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Autore: Draggo    19/11/2011    5 recensioni
Perché la sfera di cristallo gli aveva mostrato quel bacio tra la Dama Grigia e il Barone Sanguinario? Come mai proprio a lui, Tom Orvoloson Riddle, doveva interessare un flirt avvenuto secoli prima?
E chi era quell'Harry Potter che giaceva ai piedi di quel sé stesso così diverso?
E da dove arrivava, invece, il biondo e avvenente Severus Potter che brandiva gloriosamente la famosa spada di Grifondoro?
Di rado una lezione di Divinazione era stata così interessante.
Uno squarcio sul proprio futuro convince il sedicenne Riddle che la chiave per la vittoria e la conquista del mondo si può trovare solo in un antico passato, ai tempi dei quattro fondatori.
Personaggi: Tom O. Riddle, i Quattro Fondatori, Nuovi Personaggi.
Genere: Dark, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Ghiaccio bollente
In questo terzo capitolo presenterò alcuni personaggi di rilievo, e qualche indizio in più. Di nuovo grazie a chi ha recensito e a chi la sta seguendo.
Drag.


Ghiaccio bollente

Capitolo 3 - La pedina e il padrone

Personaggi: Tom O. Riddle, i Quattro Fondatori, Nuovi Personaggi.



Erano trascorsi quattro giorni dal suo arrivo nel 997 e Tom Riddle li aveva impiegati per scoprire meglio il mondo che lo circondava. La ferita al collo era sempre più fastidiosa ma mai un lamento uscì dalle sue labbra, neppure un gemito.
Faticava a leggere i manoscritti storici e spesso era costretto a ripiegare su quelli scritti in Rune, molto più comprensibili, scatenando l'interesse delle persone che vivevano nel maniero. Aveva anche provato a lasciare i territori protetti dall'influenza di Grifondoro ma, con suo sommo disappunto, aveva scoperto che era impossibile Smaterializzarsi e persino allestire una Passaporta non autorizzata. Una ragazzina di circa dodici anni lo aveva informato che sicuramente Severus Potter sarebbe stato lieto di aiutarlo ma lui aveva declinato; pur senza darlo a vedere, stava evitando lo Scudiero perché temeva riuscisse a capire ciò che nascondeva.
Una richiesta di una Passaporta avrebbe destato troppi sospetti, sopratutto perché non aveva idea dell'attuale collocazione di Hogwarts, e poi prima di tutto desiderava scoprire il modo per ottenere la spada di Grifondoro. Dalla sua prima visita la protezione che la circondava era sicuramente raddoppiata ed era un chiaro segno di diffidenza da parte di Potter; ad infastidirlo era anche il fatto di non riconoscere gli incanti che la attorniavano.
- Vuole una mela, signor Voldemort? - Era la stessa ragazzina che dal suo arrivo si presentava ogni giorno per servirlo, come diceva lui: si occupava di mettere in ordine la stanza, portava il cibo e approntava l'acqua nella tinozza quando lui lo richiedeva. Era anche l'unica a chiamarlo come lui voleva dopo aver scorto negli innocenti occhi blu un'adorazione senza precedenti; era abituato ad essere ammirato da quasi tutte le compagne di scuola ma era sicuro che, se le avesse chiesto di strofinargli i piedi e strisciare davanti a lui, non avrebbe esitato.
Un'ammiratrice giovane ed ingenua poteva rivelarsi pur sempre utile, perciò non vedeva la ragione per mostrarsi scortese. - No, grazie, sono a posto. Probabilmente ingrasserò velocemente se continui a viziarmi a questo modo - le disse con un sorriso calcolato che la fece ridacchiare imbarazzata. Conosceva il tipo: bastava semplicemente un pò di gentilezza e l'avrebbe letteralmente avuta ai suoi piedi.  Non aveva ancora in mente il modo per usarla ma il tempo al momento non gli mancava.
