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Autore: PanteraNera94    19/11/2011    1 recensioni
"Nell’alte vie dell’universo intero, che chiedo mai, che spero…
altro che gli occhi tuoi più vago, altro più dolce aver che il tuo pensiero?".
Fan-fiction scritta come seguito di Breaking Dawn e ambientata sei anni dopo la fine del romanzo che tutti amiamo e tutti conosciamo. Dal punto di vista di Renesmee, una storia che narra della sua crescita interiore ed esteriore, del suo crescende amore nei confronti di Jacob e delle reazione che esso comporterà nei suoi genitori...Enjoy!
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Capitolo 11


Mi affacciai alla finestra, il cielo era ricoperto di nuvole, sembrava triste e spento. Io, invece, non ero ne triste ne spenta, anzi, ero molto euforica e non solo perché di li a poco sarebbero ritornati i miei genitori, ma perché la mia vita era radicalmente cambiata in quella settimana, un attimo e tutto aveva preso una piega diversa, una piega che forse per uno spettatore esterno era scontata, ma per me non lo era affatto. L'unica nota dolente era che non potevo parlarne con i miei genitori, loro non avrebbero capito, per loro ero ancora una bambina di sette anni, ma io non mi sentivo tale. Osservavo il vialetto che conduceva a casa mia, ancora qualche secondo e da quella foresta avrebbe fatto la sua comparsa la Aston Martin di mio padre. Non ebbi nemmeno il tempo di finire di formulare quella frase nella mia mente, che annunciandosi con un rombo di motore, apparve la macchina di mio padre. Quell'immagine mi provocò un attacco d'ansia, il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, molto più forte del suo normale ritmo, e come se non bastasse, cominciai a sudare freddo. Non potevo permettermi di farmi vedere in quelle condizioni, persino un umano si sarebbe accorto che ero agitata fino all'inverosimile, dovevo calmarmi e dovevo farlo ora. Chiusi gli occhi e cercai di di scacciare tutti pensieri, fino a ritrovarmi da sola con me stessa. Poi la porta di casa si aprì e sobbalzai. “Renesmee cerca di sembrare il più naturale possibile” mi dissi e raggiunsi il salotto di corsa, ripetendomi “ Non pensare a Jacob, non pensare a Jacob...”.

Bentornati!” esclamai, sorpresa di quanto la mia voce fosse naturale. Corsi verso mia madre e l'abbracciai, fu piacevole sentire di nuovo la sua pelle fredda a contatto con la mia.

Mi sei mancata, amore” disse mia madre, tra i miei capelli.

Anche tu, mamma” le risposi e per quanto fosse vero, una parte di me avrebbe voluto che non fosse mai tornata, una parte di me non avrebbe neanche voluto essere li in quel momento e mai come allora, quella parte di me aveva tutto il mio appoggio. Poi entrò mio padre, sorridente come sempre, posò le valige sulla soglia e guardando la casa come se la vedesse per la prima volta, disse: “Casa,dolce casa”. Mi irrigidii appena lo vidi entrare e cercai di fare di tutto per non pensare a Jacob, osservavo cose che non avevo mai osservato, mi perdevo in speculazioni su cose inutili, tutto pur di salvare il mio segreto. Poi mio padre mi guardò e qualcosa nei suoi occhi brillò, mi venne incontro e mi abbracciò. “Ciao, tesoro” disse, poi guardo prima me e poi mia madre. “Leah, deve dirmi qualcosa. Sta aspettando nel bosco. Torno subito” continuò. Diede un bacio a mia madre e scomparì oltre la soglia di casa, mia madre non gli staccò gli occhi di dosso finché lui non scomparve alla sua vista e per un attimo sembrò che stesse per alzarsi e seguirlo di corsa e così facendo mi avrebbe fatto un grande favore. Io e mia madre ci dirigemmo in camera mia, lei si sedette sul letto mentre io rimasi in piedi, a debita distanza.

Credevo che ti avremmo trovato con Jacob, dov'è adesso?” chiese mia madre, curiosa. Non mi aiutava affatto, perché doveva per forza parlare di Jake? Cercai di rimanere impassibile e di risponderle senza destare sospetti.

E' andato a parlare con il resto del branco” Per fortuna ero brava quasi quanto mio padre a mentire, in realtà io e Jake avevamo deciso, di comune accordo, che era meglio che lui non ci fosse al ritorno dei miei genitori, tanto per evitare imprevisti. “Dovevano decidere...qualcosa” finii la frase, con più convinzione possibile.

