Indossai
un pigiama leggero adatto all’estate, e mi piaceva tanto
perché era tutto
leopardato, e ne andavo matta. Stavo proprio per mettermi a dormire, in
modo
che Morfeo potesse cullarmi tra le sue braccia, fino a quando un
fottuto rumore
mi disse che qualcuno era tornato a casa.
Ormai
la mia porta era un apri e chiudi continuo.
Davanti
a me apparsero due ragazzi. Il primo lo conoscevo maledettamente bene,
o almeno
lo conoscevo abbastanza da poterlo odiare pesantemente anche se solo
dopo una
giornata. Il secondo non lo conoscevo. Aveva la pelle un po’
scura, dei capelli
neri rasati ai lati, e un orecchino che poteva riconoscersi da metri di
distanza da quanto luccicava.
-Ciao
Vento!- urlò Louis entrando in camera mia.
-Arya!
ARYA, con la ipsilon!- sbraitai. –E poi.. che ci fa lui qui?
E chi diamine è?-
dissi indicando il ragazzo accanto a lui.
-Hey
piccola calma, io sono Zayn!- mi porse la mano per presentarsi, ma io
la
rifiutai senza troppi riguardi, fulminandolo con lo sguardo, fino a
quando non
si allontanò da me. –Sarà meglio per
voi due se andate da un’altra parte a giocare
con le macchinine.-
-A
diciannove anni io non gioco con le macchinine- ribattè
Louis. –Tu? Dove le hai
messe le barbie?- rise, dando una pacca amichevole a Zayn, che rideva
insieme a
lui.
-Uscite
dalla mia stanza.- dissi.
-E’
anche la mia stanza!- si vantò Louis, sedendosi sul suo
letto.
-Da
solo un giorno? Oh sì, davvero simpatico!- in quel preciso
istante irruppe
nella stanza mia sorella, che sicuramente dalla stanza accanto aveva
sentito le
urla.
-Ar,
che diamine succede?- chiese guardando prima me, e poi i due ragazzi
dall’altro
lato della stanza, chiedendosi evidentemente chi fosse il ragazzo
accanto a
Louis. –Solo vorrei dormire!- risposi.
-Mh,
voi ragazzi non potreste andare giù?- mia sorella era una
persona alquanto
pacifica, odiava vedermi nervosa soprattutto, cercava sempre di
mantenere la
calma, e di non creare scompigli.
Zayn
si avvicinò alla porta, vicino mia sorella, poggiando un
braccio allo stipite.
–Beh se me lo chiedi così dolcezza, potrei anche
farlo.- disse con aria
maliziosa.
Mia
sorella roteò gli occhi.
-Evapora.-
sussurrò avvicinandosi al suo orecchio. Chissà
quale potere magico aveva Zoe,
sicuramente qualcosa in più di me, perché
improvvisamente vidi i ragazzi andar
via dalla mia stanza.
-Quello
ci prova con te- risi mettendomi nel letto.
-E’
più piccolo di me! Dio mio, e poi hai visto
quell’orecchino? È terribile! Buona
notte Ar.- chiuse la porta e con un gesto veloce la salutai con la
mano. Quella
giornata era finalmente finita e non mi sembrava vero, era tutto
così assurdo.
Un
raggio di luce fioca irruppe nella mia stanza attraverso la serranda, e
precipitandosi ovviamente nel mio viso. Aprii gli occhi lentamente, e
mi
stiracchiai emettendo strani suoni con la bocca.
La
sveglia nel comodino segnava le undici del mattino, e probabilmente
ciò voleva
dire che mi sarei dovuta alzare dal letto, altrimenti sarei potuta
rimanere lì
per almeno altre tre o quattro ore. Tolsi il lenzuolo, e mi ritrovai
già in
piedi. Con un elastico sistemai i capelli in modo disordinato, ma di
prima
mattina odiavo averli sul viso, mi dava troppo fastidio. Aprii la
serranda, e
la mia stanza improvvisamente diventò tutta illuminata, e mi
accorsi subito che
Louis non era in camera, quindi era sicuramente un buon risveglio.