- Dovreste mangiare di più, signore, mio padre sarebbe dispiaciuto se pensasse che vi maltratto. - Un lampo curioso attraversò gli occhi della ragazzina, a Tom sembrava di leggervi delusione e forse anche rabbia. Solo in quel momento realizzò come non sapesse neppure il suo nome; sembrava una pratica comune, aveva già notato che tutti si rivolgevano agli altri con rispetto e con appellativi cortesi ma raramente si chiamavano per nome.
- Lavora qui anche lui, tuo padre? A proposito, ancora non mi hai detto qual è il tuo nome, piccolo giglio.. -un modo cortese per chiederle qualcosa che non molti dovevano aver fatto, e lo comprese vedendola arrossire. Tutto da copione, era sempre lui ad avere il comando in situazioni del genere; nel suo tempo probabilmente la ragazzina non gli sarebbe stata utile ma lì, lontano dalle certezze, poteva essere una pedina importante. Aveva già appurato che era molto timida ed ingenua, e sicuramente di magia conosceva solo il minimo indispensabile.
- Pensavo conosceste mio padre, signore, ma forse lui non ha parlato di me.. Non lo fa spesso.. comunque io sono Gertrude Grifondoro, vostra umile serva - e la ragazza con le trecce rosse e la spruzzatina di lentiggini sul naso si inchinò senza notare la sorpresa sul volto di Tom. 
- Sei la figlia di Grifondoro?- Non riuscì a trattenere la domanda e vedendola annuire il suo interesse divenne improvvisamente maggiore. Davvero curioso che il celebre fondatore avesse una figlia e, da quello che poteva vedere, non doveva tenerla in grande considerazione se non ne parlava spesso; dai libri di Storia della Magia lui non aveva neppure mai saputo dell'esistenza di una figlia, né l'avrebbe sospettato, perché fisicamente non si somigliavano affatto.
- Non trovi, Gertrude, che tuo padre avrebbe dovuto affidare a te la sua preziosa spada e non a Potter? - Dietro la domanda c'era la curiosità di scoprire che cosa effettivamente Severus Potter aveva fatto per meritare tale onore; fonti storiche attendibili sostenevano che gli oggetti personali dei Fondatori andavano alle loro famiglie e non di certo a persone a loro estranee. Osservando Gertrude, Tom si disse che forse doveva somigliare a sua madre, anche se gli occhi erano sicuramente quelli di Godric.
La ragazzina sospirò dolorosamente, sentendosi violata nell'animo per quella domanda, ma rispose ugualmente. Le piaceva molto Tom perché le parlava gentilmente, la considerava una persona e non solo una serva come facevano in molti: nella sua totale ingenuità non sapeva di essere usata, sfruttata dal bel ragazzo con i capelli neri. - Severus ha salvato molti villaggi da un'invasione di Inferius due anni fa, ha rischiato la propria vita ed ha reso un grande servizio a mio padre e al nostro popolo; so che a Hogwarts anche gli altri Fondatori tengono molto in considerazione i suoi pareri. Forse un giorno sarà lui a capo della scuola, visto che la sua leggenda é già grande. Io sono solo sua figlia, non ho il diritto di pretendere quella spada e poi, come strega, non sono ai livelli di Seraphina. -
Sembrava che quel Potter, ragionò Tom infastidito, fosse l'eroe di tutti. Non ce l'aveva un difetto, lui? Era forse privo di punti deboli per renderlo vulnerabile? Registrò l'informazione con interesse; probabilmente sarebbe potuto essere una sorta di Preside come era Silente e solo questo bastava a renderglielo nemico.
Quanto al commento di Gertrude, era anche normale forse che suo padre non le avesse voluto affidare la spada se non era abile come lui; certo era molto giovane ma non emanava quella forza magica necessaria e di sicuro non frequentava Hogwarts, se erano così selettivi.