Noto che sei molto informata” disse mia madre e poi si mise a ridere, la sua risata mi fece sobbalzare, cosa del tutto innaturale per me, pregai che non se ne fosse accorta.

Già” le risposi, il mio corpo ormai sprizzava nervosismo da tutti i pori. Guardai mia madre negli occhi e vidi che mi scrutava insistentemente, aveva capito qualcosa, dovevo calmarmi. “Renesmee sta calma, non fare passi falsi” continuavo a ripetermi.

Renesmee, cosa c'è?” mi chiese improvvisamente, rimase impietrita, il respiro mi si blocco in gola e cercai di formulare nella mia mente una scusa coerente. Ma prima che potessi parlare, prima che chiunque potesse fare qualcosa, la porta della mia camera si spalancò ed entro un vampiro... Si, un vampiro, non mio padre, quello che avevo davanti non era mio padre, aveva gli occhi infiammati di chi è pronto ad uccidere e il suo corpo sembrava pronto a saltarmi addosso, mio padre non aveva mai avuto quella espressione e mi pietrificò con i suoi occhi dorati.

Perché lo hai fatto?!” mi urlò contro, abbassai lo sguardo, non riuscivo a sostenere il suo. I miei occhi caddero sulle mie mani che in pratica si stavano torturando a vicenda e sibilai “Leah”. Non potevo credere che mi avesse tradito così, sapevo che Leah era acida, ma non avrei immaginato che fosse anche cattiva e calcolatrice, sapeva benissimo cosa sarebbe successo se mio padre avesse scoperto il mio segreto!

Per quanto avevi intenzione di tenercelo nascosto?!” urlò di nuovo mio padre infuriato, alzai gli occhi e lo guardai in faccia. “Siccome eri così attenta a non pensare a Jacob prima!” finì la frase, quasi ringhiando.

Papà, calmati!” gridai a mia volta, stava notevolmente esagerando, tanta rabbia per niente. “Non esagerare! Non è successo niente!” conclusi la frase, alzando notevolmente la voce.

Non dirmi di calmarmi! Io e tua madre ti abbiamo dato fiducia e tu ne hai approfittato!” mi accusò. In un attimo mi fece sentire una traditrice, una che non merita niente, ma non era così, un bacio non era una cosa che si può premeditare, è una cosa che succede e basta!

Smettila! Non ho approfittato di nulla! E' solo successo!” dissi a mia discolpa, mi sentivo come un imputato in una camera giudiziaria, ma non avevo il ruolo del serial killer spietato che merita la pena, avevo il ruolo di uno che non ha fatto niente e che sta per avere una pena peggiore di quella del serial killer. Passò un lungo istante in cui, io e mio padre ci guardammo in cagnesco, senza dire ne pensare nulla, come due animali che si studiano prima dell'attacco finale e io non ero di certo il più forte dei due, ma quello era un incontro a cui non potevo sottrarmi, ne andava della mia felicita futura.

Non lo rivedrai più!” urlò mio padre. In un attimo mi cadde il mondo addosso, aveva colpito nel segno, ma non potevo arrendermi, non potevo smettere di lottare. La rabbia in attimo si placò e dai miei occhi cominciò a scendere un fiume di lacrime, che rigandomi il viso, mi facevano sentire debole e per una volta, una bimba davanti ad un vampiro e non più una figlia davanti a suo padre.

Non puoi farmi questo! Sai cosa significherebbe per me! Sai benissimo cosa si prova!” Lo accusai e intanto le lacrime scendevano inarrestabili e per la prima volta non volevo nasconderle, non ne sentivo alcun bisogno.

Non ho altra scelta!” Si giustificò mio padre, come se quello bastasse a calmarmi o fosse una ragione valida per impedirmi di vedere Jacob, non avevo scelta, anche se avrei dovuto implorarlo in ginocchio o combatterlo non mi sarei arresa, avevo bisogno di Jacob, era la mia vita e lui non poteva negarmi la vita, un padre non può negare la vita a sua figlia, ma un vampiro? La mia domanda continuò a danzarmi in testa, ma non c'era tempo per certe speculazioni, dovevo fare qualcosa e dovevo farlo subito.

Sai che ho bisogno di Jake! Non posso vivere senza di lui!” urlai e pregai che mi ascoltasse, che per una volta non facesse di testa sua, ma negli occhi di mio padre non c'era alcuna traccia di cedimento, anzi, erano sempre più duri e freddi.