Dalla
finestra di camera mia potevo vedere tanti alberi bellissimi, e tutto
ciò mi
rilassava. Erano passati due giorni da quando l’inferno si
era trasferito a
casa mia, e già sapevo che giornata avrei trascorso. Uscii
dalla mia stanza,
percorrendo le scale in ciliegio, che mi avrebbero portato in cucina e
in
salone, e stranamente la casa era vuota, e un silenzio davvero
fastidioso la
costellava.
All’improvviso
sentii che qualcuno mi tocco i fianchi, pizzicandomeli, e cacciai un
urlo,
mettendomi subito dopo la mano nella bocca.
-Buongiorno
Vento!- come previsto era Louis che mi aveva dato il suo
fastidiosissimo
‘buongiorno’, e come al solito si ostinava a
chiamarmi in quel modo terribile.
–Vaffanculo Louis.- dissi con la voce impastata dal sonno.
Il
ragazzo si avvicinò al frigo per prendere una confezione di
latte, versandola
nel suo bicchiere, mentre ridacchiava dopo che mi aveva fatto
spaventare. Mi
sedetti in uno degli sgabelli della mia cucina, poggiando il braccio
sul
bancone, ancora assonnata, e stanca. –Potresti darmi un
po’ di latte?- chiesi
acida.
-Puoi
fare benissimo da sola.- ripose il cartone nel frigo, e si
allontanò buttandosi
nel divano della cucina, accendendo la televisione.
-Vaffanculo.-
ripetei.
-Wow,
due vaffanculo in cinque minuti! E’ un record-
continuò a ridacchiare. Quella
risata che mi stava facendo davvero saltare i nervi in una maniera
inaudita.
Probabilmente avere questo atteggiamento era per lui un hobby. A quel
punto
dovetti alzarmi per forza dallo sgabello per prendere il latte,
versandolo
nella mia tazza, e aggiungendoci dei cereali.
-Dove
sono tutti?- chiesi.
-Boh,
mio padre e tuo padre sono andati via, forse a prendere qualcosa per la
stanza
degli ospiti.- rispose.
-Sarebbe
ora che aggiustassero quella maledetta camera.-
-Ma
come? Non ti diverti in camera con me?- fece un broncio finto e
stupido, come
se volesse farmi pena, ma era tutto inutile.
-Preferirei
spararmi un colpo in testa. Rende così il concetto?- riempii
un’altra tazza di
latte e mi allontanai salendo al piano di sopra, per portare la
colazione a mia
sorella, che sicuramente era ancora nel mondo dei sogni. Aprii la
porta,
poggiando l’oggetto in ceramica sul suo comodino e
sussurrando il suo nome
all’orecchio.
-Zoe,
devi svegliarti.- dissi sedendomi vicino a lei sorseggiando il mio
latte.
Mugugnò qualcosa, soffocandosi la faccia con il cuscino,
come era solita fare.
-Che
ora è, mh?- chiese con un brontolio.
-Le
undici e un quarto, e siamo a casa sole con Louis.- sbuffai.
–E qui c’è la tua
tazza di latte. Sarà meglio che ti alzi, perché
se torna papà e ti trova ancora
qui che dormi sai il casino che fa!- uscii dalla stanza e decisi di
vestirmi,
per poter fare un giro in bicicletta e andare a trovare Thomas, come
ogni
giorno praticamente.
Entrai
in bagno, e mi guardai allo specchio, notando per prima cosa le
occhiaie che
costeggiavano il mio viso. La mia pelle sembrava più chiara
del previsto, ma
era risaputo che per me era impossibile abbronzarmi, evidentemente
fungevo da
specchio, perché tutte le persone vicino a me riescono ad
abbronzarsi e io
rimango bianca pallida, ma la mia carnagione non mi dispiace proprio.
Presi lo
spazzolino per lavarmi i denti, e giusto pochi minuti dopo uscii dal
bagno, per
dirigermi in camera mia.
Ed
ecco che fu lì che trovai Louis, che con troppa
tranquillità si stava
divertendo a mettere uno dei miei reggiseni in testa.
-Louis!
Dammi subito quei cosi!- si mise in piedi nel mio letto, facendo come
sempre lo
stupido, ma a me faceva ridere ben poco tutto ciò. Lo
raggiunsi, e provai a
togliergli di mano il mio reggiseno, ma invano, visto che faceva di
tutto per
non farmelo prendere. –Dai Louis!- urlai quasi fino a farmi
sentire dai vicini.
Ne
mise uno nel petto, facendomi quasi un’imitazione.