- Chi é Seraphina? - Aveva lasciato passare qualche secondo prima di tornare ad interrogarla; quelle non erano più semplici domande. Nel preciso istante in cui aveva scoperto l'identità della ragazzina lei era divenuta la sua preda. Doveva parlarle con gentilezza, senza violenza e pieno di fredda simpatia, quella che serviva per farla uscire un pò dal suo guscio: Gertrude lo osservò un momento prima di riprendere a parlare.
- Seraphina Silente é la strega più promettente del mondo magico, oltre ad essere una ragazza semplicemente bellissima; ho sentito dire che non ha ancora scelto un marito ma non ne ha bisogno, la sua fama le permette questo ed altro.  - La voce di Gertrude si spense e Tom poteva percepire l'amarezza in quelle parole, dovuta forse all'invidia per quella strega che la superava in tutto; probabilmente  era un'antenata di Albus Silente, da quello che ne sapeva lui la sua famiglia era da secoli presente nella genealogia magica, perciò niente di più facile. Sorrise. Sarebbe stato bello umiliare quella ragazza, solo dal nome doveva essere come il suo inutile successore .
- Però so che lei e Severus Potter si vedono spesso quando sono a scuola.. oh, questo non dovevo dirlo, signore.. - Improvvisamente spaventata, Gertrude si portò le mani alla bocca senza cogliere il bagliore rossastro nelle iridi di Tom, che aveva finalmente captato qualcosa di veramente interessante.
Dopo tutto non erano le donne, da sempre, il punto debole degli uomini? Eccetto lui, che era sempre stato in grado di controllarle a dovere e impedir loro di sconvolgergli l'anima. 
- Non ti preoccupare, sarà il nostro segreto- Tom sorrise a Gertrude, di quel sorriso in grado di spaventare anche l'uomo più coraggioso e che fungeva da falsa sicurezza per l'ingenua fanciulla: ora la voleva spremere come un limone, ricavare da lei ogni informazione utile prima di gettarla da parte. E lei avrebbe risposto, avrebbe cantato come aveva fatto fino a quel momento senza neppure immaginare di essere sul punto di aiutarlo a decretare la rovina dello Scudiero. Probabilmente erano vietati i rapporti tra studenti, quello da solo poteva bastare ma lui voleva molto di più.
- Questa Seraphina frequenta Hogwarts, immagino. Mi sembra strano non averla ancora vista qui. - Tom in effetti aveva già notato molti studenti che si allenavano sotto la guida di Severus Potter - probabilmente in assenza di Grifondoro era lui a sostituirlo - ma aveva visto poche ragazze ed era sicuro che nessuna di queste fosse Seraphina; non sapeva neppure lui perché ne era così certo però lo era. Gertrude annuì.
- Certamente, lei e Severus sono i migliori, e lei non a caso é l'Araldo di Serpeverde, un onore che mai prima d'ora é stato attribuito ad una ragazza. - Lo sguardo perplesso di Tom fece sorridere per la prima volta la ragazzina, la quale si affrettò a spiegare. - Seraphina Silente é la studentessa più brava di Salazar Serpeverde, il fondatore che vive e domina sulle paludi.. il ruolo di Araldo é lo stesso dello Scudiero, e non c'é nessuno che oserebbe mettersi contro di lei sperando di riuscire a salvarsi. -
Il ragazzo rimase ad osservare un punto sulla parete mentre rifletteva sulle parole appena ascoltate. Una donna era l'esponente più importante di Salazar, una ragazzina era stata capace di ottenere un riconoscimento così alto? E proprio una Silente?
Forse, però, aveva sottovalutato la ragazza idealizzandola come il Preside, ma per essere scelti da Serpeverde.. non poteva essere una santa, no di certo se frequentava Potter. Un'informazione interessante, forse la più vitale per piegare entrambi.