Non lo rivedrai più, punto” sbraitò, come per chiudere il discorso. Rimasi un attimo a guardarlo, un attimo per capire cosa significavano quelle parole e perché mio padre, l'uomo che avrebbe dovuto sempre aiutarmi, aveva deciso di uccidermi nel modo più lento e doloroso possibile. Le lacrime continuarono a scendere, ma a loro si unì una rabbia ceca, che per una volta mi fece sentire davvero la mia parte di vampira, però quelle due emozioni insieme crearono un mix letale e mi fecero dire cose che mai, in tutta la mia esistenza, avrei detto a mio padre. “Come puoi essere così perfido?!” gli chiesi, ma la mia domanda era inutile e davanti all'indifferenza dei suoi occhi, la mia rabbia crebbe fino a farmi esplodere. “Sei un mostro! Io ti odio!” rimasi sconcertata da quello che avevo detto, anche perché lo avevo detto a mio padre. Ma non ebbi neanche il tempo di abbozzare una scusa, che vidi la mano di mio padre alzarsi e colpirmi in pieno viso. Lo schiaffo mia fece perdere l'equilibrio, caddi all'indietro e in una frazione di secondo mi ritrovai a terra, scossa da tremori, con il sapore del sangue in bocca, il mio sangue! Portai una mano sul labbro constatando che si era rotto, alzai gli occhi verso mio padre, ma mi ritrovai di fronte a mia madre, con lo sguardo quasi impazzito. “Cosa hai fatto?!” urlò a mio padre, che non le rispose, ma rimase a guardare. Mia madre mi porse la mano e la presi, mi alzai e mi lasciai condurre in macchina, non sapevo perché la stessi seguendo, dopotutto mi ero solo rotta il labbro, cose che capitano quando hai per padre un vampiro isterico. Salii in macchina senza fiatare, mentre le lacrime cominciava a scarseggiare e la rabbia prendeva il sopravvento su di me. Mia madre stava per aprire la portiera, ma venne bloccata da mio padre. “Guido io” disse e lei non si oppose. Aprì la portiere, si sedette accanto a me e posò, delicatamente, il mio viso sul suo petto. Ormai le lacrime era scomparse e l'unico sentimento che ancora sentivo era la rabbia. Il labbro non mia faceva tanto male e tutto questo era superfluo e inadeguato, ma mia madre era molto apprensiva e ora non avevo voglia di mettermi a litigare anche con lei. Dopotutto quello che mi faceva più male era quello che mi aveva detto mio padre, non potevo credere che mi avesse proibito di vedere Jake, ma soprattutto che avesse perso la calma in quel modo. Arrivammo a casa Cullen in baleno e appena entrati il mio sangue allarmò tutta la famiglia. Carlisle e Rose mi si avvicinarono subito, con lo sguardo notevolmente preoccupato.

Cosa è successo? Perché Renesmee sta perdendo sangue?” chiese Rosalie a mia madre.

Lascia perdere, Rose” le rispose mia madre. Lasciar perdere? E perché mai? Dopotutto i miei genitori mi avevano insegnato che nella vita bisogna prendersi le proprie responsabilità, non era ora che mio padre rispondesse a qualcuno delle sue azioni? Beh, in quel momento, Rosalie mi sembrava la persona più adatta.

Perché mai?!” domandai, acida. Ma in quel momento, tutti erano preoccupati della mia salute, come se fossi stata appena investita o cose del genere, perché nessuno si ricordava che ero per metà vampiro?

Portiamola nel mio studio” disse Carlisle, con tono professionale.

Grazie” rispose mia madre, come se mio nonno le stesse facendo una favore.

Allora si può sapere cosa è successo?!” chiese Rose, notevolmente innervosita.

Mia madre a quel punto fu costretta a dire la verità. “Edward le ha dato uno schiaffo” confessò, tutto d'un fiato.

Cosa?!” urlarono, sorpresi, sia Carlisle che Rose. Rosalie scomparì in un attimo e per un secondo temetti che staccasse la testa a mio padre, questo avrebbe fatto arrabbiare notevolmente mia madre e una faida in famiglia non era la cosa migliore in quel momento. Sentii Rosalie sbraitare contro mio padre ed Emmett che cercava di calmarla, inutilmente. Mia madre si allarmò e disse: “Carlisle, posso lasciarla qui fino a quando non hai finito?”

Certo, Bella” rispose, mio nonno. “La rifaccio accompagnare da Rosalie appena ho fatto”

Grazie” disse mia madre e dallo sguardo sembrava veramente grata a Carlisle. Poi mi baciò sulla fronte e scomparve, sentii lei e mio padre che uscivano di casa.

Ti fa male?” mi chiese mio nonno.

No” dissi, acida. “Non c'era bisogno di venire fino a qui, guarirà in poco tempo” conclusi.