-Ciaaao,
sono Arya, non sono bellissima?- con una vocina stridula che secondo la
sua
mentalità doveva essere simile alla mia, cominciò
ad atteggiarsi nella mia
stanza, e muovendo le mani.
-Louis,
smettila.- scesi dal letto, dandogli uno scappellotto nel collo, ma non
riusciva a reagire assolutamente, e la cosa mi stava piuttosto
irritando. Le
mie voci stavano raggiungendo l’altra parte del mondo, e
lì mi chiesi come mai
mia sorella non era ancora venuta a chiedere cosa stesse succedendo, ma
in quel
caso non l’avrei nemmeno vista, né ascoltata,
perché la mia rabbia stava
raggiungendo livelli troppo alti per poter mantenere il controllo.
Riuscii
finalmente a togliergli di mano quell’affare, e lo rimisi nel
cassetto. –Se non
ti dispiace dovrei vestirmi!- sbraitai.
-Ohh,
mi scusi madame, vado subito!- rise facendo un inchino, e lì
chiusi la porta
con tutta la violenza e la forza che avevo in corpo.
Mi
vestii con rapidità, avevo paura che da un momento
all’altro potesse entrare
Louis, trovandomi in intimo, e lì sarei davvero uscita pazza.
Afferrai
i miei trucchi, mettendo un filo di ombretto, e un po’ di
matita sotto gli
occhi, e abbandonai la mia stanza.
Non
sentivo più la voce di Louis, e per un momento mi parve di
avere la pace.
Scappai praticamente di casa,
afferrando la mia bicicletta, e cominciai a pedalare verso casa di
Thomas.
-Ahhh,
oddio, no! Dai Tomi, smettila!- ero buttata sul letto di Thomas, con
lui che
continuava a solleticarmi, perché voleva vedermi sorridere
una volta e per
tutte, e ci era perfettamente riuscito. Urlavo come una matta mentre
ero tra le
sue braccia, ma lui non smetteva di farmi il solletico. –Ok,
mi arrendo! Giuro
mi arrendo!- risi.
-Quindi?
Sorridi!- feci un sorriso davvero liberatorio, perché
finalmente grazie a lui
stavo decisamente meglio, e potevo rilassarmi. Improvvisamente Louis e
mio
padre erano un argomento a parte che parve non esistere più.
Anche se sapevo
che appena sarei tornata a casa non so cosa avrei trovato.
-Che
ore sono?- domandai osservando l’orologio.
-Sono
solo le quattro! Rimani ancora!- disse Thomas dandomi un dolce bacio
nella
guancia e stringendomi a sé. –Ma sono qui da
mezzogiorno, poi disturbo.- risi,
anche perché sapevo che quando dicevo a Thomas che creavo
disturbo lui si
arrabbiava sempre.
-La
smetti?- mi guardò torvo, e io gli diedi un buffetto nella
guancia.
Mi
buttai nel suo letto mentre lui stava seduto davanti il suo computer.
–Ho
deciso che mi andrò a fare un piercing!- disse lui, e mi
voltai di scatto.
-Davvero?- lo guardai con gli occhi spalancati come se avesse detto
chissà
quale strana bestemmia, e lui rise.
-Sì,
ho convinto i miei!- dichiarò entusiasta.
-Ma
così poi sembri un emo- risi.
-O
come dice Louis, sembrerò solo più donna- mi
irrigidii subito sentendo quel
nome, e quasi mi vennero i brividi.
-Rabbrividisco
sentendo solo quel nome.- feci una smorfia.
-Ti
è arrivato un sms!- disse Thomas, porgendomi il cellulare
che stava sulla sua
scrivania. Lo presi e aprii l’sms che evidentemente mi aveva
mandato Zoe.
Hey
piccola, sono qui a casa
con Louis e quel suo amico lì. Mi hanno chiesto se ci andava
stasera di andare
ad una festa con loro. Fammi sapere xxx.
-COSA?!-
sbraitai facendo uno scatto e ritrovandomi in piedi improvvisamente,
quasi
senza accorgermene, e diedi immediatamente il cellulare a Thomas per
fargli
leggere il messaggio.
-Io
non ci vado!- dichiarai.