- Capisco, anche a me piacerebbe frequentare Hogwarts ma Potter pensa che io non sia adatto - Non c'era disprezzo nelle sue fredde parole ma Gertrude colse comunque una vena amara e gli sorrise: secondo lei era una follia impedire a Tom di frequentare quella scuola, era così bravo e anche bello, anche se quello non era un requisito fondamentale per essere ammessi.
- Forse Severus intende dire che lei, signore, non sarebbe il tipo di studente che sceglierebbe mio padre, forse teme la rivalità che potrebbe avere.. Ma non deve demoralizzarsi, sono sicura che Hogwarts ricaverebbe solo vantaggi dalla sua presenza, signore. -
Anche se le parole di Gertrude erano pregne di ammirazione e i suoi occhi brillavano quanto quelli di una ragazzina infatuata, Tom non amava essere chiamato in modo così servile, non da una delle sue pedine che si stava rendendo tanto utile. Ignorando l'imbarazzo le fece un galante baciamano, facendola arrossire vistosamente.
-Le tue parole sono molto lusinghiere, degne della figlia del nobile Grifondoro. Spero di poter ancora fare una piacevole chiacchierata con te. - Era già in suo potere, non c'era dubbio alcuno.


Godric scese da cavallo dopo aver superato le prove che il terreno paludoso, assieme alla mente di Salazar, gli aveva imposto per arrivare nell'antico maniero del collega; rimpiangeva le sue terre assolate, lì attorno v'erano solo nebbia e desolazione, anche se sapeva bene come il castello di Serpeverde al suo interno vantasse il lusso più esagerato.
- Benvenuto, nobile Grifondoro, messer Salazar vi sta aspettando. - Godric sorrise riconoscente alla ragazza; Seraphina Silente era giunta di fronte a lui e si era inchinata alla sua nobile presenza, anche se lui sapeva che era un inchino molto meno accentuato di quelli che rivolgeva al suo mentore.
- Grazie, mi accompagneresti? - Una mera formalità, conosceva la strada per giungere al laboratorio di Salazar, che si trovava nella parte più alta di una delle torri triangolari del castello; era un tipo curioso Salazar: aveva rinunciato a quelli che definiva banali torri ovali per averne di quella strana forma. Non ci stava comunque molto spesso, di solito i sotterranei erano il suo regno. La ragazza annuì e fece strada a Godric mentre lui la osservava; era cresciuta durante quelle settimane dalla fine dei corsi e non aveva più l'aria della bambina spaventata. Al contrario, molti dei suoi studenti più giovani la chiamavano strega in modo dispregiativo.
- Qualche novità di questi tempi, Seraphina? - Una domanda che le rivolgeva ogni volta che giungeva lì, un modo come un altro di informarsi, ma la ragazza parve lievemente irrigidirsi, l'andatura divenne meno sciolta. - Non esattamente, nobile Grifondoro, pare che il fantasma della Divina sia più irrequieto che mai e il suo anello é misteriosamente scomparso. -
Seraphina era molto brava a rispondere ma Godric lo era altrettanto a ricavarne la verità; dunque l'anello era scomparso, forse Tom Riddle ne era indirettamente coinvolto. O direttamente? Dal momento che l'anello era importante per Salazar, di certo aveva scaricato tutta la sua rabbia sul suo Araldo e gli pareva di notare che portasse dei guanti alle mani, cosa inusuale per lei. 
E poi la Divina irrequieta era raro; in vita era stata Margarita Morgana Peverell, l'amata moglie di Salazar, detta la Divina per i suoi modi regali, e morta prematuramente senza avergli generato un erede. Un incantesimo andato male, anche se lui sapeva come probabilmente fosse Magia Oscura quella a cui si dedicava. Bella e dannata era stata, e da fantasma non era tanto migliore.
- Davvero? E chi l'ha rubato? - Era impossibile che qualcuno fosse riuscito ad impadronirsene senza poi lasciare traccia, al contrario pareva assurdo anche solo pensarlo sapendo come Salazar fosse circondato da difese potenti. La ragazza mormorò qualcosa che lui non capì ma proprio in quel momento apparve la porta d'ingresso alla Torre e Godric non si curò più di Seraphina, lasciandola andare verso le proprie mansioni quotidiane.