Tua madre è molto apprensiva” Confermò mio nonno. Rimanemmo in silenzio, mentre lui mi tamponava il labbro con dell'acqua ossigenata e io, intanto, osservavo lo studio. Era in ordine e perfetto come sempre, pieno di libri e quadri.

Non devi avercela con lui” sospirò mio nonno, sempre pronto a proteggere tutti.

Come faccio a non farlo?” gli chiesi, sincera.

Devi dargli tempo” mi rispose.

Ha avuto sette anni”

Renesmee, in sette anni non si diventa adulti”

Non sono una bambina” dissi, acida.

Lo so” sospirò.

Ma lui non vuole capirlo” conclusi la frase per lui.

Si” acconsentì.

Allora cosa dovrei fare? Aspettare che sia lui a dirmi “Bene, da oggi puoi innamorarti”?”

Nessie, hai ragione”

Ma?” chiesi, scettica.

Ma lui è sempre tuo padre”

Tu non gli hai impedito di amare mia madre e lei era un umano quando si sono conosciuti”

Perché avrei dovuto? Lei era quello che lui voleva”

E Jacob è quello che voglio io!” Gli dissi quasi urlando. A interrompere la nostra discussione fu l'entrata di Rosalie. La guardai negli occhi, era arrabbiata e avrebbe volentieri preso a calci o distrutto qualcosa, ma in quel momento le interessava solo la mia salute.

Come stai?” chiese, guardando il mio labbro rotto.

Bene” sbuffai, quante volte avrei dovuto ripetere quella parola?

Io ho finito, puoi riportarla a casa, Rose” concluse mio nonno. Io mi alzai in piedi e diedi un bacio a mio nonno sulla guancia per poi seguire Rosalie in silenzio. Uscimmo da casa Cullen e ci dirigemmo sulla BMW di mia zia, mi sedetti al posto del passeggero e aspettai che Rose mettesse in moto.

Cosa hai combinato?” mi chiese, ancora infuriata.

Dobbiamo parlarne per forza?” la supplicai. Lei fece cenno di si con la testa, quando faceva così assomigliava tantissimo a mio padre, chissà se glielo avessi detto come avrebbe reagito.

Abbiamo litigato”.

Questo lo vedo” disse, girandosi verso di me. “Vorrei sapere il motivo”.

Ho baciato Jacob” confessai. La macchina sbandò notevolmente e Rose evitò per un pelo un albero, che però con un ramo le rigò la portiera posteriore. Io rimasi impassibile, dopotutto Rosalie era solo mia zia.

Cosa hai fatto?!” urlò, furiosa.

Andiamo, Rose” la pregai. “Non farmi la predica anche tu! E' successo e basta!”

Cosa vuoi che ti dica, allora?” urlò di nuovo.

Visto? Era meglio non parlarne!” dissi. “E poi non sono fatti tuoi e neanche di mio padre!” conclusi, acida.

Scusa tanto se ci preoccupiamo per te!” ribatté lei.

Cos'ha Jacob che non va?”

Vuoi che ti faccia una lista scritta o posso dirtelo a voce?” disse lei, sarcastica.

I vostri pregiudizi sui licantropi a me non interessano!” le urlai contro.

Lei sbuffò, fermando la macchina. “Siamo arrivati”

Mia madre arrivò di corsa e mi aprì la portiera, mi guardava con i suoi occhi apprensivi e preoccupati, probabilmente aveva avuto una discussione con mio padre. “Come va ,amore?” mi chiese mia madre, ma la ignorai, non volevo rivolgerle la parola, ne a lei ne tanto meno a mio padre.

Ciao, Renesmee, spero che tuo padre non ti stacchi la testa a morsi!” mi salutò Rosalie, sarcastica.