-Perché
no? Ma dai Ar, dovresti andarci! Magari puoi scoprire un lato diverso
di
Louis!- Thomas mi conosceva benissimo, e sapeva anche che se era lui o
mia
sorella a parlare sarebbero riusciti a convincermi con poco. Avevano
qualcosa
di persuasivo nel miei confronti, e a volte era una cosa piuttosto
fastidiosa,
perché mi ritrovavo in situazioni davvero scomode.
-No.-
dissi secca, ma la mia mente già stava valutando
un’idea positiva.
-Devi
andarci invece- alzò il sopracciglio osservandomi, e
guardandomi.
-Che
motivo ho di andarci?- mi misi le mani tra i capelli, facendo avanti e
indietro
nella stanza, ma non capivo quale fosse il problema della mia ansia e
del mio
nervosismo.
-Potrei
passare la serata peggiore di tutta la mia vita!- ero la solita
paranoica
esagerata, e la cosa più fastidiosa era che non volevo
ammetterlo.
-Arya.-
mi voltai e vidi Thomas che teneva le braccia conserte, e mi guardava
con uno
sguardo assai convincente per me.
-Vaffanculo,
ok, ci vado.- sbuffai sedendo a peso morto sul letto.
Afferrai
di nuovo il cellulare, rispondendo a mia sorella.
Non so
quale assurda forza
del male mi abbia convinto a farlo, ma vengo anche io. Sarà
bello passare la
serata più brutta della mia vita! Fra un paio di ore torno,
così vediamo
insieme come vestirci. Baci xx.
Non
ricordo come passò quel pomeriggio, ma credo che
l’unica cosa che mi faceva
compagnia insieme a Thomas era l’ansia e
l’angoscia, per qualche motivo
sconosciuto. Sta di
fatto che tutti
erano convinti che Louis avesse un suo lato positivo. Ma io continuavo
a dire
che il lato positivo lui non l’avesse nemmeno nel lato B. Ne
ero più che
sicura!
Quelle
fottute scarpe erano sparite. Ero certa di averle lasciate sotto il
letto,
eppure erano sparite. Stavo girando tutta la casa per trovarle, e
ancora mi
sarei dovuta sistemare i capelli, e il trucco. Optai per un altro paio
di
scarpe, perché non potevo permettermi di perdere ancora
tempo, visto che si
stava facendo molto tardi. –Zo, mi presti la tua trousse?-
entrai in camera di
mia sorella, e oggi la trovai più bella del solito.
Indossava un vestitino
corto fin sopra le ginocchia, nero, stretto, che le delineava il fisico
perfetto. I capelli lunghi e neri le ricadevano dolci tra le sue
spalle, e da
lontano si poteva notare perfettamente il rossetto rosso. Non capitava
quasi
mai di vederla così.
-Prima
di darmi la trousse, spiegami per chi ti sei vestita così.-
risi guardandola
mentre mi porgeva i suoi trucchi.
-Ma
per nessuno, è ovvio! E’ tanto tempo che non metto
questo vestito, dovrò pur
usarlo- feci dietrofront, e andai verso il bagno per truccarmi. Odiavo
il
trucco pesante, così andai su qualcosa di leggero. Un
ombretto blu mare, con un
po’ di matita sotto. Misi il mascara, un lucidalabbra
trasparente, e subito uscii
dal bagno.
-Continuo
a chiedermi per quale motivo sto decidendo di venire stasera.-
borbottai
camminando nel corridoio mentre ero intenta a pettinarmi i capelli.
-Oh,
suvvia! Ci divertiremo!- Zoe pensava sempre in positivo, era un suo
pregio,
senza dubbio.
-Ma..
Louis e Zayn? Dove sono?- chiesi facendo diverse smorfie mentre la
spazzola
stava quasi per tirarmi pure la testa. Mi guardai allo specchio ancora
una
volta, cercando di stare in equilibrio con quei trampoli che indossavo.
–Louis
è a casa di Zayn, dovrebbero passarci a prendere tra poco.-
disse Zoe.
-Ma
Louis non potrebbe rimanere lì tutta la vita?
Così lascia in pace me!- sbuffai
portandomi i capelli dietro le spalle e mettendo un bel paio di
orecchini. Ed
ecco che suonò il campanello.
