baker Street.
- Watson, ha avuto una grande idea, devo riconoscerglielo. Insomma, designare qualcun altro come reale autore di“Uno studio in rosso”…E acquistare con le sue magre finanze tutte le quarantanove copie rimaste della pre-edizione…-
- Io ho commesso lo sbaglio, io dovevo rimediare.- dissi semplicemente.
Abbassai poi lo sguardo, mesto.
Sentii il calore di una mano sulla spalla:- Mi dispiace che non possa prendersi i suoi giusti meriti, Watson…-
- Non importa.- dissi, sorridendo - Diventeremo, così, due personaggi prettamente letterari.-
- Esatto. Due leggende, Watson! E tutto grazie a lei.-
Si sdraiò a terra.
- Ho capito perché ha nominato proprio il dottor Doyle come autore dei suoi scritti, Watson…- mi rivelò.
- Davvero?-
Annuì.
- Aveva i polsini consumati e la suola della sua scarpa destra era da rifare. Il dottor Doyle è in ristrettezze economiche.-
- E’ così, in effetti. Ha bisogno urgente di denaro.-
Sorrise.
- E’stato molto gentile da parte sua, Watson…-
- Arthur è una brava persona. E sa comporre romanzi molto bene. Gli serviva solo un personaggio credibile per i suoi scritti ed un editore disposto a pubblicare.- dissi – Sa, penso che darò ad Arthur gli appunti delle nostre passate avventure…-
- Faccia come crede!- sbottò – Tanto, ormai, sono divenuto una figura di fantasia!-
 
“Uno studio in rosso”, un annunciato caso editoriale, fu, invece, ignorato dalla critica. Qualche mese dopo, però, uscì “Il segno dei quattro”tratto dai miei appunti 1887-1888.
Ebbe un enorme successo.
- Lo stile di scrittura è ben diverso da “Uno studio in rosso”! Spero che i lettori non se ne accorgano!- esclamai, posandolo a terra.
Holmes ridacchiò:- Le rode un po’, vero?
- Come? Cosa? No!- proruppi.
- Oh, sì, invece. Ciò che ha scritto di suo pugno è stato un fiasco, Watson… Quello che ha elaborato Doyle, invece…-
- Oh, la smetta!-
Ridacchiò, compiaciuto, immergendosi nuovamente nella lettura del Police Gazette.
 
Note aggiuntive dell’autrice:
Questa fanfiction è nata da un piccolo quesito: Perché “Uno studio in rosso”ha una parte scritta in terza persona mentre tutte le altre avventure di Sherlock Holmes sono in prima persona [tra cui il 90% scritto dal punto di vista di Watson]?
Grazie mille per averla letta.
Spero che vi sia piaciuta!
 
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