Grazie, Rose, ti voglio bene anch'io” le risposi e lei mi sorrise ironica. Chiusi la portiera e senza guardare mia madre mi diressi verso casa, entrai nel salotto e non degnai della mia attenzione neanche mio padre, dirigendomi in fretta in camera mia e quando sentii i passi di mia madre dietro di me, chiusi la porta sbattendola violentemente e sperai che capisse che non volevo parlare. Mi accasciai a terra, ancora con le spalle attaccate alla porta e prendendomi il viso tra le mani, scoppiai a piangere. Non potevo credere che quello che era successo era tutto vero, mi rifiutavo di crederci, volevo che fosse solo un incubo, volevo sentire la sveglia che mi avrebbe riportato alla realtà, ma niente. Passarono secondi interminabili, continuavo a piangere e non sapevo cosa fare, come mi sarei opposta ai miei genitori? Come li avrei convinti ad accettare Jacob? Solo ora mi accorgevo che quello domande non erano nuove, ma sempre le stesse, mio padre non aveva mai accettato Jacob e solo un miracolo avrebbe potuto fargli cambiare idea. In quel momento, l'unica cosa che desideravo era che il mio lupo fosse lì e che sdrammatizzasse quella situazione con una delle sue battute. Volevo solo che lui fosse accanto a me, ma più lo cercavo più mi accorgevo che non c'era e questo era strano, non ci avevo mai pensato, ma Jacob c'era sempre stato. Lui aveva recitato per me la parte del fratello maggiore, del migliore amico e ora lo amavo, lo amavo come i polmoni amano l'aria. No, non mi sarei arresa, lui era tutto per me e io non avrei lasciato che l'egoismo di mio padre me lo portasse via. A distogliermi dai miei pensieri fu la discussione dei miei genitori, forse ascoltarli in silenzio mi avrebbe distratto un po'.

Edward, ti prego” lo pregò mia madre. “Non posso vederla così”

Nemmeno io, ma cosa vuoi che faccia? Prima o poi si riprenderà” affermò mio padre, quella frase mi fece investire da una nuova ondata di rabbia, si riprenderà? Ma in che mondo viveva? Se si aspettava che io dimenticassi Jake, come si dimentica un ragazzo qualunque per cui hai una semplice cotta, si sbagliava di grosso e glielo avrei dimostrato.

No, non lo farà e lo sai benissimo” affermo mia madre. “Se ha preso un minimo di ostinazione dai genitori, sai che non lo farà” constatò lei, finendo la frase e non sapeva quanto avesse ragione.

Bella” la chiamò mio padre. “Io e te avevamo altri motivi per essere ostinati” si giustificò. Avrei voluto sentire la risposta di mia madre, ma il mio cellulare squillò facendomi sobbalzare. Mi alzai di corsa e lo afferrai, non lessi neanche chi era, lo sapevo benissimo.

Ciao, Jake” dissi, fingendo un po' di entusiasmo.

Ciao, piccola, come va?” mi rispose lui, tutto allegro.

Ho avuto giornate migliori, Jake” sospirai, malinconica.

Di che parli?”

Perché non lo chiedi a Leah?” gli risposi, acida. “Potresti chiederle, magari, cosa ha pensato davanti a mio padre” conclusi, con molta più acidità nella voce. Ci fu un lungo minuto di silenzio in cui ne io ne lui dicemmo niente e quando la tensione salì alle stelle, fu lui a parlare.

E lui come l'ha presa?”chiese, preoccupato.

Oh, bene!” dissi, sarcastica. “Stava per spaccarmi la mascella” conclusi.

Cosa?!” urlò, adirato. “Renesmee” scandì il mio nome lettera per lettera. “Dimmi che stai scherzando!”

Ti sembra che stia scherzando, Jake?” Non mi rispose, sentii una porta sbattere e il motore di una moto fare le fusa.

Jacob, cosa vuoi fare?” chiesi, allarmata. Ma lui non mi rispose, dall'altro capo del telefono sentivo solo il vento che fischiava nel microfono.

Jacob!” urlai.

Sta calma” urlò. “Sto arrivando” E chiuse la chiamata, rimasi con il cellulare ancora attaccato all'orecchio, cosa voleva fare? Ero preoccupatissima, mio padre era già arrabbiato, l'arrivo di Jacob non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione. Quando sentii le fusa delle moto, uscii di corsa da camera mia e quando arrivai nel salotto Jacob aveva già fatto la sua comparsa.

Io e te dobbiamo parlare” disse Jake, non lo avevo mai visto così arrabbiato, di solito era sempre allegro e sorridente.

Non potrei essere più d'accordo” gli rispose mio padre, che non si era calmato neanche un po'.

No!” mormorammo io e mia madre insieme, ero preoccupatissima per Jake e anche se non volevo ammetterlo, neanche a me stessa, era preoccupata anche per mio padre. Jacob non aggiunse niente e uscì, mia madre prese mio padre per mano e lo seguirono.

Renesmee rimani qui” disse mia madre, ma non l'ascoltai nemmeno, non poteva pretendere che io rimanessi in disparte, non in quella situazione. Mio padre lasciò la mano di mia madre, si diresse fuori e io non potei fare altro che accodarmi a lui. Arrivammo nella foresta, per la prima volta non mi sembrava accogliente, era come se sapesse che di li a poco sarebbe successo qualcosa di veramente brutto e lei sarebbe rimasta immobile e impassibile, come negli ultimi cent'anni. Mio padre e Jacob si posizionarono, indifferentemente, uno d'inanzi all'altro. Mentre mia madre si posizionò davanti a me, come se fossi io quella che stava per fare a botte con un lupo o con un vampiro.

