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Autore: telesette    20/11/2011    4 recensioni
Shikamaru Nara è un brillante ispettore del dipartimento di polizia di Konoha. Assieme al tenente Choji, al commissario Ino Yamanaka e all'agente Temari ( distaccata dal dipartimento di Suna ), si troverà alle prese con vari casi e soprattutto con un irriducibile nemico...
Genere: Comico, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Temari
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Un Salto nel Vuoto - Parte Quinta

 

- E questa tizia voi avete anche il coraggio di sbattermela in copertina - sbottò il direttore Jumpei, agitando freneticamente la bozza dell’edizione da mandare in stampa. - “Dieci scatti da sogno, con Mellon e le sue curve”… Ma quali curve d’Egitto? Questa i “meloni” ce li ha solo nel nome!

Ruggendo e sbraitando, il direttore del ChakraRed gettò addosso a redattore la bozza incriminata. Sulla prima pagina in effetti, al posto delle solite donnine formose per le quali la rivista era nota, figurava l’immagine di una ragazza molto carina ma che a malapena sfoggiava una seconda di reggiseno.

- Secondo voi esiste qualcuno tanto fesso da spendere quindici ryo per una stecca platinata, quando le tettone del porno si pagano quattro e cinquanta coi DVD ?!?
- Ci dispiace signore, ma le foto che Tanaka doveva consegnarci questa settimana non sono ancora arrivate e…

Il volto del direttore passò dal rosa acceso al rosso fuoco e, schiumando di rabbia, finì per esplodere in una crisi di nervi spaventosa.

- Io pago un esercito di lazzaroni per mandare avanti una rivista, e le foto migliori me le porta un fotografo da strapazzo; attrezzature e studi fotografici per migliaia di quattrini, e dipendere poi da un negozio di ottica di periferia… Farabutti, manica di canaglie che non siete altro!
- Ma direttore, noi…
- Andate tutti a quel paeseee!

Scagliando il fermacarte con rabbia sulla testa del povero redattore, Jumpei invitò “gentilmente” cronisti e fotografi a lasciare il suo ufficio prima di subito. Temendo che a quel lancio seguisse qualcosa d’altro, costoro non ci pensarono due volte nel darsela a gambe levate.

 

***

 

Frattanto, mentre Jumpei congedava il suo staff, Shikamaru e compagni attendevano presso la segreteria di poterlo incontrare per fargli alcune domande.

- Mi dispiace - rispose la segretaria, una befana tignosa con un lungo naso a punta. - Il direttore è in riunione e non può essere disturbato per nessun motivo!
- Cerchi di ragionare, signorina - provò a dire Choji. - Si tratta di un’indagine di polizia e…
- Avete forse un mandato con voi ?
- No, ma…
- Allora non mi faccia perdere tempo, giovanotto - tagliò corto la strega, aggiustandosi gli occhiali sul volto. - Se non ha un mandato, quella è la porta!

Davanti all’ostruzionismo della donna, Shikamaru si limitò ad aspirare alcune boccate di fumo dalla sua inseparabile sigaretta. In teoria collaborare con la polizia è facoltativo e, senza mandati e autorizzazioni precise, non sussiste alcun obbligo da parte degli interessati che non hanno precedenti ( oltretutto un proprietario di un giornale come Jumpei, con tutti gli avvocati di cui si circonda per far fronte alle varie faccende legali, può tranquillamente permettersi di “pisciare sulle scarpe” di un vigile e ricevere le scuse da quest’ultimo ). Logicamente non era possibile richiedere ed ottenere un mandato, solo per poter rivolgere qualche domanda ad un libero cittadino; c’era anzi il rischio che, per ottenere una deposizione utile da quel Jumpei, fosse necessario aspettare chissà quanto tempo.

- Senta un po’, lei - sbottò Temari alla segretaria. - Lo sa che potremmo anche incriminarla per ostruzionismo e oltraggio a pubblico ufficiale ?
- Ah, lascia stare - la interruppe Shikamaru, sollevando una mano. - Star qui a discutere è solo una perdita di tempo, tanto vale chiedere il permesso di vedere Jumpei ad uno qualunque dei mobili di questo ufficio!
- E allora, cosa proponi di fare, genio ?

Mentre la segretaria aveva ripreso a digitare al computer, incurante degli interlocutori che erano ancora lì, Shikamaru boccheggiò una nuvoletta grigia nell’aria e fece cadere a terra il mozzicone spento. Per un attimo Temari fu tentata di dirgliene quattro ma, nel vederlo aggirare la scrivania di quella megera, si domandò che avesse in mente di fare.

