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Autore: cecchino_2028    19/11/2011    0 recensioni
E' la storia di tre ragazze che fanno un lavoro particolare, ognuna di loro ha una storia, si troveranno al cospetto del feldmaresciallo Radetzky...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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L'ora del giudizio è arrivata, la mia giornata è passata veloce dietro gli impegni del feldmaresciallo Radetzky l'ho seguito da stamattina fino ad ora, niente di speciale ma ora, ora sì che si aprono le danze, lo sto attendendo, anche se lui non lo sa, sta per incontrare il generale Salasco. Eccolo che mi passa di fronte, sono passati quattro anni dall'ultima volta che l'ho visto, ma ha ancora il solito sguardo fiero e sicuro, sale sul cavallo e io corro dietro di loro, sempre senza farmi notare, arriva al cospetto del generale Salasco, il trattato inizia. Passano un paio di ore fin quando non vedo il mio Maestro  avvicinarmisi insieme a Maria Antonietta.
"Cosa facciamo?" chiede Maria Antonietta sotto voce.
"Non lo so, vediamo cosa fa lui!" dico.
"Interverremo?" domanda.
"Non gli permetterò di uccidere il feldmaresciallo!" rispondo.
"Bene!" conclude. Ci voltiamo in attesa che qualcosa, qualsiasi cosa accada, poi il Maestro estrae dal mantello una spada, sfonda con un calcio la porta di fronte a noi ed entra, brandendo la spada di fronte a sè.
"Morirete, fosse l'ultima cosa che faccio!" urla. La scena è agghiacciante, non ho mai visto il mio Maestro così, sento un brivido percorrermi la schiena quando capisco che nè il feldmaresciallo Radetzky, nè il generale Salasco hanno una guardia di scorta, dovremo intervenire Maria Antonietta ed io, ci guardiamo un solo pensiero lega le nostre menti, proteggere i due uomini dalla furia assassina di un sicario venduto a chiunque, perchè ormai è questo, non è più il mio Maestro, è solo un sicario che non ha scrupoli, non ha senso del rispetto e non ha più neanche una dignità. Estraggo la spada che Giovanni ha rubato per me, il primo sangue che verserà questa spada sarà dell'uomo che mi ha portato qui, ad essere ciò che sono, il mio Maestro.
"Tenente Ferdinando Patti, soldato della guardia personale del Re di Sardegna! Quale onore!" dice il generale sardo.
"Ex soldato della guardia del Re! Ora vostro assassino!" dice risoluto il Maestro. Sia il generale che il feldmaresciallo scoppiano in una fragorosa risata.
"Non accadrà nulla di simile!" dice il feldmaresciallo.
"Ragazze, copritemi le spalle!" conclude il Maestro rivolgendesi a Maria Antonietta e me, fino ad ora spettatrici mute di quella scena.
"Non credo!" dico puntando la mia spada contro il Maestro e dando le spalle al feldmaresciallo.
"Cosa stai facendo? Ti ribelli al tuo Maestro?" chiede lui.
"Sì, perchè tu non hai scrupoli!" dico.
"Ho ucciso il tuo promesso sposo perchè me lo hai chiesto, chi è senza scrupoli?" domanda.
"Tu, che ti vendi al miglior offerente, tu che in questi anni non hai fatto altro che militare da una parte all'altra!" dico menando un primo fendente che lui schiva senza difficoltà.
"Una nuova spada!" dice, menando un nuovo fendente.
"Sì, ma non ti deve interessare!" rispondo colpendolo, continuiamo così tra battute e colpi di spada, mentre il generale, il feldmaresciallo, Maria Antonietta e Caterina ci guardano stupiti.
"Stai attenta a come ti rivolgi signorina!" dice, colpendomi sul braccio.
"Smettila di dirmi cosa devo fare!" rispondo, colpendolo con veemenza e forza alla spalla, la lama lacera il mantello e la maglia sottostante. Si allunga verso di me e lancia un pugnale che io schivo all'ultimo momento abbassandomi, sfrutto la posizione e meno un fendente alle caviglie, barcolla ma non cade, mena un fendente che mi colpisce ad una coscia, rispondo colpendolo al viso, un lungo rivolo di sangue gli riga il volto, dall'occhio all'angolo delle labbra. "Ho sempre creduto che fossi la persona migliore a questo mondo, mi sono fidata di te, ma non sei altro che un mostro!" dico.