Come hai osato toccarla?!” urlò Jacob.

Come hai osato baciarla?!” gli rispose di rimando mio padre.

Ormai è grande, fa ciò che vuole!” urlò di nuovo Jake e aveva ragione non ero più una bambina.

E' ancora una bambina!” urlò mio padre. Sempre la stessa storia era diventato noioso e ripetitivo, ma quando si sarebbe accorto che non ero più una bambina?

No! Ha quasi diciotto anni!” protestò Jacob.

Tecnicamente ne ha ancora sette!” constatò mio padre.

Non dire stupidaggini!”urlò Jake. “La sua maturità ed il suo fisico sono pari ad una ragazza di diciotto anni”

Questo non significa che tu possa fare ciò che vuoi!” constatò mio padre.

Se non l'avesse voluto anche lei, non l'avrei fatto!” urlò Jacob. Ma così facendo, fece scattare mio padre, che si avvicinò pericolosamente, si scagliò su di lui ma, per fortuna, Jake rispose prontamente all'attacco. Mi scappò un urlo e la preoccupazione salì alle stelle, mentre un altro urlo stava per scapparmi dalla gola, Jake diede un pugno a mio padre e lui volo ad una decina di metri di distanza, fermato da un albero che colpì in pieno. Stavo per correre verso Jake, ma mia madre mi spinse e caddi all'indietro, ma perché oggi qualsiasi cosa facessi mi ritrovavo a terra?! Mia madre si parò davanti a mio padre fermandolo e io mi rialzai di scatto e corsi verso Jake, che intanto si era trasformato e ringhiava contro mio padre. Mi parai davanti al suo muso, cercando di attirare la sua attenzione, ma quando vidi che puntava ancora a mio padre, gli poggiai la mano sul muso. “Jake, calmati, va tutto bene”. Vidi i suoi grandi occhi marroni scendere verso di me e guardarmi come se mi vedessero per la prima volta, guaì piano come a scusarsi di quello che aveva appena fatto, sorrisi e gli dissi : “Non preoccuparti, Jake, va tutto bene!” Quando sentii l'odore dei tre lupi che erano venuti per portare via Jake, mi venne un nodo in gola, non volevo che mi lasciasse di nuovo, volevo che restasse ancora lì con me. Non mi ero accorta che la mia mano era ancora sul muso di Jake, lui guaì dispiaciuto e io allora gli dissi per rincuorarlo: “Non preoccuparti, Jake, ti amo!”. Lui mi guardò con quei suoi grandi occhi e poi si lasciò trascinare via da Seth, Quil ed Embry. Rimasi a fissarlo, finché non scomparì del tutto e poi, senza guardare nessuno, mi girai e corsi in camera mia, sbattendo la porta. Guardai la mia stanza, non sapevo cosa fare, mi guardavo intorno senza sapere cosa volevo o cosa fare. Non volevo piangere di nuovo, non volevo disperarmi o accrescere la rabbia che provavo per mio padre, avevo bisogno solo di stare un po' da sola. Indossai il pigiama, tranquillamente, cercando di non pensare a niente e poi mi infilai nel letto. Mi misi a guardare il soffitto, lasciando che i ricordi mi assalissero, ripensai a ogni volta che avevo passato del tempo con Jake, a ogni volta che lui mi aveva protetta o che mi aveva fatto ridere con una delle sue battute. A distogliermi dai miei ricordi fu la porta che si aprì piano, probabilmente, mia madre pensava che mi fossi addormentata, così, visto che non volevo parlare con lei, chiusi gli occhi e finsi di dormire. Si sedette al bordo del mio letto e prese ad accarezzarmi i capelli. Mi sentivo come un gatto che se ne sta appollaiato sulle gambe della sua vecchia padrona, tranquillamente, desideroso delle carezze di quelle mani vecchie e nodose. Restammo così per qualche ora, cominciavo ad annoiarmi, non riuscivo a dormire, ma non avevo neanche il coraggio di aprire gli occhi e parlare con mia madre, sperai che se andasse e che mi lasciasse in pace. Purtroppo mia madre non era della stessa idea e rimanemmo così ancora per qualche ora, non sapeva che la mia pazienza non era eterna? Prima o poi mi sarei stufata, ma per ora mi facevo bastare la poca pazienza che mi restava, meglio non esagerare con i litigi oggi. Come un ancora di salvezza, la porta di camera mia si aprì piano ed entrò mio padre. Non potei guardarlo in faccia, visto che dovevo fingermi addormentata, ma dalla sua voce avrei giurato che fosse pentito.