- Ehi, dove pensa di andare ? - strillò la donna, vedendolo puntare dritto verso la porta del direttore.
- Semplice - rispose l’ispettore. - Visto che non è educato andarsene senza salutare, scambio due chiacchiere col padrone di casa e tolgo subito il disturbo!
- Si fermi immediatamente, o chiamo la sicure…
- Oh, ma falla un po’ finita, cornacchia!

Prima che la “cornacchia” afferrasse il citofono, per fare intervenire la sicurezza appunto, Temari le strappò di mano la cornetta per sbriciolargliela nel pugno. Sia la segretaria che Choji assistettero alla scena con gli occhi sgranati dallo stupore, dopodiché quest’ultimo si affrettò a seguire i colleghi, lasciando la strega pallida e immobile.

 

***

 

Come Shikamaru entrò nell’ufficio Jumpei, questi reagì in modo piuttosto violento.

- Chi siete, chi vi ha fatto entrare ? Andatevene, prima che chiami la…
- … Polizia - concluse Shikamaru, mostrando con indifferenza il distintivo. - Dobbiamo fare alcune chiacchiere, non si preoccupi, si tratta solo di qualche domanda!

Jumpei grugnì infastidito.

- Quegli idioti degli avvocati - borbottò fra sé. - Non sono capaci neanche di guadagnarsi il loro onorario… Cos’è, c’è qualche nuova legge contro la libertà di stampa adesso ?
- Dipende dal tipo di stampa - commentò Temari acida.
- Ma come si perme… Uh ?

Nonostante l’uniforme che aveva indosso, della quale tutto si poteva dire tranne che fosse succinta, gli ampi pantaloni maschili e la casacca non erano sufficienti a nascondere le prorompenti curve della bionda poliziotta. Grazie al suo occhio esperto, Jumpei immaginò subito tutta la generosa mercanzia di Temari schiaffata su almeno venti pagine più copertina… Di conseguenza, valutando seriamente la possibilità di risollevare le sorti della sua rivista bisognosa, diventò subito molto più calmo e disponibile di quanto si sarebbe certamente mostrato in tutt’altra occasione.

- Intendevo dire: “Ma prego, accomodatevi”… Sarebbe scortese da parte mia rifiutarmi di collaborare con la giustizia!

L’improvvisa gentilezza del direttore, insieme ai sorrisi coi quali li invitò ad accomodarsi e ai sigari che offrì loro, lasciava intendere in modo fin troppo chiaro che avesse qualcosa in mente. Quando poi Temari si accorse che costui le stava guardando qualcos’altro invece degli occhi, dovette fare non poco sforzo per trattenersi.

- Signor Jumpei…
- Eh, come ?

Shikamaru fece finta di niente e, approfittando anzi dello stato di evidente confusione mentale dell’altro, cominciò a rivolgere le sue domande di rito.

- Avremmo bisogno di rivolgerle alcune domande sul conto di un certo Heisuke Tanaka, a quanto ci risulta, ha svolto parecchi lavori per conto della sua rivista!
- Ah, Tanaka - ripeté Jumpei, aggrottando le sopracciglia. - Quella specie di sanguisuga travestita da fotografo; gli pago qualcosa come trecentomila ryo a settimana e, invece di farmi avere le sue foto, di punto in bianco sparisce… Ma se gli metto le mani addosso, se gli metto le mani addosso, rimpiangerà di essere nato!
- Non faccio fatica a crederle - commentò Shikamaru, sfregandosi l’orecchio. - Ma temo che difficilmente il signor Tanaka potrà rimpiangere qualcosa: è morto!
- Come ?

Jumpei sembrò cadere dalle nuvole. Tanaka morto e la polizia nel suo ufficio… Che avessero intenzione di incriminarlo, per caso ? No, impossibile, con quali accuse ? Passato il primo momento di stupore, l’uomo dimostrò di reagire in modo del tutto consueto e naturale. La notizia della morte del fotografo lo aveva colto di sorpresa.