- Grifondoro, a cosa debbo l'onore della tua inaspettata visita? - La viscida voce di Salazar accolse Godric mentre il portone si chiudeva magicamente alle spalle del visitatore; Godric osservò il mago con sorpresa. I capelli erano come sempre lunghi, da una parte color argento e dall'altra neri, divisi nel mezzo con una riga precisa. La pelle chiara era ricoperta dalla veste color smeraldo e portava un medaglione al collo: la barba era lunga e perfettamente curata, anche questa divisa perfettamente nei due colori dei capelli.
- Ho un problema, anzi, in realtà é un quesito che mi sono posto pochi giorni fa. - E Godric attese che Salazar gli concedesse la propria attenzione prima di parlare; raccontò nei dettagli la comparsa di Tom Riddle e l'incredibile presenza dell'anello alle sue dita. Sembrava che Salazar non fosse molto interessato perché lo ascoltava ma agitava la bacchetta per far mescolare da solo il liquido all'interno del calderone.
- E quindi pensavo, dopo che Seraphina mi ha riferito della scomparsa dell'anello, se magari non potesse essere lo stesso che ha Tom. Magari é un tuo allievo e io non ne so nulla. - concluse Godric osservando l'altro grattarsi il mento in maniera svagata e pieno di flemma.
Salazar non disse nulla cercando di mettere a punto la situazione, poi, dopo parecchi minuti di gelido silenzio, scosse il capo. - Non credo proprio, mi conosci e sai che io accetto solo allievi provenienti da famiglie di maghi  e Riddle é sicuramente una famiglia Babbana. Non sono te, io. -Arricciò uno dei due baffi osservando Godric con aria leggermente arrogante; lui fece finta di non aver sentito l'ultimo commento, il maggiore dei contrasti tra loro era proprio la discendenza magica.
- E l'anello? Potrebbe essere il tuo o meglio, quello di Margarita.. non é da tutti riuscire a superare le tue difese e ritengo Tom molto potente. - Di quello ne era certo pur non avendolo mai visto in azione: il modo in cui parlava, come si muoveva, tutto denotava un discreto controllo della personalità e anche delle proprie capacità magiche. Una potente magia dormiva in lui e forse era più vasta di quanto avesse creduto in un primo momento; Salazar scoppiò a ridere, una risata gelida e umorale allo stesso tempo.
- Tu davvero pensi che un ragazzino supererebbe le mie difese? Non pensavo fossi uno sciocco, Godric. E poi, se pensavi fosse il mio, perché non me l'hai portato? Avremmo risolto il problema subito, non credi? E te lo dico io perché: non era il mio, figuriamoci. Esistono molti criminali, quel tuo Riddle avrà rubato un falso e lo spaccia per vero. Sai quanti fanno questo mestiere? Scendi da quel dannato Ippogrifo, Godric, non sono tutti onore e lealtà. - Serpeverde rise della propria frase sapendo di aver colpito Grifondoro nei propri valori: secondo lui contava di più l'ambizione ed erano decenni che litigavano per decidere chi aveva o meno ragione.
- D'accordo, allora posso portartelo qui di persona, cosa ne pensi? Magari potresti anche decidere di tenertelo come studente: ritengo venga da una famiglia di maghi, forse solo parzialmente, ma ci vorrebbe Priscilla per questo. Lei é bravissima a scoprire le origini di ognuno di noi. - Ma Godric sapeva bene, e non fu deluso, che Salazar non aveva la minima intenzione di avere di fronte a sé un Mezzosangue, erano cose che lo infastidivano molto più di tutto il resto e, difatti, il nobile mago declinò l'offerta.