Bella...” sussurrò per non disturbarmi. “C'è Alice che vorrebbe andare a caccia con te”. Mia madre esitò, probabilmente, non voleva lasciare la sua postazione e io invece, pregai che Alice la trascinasse fuori anche senza la sua volontà. Consapevole del fatto che non l'avrebbe avuta vinta, mia madre si alzò e dandomi un bacio sulla fronte, uscì senza fiatare. La porta si chiuse alle loro spalle e io rimasi finalmente da sola. Mi misi a sedere sul letto, avevo ancora sonno, anche perché non si poteva dire che avessi dormito, ma non avevo intenzione di tornare a letto. La porta di casa si chiuse, mia madre ed Alice erano uscite, e in casa eravamo rimasti solo io e mio padre. Questo mi provocava una certa ansia, non sai mai cosa aspettarti da un padre isterico, soprattutto se tuo padre è un vampiro. Sentii i passi di mio padre che facevano avanti e indietro dalla porta di camera mia al soggiorno, forse voleva parlarmi o scusarsi, ma non avrei accettato ne di parlare con lui ne tanto meno scusarlo. Non so per quanto tempo continuò così, non avevo certo intenzione di stare lì ad aspettare lui, quindi accesi il computer e mi misi a navigare un po' sul sito della mia futura scuola. Poi sentii mio padre avvicinarsi con più decisione alla mia porta, ma prima che mettesse la mano sulla maniglia, visto che non volevo parlarci, gli feci capire chiaramente che non era desiderato. “Vattene, non voglio parlare con te!” sibilai e lui desistette subito, come se gli avessi fatto un favore cacciandolo. Mi aveva fatto passare la voglia di stare al computer, così lo chiusi con un colpo secco e tornai a letto, sperando di addormentarmi. Mi rigirai nel letto ancora per qualche ora, ma quando capii che non mi sarei addormentata, decisi che una buona colazione faceva al caso mio. Uscii da camera mia, chiudendomi la porta alle spalle, mio padre era ancora seduto sul divano. Corsi verso la cucina e lo ignorai completamente, aprii il frigorifero e presi una bottiglia di latte e poi, dalla credenza afferrai un pacco di biscotti al cioccolato. Poggiai i biscotti sul tavolo e poi misi a bollire il latte, mentre aspettavo che bollisse, mi sedetti sul tavolo e cominciai a sgranocchiare i biscotti. Improvvisamente, sentii mio padre alzarsi e dirigersi verso la cucina, certo che non si arrendeva mai!

Non hai capito?” chiesi, acida. “Ti ho detto che non voglio parlarti!”

Renesmee...io...io...” balbettò, pentito.

Non voglio ascoltarti!” urlai. “Lasciami in pace” Lui sospirò, sconfitto, e tornò sul divano. Intanto il latte era pronto, presi la mia tazza rossa preferita e bevvi piano il latte bollente. Quando ebbi finito, tornai in camera mia e chiudendomi la porta, mi precipitai sul letto. Intanto sentii la porta aprirsi, probabilmente mia madre era tornata e ora si sarebbe rimessa a parlare o discutere di nuovo. Invece contro ogni pronostico, la porta della mia camera si aprii.

Tesoro? Posso?” chiese, esitando.

Mamma?” risposi, sorpresa. Lei entrò, chiudendosi la porta alle spalle e accomodandosi sul letto.

Cosa c'è?” le domandai, scettica.

Come stai?” sussurrò. Che domanda stupida? Come potevo stare bene?

Rispondere “male” sarebbe un eufemismo” risposi, acida. Abbassai gli occhi verso il copriletto e con la coda dell'occhio vidi che stava sorridendo, fissandomi. Chissà cosa le passava per la testa, mia madre era imprevedibile.

Ho fatto di tutto per convincerlo...ma è irremovibile” sussurrò, un po' imbarazzata.

Lo so, ho sentito” le risposi, ironica.

Davvero?” chiese, sorpresa. Come se non sapesse che il mio udito era quasi pari al suo.

Si...è molto difficile non ascoltare quando hai un udito fenomenale” dissi, sarcastica.

Mi dispiace...ma io credo di capirlo” mi rispose, con aria pentita. Ma questo non bastò a calmarmi, ora mio padre era diventato quello buono? Mia madre era insopportabile ed ipocrita, prima litigava con mio padre e poi lo difendeva.