-Ar,
saranno loro prendi la borsa e andiamo!- mia sorella corse velocemente
al piano
di sotto, come se avesse premura di fare qualcosa, e non capivo cosa
sinceramente. Sbuffando un’altra volta, scesi anche io dopo
aver preso la mia
borsa, e davanti la porta mi trovai Louis e Zayn ben vestiti e sistemai.
-Ok,
andiamo che già non vedo l’ora che questa serata
finisca.- brontolai.
-Ohh,
che succede? La piccola Arya non vuole usciiree?- Louis mi prese la
guance
tirandomele, come se fossi una bambina, e questa era una delle cose che
più
odiavo in assoluto. Gli tolsi le mani dal mio viso, guardandolo
accigliata, e
lo spinsi via. –E’ solo la tua compagnia che mi
urta!- ribattei. Scuotendo la
testa, ed entrando seguita da mia sorella nella macchina di Zayn.
-Wow
Zayn, complimenti per la macchina!- disse Zoe.
-Grazie
piccola, modestamente me ne posso vantare!- salirono anche i ragazzi in
macchina. –Sì, ok, ora però non
c’è motivo di vantarti.- rispose mia sorella, e
io risi.
-Dove
dovremmo andare?- chiesi.
-In
un bel posto dove si balla, si beve!- disse Louis gasandosi
già solo all’idea
di una festa. –Andiamo!-
Quel
locale era assolutamente pieno di gente, ma non so per quale strano
motivo,
avevamo un posto riservato. Sembravamo quasi dei vip, e la cosa non mi
dispiaceva assolutamente. Mi sedetti in uno dei divanetti, e accanto a
me mi
ritrovai Louis. –Devi perseguitarmi per forza?- chiesi.
-Lo
sai che è una cosa divertentissima per me!- si
sistemò meglio, quasi
attaccandosi a me. Zayn invece si sedette vicino a Zoe, e qualcosa mi
diceva
che lui ci provasse spudoratamente con mia sorella.
-Ti
va di ballare?- chiese Zayn riferito a Zoe. Non passarono pochi
secondi, che mi
ritrovai sola con Louis, mentre gli altri due si divertivano a ballare
sulla
pista. Li osservai. Mia sorella non sembrava nemmeno lei, e mi faceva
quasi
ridere. E poi o ero diventata completamente cieca, o si stava davvero
strusciando in una maniera alquanto ambigua contro Zayn.
-Zayn
ha un debole per tua sorella.- disse Louis, che evidentemente li stava
osservando
insieme a me. –E io sono certa che anche a Zoe piace, si vede
insomma- risi
senza staccare gli occhi di dosso. Le mani di Zayn scorrevano
delicatamente sui
fianchi di Zoe, mentre i loro bacini si muovevano in perfetta sintonia
l’uno
con l’altro. Mi accorsi solo dopo che Zayn le stava
delicatamente sfiorando una
gamba, e stava quasi per insinuare una mano sotto il suo vestitino.
-Ok,
non mi aspettavo che mia sorella si lasciasse andare così!-
subito dopo mi
ritrovai un drink nelle mani che mi aveva offerto Louis. Cominciai a
bere, ma
il mio scopo quella sera non era ubriacarmi, non ne avevo proprio
voglia. –Vuoi
ballare?- mi voltai verso Louis guardandolo stralunata. Non capivo.
Perché mi
aveva chiesto di ballare? Insomma, ci odiavamo fin dal primo secondo,
perché
chiedermi di ballare? –Per quale losco motivo dovresti
ballare con me?-
domandai.
-Perché
mi annoio, e non c’è un cazzo da fare qui
stasera.- sbuffò, prendendomi da un
braccio, e provando a farmi alzare. –Vieni!- ma io rimasi
lì seduta. Non sapevo
ballare, e mi vergognavo ad ammetterlo, avevo paura di fare qualche
brutta
figura.
-No,
non mi va.- dissi semplicemente.
-Che
hai intenzione di fare, Vento?- rise, dopo avermi chiamata ancora una
volta con
quel nome che tanto mi faceva saltare i nervi.
-Beh,
qualsiasi cosa, eccetto ballare.- feci spallucce.
-Dai
vieni.- evidentemente Louis non si soffermava alla prima risposta, e in
meno di
due minuti, già ero lì a ballare. Eppure sembrava
che qualche passo in più in
confronto all’ultima volta lo sapevo fare, ma mi sentivo
ugualmente a disagio.