"Ma tu hai seguito le mie orme!" risponde.
"Sì ma io non mi venderò al migliore offerente!" dico.
"Lo farai, credimi, lo farai!" conclude. Le sue parole aumentano la mia rabbia, inizio a menare fendenti sempre più velocemente, l'ho messo con le spalle al muro, lancio i pugnali che gli bloccano la casacca sul muro, è di fronte a me, posso fare qualsiasi cosa.
"Ti ho amato in tutti questi anni, nonostante le donne che hai avuto, nonostante tu mi abbia sempre trattata come una sconosciuta! Ti amavo, credevo che prima o poi avresti aperto gli occhi e mi avresti notata, invece gli occhi li ho aperti io e ho capito cosa sei veramente!" dico.
"E cosa sono?" domanda avvicinando le sue labbra alle mie, è una situazione pericolosa, sento il suo alito sulle mie labbra.
"Un verme!" urlo con tutta la rabbia che ho, lui mi bacia, per un attimo apro le labbra e rispondo al bacio, le nostre lingue si scontrano, in una danza antica come il mondo, ma poi capisco che lo sta facendo per distrarmi, così infilo la spada nel suo costato, probabilmente gli sto forando il cuore o i polmoni, ma non mi interessa, mi sciolgo dall'abbraccio e lo guardo, questa è la fine giusta per lui, appeso al muro, ucciso dalla sua allieva.
"Ti amavo anche io!" dice rantolando prima che i suoi occhi diventino vitrei e dalla sua bocca esca sangue, sfilo la spada e i pugnali, pulisco la spada sulla sua casacca e la ripongo nello stivale e mi volto, incontro lo sguardo comprensivo di Caterina e Maria Antonietta, poi lo sguardo spaventato del generale Salasco, infine quello del feldmaresciallo Radetzky che prima è perplesso riconoscente.
"Feldmaresciallo Radetzky è un onore rivederla!" dico inchinandomi.
"E' la seconda volta che mi salvate la vita, non v'è dubbio che voi siate la ragazza più audace che conosca!" dice sorridendo, me ne vado da lì, i pensieri mi stanno facendo scoppiare il cervello, corro fino a che le mie gambe non cedono, cado a terra, mi guardo intorno e vedo che sono nello spiazzo dove mi ero già allenata, cerco di riprendere fiato e poi inizio a piangere lacrime amare, ho ucciso il mio Maestro. Ho ucciso colui che mi ha riportato a vedere la luce del giorno. Ho ucciso un uomo venduto. Ho ucciso l'uomo che amavo. Sono stata per anni una sua vittima, ma ora sono il suo carnefice.
"Vittoria!" dice una voce dietro di me, mi volto per scacciare chiunque sia, ma non appena lo vedo rimango spiazzata, è Giovanni.
"Giovanni!" rispondo.
"Cos'hai?" chiede abbracciandomi.
"Nulla!" rispondo affondando la testa nell'incavo del suo collo.
"Non ti preoccupare ora ci sono io con te!" dice, lo guardo, spiazzata da quelle parole. Poi lo bacio, all'inizio è restio, ma alla fine si lascia andare alla dolcezza di quell'attimo, la sua lingua e la mia iniziano a danzare complici, poi scende sul mio collo lasciando una calda scia di baci, ci spogliamo lentamente, ho voglia di lui, del suo corpo addosso al mio, di sentire il suo calore e in questo momento mi prende e mi fa sua, lì, in quello spiazzo, con la luna, unica silente spettatrice di questo amore, unico, vero, emozionante, la follia di un attimo forse, ma una follia da ripetere tutta la vita, le nostre urla spezzano il silenzio notturno, neanche mezz'ora fa ho ucciso il mio Maestro, ora sto con un uomo che mi ama, un uomo con cui passare il resto della vita.
 
 
Ho abbreviato la storia perchè noto che non è molto seguita, neanche una recensione.
Fa niente, meglio finirla così, senza entrare nei dettagli. Baci.
   
 
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