E' ovvio che tu lo capisci!” urlai, adirata.

Non è quello che voglio dire. Tu non sai cosa è successo prima della tua nascita. Tuo padre è solo geloso” mi rispose a sua discolpa.

E cosa sarebbe successo?” chiesi, irritata. Mia madre sembrava titubante, come se non sapesse se dirmi o meno quello che voleva confessarmi.

Okay... Prima della tua nascita Jacob era innamorato di me” confessò tutto d'un fiato. Rimasi per un attimo interdetta, senza sapere cosa dire, Jacob innamorato di mia madre? Quell'idea non mi aveva mai sfiorato. Comunque non era il caso di farne un dramma, dopotutto era giusto che Jake avesse avuto una vita quando io non ero neanche lontanamente in programma.

Il nostro primo bacio fu assolutamente indesiderato, tant’è che Edward non se ne rammaricò più di tanto, ma il secondo bacio glielo chiesi io, dopo aver accettato la proposta di matrimonio di tuo padre. Anche se ne rimase sconvolto non me lo fece notare, confortando me per ciò che avevo fatto. Ora capisci perché è geloso di Jacob? Lui ha sempre voluto ciò che, per Edward, era suo” continuò mia madre, finendo quella strana storia.

Il fatto che posso capirlo non significa che non combatterò per ottenere ciò che è giusto che io abbia” le spiegai con calma, se si aspettava che con quella confessione sarebbe riuscita a farmi desistere si sbagliava di grosso.

Non esagerare” mi rimproverò mia madre, come se fosse colpa mia.

Perché?! È stato lui a cominciare! E poi tu dovresti saperlo: non posso vivere senza Jacob! È come se fosse il mio punto di riferimento, la mia stella polare privata... io lo amo” La mia confessione la lasciò interdetta, ma non mi importava, tanto lo sapeva già, certo sentirselo dire faceva un altro effetto, ma non era colpa mia era lei che si era messa in quella situazione.

Cercherò di farlo ragionare, okay? Ma tu cerca di comportarti come si deve” mormorò, piano.

Lo farò solo se lui sarà il primo a comportarsi come si deve” dissi, ironica. A quel punto mia madre si alzò e senza dire niente uscì dalla mia camera lasciandomi di nuovo nella mia solitudine. Rimasi di nuovo sola nella mia stanza, cercai di ascoltare il discorso dei miei genitori, ma probabilmente stavano parlando a bassa voce e non riuscii a sentire niente. Visto che non avevo niente da fare rifeci il letto e poi andai in bagno a lavarmi e vestirmi. Intanto i miei genitori erano usciti di casa, senza dire niente. Non mi arrabbiai con loro per questo, dopotutto visto che loro potevano essere felici dovevano approfittare di quella felicità. Mi diressi in cucina, volevo preparami il pranzo, ma mentre mi accingevo a prendere gli ingredienti, il mio cellulare squillò.

Ciao, Jake!” Ero felicissima che mi avesse chiamata.

Ciao, piccola!” disse, tutto contento. “Come te la passi?”.

Bene, tu?”

Bene, hai una voce stanca, come mai?”

Non ho dormito molto”

Neanche io” disse, ridendo. “Cosa fai oggi?”

Non lo so, tu?”

Le solite cose” mi rispose un po' annoiato.”Ora devo andare, mi manchi già, piccola”.

Anche tu, Jake” dissi con le lacrime agli occhi. “Ti amo”

Ti amo” sussurrò e chiuse la chiamata. Rimisi il cellulare nella tasca dei jeans e ricominciai a cucinare. Mangiavo lentamente, guardando fuori dalla finestra, non assaporavo nemmeno quello che stavo mangiando, era come se non avesse senso sentire il sapore di quello che avevo in bocca se Jake non c'era. Sentivo che tutto quello che facevo era inutile, guardavo la cucina, cercando una ragione a tutto questo, ma non c'erano ragioni, l'unica cosa che avrebbe potuto farmi sentire utile in quel momento non c'era e come se non bastasse, non c'era neanche mia madre, lei non mi avrebbe lasciata sola e speravo che tornasse in fretta. Intanto nemmeno la musica riusciva a dare uno scopo a quella giornata, era una giornata come tante altre, una di quelle che passa indifferentemente e che ti lascia in bocca un sapore amaro, il sapore di un giorno che non ricorderai.


NDA: scuste se vi ho fatto aspettare tanto per questo capitolo ^^ spero ne sia valsa la pena!! Fatemi sapere cosa ne pensate ^^ buona lettura!

  
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