- Io… Io non capisco - balbettò l’uomo, visibilmente confuso. - Come… Quando… Perché ?
- E’ appunto quello che stiamo cercando di appurare, signor Jumpei, per questo ci serve la sua collaborazione!
- Beh… Ma certo, è chiaro, io… Io non ho nulla da nascondere!
- Benissimo - tagliò corto Shikamaru, accendendosi una sigaretta. - Mi dica dunque, in che tipo di rapporti era con il signor Tanaka ?
- Ma… Ovviamente solo rapporti di lavoro, è chiaro! Lui scattava delle foto da libero professionista e io provvedevo a pubblicarle, tutta roba perfettamente legale, potete controllare!
- Lo abbiamo già fatto - puntualizzò Shikamaru. - Esattamente che genere di foto le procurava Tanaka, per giustificare ben trecentottantasettemila ryo in una sola settimana ? A quanto ne so, i free-lance ricevono tariffe standard tra i venti e i venticinquemila ryo al mese… Ammetterà che è un po’ strano!
- Vede, il fatto è che le foto di Tanaka rendono molto bene sul mercato del… Insomma, sono molto apprezzate dai nostri lettori e questo influisce notevolmente sulle vendite; di conseguenza Tanaka poteva permettersi il lusso di scegliere la cifra del suo compenso, tutto qua; si tratta solo di semplici transazioni, posso assicurarle che è tutto regolare!
- Eh, io non metto in dubbio la sua buona fede ma, c’è un’altra cosa di cui forse lei non è a conoscenza: dalle indagini che abbiamo svolto finora, è venuto fuori che Tanaka fotografava delle minorenni; di conseguenza, se lei ne era a conoscenza e ha pubblicato lo stesso il suo materiale, potrebbe venire fuori una denuncia a suo carico con l’accusa di pedopornografia!

Il colore sulla faccia di Jumpei scomparve, lasciando il posto ad un pallore improvviso. Con una simile accusa, anche con tutti gli avvocati del mondo e nella migliore delle ipotesi, il suo prezioso giornale rischiava seriamente di chiudere i battenti. Ovviamente Shikamaru pensava che, con una simile preoccupazione, il bravo direttore Jumpei sarebbe stato molto più prodigo nel fornire elementi utili all’indagine.

- Ispettore, io… Io le assicuro che non… Gliel’ho detto, Tanaka non lavorava per me, mi procurava fotografie e basta… La mia è una rivista rispettabile, non so nulla di queste porcherie!

Temari fece per ribattere qualcosa a proposito di “porcherie” ma, prima che potesse aprire bocca, Shikamaru le fece cenno di mantenere la calma. Jumpei era un viscido e squallido individuo, disposto a qualunque cosa per vendere più copie del suo giornaletto erotico, tuttavia non era per quello che erano venuti ad interrogarlo; c’era di mezzo l’indagine per un omicidio e, malgrado il disgusto che tutti e tre indubbiamente provavano verso di lui, non potevano distogliere l’attenzione dal problema principale. Che costui avesse o meno pubblicato intenzionalmente foto nude di minorenni, era una faccenda della quale se ne sarebbero occupati altri papaveri del dipartimento; il loro compito era indagare sulla morte di Tanaka e, per quanto a Temari potessero prudere le mani, Jumpei al momento era solo un tizio da interrogare.

- Signor Jumpei, forse non mi sono spiegato - disse allora Shikamaru. - Noi siamo della squadra-omicidi, non della buoncostume… Tutto quello che ci preme sapere da lei, nel suo interesse oltretutto, è in che genere di rapporti fosse con la vittima: ogni cosa che sarà in grado di dirci ci sarà molto utile, soprattutto per escluderla completamente dalla faccenda, visto che una brava persona come lei non può essere certo ritenuta responsabile; a seconda dell’aiuto che saprà fornirci, potremmo anche chiedere alla procura di chiudere un occhio sulla reputazione del suo giornale!
- Capisco - esclamò Jumpei sollevato. - D'accordo allora, che cos'altro volete sapere ?

 

***

 

Una volta terminata la conversazione, Shikamaru si ritenne abbastanza soddisfatto. Jumpei informò la segretaria di consentire a Choji di esaminare tutte le ricevute di pagamento versate a Tanaka negli ultimi mesi, in cambio della promessa di tenere la buoncostume lontano dal suo giornale. Temari dovette fare un grosso sforzo per trattenersi ma, riuscendo in qualche modo a reprimere il suo senso di frustrazione, si accinse a seguire Shikamaru fuori da quell’ufficio.

- Ah signorina, per favore, aspetti un momento!

Come Jumpei la pregò di aspettare, Temari si voltò a chiedergli che cosa volesse.

- Beh, a dire la verità, si tratta più che altro di una semplice proposta…

Subito dopo essersi chiuso la porta dietro le spalle, Shikamaru udì un tonfo secco e un’esclamazione di dolore. Un attimo dopo Temari uscì dall’ufficio, i pugni serrati lungo i fianchi e una scintilla di rabbia negli occhi, imprecando qualcosa a voce bassa. Jumpei giaceva davanti alla sua scrivania, con un grosso livido violaceo sul lato sinistro della faccia.

( continua )

 

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

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"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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