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Autore: the ghost of Bonnie    19/11/2011    2 recensioni
Cosa accade un anno dopo la scomparsa di Goku? E se ci fosse un nuovo nemico?
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Dal testo:
- Sei così... cambiata.
Disse Trunks, guardandola dalla testa ai piedi.
- In che senso?
- Sei cresciuta!
- E cosa ti aspettavi?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pan, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fino alla sera, Vegeta decise di allenarsi con Pan e Trunks. Doveva ammettere che la forza di Trunks era davvero aumentata, ma in quel momento non era al massimo. Sentiva la sua aura non completamente concentrata sul loro combattimento, ma non capiva esattamente a cosa stesse pensando.
Sferrò un pugno sul viso del figlio, che reagì rispondendo, ma non era al massimo delle sue forze, non riusciva a impegnarsi.

- Trunks, è inutile che ti alleni se non ti impegni. Vuoi riposare?

Chiese Vegeta, guardando il figlio, che sbuffò e si passò una mano fra i capelli lilla.

- No, voglio combattere.

Rispose deciso. Sfrecciò veloce in avanti, e colpì il padre in pancia. Vegeta sbarrò gli occhi, incredulo. La sua forza era improvvisamente aumentata moltissimo, e nel suo pugno c'era rabbia. Poi, il figlio urlò e i suoi capelli divennero biondi.

- Super Sayan? - Chiese Vegeta, senza nascondere un mezzo sorriso. - Va bene, come vuoi.

Vegeta imitò il figlio e divenne Super Sayan. Lì, presero a combattere senza mai fermarsi, senza curarsi di Pan che se ne stava in un angolino seduta sull'erba, vicino alla navicella. Continuava a pensare... a suo papà... a sua mamma... a Goku... Già, cosa avrebbe pensato suo nonno se la avesse vista? Lei... voleva essere forte come lui, voleva essere coraggiosa, e diventare un Super Sayan. Voleva vedere i suoi capelli diventare biondi e gli occhi riempirsi di azzurro, come gli occhi di Trunks. Scosse la testa: doveva smetterla di trovarsi nei suoi occhi ogni momento.

- Pan... Pan!

Alzò lo sguardo: non aveva sentito per niente Vegeta in quel momento.

- Ora è il tuo turno. Vieni. Trunks, siediti.

Trunks, evidentemente esausto, appena fatto qualche passo cadde a terra. Pan chiuse gli occhi e sospirò. Guardò Vegeta con aria di sfida, ma sapeva di essere molto meno forte di lui.

- Pronta?

Pan finse una sicurezza non sua, e annuì. Iniziò un combattimento fra Pan e Vegeta, lei era davvero al massimo delle sue forze, ma non riusciva a tenergli testa. Vegeta era davvero troppo forte per lei, non riusciva a reggere i suoi colpi, finché ad uno, non sputò sangue.

- Papà, basta! Fermati!

Gridò Trunks, alzatosi in piedi. Ma Vegeta aveva capito da solo di aver esagerato, si precipitò verso Pan che teneva la pancia con una mano, osservava il sangue per terra.

- Pan, stai bene?

Chiesero in coro padre e figlio, inginocchiati davanti a Pan. La ragazza annuì, e lentamente si alzò in piedi.

- Direi che per oggi basta.

Concluse Vegeta.

- No... voglio...
- Niente, Pan. Entra nella tenda.
- Nella tenda?
- Sì, Pan. E' l'unico rimedio che abbiamo finché la porta della navicella... ehm... non si apre.
- NON SI APRE LA NAVICELLA?!

Urlarono Pan e Trunks, Vegeta si limitò ad annuire.

- Si. Coraggio, andate a dormire, domani ci alziamo presto.

Pan annuì e si voltò. Vegeta vide il figlio allontanarsi insieme alla ragazzina, diretti alle due tende più vicine tra di loro.
La sera ela calata davvero presto, sulla Terra sarebbero dovute essere le quattro  del pomeriggio, probabilmente. Vegeta si soffermò più a lungo su quel prato, quando sentì la voce di Bulma sussurrare il suo nome. Ma, pensò, lei non c'era. Era rimasta sulla Terra, inutile negarlo: gli mancava. Così, pensando alla donna dai capelli turchini del quale era innamorato, andò anche lui nella tenda, e per un po', gli unici rumori furono i loro sospiri irregolari.
Pan non riusciva proprio a dormire. Si girava e rigirava fra le coperte, ma non riusciva. Sgaiattolò fuori dalla tenda e raggiunse quella accanto, sperando - non capendone appieno il motivo - che fosse quella di Trunks. Entrò, e lo vide dormire. Gli occhi chiusi e la bocca socchiusa, i capelli disordinati e lunghi sparsi sul cuscino. Pensò che era bellissimo. Avrebbe voluto svegliarlo, ma pensò che era meglio lasciarlo dormire. Restò a guardarlo per qualche minuto, quando una ciocca ribelle si spostò proprio sul suo viso, e Pan non potè fare a meno di scostarla, provando un brivido quando la sua pelle ntrò a contatto con la sua. Sorrise, e uscì, ed era certa che nessun sogno avrebbe mai superato la sua realtà.
 
   
 
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