- Scordatelo, ho già raggiunto il numero di allievi per Hogwarts e poi non mi interessa nulla di questo Riddle, solo il nome mi fa ridere. Se però ci tieni a dargli una chance, perché non te lo porti tu a scuola? Magari diventa un secondo Severus Potter, anche se non sarebbe proprio il caso; per quello che mi riguarda non ti disturbare a portarlo qui. Se quello fosse l'anello della mi amata Morgana, lo avrebbe già ucciso. Solo chi é di famiglia può portarlo senza conseguenze, e lui non ne fa parte: credi che non sappia chi sono i miei parenti? Ora, se non c'é altro, devo terminare la pozione Polisucco. -


Il sole quel giorno era appena sorto quando Severus Potter si affrettò ad avvicinarsi agli alti cancelli che difendevano il territorio del maniero di Grifondoro; la carrozza appena arrivata non la si vedeva spesso ma era pur sempre gradita. - Chi c'é?-
La voce di Tom arrivò all'orecchio di Severus, che si voltò verso di lui chiedendosi per quale ragione fosse arrivato lì; a volte aveva l'impressione che il ragazzo neppure dormisse, lo trovava sempre in giro, anche se non l'aveva più scoperto a curiosare dove non poteva entrare. Secondo gli altri era sempre molto educato e persino lui doveva ammettere che pochi potevano reggergli il confronto. - E' la signorina Tassorosso, Tosca Tassorosso, una dei quattro Fondatori. -
Tom osservò con un certo interesse la strega che scese dalla carrozza color mogano, seguita da alcuni elfi domestici vestiti con drappi gialli; si era aspettato di vedere una donna molto giovane ma era stato ingannato sentendola chiamare signorina. La strega aveva un bel volto amichevole ma decisamente rugoso, ed era vestita con estrema semplicità: portava una veste che gli ricodava l'abbigliamento delle Guaritrici del San Mungo ed un lungo cappello a punta. Tutto in lei, però, denotava il potere e somigliava molto ai ritratti che aveva visto di lei sui libri. Non si fece avanti, lasciando che fosse Potter ad accoglierla come Scudiero e sembrava che si conoscessero bene; nonostante la confidenza, comunque, Severus Potter si comportava con estrema cortesia e mai la trattava in maniera irrispettosa.
- Forse Godric si é scordato di dirti, Severus, che mi ha mandato a chiamare perché ha detto che c'era qualcuno qui che necessitava delle mie cure. - La voce di Tosca somigliava a miele caldo e Tom vide che lo aveva già notato, anche se continuava a parlare con Severus Potter; lo Scudiero era sorpreso, ma dal momento che la donna agiva dietro richiesta del suo nobile maestro non aveva proprio nulla da temere. Gli occhi di Tom però vennero attratti dalla scatola che la strega teneva in mano; emanava un forte potere che non riusciva a riconoscere.
- Si, certo, probabilmente parlava della ferita di Tom Riddle che ha al collo. - Severus fece le presentazioni e Tom, come da copione, si inchinò rispettoso ricordando quello che aveva dovuto fare con Grifondoro. Era pur sempre una fondatrice, una donna potente ed importante, perciò il rispetto era meritato. In effetti la ferita che aveva sul collo non si rimarginava anzi, gli dava sempre più fastidio ma non si lamentò, al contrario, mentre Tosca si era avvicinata ed aveva esaminato (dopo che Tosca si fu avvicinata per esaminare) la fasciatura con aria critica.
- Si, credo proprio che sia necessario il mio intervento. Severus, dove sono i locali adibiti ad infermeria? - Una domanda futile, Severus era perfettamente consapevole che ogni singolo fondatore conosceva l'esatta ubicazione dei luoghi degli altri, era solo una donna cortese ed educata che in quel momento stava cordialmente conversando con Tom. Solo in quel momento si rese conto di non avere mai sentito Tom Riddle parlare apertamente con qualcuno, di solito si limitava a rispondere il minimo indispensabile a parte quando doveva fare delle domande.
