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Autore: Twitch    19/11/2011    2 recensioni
Qual'è il confine tra amore e gelosia? Una sbornia di troppo, una famiglia, un'incomprensione. Are drunk words sober thoughts?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Adrienne prese il cellulare e scrisse un messaggio a Billie: “Per favore, chiamami solo se stai per tornare a casa”. Ma che senso avrebbe avuto? Nulla aveva più senso. Si lasciò cadere dalle mani i cellulare e si addormentò, stremata, appoggiandosi con la schiena al divano.

Billie correva a perdifiato, voleva raggiungere casa sua, voleva tornare da Adrienne e aggiustare tutto.
Vide da lontano quella villetta tanto familiare, i muri bianchi rifrangevano la luce dell’alba e le grandi finestre verdi erano ancora chiuse. Mano a mano che si avvicinava, i suoi passi perdevano sicurezza, gli sembrava che le sue gambe si irrigidissero e diventassero sempre più pesanti. Percorse il vialetto acciottolato e vide per terra i pezzi di vetro della porta che aveva rotto la stessa notte.
Ogni frammento gli riportava alla mente ogni attimo delle due terribili settimane precedenti.
Dal giorno in cui Tré gli aveva raccontato quello che aveva visto al pub, fino alla fuga disperata di poche ore prima. In quelle due settimane Billie aveva bevuto troppo, ma non per divertirsi; per cercare di dimenticare. In quelle due settimane Billie aveva pianto troppo, non per l’emozione di un concerto, ma per un dolore che gli bruciava il cuore.
Scacciò dalla mente quei pensieri, e allungò il braccio verso la maniglia. La abbassò delicatamente, senza fare rumore, come era abituato a fare quando tornava a casa tardi da concerti o serate, per non svegliare nessuno.

Spinse la porta col cuore a duecentomila, e vide Adrienne addormentata sul tappeto. Billie raccolse il suo cellulare e lesse la frase scritta sullo schermo.
Si chinò, le si avvicinò lentamente, e le sussurrò dolcemente nell’orecchio: “Amore, sono tornato a casa”. Lei continuava a dormire profondamente, lacrime di mascara e un paio di occhiaie marcate le segnavano il volto. Anche Billie era stanco, stanchissimo a dir la verità. Si sedette accanto a lei, e cullato dal suo profumo si addormentò.

Erano le 7 quando Adrienne si svegliò. Ebbe un secondo di tempo prima di realizzare chi avesse accanto. Il suo cuore si inchiodò, il suo respiro si interruppe. Non riuscì a trattenere quella parola, quel nome così perfetto e dolce, quello che amava tanto pronunciare: “Billie!” urlò. Ma la gioia così naturale di quel secondo si annullò quando Billie Joe si svegliò con un sussulto e aprì gli occhi.

Adrienne continuava a non sapere che diavolo dire, quindi disse solamente una parola: “Scusami”.
Billie non commentò ed esordì in modo molto strano: “Adrienne, io ho capito di amare un’altra persona”. Dopo questa frase ci fu una pausa di una decina di secondi. La disperazione sul volto di Adrienne si trasformò lentamente in un’umida rassegnazione. Billie le asciugò la lacrima senza dire nulla.
“Billie, io, io, mi dispiace da morire. Io ti amo, e non ho bisogno di lui. Billie, ho sbagliato, ho sbagliato! Non puoi andartene, non puoi condannarmi per quest’errore e.. ” un’altra lacrima le scivolò sul viso.
“Adrienne, io ho capito che nella vita non si deve amare solo una persona alla volta”. “C..c..cosa?” disse con tono insicuro e sorpreso.
Riprese la frase: “Ho capito che non esiste solo un tipo di amore.” Le prese il volto tra le mani e la guardò negli occhi “Adrienne, io ti amo, dalla prima volta che ti ho vista non ho fatto che pensare a te. Tu sei parte di me e io sono parte di te. Ma grazie a Mike ho capito che il nostro amore, l’amore di ognuno, non deve riversarsi su una sola persona. E io, sono io a dovermi scusare con te. Tu non mi hai mai lasciato, anche se io non sono mai stato molto presente. Siamo rimasti insieme ‘malgrado tutto e tutti’, abbiamo affrontato sempre la nostra vita insieme e spero che continueremo a farlo, sempre.” Posò dolcemente le sue labbra su quelle di Adrienne. “Non posso stare senza di te, hai visto, io impazzisco per te, divento cieco.”.

Adrienne si sentiva rinata, quell’amore che sembrava ormai spento, le era tornato a scoppiettare nella cassa toracica. Si sentiva come in quel luglio del ’94, il giorno del loro “sì”.
Sorrise. “Tanto lo sai che non so mai che risponderti, perché le mie parole in confronto alle tue sono niente. Tu sei il mio Billie, e tu riesci sempre a capire tutto. Tu ami un’altra persona, ed io credo anche di sapere chi è questa persona. Billie, lui c’è sempre stato per te da trent’anni, lui ti ha sempre aiutato e capito, ed è una cosa meravigliosa. Io, Billie, io grazie a John ho ritrovato un po’ la vecchia me. Quella Adrienne che amava essere corteggiata, quella che sfuggiva ai ragazzi, quella che si sentiva un po’ importante, ecco. Io non l’ho preso in giro Billie, io con lui sono stata bene, davvero.” Un’altra pausa interruppe il suo discorso. “Ma l’amore che provo per te non lo provo solo per come mi fai sentire, io lo provo per come sei. Tu non sei solo mio marito, tu sei il mio sogno, cazzo!” . Le certezze che avevano abbandonato Adie erano rinate, questa volta ancora più forti. Lei lo guardava con occhi sognanti, come a quel concerto. Come la prima volta.

Billie la guardò con uno sguardo dolce e divertito: “Hei bellezza, come ti chiami?”. Adrienne ridacchiò “Chiamami Adie, e tu ragazzino?”. “Billie.” le mordicchiò il labbro come non faceva da tanto tempo.

Due ragazzini innamorati che “se ci sei tu” il resto può andare a farsi fottere. Un sentimento immenso, un qualcosa che va condiviso. Un desiderio nascosto e un sogno avverato. Un fiore che germoglia e che fiorisce. Quattro occhi truccati di nero che si perdono gli uni negli altri, dei dread e una chitarra. 2000 anni luce di distanza che esplodono in un bacio e due vite che si fondono.
Niente “grandi balli”a cui conoscersi, niente castelli dove amarsi; solo un concerto ed un hotel di Berkeley.
Solo un uomo, una donna, e due cuori che finalmente riprendono a battere all’unisono.
  
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