-Hey,
stai calma, sei troppo agitata!- disse Louis alzando il tono della voce
per
riuscire a parlare con me. Era vero, ero agitata, ma non so
perché. Ballare
davanti a così tanta gente mi faceva angosciare. Mi voltai
per cercare lo
sguardo confortante di mia sorella, ma tutto ciò che riuscii
a vedere, era lei
seduta sul divanetto che condivideva un alcolico con Zayn, mentre lui
le
sfiorava dolcemente i capelli.
-Emh,
non me la sento di ballare.- ammisi, correndo verso i divanetti.
Sentii
Louis sbuffare, e mi seguii mentre andavo a sedermi. –Cazzo,
sei proprio
noiosa, Arya.- si sedette vicino a me, sorseggiando un drink, mentre
guardava
Zayn. Ora si sarebbe divertito a stuzzicarlo. Prese un’oliva
che si trovava tra
gli stuzzichini, e gliene tirò una proprio in testa. Si mise
a ridere, e anche
io, mentre Zayn lo stava guardando in modo alquanto negativo, ma era
questo che
Louis voleva.
Osservai
ancora per molto le liti tra i due amici, magari ridendo anche, mentre
riuscivo
a bere un drink dopo l’altro.
-Dio,
non mi reggo più in piedi! Fottuti tacchi!-
sbraitò Zoe, mentre rientravamo a
casa. Si fermò un momento togliendo quel tacco dodici che
stava per
distruggerle il piede. –Shh, fate piano, nostro padre e Bill
dormiranno ormai.-
aprii casa lentamente, ed entrai cautamente seguita dagli altri due.
Corsi
verso la mia stanza, buttandomi nel letto, mentre sentivo quasi la
musica che
ancora mi rimbombava nelle orecchie. Tolsi le scarpe, rimanendo
lì seduta fino
a quando non entrò Louis con la camicia appena sbottonata e
i capelli un po’
scombinati.
-Sei
tutto in disordine- risi.
-Sì,
sono troppo stanco, ho bisogno di dormire.- si stropicciò
gli occhi, togliendo
prima la giacca, e cominciando poi a sbottonarsi la camicia.
-Vado
in bagno a cambiarmi- dissi, accorgendomi di essere appena sudata.
Presi il mio
pigiama e uscii dalla stanza. Tolsi i vestiti, sostituendoli con il mio
solito
pigiama, e feci una coda alta, togliendo poi il trucco, ormai sbavato.
Ero
stanca, avevo dovuto combattere tra milioni di ragazzi che mi
chiedevano di
ballare, e Louis e Zayn che avevano passato il loro tempo a stuzzicarsi
tra di
loro, mentre Zayn provava a baciare mia sorella, ma invano. Decisi
così di
andare a parlare a Zoe, per capire la situazione. Presi i miei vestiti
da
terra, e li lasciai lì, senza troppi problemi, correndo
verso camera di mia
sorella.
-Posso?-
chiesi prima di entrare.
-Certo!-
era lì che si stava massaggiando i piedi doloranti, del
resto anche lei si era
data alla pazza gioia. Era andata in pista non si sa quante volte,
quando Zayn
voleva scappare da Louis.
-Allora?
Dimmi un po’.- mi sedetti vicino a lei, dondolando i piedi.
-Cosa?-
faceva la vaga.
-E
dai, non dire così. Zayn, le toccatine, mh? Non ci credo che
non ti piace.-
sorrisi, facendo cenni d'intesa e provando a farle ammettere
l’evidente verità.
-Cosa?
Oh, ma erano cavolate insomma, mica mi piace davvero! Sai
com’è, lui va matto
per me, e io voglio farlo divertire, mi faccio desiderare, ma niente di
più-
rise togliendo il vestito.
-Mh,
come vuoi, ma secondo me anche a te piace!-
-A
me? Non credo proprio. Lo sai che mi fa schifo, specialmente con
quell’orecchino che si ritrova, che è terribile.-
notavo una punta di bugia in
quello che mi diceva, ma non volevo insistere, sarebbe stata lei a
dirmi la
verità ben presto, o i fatti avrebbero parlato da soli.
-Quindi..
tutto per gioco? Insomma, vuoi solo farlo divertire, e poi piantarlo in
asso?-
risi. Mia sorella annuì fiera.