Invece in quel momento parlava di quello che diceva di ricordare, della mancanza della memoria di quanto gli era accaduto e, inoltre, faceva domande discrete. Non poteva certo dire che fosse impertinente, se avesse dovuto definirlo con un aggettivo avrebbe usato la parola scaltro, o forse era semplicemente una persona educata e a modo.
- Ora siediti, per favore, e bevi tutto questo liquido. - Tosca mise nelle mani di Tom una piccola coppa d'oro ricolma di un liquido argentato che somigliava molto ad una cosa viva: il ragazzo comprese di avere tra le mani la tanto nota Coppa di Tassorosso, appartenuta appunto alla Fondatrice, che gli stava sorridendo con gentilezza in attesa che bevesse.
- Che cos'é, Signora? - Non poteva non essere curioso, non quando sentiva di avere vicino un oggetto, uno di quelli che gli servivano per rendersi immortale: da approfondite ricerche i poteri della coppa non erano noti e se fosse riuscito a scoprirli.. oh, sarebbe stato fantastico. Lui, Tom Riddle, l'unico in grado di conoscere e riunire i sacri oggetti dei Fondatori per farne parte di sé. Tosca sorrise.
- Quest'acqua é magica e guarisce tutte le ferite, anche quelle irreversibili; devi sapere che in questa coppa ogni pozione cerusica viene potenziata ed é molto più efficace di quelle preparate solo nei calderoni. Di solito non concedo di bere dalla mia coppa ma la tua ferita é molto potente, e sopratutto é degenerativa: se non intervenissi in questo modo potresti anche morire, e non mi perdonerei mai se ciò accadesse. - Tosca soddisfò così la sete di domande di Tom e lo osservò inghiottire il liquido senza più riserve; per un istante ebbe l'impressione che fosse riluttante a riconsegnarle la coppa ma se la ritrovò in mano, assieme ai ringraziamenti del ragazzo. Le piaceva rendersi utile anche alla sua età, l'idea di lasciare al mondo il proprio Sapere era la sola cosa che la sosteneva.
- Ora dormi, Tom, la ferita si cicatrizzerà. - Il ragazzo non avrebbe voluto dormire ma l'effetto di quel liquido vinse ogni sua resistenza; Severus notò che mentre le palpebre di Tom Riddle si abbassavano, lo sguardo di Tosca Tassorosso diventava sempre meno amichevole. Spaventato, avrebbe detto, quando si voltò verso di lui.
- Severus, devo riferirti una cosa importante. Per favore, andiamo nella Stanza di Godric. - Per un momento il ragazzo pensò di rifiutare: nessuno poteva avvicinarsi a quella stanza, quella personale di Grifondoro, ma qualcosa nella voce di Tosca Tassorosso lo convinse a non prendere sottogamba quelle parole. - E' successo qualcosa? -
Non poteva non aggrottare le sopracciglia, per quanto coraggioso non era immune alla paura. Lei esitò un momento. - Non ancora, sono qui per prevenire un disastro: ho avuto modo di sentire una profezia, Severus, e credo che questa ti riguardi. Ma non parliamone qui, anche i muri hanno le orecchie. -

Note.
Vi ho presentato, spero in modo interessante, dei nuovi personaggi come Gertrude Grifondoro e Seraphina Silente. Entrambe hanno la loro importanza, così come Salazar e Tosca; ho rielaborato un pòla fisionomia di Salazar, mi sembra eprsino simpatico così.
Quanto ai poteri della Coppa me li sono inventati, ispirandomi vagamente al Sacro Graal ma proprio alla lontana: ho sempre visto Tosca Tassorosso come un sorta di Guaritrice, niente di più semplice che la sua Coppa possa avere dei poteri curativi no? Ringrazio tutti per i commenti, vi risponderò privatamente come al solito sperando di leggervi anche in questo capitolo.

   
 
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